Vorrei darvi gli ultimi aggiornamenti relativi alla vicenda che vede Sony, il colosso dell'enterteiment, che sentendosi messa in pericolo da un gruppetto sparuto di hacker, ha deciso di portarli tutti in tribunale. Le prime puntate di questa saga le trovate raccontante qui: episodio 1, 2 e 3.
Riassunto delle puntate precedenti
geohot e il team fail0verflow hanno scoperto e rilasciato al grande pubblico le chiavi private della PS3 e della PSP. Attraverso l'uso di questi codici - che altro non sono che dei grandi numeri - è possibile scrivere programmi, firmarli digitalmente ed eseguirli sulla playstation senza nessun limite, visto che la macchina li riconoscerà come codice legittimo approvato da Sony. Questo di per sé non da la possibilità di copiare giochi, ma al tempo stesso non esclude di farlo. Infatti poche ore dopo il rilascio, altri sviluppatori, senza troppe remore, hanno scritto versioni modificate del firmware in modo da permettere l'esecuzione anche di codice non firmato digitalmente e di backup managers ovvero di applicativi in grado di eseguire giochi copiati. In realtà gli sviluppatori dei backup manager si coprono le spalle dicendo che se l'utente è proprietario di un gioco regolarmente acquistato, allora è un suo diritto proteggere la sua proprietà e giocare con una copia di backup anziché il prezioso originale. Sony a questa cosa non ci crede e ha portato tutti in tribunale.
In tribunale
geohot e il resto della banda sembravano abbastanza tranquilli, infondo i recenti sviluppi sul jailbreak dell'iPhone - sempre opera di geohot - sembravano dargli ragione, invece il giudice ha confermato l'ordine temporaneo di restrizione richiesto da Sony, che vuol dire che è fatto temporaneamente divieto agli hacker di continuare a distribuire le scoperte che hanno fatto all'interno della PS3, in particolare le chiavi private. Come se non bastasse, Sony ha richiesto e ottenuto che tutti i documenti contenenti le informazioni rubate e contenute su server residenti sul suolo americano vengano immediatamente rimossi.
Sulla PS3
Anche dal punto di vista tecnico c'è stata un'importante presa di posizione: è da un paio di giorni disponibile una nuova versione ufficiale del firwmare (OFW 3.56) che implementa nuove misure di sicurezza, ancora non violate dagli hacker che si sono subito messi al lavoro. La situazione al momento è che gli utenti PS3 devono scegliere: o tenersi la possibilità di utilizzare codice arbitrario (tipo homebrews e backup manager) senza aggiornare il firmware, oppure aggiornare e tornare a giocare i propri titoli preferiti on-line su PSN.
Ma non è finita, fonti ancora non confermate, affermano che nella nuova versione del sistema operativo della console ci sarebbe una sorta di rootkit in grado di eseguire controlli sullo stato del firmware, verificare se è stato modificato e se sono stati installati applicativi sviluppati da parti non autorizzate. Inoltre grazie a questo software, Sony potrà modificare il metodo di scansione e le tecniche per rivelare queste violazioni senza bisogno di ulteriori aggiornamenti del firmware. Ripeto, non esiste ancora nessuna conferma di queste nuove funzionalità che peraltro sono esplicitamente dichiarata nell'EULA (ovvero il contratto) che ogni utente deve accettare prima di entrare sulla PSN.
La risposta degli hacker e non solo
In attesa che il giudice prenda la sua decisione e che ci sia un vincitore e un perdente in questa battaglia legale, gli hacker stanno cercando tutti i modi legali per sostenere la loro lotta per la libertà. Come prima cosa hanno copiato tutte le chiavi private su server norvegese, quindi fuori giurisdizione e poi, ripetendo un copione già scritto e risultato vincente, hanno tramutato la chiave privata da una sequenza di numeri esadecimali in un banner colorato. Gli hacker stanno invitando tutti gli utente del web che hanno a cuore la libertà di programmazione a sostituire il loro avatar con l'iconcina qui a fianco. Sony non può certo avanzare diritti di proprietà intellettuale anche sui colori.
Basterà un arcobelano per assicurare la libertà alla PS3?
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31 gennaio 2011
Come NON ricevere più telefonate promozionali (UPD 20110201-10:00)
Il post è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Di solito succede il sabato a mezzogiorno, sei a casa con la famiglia, stai preparando il pranzo in un clima sereno e ti squilla il telefono. Rispondi e una voce gracchiante ti chiede se sei interessato ad un'eccezionale, unica ed irripetibile offerta valevole solo per le prossime due ore ed in esclusiva per te. Non fai nemmeno in tempo a dire "Beh", che il tuo interlocutore comincia ad elencarti tutta una serie di benefici, sconti e risparmi. Poi comincia a farti domande, tipo ma lei usa internet? quante telefonate fa in media alla settimana a telefoni cellulari? di solito è lei ad occuparsi degli acquisti nella sua famiglia?
Da oggi si può dire basta! In modo definitivo, tutelato dalla legge e semplicemente registrandosi su un opportuno elenco. Il Decreto del Presidente della Repubblica n 178 (Gazzetta Ufficiale) infatti prevede che tutti gli utenti possano venire contattati telefonicamente a scopo promozionale, però allo stesso tempo, istituisce il registro delle opposizioni, ovvero un elenco di tutte le utenze che hanno scelto di non essere più chiamate (qualcuno direbbe disturbate!). In inglese si dice opt-out, ovvero scelgo di restare fuori anche se la tua scelta è totalmente revocabile qualora domani sentissi di nuovo la necessità di parlare con qualche operatore di call center.
Come funziona e cosa deve fare il cittadino
Il servizio si rivolge gratuitamente a tutti gli abbonati ai servizi di telefonia il cui numero compare sugli elenchi abbonati. Si può richiedere l'opt-out, ovvero l'iscrizione al registro delle opposizioni a partire da domani 1/02/2011. Il sito a cui collegarsi è il seguente:
ma al momento non sembra essere raggiungibile, forse per l'elevato numero di accessi oppure a causa degli ultimi aggiustamenti sul server. Vi terremo informati, sugli sviluppi!
Aggiornamento del 31 gennaio alle 13:30
Qualche minuto fa, sono riuscito a collegarmi al sito del registro delle opposizioni. E' al momento di una lentezza spaventosa, ma spero andrà a migliorare con la stabilizzazione dei server.
Ecco una schermata del sito:
La home page del sito del registro delle opposizioni dove potrete scegliere di NON ricevere più telefonate a scopo promozionale. |
Aggiornamento del 31 gennaio alle 21:00
Il sito è ora perfettamente navigabile anche se la sezione abbonati, dove noi cittadini dovremmo potere scegliere per l'opt-out è semplicemente vuota. Una pagina di avvisi ci ricorda che abbiamo cinque modi per presentare la nostra registrazione, ma il modulo web non c'è e non vengono fornite le informazioni circa l'indirizzo email, l'indirizzo per la raccomandata e nemmeno il numero di fax.
La sezione FAQ nella parte per gli abbonati è semplicemente vuota, mentre ci sono domande e risposte per gli operatori.
Aggiornamento del 1 febbraio alle 6:00
Buon giorno a tutti! Cliccando su "Area Abbonati" si può finalmente scegliere il metodo preferito per inserire il proprio recapito telefonico nella lista di quelli esclusi dalle campagne promozionali. Ecco il link da seguire per compilare il modulo on-line.
Dall'area abbonati sarà anche possibile modificare in ogni momento la propria scelta sempre gratuitamente.
C'è ancora qualche problemino perché io ho provato a compilare il modulo web, ma l'operazione non è andata a buon fine. Problemi sul server? Riproverò per farvi sapere, intanto se anche voi registrate dei problemi segnalateceli nei commenti qui sotto.
Io mi sono tirato fuori (1 febbraio ore 10:00)
Nonostante qualche incertezza del sito che per completare la procedura di sottomissione del form ha impiegato 10 minuti d'orologio, ho ricevuto una mail nella quale mi è stata confermata la presa in carico dell'iscrizione. Vi riporto qui sotto il testo dell'email, mascherando i miei dati personali.
Gentile Abbonato,
la sua richiesta di iscrizione al Registro Pubblico delle Opposizioni per la numerazione telefonica di cui in oggetto al presente messaggio di posta elettronica è stata presa in carico.
Il codice utenza per tale numerazione è xxxxxx.
Mediante il codice che le è stato fornito, accedendo al sito web del Registro Pubblico delle Opposizioni (www.registrodelleopposizioni.it) e relativamente alla numerazione telefonica iscritta, potrà:
- verificare l'esito della richiesta di iscrizione mediante visualizzazione dello stato della linea rispetto al Registro Pubblico delle Opposizioni: la linea può risultare iscritta, non iscritta, richiesta di iscrizione pendente);
-richiedere l'aggiornamento dell'iscrizione modificando i dati forniti relativi alla numerazione telefonica in oggetto alla presente mail;
-richiedere la revoca dell'iscrizione al Registro Pubblico delle Opposizioni.
Si ricorda inoltre che
- ai sensi dell'art. 7, comma 2, del D.P.R. 178/2010, l'iscrizione al registro da parte degli abbonati preclude nei loro confronti qualsiasi trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale, mediante l'impiego del telefono, senza distinzione di settore di attività o di categoria merceologica. L'iscrizione di un abbonato nel registro non osta al trattamento dei suoi dati per le predette finalità da parte dei singoli soggetti che abbiano raccolto o raccolgano tali dati da fonti diverse dagli elenchi di cui all'articolo 2, comma 2, del D.P.R: 178/2010, purchè ciò sia avvenuto o avvenga nel rispetto degli articoli 7, comma 4, lettera b), 13, 23, 24 del Codice in materia di protezione dei dati personali approvato con decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e ss.mm.ii.
- L'iscrizione dell'abbonato al Registro Pubblico delle Opposizioni è a tempo indeterminato e cessa solo in caso di revoca da parte dell'interessato o di decadenza (come da art. 7, comma 4 del D.P.R. 178/2010).
-L'iscrizione è riferita unicamente alla numerazione indicata dall'abbonato al momento dell'iscrizione e ad esso intestata e non può estendersi a numerazioni intestate ad altri abbonati (come da art. 7, comma 3 del D.P.R. 178/2010).
-L'iscrizione dal Registro Pubblico delle Opposizioni decade automaticamente ogni qualvolta cambi l'intestatario o intervenga la cessazione dell'utenza (come da art. 7, comma 5 del D.P.R. 178/2010).
Cordiali Saluti,
Il Gestore del Registro Pubblico delle Opposizioni - Settore Abbonati
Confermo che la pagina della Domande Frequenti per gli abbonati è stata riempita di contenuto. Ci sono molte cose interessanti che vi consiglio di leggere.
30 gennaio 2011
Un dream day per Giampaolo Pazzini
Giampaolo Pazzini, all'esordio in neroazzuro fa la partita perfetta: in 45 minuti due gol ed rigore. Questo è lo spirito giusto |
Non ho visto tutta la partita, purtroppo solo gli ultimi 20 minuti. Poi ho sentito i commenti e visto gli highlights. Che si sia trattato di una splendida partita lo dimostra il fatto che il riassunto del match in onda su Sky dura 10 minuti, nel video qui sotto ci sono solo i 5 gol.
Adesso impazza la domanda: dopo questo successo in rimonta con tre punte: Eto'o, Milito e Pizzini, Leonardo deve continuare con il tridente? Io dico che se il tridente vuol dire spettacolo, allora sia per lo spettacolo e la rimonta anche se con il batticuore.
HP OfficeJet 6500A su Ubuntu 10.10
Vi ricordate che poco prima di Natale, avevo convinto mio papà ad abbandonare Windows e di installare unicamente Linux sul suo nuovo pc. Fino a questo punto devo ammettere che il passaggio è stato perfettamente indolore a parte un unico punto critico che già vi citavo: la stampante.
Anziché comprarne una nuova, mio papà voleva ricuperare quella già posseduta in precedenza, un HP OfficeJet Pro 1150C, una multifunzione di prima generazione che negli anni si è sempre comportata benissimo e che sarebbe un peccato buttare. Se non fosse che le cartucce diventano sempre più introvabili e il loro prezzo è violentemente cresciuto negli ultimi mesi. Questa stampante è supportata da HPLIP (HP Linux Imaging and Printing), ovvero la suite integrata che permette una gestione completa anche delle stampanti multifunzione dal sistema operativo con il pinguino. Il problema era l'interfaccia l'OfficeJet Pro 1150C in nostro possesso ha solo una porta parallela/centronics e i pc moderni non dispongono più di questa interfaccia di comunicazione. Così abbiamo deciso di fare l'acquisto e dopo attenta verifica la nostra scelta è caduta su HP OfficeJet 6500A.
La mia opinione: a metà tra casa e ufficio
Questa è l'esatta collocazione della stampante, sufficientemente performante per ogni esigenza domestica, forse troppo piccola per un ufficio di medie dimensioni. Integra tutte le funzioni che uno può richiedere ad una stampante: dal fax allo scanner, dalla fotocopiatrice al lettore di schede di memoria e valore aggiunto non trascurabile offre un web server molto utile.
Oltre alla tradizionale interfaccia USB, la stampante può essere collegata anche attraverso l'interfaccia ethernet collegandola direttamente al vostro router così che ogni PC o dispositivo in rete locale può stampare senza problemi.
E' possibile acquistare separatamente il kit per la stampa fronte e retro, cosa che abbiamo preferito non fare perché o si tratta di un sistema ultra-affidabile o altrimenti sono più le volte che si inceppa che quelle che funziona.
Una stampante stand-alone
Con questa nuova generazione di dispositivi all-in-one, le stampanti non sono più da considerarsi delle periferiche di un computer, ma dei veri e propri dispositivi a sé stanti. Dopo averla collegata alla corrente e con un cavo di rete direttamente al router e lei si è subito connessa al server Hp per verificare se ci fossero aggiornamenti disponibili: in pochi minuti il suo firmware era aggiornato.
Le funzioni web possono sembrare superflue, ma sono un vero e proprio valore aggiunto. Una su tutte la stampa via email. A casa mia ho una vecchissima stampante che sono più le volte che non va di quelle che funziona, quindi mi capita sovente di inviare a mio papà un pdf con preghiera di stamparlo. D'ora in avanti, anziché inviarlo all'indirizzo email di mio papà, lo manderò a quello della stampante che appena ricevuta provvederà a stamparla.
L'esperienza con Ubuntu
Abbiamo scelto questa stampante perché Hp in generale è pinguino-friendly e perché era classificata tra quelle compatibili sul già citato sito di HPLIP, quando però ho fatto partire l'utility hp-setup sono rimasto impietrito perché non trovava la stampante.
Sono poi andato sul sito molto ben fatto di HPLIP e scoperto che la HP 6500 A non è supportata dalla versione di HPLIP distribuita con Ubuntu 10.10, ma che era possibile scaricare e installare l'ultima versione (3.11.1) in modo molto semplice. Visto che si tratta di inserire alcuni comandi da terminale, l'utente inesperto troverà molto comodo la guida passo-passo per l'installazione.
Superato questo scoglio, tutto resto è stato in discesa. La stampante funziona perfettamente, lo scanner è ben integrato in Gimp attraverso XSane, non altrettanto bello, ma comunque sufficiente, il programma OCRFeeder per il riconoscimento dei caratteri.
Conclusione
Per essere una stampante da circa 150 euro, direi che è molto buona e con tutte le carte in regola, rimane solo un punto interrogativo da verificare: quanto rendono le cartucce? Vi faccio sapere tra un mesetto o due...
Anziché comprarne una nuova, mio papà voleva ricuperare quella già posseduta in precedenza, un HP OfficeJet Pro 1150C, una multifunzione di prima generazione che negli anni si è sempre comportata benissimo e che sarebbe un peccato buttare. Se non fosse che le cartucce diventano sempre più introvabili e il loro prezzo è violentemente cresciuto negli ultimi mesi. Questa stampante è supportata da HPLIP (HP Linux Imaging and Printing), ovvero la suite integrata che permette una gestione completa anche delle stampanti multifunzione dal sistema operativo con il pinguino. Il problema era l'interfaccia l'OfficeJet Pro 1150C in nostro possesso ha solo una porta parallela/centronics e i pc moderni non dispongono più di questa interfaccia di comunicazione. Così abbiamo deciso di fare l'acquisto e dopo attenta verifica la nostra scelta è caduta su HP OfficeJet 6500A.
La mia opinione: a metà tra casa e ufficio
Questa è l'esatta collocazione della stampante, sufficientemente performante per ogni esigenza domestica, forse troppo piccola per un ufficio di medie dimensioni. Integra tutte le funzioni che uno può richiedere ad una stampante: dal fax allo scanner, dalla fotocopiatrice al lettore di schede di memoria e valore aggiunto non trascurabile offre un web server molto utile.
Oltre alla tradizionale interfaccia USB, la stampante può essere collegata anche attraverso l'interfaccia ethernet collegandola direttamente al vostro router così che ogni PC o dispositivo in rete locale può stampare senza problemi.
E' possibile acquistare separatamente il kit per la stampa fronte e retro, cosa che abbiamo preferito non fare perché o si tratta di un sistema ultra-affidabile o altrimenti sono più le volte che si inceppa che quelle che funziona.
Una stampante stand-alone
Con questa nuova generazione di dispositivi all-in-one, le stampanti non sono più da considerarsi delle periferiche di un computer, ma dei veri e propri dispositivi a sé stanti. Dopo averla collegata alla corrente e con un cavo di rete direttamente al router e lei si è subito connessa al server Hp per verificare se ci fossero aggiornamenti disponibili: in pochi minuti il suo firmware era aggiornato.
Le funzioni web possono sembrare superflue, ma sono un vero e proprio valore aggiunto. Una su tutte la stampa via email. A casa mia ho una vecchissima stampante che sono più le volte che non va di quelle che funziona, quindi mi capita sovente di inviare a mio papà un pdf con preghiera di stamparlo. D'ora in avanti, anziché inviarlo all'indirizzo email di mio papà, lo manderò a quello della stampante che appena ricevuta provvederà a stamparla.
L'esperienza con Ubuntu
Abbiamo scelto questa stampante perché Hp in generale è pinguino-friendly e perché era classificata tra quelle compatibili sul già citato sito di HPLIP, quando però ho fatto partire l'utility hp-setup sono rimasto impietrito perché non trovava la stampante.
Sono poi andato sul sito molto ben fatto di HPLIP e scoperto che la HP 6500 A non è supportata dalla versione di HPLIP distribuita con Ubuntu 10.10, ma che era possibile scaricare e installare l'ultima versione (3.11.1) in modo molto semplice. Visto che si tratta di inserire alcuni comandi da terminale, l'utente inesperto troverà molto comodo la guida passo-passo per l'installazione.
Superato questo scoglio, tutto resto è stato in discesa. La stampante funziona perfettamente, lo scanner è ben integrato in Gimp attraverso XSane, non altrettanto bello, ma comunque sufficiente, il programma OCRFeeder per il riconoscimento dei caratteri.
Conclusione
Per essere una stampante da circa 150 euro, direi che è molto buona e con tutte le carte in regola, rimane solo un punto interrogativo da verificare: quanto rendono le cartucce? Vi faccio sapere tra un mesetto o due...
29 gennaio 2011
Geotermia + solare = zero in bolletta?
Sfogliando il Corriere on-line, tra una brutta notizia e il doveroso gossip quotidiano, mi è caduto l'occhio su un articoletto di spalla che ha catturato la mia attenzione: le case a bolletta zero di Follonica. Il sottotitolo ci spiega che questi miracolo è dovuto all'uso del fotovoltaico combinato alla geotermia a bassa entalpia.
A quel punto mi sono deciso che dovevo capire meglio la cosa. Quando ho letto geotermia ho subito pensato che fosse una bella fortuna per gli abitanti di Follonica che oltre a trovarsi vicino al mare hanno anche a disposizione questa zona ultra calda nel sottosuolo. Poi però una veloce ricerca in internet (sito 1 e sito 2) mi ha subito fatto cambiare. Esistono due tipi di geotermia: quella classica in cui in una zona geologicamente anomala o vulcanicamente attiva, parte del sottosuolo contiene un enorme quantità di calore che viene utilizzato direttamente per il riscaldamento o per la produzione di energia elettrica. E poi c'è la geotermia a bassa entalpia che invece non necessita di una zona geologica particolare e che può essere sfruttata con più o meno resa ovunque.
Cerchiamo di capire come funziona
Innanzitutto chiariamo cosa significa bassa entalpia. L'entalpia, come ci ricorda wikipedia, è la quantità di energia che un sistema può scambiare con l'ambiente, oppure possiamo considerarla come il serbatoio di calore di un determinato sistema. Ora nel momento in cui colleghiamo l'entalpia alla geotermia capiamo di cosa si tratta. Possiamo considerare il sottosuolo come un enorme serbatoio di calore, infatti a pochi metri di profondità, la temperatura del sottosuolo è praticamente costante tra 12 e 14 gradi durante tutto il corso dell'anno e può essere utilizzato come elemento scambiatore in un sistema a pompe di calore. Questa è l'altra chiave di volta: una pompa di calore è uno strumento in grado di trasferire calore da una sorgente a temperatura più alta ad una a temperatura più bassa. In pratica, d'inverno questa pomperà calore dalla terra alla casa e d'estate farà esattamente il contrario. Ovvio che una pompa di calore ha bisogno di energia per funzionare e generalmente si tratta di energia elettrica che nel caso delle villette di Follonica è prodotta dai pannelli fotovoltaici.
Dettagli sulla geotermia a bassa entalpia
Quando mi si dice che è possibile ottenere energia gratis ovunque e per sempre divento subito un po' scettico e voglio vederci chiaro. Devo dire che ho trovato un sito dove viene spiegato tutto con chiarezza e trasparenza. Non tutti i terreni sono uguali, in particolare non è uguale il loro rendimento ovvero il numero di watt che è possibile estrarre per ogni metro lineare di buco. Si perché un particolare che forse ancora non vi era balzato alla mente è che bisogna effettuare piccole trivellazioni del diametro di una decina di centimetri e fino ad una profondità massima di un centinaio di metri per poter inserire sonde in contatto con il serbatoio di calore.
Gli amici di Milano si sentiranno già belli che fregati infatti si incontra la falda già pochi metri sotto il livello stradale. In realtà in quel caso si può usare direttamente l'acqua di falda come mezzo per il trasporto del calore.
A questo punto vi starete domandando: perché non lo faccio anch'io a casa mia? In realtà se state costruendo una nuova casa o ristrutturando completamente quella vecchia, allora vi conviene certamente valutarne la fattibilità e confrontarne il costo con un riscaldamento tradizionale a metano. Attenzione però che se volete passare alla geotermia, dovrete cambiare anche gli elementi che utilizzate per scaldare casa. Infatti se come me avete una caldaia a metano e semplici radiatori nei vari locali, allora la geotermia non fa per voi, perché l'acqua che circola nei caloriferi è intorno ai 60 gradi cosa che è difficilmente ottenibile con una pompa di calore e una sorgente a 14 gradi. Se invece avete un riscaldamento a pavimento o più in generale terminali a bassa temperatura la cui temperatura di esercizio si aggira intorno ai 30 gradi allora siete già pronti al passaggio.
Ricordate che esistono anche contributi statali volti a stimolare l'uso di fonti energetiche rinnovabili a bassa produzione di biossido di carbonio. Se decidete di investire e avete le condizioni giuste per farlo, allora oltre che una scelta ecologista farete anche del bene al vostro portafoglio
A quel punto mi sono deciso che dovevo capire meglio la cosa. Quando ho letto geotermia ho subito pensato che fosse una bella fortuna per gli abitanti di Follonica che oltre a trovarsi vicino al mare hanno anche a disposizione questa zona ultra calda nel sottosuolo. Poi però una veloce ricerca in internet (sito 1 e sito 2) mi ha subito fatto cambiare. Esistono due tipi di geotermia: quella classica in cui in una zona geologicamente anomala o vulcanicamente attiva, parte del sottosuolo contiene un enorme quantità di calore che viene utilizzato direttamente per il riscaldamento o per la produzione di energia elettrica. E poi c'è la geotermia a bassa entalpia che invece non necessita di una zona geologica particolare e che può essere sfruttata con più o meno resa ovunque.
Cerchiamo di capire come funziona
Innanzitutto chiariamo cosa significa bassa entalpia. L'entalpia, come ci ricorda wikipedia, è la quantità di energia che un sistema può scambiare con l'ambiente, oppure possiamo considerarla come il serbatoio di calore di un determinato sistema. Ora nel momento in cui colleghiamo l'entalpia alla geotermia capiamo di cosa si tratta. Possiamo considerare il sottosuolo come un enorme serbatoio di calore, infatti a pochi metri di profondità, la temperatura del sottosuolo è praticamente costante tra 12 e 14 gradi durante tutto il corso dell'anno e può essere utilizzato come elemento scambiatore in un sistema a pompe di calore. Questa è l'altra chiave di volta: una pompa di calore è uno strumento in grado di trasferire calore da una sorgente a temperatura più alta ad una a temperatura più bassa. In pratica, d'inverno questa pomperà calore dalla terra alla casa e d'estate farà esattamente il contrario. Ovvio che una pompa di calore ha bisogno di energia per funzionare e generalmente si tratta di energia elettrica che nel caso delle villette di Follonica è prodotta dai pannelli fotovoltaici.
Dettagli sulla geotermia a bassa entalpia
Quando mi si dice che è possibile ottenere energia gratis ovunque e per sempre divento subito un po' scettico e voglio vederci chiaro. Devo dire che ho trovato un sito dove viene spiegato tutto con chiarezza e trasparenza. Non tutti i terreni sono uguali, in particolare non è uguale il loro rendimento ovvero il numero di watt che è possibile estrarre per ogni metro lineare di buco. Si perché un particolare che forse ancora non vi era balzato alla mente è che bisogna effettuare piccole trivellazioni del diametro di una decina di centimetri e fino ad una profondità massima di un centinaio di metri per poter inserire sonde in contatto con il serbatoio di calore.
Gli amici di Milano si sentiranno già belli che fregati infatti si incontra la falda già pochi metri sotto il livello stradale. In realtà in quel caso si può usare direttamente l'acqua di falda come mezzo per il trasporto del calore.
A questo punto vi starete domandando: perché non lo faccio anch'io a casa mia? In realtà se state costruendo una nuova casa o ristrutturando completamente quella vecchia, allora vi conviene certamente valutarne la fattibilità e confrontarne il costo con un riscaldamento tradizionale a metano. Attenzione però che se volete passare alla geotermia, dovrete cambiare anche gli elementi che utilizzate per scaldare casa. Infatti se come me avete una caldaia a metano e semplici radiatori nei vari locali, allora la geotermia non fa per voi, perché l'acqua che circola nei caloriferi è intorno ai 60 gradi cosa che è difficilmente ottenibile con una pompa di calore e una sorgente a 14 gradi. Se invece avete un riscaldamento a pavimento o più in generale terminali a bassa temperatura la cui temperatura di esercizio si aggira intorno ai 30 gradi allora siete già pronti al passaggio.
Ricordate che esistono anche contributi statali volti a stimolare l'uso di fonti energetiche rinnovabili a bassa produzione di biossido di carbonio. Se decidete di investire e avete le condizioni giuste per farlo, allora oltre che una scelta ecologista farete anche del bene al vostro portafoglio
28 gennaio 2011
unico-lab va mobile / secondo tentativo
Ci avevo già provato a febbraio dello scorso anno, ma il risultato non era quello sperato. Rendere unico-lab un blog mobile-friendly, ovvero in grado di essere facilmente fruito dai moderni cellulari, non è una cosa facile. Così dopo settimane di sospensione del servizio mobile, unico-lab torna ad essere navigabile anche dai cellulari.
In realtà se state leggendo queste pagine dal vostro telefonino allora dovreste già essere in grado di vedere e gustare la nuova veste mobile, altrimenti potete collegarvi al sito mobile utilizzando questo indirizzo http://unico-lab.blogspot.com/?m=1, in pratica l'indirizzo tradizionale con l'aggiunta di quella emme finale. I più tecno-freak possono utilizzare il codice QR qui a fianco.
Cosa deve avere un blog mobile
I tre sostantivi che distinguono un blog mobile di buon livello da uno mediocre - dal punto di vista della grafica e della fruibilità, si intende - sono:
Questa volta anziché appoggiarmi ad un servizio esterno per la gestione della versione mobile (mobify.me), ho deciso di provare con il servizio interno di blogger che è disponibile in versione di prova a partire dallo scorso 17 dicembre. Ancora non è la perfezione, ci sono punti che vanno migliorati, ma è un deciso passo avanti rispetto alla situazione precedente.
Ecco cosa mi piace:
Volete dare una mano? Prendete il vostro cellulare e provate a collegarvi a unico-lab mobile e diteci cosa ne pensate, cosa miglioreresti, cosa vorreste avere e soprattutto cosa non funziona e non vi piace. Mi aspetto tanti commenti (... lo so sono un povero illuso... )
http://unico-lab.blogspot.com/?m=1 |
Cosa deve avere un blog mobile
I tre sostantivi che distinguono un blog mobile di buon livello da uno mediocre - dal punto di vista della grafica e della fruibilità, si intende - sono:
- Velocità. Io tendo a perdere la pazienza anche quando sono comodamente seduto a leggere una pagina web davanti al pc, ma sul cellulare esigo immediatezza. Non riesco proprio a sopportare quelle pagine che impiegano minuti a caricarsi. Quando si organizza un blog tradizionale, allora si ha la tendenza ad aggiungere un sacco di gadget, nel caso dell'unico-lab forse pure troppi, perché si parte dalla presunzione che tutti hanno computer performanti e linee ADSL super veloci. Non è così per i cellulari, che sono dotati di processori molto più lenti dei PC e spesso dispongono solo di collegamenti GPRS.
- Chiarezza. Divento matto quando apro sul mio blackberry pagine internet che per poterle leggere devo ingrandirle dieci volte e continuamente spostarmi da sinistra a destra. Il template mobile non solo si deve adattare facilmente alle dimensioni dello schermo per permettere di avere allo stesso tempo una visione di insieme del contenuto e di leggerne i dettagli.
- Interagibilità. La differenza tra un sito internet qualunque e un blog, è che sul blog i lettori possono lasciare i loro commenti, dire se sono d'accordo o meno, condividere i contenuti su altre piattaforme ed entrare in contatto con altri lettori. I visitatori mobili non devono essere da meno e dovrebbero poter usufruire di tutti gli stessi mezzi per comunicare che hanno gli amici fissi.
Questa volta anziché appoggiarmi ad un servizio esterno per la gestione della versione mobile (mobify.me), ho deciso di provare con il servizio interno di blogger che è disponibile in versione di prova a partire dallo scorso 17 dicembre. Ancora non è la perfezione, ci sono punti che vanno migliorati, ma è un deciso passo avanti rispetto alla situazione precedente.
Ecco cosa mi piace:
- Non richiede manutenzione. Il blogger non deve preoccuparsi di nulla, se non di scrivere dei begli articoli, perché tutto il resto viene gestito in automatico.
- Decisamente veloce e chiaro. Senza troppi sfronzoli, gli articoli sono i veri protagonisti della versione mobile che offre una perfetta leggibilità anche su display non particolarmente grandi. Buona anche la gestione delle immagini a corredo degli articoli. La prima pagina offre una buona visione di insieme come una specie di menu con un sommario degli ultimi articoli pubblicati.
- Buona interazione. I visitatori possono lasciare i loro commenti come se fossero sulla versione desktop, possono scegliere il profilo da utilizzare per commentare e iscriversi per email alla ricezione di nuove risposte.
- Poco social. Mi sarebbe piaciuto che il modello fosse integrato con i più diffusi social network e che il visitatore mobile possa condividere o almeno raccomandare il contenuto su Facebook. Per il momento niente.
- Niente analytics. Per un patito delle statistiche come me non avere la possibilità di analizzare il traffico e i visitatori mobili è proprio una grave pecca. In pratica non è ancora possibile includere nel modello mobile il piccolo javascript che permette ad analytics di raccogliere informazioni anonime sui visitatori.
- Piccole imprecisioni. Legate probabilmente a problemi con la localizzazione e la traduzione nelle varie lingue, ci sono alcuni elementi che non appaiono come dovrebbero. Per esempio, in fondo ad ogni pagina, dovreste trovare due riquadri con un link per leggere il post precedente e uno per quello successivo. Purtroppo in entrambi i riquadri c'è scritto solo la parola "post" e uno deve indovinare se si tratta del precedente o del successivo.
- Difficile personalizzazione. Se l'utente vuole cambiare qualcosa del modello mobile deve mettersi a smanettare direttamente con template di blogger senza nessun aiuto. E' sicuramente complicato e non da tutti.
- Compatibilità limitata. Questo è un problema generale e non tanto legato a blogger quanto alla vastissima gamma di dispositivi mobili da asservire. Per il momento la compatibilità è quasi esclusivamente limitata a browser mobili che supportano WebKit.
Volete dare una mano? Prendete il vostro cellulare e provate a collegarvi a unico-lab mobile e diteci cosa ne pensate, cosa miglioreresti, cosa vorreste avere e soprattutto cosa non funziona e non vi piace. Mi aspetto tanti commenti (... lo so sono un povero illuso... )
Perché vediamo sempre la stessa faccia della luna?
Qualche giorno fa, pubblicavamo un post a metà tra il serio e il faceto sul perché la terra non potesse smettere di ruotare o addirittura invertire il senso di rotazione. La spiegazione è abbastanza semplice da un punto di vista fisica: un sistema che non è soggetto a momenti di forze conserva il suo momento angolare, vale a dire continuerà a ruotare. Poi è arrivato MarKino che ha giustamente sottolineato che la Terra, come tutti i corpi celesti sono comunque soggetti a momenti di forze, in inglese dynamical friction, per cui sono costretti a rallentare i loro moti di rotazione anche se in modo molto molto lento.
Possiamo dare una spiegazione molto intuitiva di questo attrito dinamico. Consideriamo un corpo celeste come la terra che ruota su se stessa e intorno al sole. Lungo il suo tragitto, la terra continuamente incontra oggetti di piccolissime dimensioni, da polveri a sassi e solo in rari casi ad oggetti più grandi, che per effetto della gravità vengono attratti sul nostro pianeta. Ma questa attrazione non è gratis, avviene a spese dell'energia cinetica della terra. Ora, la quantità di energia utilizzata per attrarre questi minuscoli corpi è infinitesimale se comparata con quella della terra, ma è anche vero che la terra continua nel suo moto da miliardi di anni e che tutti questi corpi sono un numero esageratamente grande. Ecco spiegato perché la terra sta rallentando, ma lo fa ad un ritmo estremamente lento.
Se siete arrivati a leggere fino a questo punto, senza annoiarvi troppo, vi starete domandando cosa c'entra tutto questo con il titolo dell'articolo: cioè perché la luna ci mostra sempre la stessa faccia. La risposta anche in quel caso sta in una deformazione del campo gravitazionale del sistema terra-luna, ovvero ad un momento di forze che fa modifica il momento angolare del nostro satellite. Ma facciamo un passo alla volta...
Un giorno lungo un anno
Uno potrebbe pensare che il nostro satellite ci mostra sempre la stessa faccia perché non ruota, ma non è vero. La Luna ruota sia intorno alla terra, sia su se stessa intorno. Il motivo per cui vediamo sempre lo stesso lato è perché sulla Luna il tempo impiegato a compiere un giro su se stessa, chiamiamolo impropriamente un giorno, è identico al tempo impiegato per fare un giro intorno alla terra che per analogia al sistema sole-terra, potremmo altrettanto impropriamente chiamare anno. In pratica ogni volta che guardo la Luna dalla Terra, questa si sarà ruotata di un certo angolo in modo da mostrarmi sempre la stessa parte.
Mi verrebbe da dire: ma che sfortuna! non poteva esserci un po' di differenza tra il giorno e l'anno lunare, così da vederne tutta la superficie? In realtà, non è questione di fortuna o sfortuna, è proprio la fisica che impone questa rotazione sincrona e se avete la voglia e la pazienza di seguirmi cercherò di spiegarvene la ragione.
Tutta colpa della marea
Questo effetto in inglese si chiama Tidal Locking di cui mi è difficile fornire una traduzione letterale, ma che possiamo interpretare come sincronia di marea e si applica tutte le volte che un corpo astronomico di dimensioni ridotte ruota intorno ad un fratellone più grande, come nel caso del sistema Terra-Luna, ma valido anche più in generale. Adesso vi chiedo uno sforzo di immaginazione e di seguirmi in questo esperimento mentale che stiamo per iniziare.
Fase 1: la deformazione della marea
Prendiamo due corpi celesti come per esempio la Terra (T) e la Luna (L), con L che ruota intorno a T, entrambi ruotano su se stessi in modo non sincrono, cioé il giorno di L è diverso dal suo anno ed un ipotetico osservatore su T vedrebbe tutta la superficie di L. L è molto più piccolo di T e di conseguenza T esercita un'intensa attrazione gravitazionale su L tanto da deformarlo. Esagerando l'effetto per renderlo più visibile è come se L si trasformasse da un pallone da calcio perfettamente sferico in uno da rugby con le due punte posizionate sulla retta che unisce il centro di L al centro di T. Queste punte si chiamano onde di marea.
Fase 2: la marea che gira
Abbiamo detto che L, oltre a girare intorno al suo asse, gira anche intorno a T e poche righe fa abbiamo detto che le due creste alte dell'onda di marea (le punte del pallone da rugby) sono sempre orientate lungo la direzione che unisce i due corpi. Se però L ruota su se stesso, allora la posizione della deformazione di marea si sposta sulla superficie di L in modo da rimanere sempre allineata verso il centro di T. Se un giorno su L è più corto di un anno, allora il blob di marea sembrerà viaggiare più velocemente rispetto alla rotazione, mentre se un giorno fosse più lungo di anno, allora il blob sembrerà retrocedere. E' un punto critico da capire, ma sono convinto che ci potete riuscire.
Fase 3: ruotare le maniglie
Consideriamo il caso in cui il giorno è più breve dell'anno. Il caso opposto si risolve in modo del tutto analogo.
Sempre esagerando le dimensioni, possiamo immaginare queste sporgenze dovute alla marea come se fossero un paio di maniglie e come mostrato nella figura qui a fianco tratta da wikipedia possiamo immaginare come la sporgenza più vicina a T risenta maggiormente della gravità rispetto agli altri punti della superficie. Questo agisce come una sorta di freno: nel tentativo di tenere la sporgenza di L il più vicino possibile a T, l'intera rotazione di L subirà un rallentamento fino a quando la deformazione non tenderà né a precedere né a seguire la rotazione sul proprio asse di L, ovvero fino a quando un giorno sarà lungo esattamente come un anno. Ammetto che non è semplice, anch'io ho dovuto rileggere un paio di volte quello che ho scritto, ma se riuscite a farvi un filmino mentale di quello che sta succedendo allora sarà tutto più semplice.
Un esempio limite
Dicevamo che questo fenomeno è valido in generale, tant'è che gran parte dei satelliti dei pianeti del sistema solare sono caratterizzati da rotazione sincrona, fatta eccezione per quelli che hanno una forma troppo irregolare. Il caso limite è quello del sistema Plutone - Caronte in cui il L non è molto più piccolo di T e l'effetto si applica reciprocamente così che entrambi si muovono sincronizzati. In pratica i due girano intorno al loro centro di massa come se fossero collegati da un'asta rigida che li obbliga a guardasi sempre in faccia.
Possiamo dare una spiegazione molto intuitiva di questo attrito dinamico. Consideriamo un corpo celeste come la terra che ruota su se stessa e intorno al sole. Lungo il suo tragitto, la terra continuamente incontra oggetti di piccolissime dimensioni, da polveri a sassi e solo in rari casi ad oggetti più grandi, che per effetto della gravità vengono attratti sul nostro pianeta. Ma questa attrazione non è gratis, avviene a spese dell'energia cinetica della terra. Ora, la quantità di energia utilizzata per attrarre questi minuscoli corpi è infinitesimale se comparata con quella della terra, ma è anche vero che la terra continua nel suo moto da miliardi di anni e che tutti questi corpi sono un numero esageratamente grande. Ecco spiegato perché la terra sta rallentando, ma lo fa ad un ritmo estremamente lento.
Se siete arrivati a leggere fino a questo punto, senza annoiarvi troppo, vi starete domandando cosa c'entra tutto questo con il titolo dell'articolo: cioè perché la luna ci mostra sempre la stessa faccia. La risposta anche in quel caso sta in una deformazione del campo gravitazionale del sistema terra-luna, ovvero ad un momento di forze che fa modifica il momento angolare del nostro satellite. Ma facciamo un passo alla volta...
Un giorno lungo un anno
Uno potrebbe pensare che il nostro satellite ci mostra sempre la stessa faccia perché non ruota, ma non è vero. La Luna ruota sia intorno alla terra, sia su se stessa intorno. Il motivo per cui vediamo sempre lo stesso lato è perché sulla Luna il tempo impiegato a compiere un giro su se stessa, chiamiamolo impropriamente un giorno, è identico al tempo impiegato per fare un giro intorno alla terra che per analogia al sistema sole-terra, potremmo altrettanto impropriamente chiamare anno. In pratica ogni volta che guardo la Luna dalla Terra, questa si sarà ruotata di un certo angolo in modo da mostrarmi sempre la stessa parte.
Mi verrebbe da dire: ma che sfortuna! non poteva esserci un po' di differenza tra il giorno e l'anno lunare, così da vederne tutta la superficie? In realtà, non è questione di fortuna o sfortuna, è proprio la fisica che impone questa rotazione sincrona e se avete la voglia e la pazienza di seguirmi cercherò di spiegarvene la ragione.
Tutta colpa della marea
Questo effetto in inglese si chiama Tidal Locking di cui mi è difficile fornire una traduzione letterale, ma che possiamo interpretare come sincronia di marea e si applica tutte le volte che un corpo astronomico di dimensioni ridotte ruota intorno ad un fratellone più grande, come nel caso del sistema Terra-Luna, ma valido anche più in generale. Adesso vi chiedo uno sforzo di immaginazione e di seguirmi in questo esperimento mentale che stiamo per iniziare.
Fase 1: la deformazione della marea
Prendiamo due corpi celesti come per esempio la Terra (T) e la Luna (L), con L che ruota intorno a T, entrambi ruotano su se stessi in modo non sincrono, cioé il giorno di L è diverso dal suo anno ed un ipotetico osservatore su T vedrebbe tutta la superficie di L. L è molto più piccolo di T e di conseguenza T esercita un'intensa attrazione gravitazionale su L tanto da deformarlo. Esagerando l'effetto per renderlo più visibile è come se L si trasformasse da un pallone da calcio perfettamente sferico in uno da rugby con le due punte posizionate sulla retta che unisce il centro di L al centro di T. Queste punte si chiamano onde di marea.
Fase 2: la marea che gira
Abbiamo detto che L, oltre a girare intorno al suo asse, gira anche intorno a T e poche righe fa abbiamo detto che le due creste alte dell'onda di marea (le punte del pallone da rugby) sono sempre orientate lungo la direzione che unisce i due corpi. Se però L ruota su se stesso, allora la posizione della deformazione di marea si sposta sulla superficie di L in modo da rimanere sempre allineata verso il centro di T. Se un giorno su L è più corto di un anno, allora il blob di marea sembrerà viaggiare più velocemente rispetto alla rotazione, mentre se un giorno fosse più lungo di anno, allora il blob sembrerà retrocedere. E' un punto critico da capire, ma sono convinto che ci potete riuscire.
Fase 3: ruotare le maniglie
La deformazione di L risentirà di una maggiore attrazione verso T provocando un rallentamento della rotazione di L |
Sempre esagerando le dimensioni, possiamo immaginare queste sporgenze dovute alla marea come se fossero un paio di maniglie e come mostrato nella figura qui a fianco tratta da wikipedia possiamo immaginare come la sporgenza più vicina a T risenta maggiormente della gravità rispetto agli altri punti della superficie. Questo agisce come una sorta di freno: nel tentativo di tenere la sporgenza di L il più vicino possibile a T, l'intera rotazione di L subirà un rallentamento fino a quando la deformazione non tenderà né a precedere né a seguire la rotazione sul proprio asse di L, ovvero fino a quando un giorno sarà lungo esattamente come un anno. Ammetto che non è semplice, anch'io ho dovuto rileggere un paio di volte quello che ho scritto, ma se riuscite a farvi un filmino mentale di quello che sta succedendo allora sarà tutto più semplice.
Un esempio limite
Plutone e Caronte visti dal telescopio spaziale Hubble |
27 gennaio 2011
Memoria
Ricordo che era un week end di gennaio o febbraio 2002. Ero a Cracovia in Polonia con l'amico Teo per lo stage finale della tesi di laurea. Avevamo deciso di andare ad Auswitch, o meglio ad Oswiecim perché il primo è il nome tedesco mentre il secondo è quello polacco. Il bus di linea aveva portato due ragazzi spensierati a fare una gita, ma ha riportato a casa in serata due cuori gonfi che non avevano voglia neppure di sorridere.
Ricordo che quando siamo arrivati al museo, così chiamano i resti dei campi di concentramento e di sterminio, abbiamo avuto la fortuna che stava per iniziare una visita guidata; ci siamo accodati. La guida era un giovane polacco che parlava un perfetto inglese. Era troppo giovane per essere stato un protagonista del dramma, eppure nella sua voce c'era sempre un certo rancore quando parlava dei nazisti che qualche volta chiamava, per errore, tedeschi.
Della guida ricordo due cose in particolare: una sorta di motto che continuava a ripeterci e una scena. Il motto non era suo, ma dei nazisti: "Nulla deve andare sprecato" e si riferiva ai prigionieri dei campi. La scena era ambientata all'interno di una grossa sala, ci aveva appena mostrato due vetrine: una piena di valige con nomi scritti con il gesso e una con chilometri di capelli. Si gira e ci indica un cesto lontano dalle vetrine, non riusciamo a vederne il contenuto e lui ci dice: "I nazisti facevano bene ad aver paura dei nemici ebrei che giravano armati e sequestravano loro le armi appena entrati nei campi. Guardate pure con i vostri occhi se non ci credete, questo cesto è pieno di armi." Ci ha fatto avvicinare ed era piena di bambole di pezza, cavalli di legno e altri semplici giochi per bambini.
Ricordo che in mattinata abbiamo visitato il campo 1, quello con il cancello con la famosa scritta "Il lavoro rende liberi". Ci hanno detto che quello inizialmente era un campo di lavoro forzato, non tanto di prigionia e nemmeno di sterminio. Ogni prigioniero era catalogato, marchiato e persino fotografato; ci sono ancora migliaia di fotografie di ebrei che sono entrati lavoratori e non sono più usciti, nemmeno cadaveri.
Ricordo che ci hanno mostrato il tribunale in cui venivano giudicati i reati commessi all'interno del campo. Era all'aria aperta con un solo muro, quello dietro alle spalle del presunto colpevole, che in pochi minuti veniva giudicato e giustiziato.
Ricordo che dopo un panino al volo siamo andati al campo nuovo, quello in cui arrivava la ferrovia fin dentro le mura. La prima cernita avveniva lì, sulla banchina del treno: se eri troppo stanco, magro o affaticato ti dovevi accodare verso le docce, se eri sufficientemente in forma allora potevi andare nella tua baracca a dormire. Se quello del mattino poteva essere considerato un campo di lavoro, quello del pomeriggio era una fabbrica. I reclusi, ebrei ma non solo, erano sterminati su scala industriale. I nazisti scrivevano rapporti sull'efficacia dei gas utilizzati e sulla capienza dei forni. Ricordo che abbiamo visitato la baracca "medica", ovvero dove venivano effettuati esperimenti "medici" su cavie umane. Ricordo che mi colpì il fatto che esseri umani venivano esposti a raggi X per valutarne le conseguenze e che questi, totalmente inconsapevoli di quello che stavano subendo, erano contenti perché potevano stare seduti al caldo, da soli senza guardie.
Ricordo che il lunedì successivo, quando il nostro tutor ci ha domandato cosa avessimo fatto di bello nel week end, al sentire la nostra risposta si è incupito e ci ha confidato che quando ci va poi sta male per una settimana.
Ogni uomo dovrebbe far visita in uno di questi luoghi almeno una volta nella vita; solo così certe cose non accadranno più.
Ricordo che quando siamo arrivati al museo, così chiamano i resti dei campi di concentramento e di sterminio, abbiamo avuto la fortuna che stava per iniziare una visita guidata; ci siamo accodati. La guida era un giovane polacco che parlava un perfetto inglese. Era troppo giovane per essere stato un protagonista del dramma, eppure nella sua voce c'era sempre un certo rancore quando parlava dei nazisti che qualche volta chiamava, per errore, tedeschi.
Della guida ricordo due cose in particolare: una sorta di motto che continuava a ripeterci e una scena. Il motto non era suo, ma dei nazisti: "Nulla deve andare sprecato" e si riferiva ai prigionieri dei campi. La scena era ambientata all'interno di una grossa sala, ci aveva appena mostrato due vetrine: una piena di valige con nomi scritti con il gesso e una con chilometri di capelli. Si gira e ci indica un cesto lontano dalle vetrine, non riusciamo a vederne il contenuto e lui ci dice: "I nazisti facevano bene ad aver paura dei nemici ebrei che giravano armati e sequestravano loro le armi appena entrati nei campi. Guardate pure con i vostri occhi se non ci credete, questo cesto è pieno di armi." Ci ha fatto avvicinare ed era piena di bambole di pezza, cavalli di legno e altri semplici giochi per bambini.
Ricordo che in mattinata abbiamo visitato il campo 1, quello con il cancello con la famosa scritta "Il lavoro rende liberi". Ci hanno detto che quello inizialmente era un campo di lavoro forzato, non tanto di prigionia e nemmeno di sterminio. Ogni prigioniero era catalogato, marchiato e persino fotografato; ci sono ancora migliaia di fotografie di ebrei che sono entrati lavoratori e non sono più usciti, nemmeno cadaveri.
Ricordo che ci hanno mostrato il tribunale in cui venivano giudicati i reati commessi all'interno del campo. Era all'aria aperta con un solo muro, quello dietro alle spalle del presunto colpevole, che in pochi minuti veniva giudicato e giustiziato.
Ricordo che dopo un panino al volo siamo andati al campo nuovo, quello in cui arrivava la ferrovia fin dentro le mura. La prima cernita avveniva lì, sulla banchina del treno: se eri troppo stanco, magro o affaticato ti dovevi accodare verso le docce, se eri sufficientemente in forma allora potevi andare nella tua baracca a dormire. Se quello del mattino poteva essere considerato un campo di lavoro, quello del pomeriggio era una fabbrica. I reclusi, ebrei ma non solo, erano sterminati su scala industriale. I nazisti scrivevano rapporti sull'efficacia dei gas utilizzati e sulla capienza dei forni. Ricordo che abbiamo visitato la baracca "medica", ovvero dove venivano effettuati esperimenti "medici" su cavie umane. Ricordo che mi colpì il fatto che esseri umani venivano esposti a raggi X per valutarne le conseguenze e che questi, totalmente inconsapevoli di quello che stavano subendo, erano contenti perché potevano stare seduti al caldo, da soli senza guardie.
Ricordo che il lunedì successivo, quando il nostro tutor ci ha domandato cosa avessimo fatto di bello nel week end, al sentire la nostra risposta si è incupito e ci ha confidato che quando ci va poi sta male per una settimana.
Ogni uomo dovrebbe far visita in uno di questi luoghi almeno una volta nella vita; solo così certe cose non accadranno più.
26 gennaio 2011
Fusione fredda a Bologna
Possiamo considerare questo come un articolo su richiesta, questa mattina infatti ho ricevuto su Facebook un messaggio da uno dei nostri fans, che mi domandava la mia opinione professionale sulla notizia apparsa qualche giorno fa sulla stampa generalista: ovvero la fusione (nucleare) fredda realizzata a Bologna. Da un lato questa richiesta mi ha molto ringalluzzito, perché significa che qualcuno ritiene il mio parere professionale qualcosa di valido. Dall'altro lato però, cercare di capire se il lavoro di un altro scienziato è degno di fede o meno, non è mai facile specie quando non si hanno a disposizione tutte le informazioni per poter ripetere in modo indipendente l'esperimento e confermare o smentire l'ipotesi. Questo è alla base del metodo scientifico e anche del sistema di revisione (peer-review) degli articoli scientifici. Ma c'è di più. Come ha già fatto notare Gianni in un commento a un post precedente, quando si cerca di spiegare qualcosa con termini scientifici, spesso si finisce per essere tacciati di essere quelli che la-sanno-tutta-loro, i dentetori della verità assoluta che vogliono coprire con un complotto tutto quello che gli altri - quelli al di fuori della cricca - hanno scoperto.
La premessa
Il giorno 15 gennaio 2011, a Bologna, c'è stata una conferenza stampa dei signori Focardi e Rossi. Non so se sono professori, dottori o quale sia il loro titolo; spero non si sentano offesi se li chiamo solo signori. In questa conferenza stampa, di cui hanno messo parte delle riprese filmate su youtube (video 1, video 2 e video 3), hanno mostrato ai giornalisti intervenuti e anche ad un certo numero di scienziati invitati la realizzazione di un esperimento in cui dicono di aver indotto una fusione nucleare tra idrogeno e nichel senza bisogno di alte temperature e ottenendo energia sotto forma di calore. L'esperimento lo trovate descritto in questa relazione a firma del Prof. Giuseppe Levi e del Dott. David Bianchini (Univ. Bologna). Mentre per il Prof. Levi ho trovato un riscontro sul sito dell'univeristà bolognese, del Dott. Bianchini non ho trovato nulla, ma potrebbe essere una mancanza del sito oppure un precario non registrato o qualcosa del genere. Se il Dott. Bianchini mi stesse leggendo e volesse puntualizzare sarò contentissimo di ammettere la mia imprecisione e chiarire le cose.
A leggere la pagina delle pubblicazioni del Prof. Levi sulla sua pagina personale viene un po' da ridere perché circa metà si riferiscono a domande di brevetto per macchinette da caffe. Voglio sperare che siano solo dei segnaposti, utilizzati dal webmaster per poter meglio impaginare la pagina. Una ricerca su Scopus ci mostra il suo CV dal punto di vista delle pubblicazioni in modo un po' più serio.
La relazione che vi dicevo ha più o meno lo stesso tono di quelle redatte dagli studenti del laboratorio di fisica del primo anno, certo non quella di un articolo scientifico. Però possiamo dire che trattandosi di una sorta di "quaderno di laboratorio" è accettabile. Sia la relazione, sia l'annuncio dell'esperimento sono stati pubblicati dal sito "Journal of Nuclear Physics" che è qualcosa tipo un blog in cui gli articoli vengono rivisti da almeno un professore universitario. Onestamente, se io fossi stato in loro e avessi tra le mani la scoperta che potrebbe rivoluzionare il mondo, avrei messo tutto nero su bianco e mandato una bella Letter (così si chiamano questo tipologia di articoli) a Nature. Certo poi sarei tornato qui sull'unico-lab e vi avrei raccontato della mia scoperta, ma l'impact factor di Nature è decisamente più alto di quello del nostro amato blog.
Ulteriori dettagli circa la fusione nucleare, sul perché sia così difficile da ottenere e perché sia necessaria un'altissima temperatura, li trovate in un post che avevo scritto tempo addietro.
I fatti
Grazie ad un apparato denominato Energy Catalyzer o anche reattore "H-Ni" di Rossi, si è registrato un aumento di temperatura a seguito di una reazione tra idrogeno e nichel. Fino a qui è probabilmente tutto vero e facile da credere. Gli autori della ricerca però si spingono oltre dichiarando che l'origine di questo rilascio di energia non è chimico, ma nucleare e sottolineano che si tratta di una reazione di fusione tra nuclei di idrogeno (protoni) e quelli di nichel. Mentre ci danno modo di verificare che effettivamente c'è un incremento della temperatura dell'acqua che fluisce all'interno del reattore, ci impediscono di verificare che si tratti effettivamente di fusione nucleare, dicendo che il sistema è un segreto industriale.
I conti che non tornano
Fatte queste doverose premesse, mi metto ad elencare un po' di fatti che non mi tornano. Ovviamente chiunque avesse da ridire sulle mie osservazioni è liberissimo di farlo.
Conclusione
Si tratta di una bufala? Questa è la domanda che vi starete ponendo e che volete che vi risponda. Quella che è stata presentata è una macchina in grado di alzare la temperatura dell'acqua, questo è assolutamente indubbio, ma questo lo fa anche il bollitore del te o la macchinetta del caffe di cui Levi ha chiesto brevetto. Non ho le informazioni necessarie per capire se l'energia per effettuare questo riscaldamento sia stata fornita dall'esterno o presa dal sistema stesso.
Personalmente sono molto scettico che il processo di produzione di calore possa avere un'origine nucleare. Non pretendo di fare io le misure, ma mi basterebbe avere tutti gli ingredienti per poter ripetere l'esperimento nel mio laboratorio senza nascondersi dietro ai segreti.
La premessa
Il giorno 15 gennaio 2011, a Bologna, c'è stata una conferenza stampa dei signori Focardi e Rossi. Non so se sono professori, dottori o quale sia il loro titolo; spero non si sentano offesi se li chiamo solo signori. In questa conferenza stampa, di cui hanno messo parte delle riprese filmate su youtube (video 1, video 2 e video 3), hanno mostrato ai giornalisti intervenuti e anche ad un certo numero di scienziati invitati la realizzazione di un esperimento in cui dicono di aver indotto una fusione nucleare tra idrogeno e nichel senza bisogno di alte temperature e ottenendo energia sotto forma di calore. L'esperimento lo trovate descritto in questa relazione a firma del Prof. Giuseppe Levi e del Dott. David Bianchini (Univ. Bologna). Mentre per il Prof. Levi ho trovato un riscontro sul sito dell'univeristà bolognese, del Dott. Bianchini non ho trovato nulla, ma potrebbe essere una mancanza del sito oppure un precario non registrato o qualcosa del genere. Se il Dott. Bianchini mi stesse leggendo e volesse puntualizzare sarò contentissimo di ammettere la mia imprecisione e chiarire le cose.
A leggere la pagina delle pubblicazioni del Prof. Levi sulla sua pagina personale viene un po' da ridere perché circa metà si riferiscono a domande di brevetto per macchinette da caffe. Voglio sperare che siano solo dei segnaposti, utilizzati dal webmaster per poter meglio impaginare la pagina. Una ricerca su Scopus ci mostra il suo CV dal punto di vista delle pubblicazioni in modo un po' più serio.
La relazione che vi dicevo ha più o meno lo stesso tono di quelle redatte dagli studenti del laboratorio di fisica del primo anno, certo non quella di un articolo scientifico. Però possiamo dire che trattandosi di una sorta di "quaderno di laboratorio" è accettabile. Sia la relazione, sia l'annuncio dell'esperimento sono stati pubblicati dal sito "Journal of Nuclear Physics" che è qualcosa tipo un blog in cui gli articoli vengono rivisti da almeno un professore universitario. Onestamente, se io fossi stato in loro e avessi tra le mani la scoperta che potrebbe rivoluzionare il mondo, avrei messo tutto nero su bianco e mandato una bella Letter (così si chiamano questo tipologia di articoli) a Nature. Certo poi sarei tornato qui sull'unico-lab e vi avrei raccontato della mia scoperta, ma l'impact factor di Nature è decisamente più alto di quello del nostro amato blog.
Ulteriori dettagli circa la fusione nucleare, sul perché sia così difficile da ottenere e perché sia necessaria un'altissima temperatura, li trovate in un post che avevo scritto tempo addietro.
I fatti
Grazie ad un apparato denominato Energy Catalyzer o anche reattore "H-Ni" di Rossi, si è registrato un aumento di temperatura a seguito di una reazione tra idrogeno e nichel. Fino a qui è probabilmente tutto vero e facile da credere. Gli autori della ricerca però si spingono oltre dichiarando che l'origine di questo rilascio di energia non è chimico, ma nucleare e sottolineano che si tratta di una reazione di fusione tra nuclei di idrogeno (protoni) e quelli di nichel. Mentre ci danno modo di verificare che effettivamente c'è un incremento della temperatura dell'acqua che fluisce all'interno del reattore, ci impediscono di verificare che si tratti effettivamente di fusione nucleare, dicendo che il sistema è un segreto industriale.
I conti che non tornano
Fatte queste doverose premesse, mi metto ad elencare un po' di fatti che non mi tornano. Ovviamente chiunque avesse da ridire sulle mie osservazioni è liberissimo di farlo.
- Brevetto o segrete industriale. Uno dei primissimi post sul sito Journal Of Nuclear Physics si intitola Patent WO/2009/125444 ed è un brevetto depositato nel 2008 e pubblicato nel 2009 dal titolo "METHOD AND APPARATUS FOR CARRYING OUT NICKEL AND HYDROGEN EXOTHERMAL REACTIONS", ovvero metodo e apparato per eseguire reazioni esotermiche tra nichel e idrogene. Per lo meno nel titolo, non viene nominato nessun aspetto nucleare. Il testo del brevetto lo trovate a questo link. Vorrei precisare una cosa: non appena un'idea viene brevettata, allora non ha senso tenerla segreta, anzi conviene diffonderla in modo da poterla vendere al miglior offerente. Poter diffondere in tutta sicurezza la propria idea è esattamente lo scopo di un brevetto, cosa che l'inventore paga per fare. Ha senso tenere il segreto, solo se si decide di non procedere via brevetto. Mi ripeto per la terza volta: se non vuoi andare davanti un gruppo di scienziati a dire come funziona il tuo marchingegno, perché lo vorresti fare - pagando - davanti ad un gruppo di tecnici dell'ufficio brevetti? In definitiva, non ha senso convocare una conferenza stampa, mettere sul proprio sito il riferimento ad un brevetto e poi tenere tutto segreto.
- Paura di essere scoperti. Guardando gli spezzoni video pubblicati su Youtube, si percepisce come nelle parole di chi presenta ci sia sempre una certa paura di essere scoperti con le mani nella marmellata. Gli inventori sono sempre più intenti a far vedere che "non c'è trucco, non c'è inganno" piuttosto che dire come funzionano le cose. Mi sembra un comportamento più degno di un prestigiatore illusionista piuttosto che di uno scienziato.
- Venti minuti e poi abbiamo smesso. E' stata una delle prime cose che ho notato. Il Prof. Levi all'inizio della conferenza stampa dice che la prima volta che gli hanno dimostrato la funzionalità dell'apparato (a dicembre se non sbaglio), il sistema si è autoalimentato per una ventina di minuti, poi avevano fretta di andare a casa e hanno spento tutto, ma - assicura lui - il processo sarebbe continuato per molto di più. Intendiamoci, io faccio lo scienziato e amo il mio lavoro. Se un collega mi portasse uno strumento rivoluzionario in grado di cambiare la storia del mondo, probabilmente mi dimenticherei di andare a casa! Ammettiamo pure che avesse avuto un impegno improrogabile, ma a partire dal giorno seguente avrei programmato un esperimento dietro l'altro con turni a rotazione in modo da coprire 24/7. Lo so che questa mia osservazione non invalida il loro modello, però mi sembra un comportamento per lo meno particolare. A questo si deve aggiungere che l'unico articolo che spiega il tutto è disponibile sul loro sito e in una pubblicazione del 1994 sul Nuovo Cimento smentita, o quasi, 2 anni dopo da Zichichi et al. sulla stessa rivista.
- Visibilità. Se fossi il rettore dell'università di Bologna o il direttore dell'INFN di quella sezione e nei miei laboratori fosse avvenuta una scoperta di tale portata, allora questa sarebbe la notizia di apertura del sito istituzionale. Però i signori complottisti, mi diranno che questo è il risultato del tentativo di oscuramente da parte della scienza convenzionale, perché io non sono riuscito a trovare niente sui loro siti web.
- Nucleare, quindi radiazioni. Ma veniamo al dunque. I signori ci hanno mostrato uno strumento che riesce a liberare energia e fino a qui non c'è nulla di strano. Anche il motore a scoppio della mia macchina prende una miscela di ossigeno e benzina e ne ricava l'energia necessaria per spostarmi. Se volessi fare un motore nucleare, ovvero in cui l'energia viene ricavata da quella che tiene uniti neutroni e protoni nel nucleo, allora dovrei fare i conti con la radioattività. Questo è inevitabile. Il tipo di radiazioni dipende dal tipo di reazione che si va a fare. L'isotopo più comune del Nichel è il Ni-58 (ovvero con 58 tra neutroni e protoni); se a questo aggiungiamo un protone andiamo ad ottenere rame, nella fattispecie l'isotopo Cu-59 che ha una vita media di soli 82 secondi dopo di che decade in Ni-59 emettendo un positrone che subito si annichila in una coppia di raggi gamma di energia 511 keV ciascuno ed emessi in direzioni opposte (back-to-back). Il Ni-59 decade anch'esso ma con una vita media di migliaia di anni, quindi lo possiamo considerare per il nostro scopo quasi stabile. Il modo più facile per verificare che si tratti effettivamente di una reazione di fusione nucleare potrebbe essere il seguente:
- Verificare che ci sia emissione di fotoni back-to-back da annichilazione di positroni durante l'esecuzione dell'esperimento. Vista la così breve vita del Cu-59, questa radioattività andrà a svanire pochi minuto dopo lo spegnimento del reattore. Gli scintillatori allo ioduro di sodio di cui hanno parlato durante la conferenza stampa, vanno benissimo.
- Verificare un cambiamento del rapporto isotopico del nichel e in particolare la presenza di Ni-59. Per fare questo si può ricorrere o a tecniche di spettrometria di massa o ad analisi di spettrometria gamma.
- Durante l'esperimento in diretta non sono riusciti a rivelare questi fotoni back-to-back. Qualcuno del pubblico ha detto di aver misurato un aumento di circa il 50% del fondo di radiazioni, ma questo non concorda con quanto affermato nel report del Dott. Bianchini. E' stato proibito misurare lo spettro di radiazioni, ovvero l'energia, perché altrimenti (così hanno dichiarato) sarebbe stato un gioco da ragazzi scoprire il funzionamento del reattore.
- Più rame che nichel. E altre affermazioni simili, sono state pronunciate in quantità da uno dei presentatori (credo il partner industriale). La presenza di rame in nichel puro sarebbe una prova a sostegno della trasmutazione, ovvero della fusione. Se però prendete la tavola dei nuclidi (io ne ho una sulla scrivania e almeno una decina appese per tutto il laboratorio) scoprirete che gli isotopi non radioattivi e stabili del nichel sono cinque: 58, 60, 61, 62 e 64. Questi fondendosi con un nucleo di idrogeno danno vita rispettivamente a Cu-59, Cu-61, Cu-62, Cu-63 e Cu-65. Di questi isotopi del rame solo il 63 e 65 sono stabili, tutti gli altri decadono al massimo in poche ore nuovamente in nichel. In altre parole per avere più rame che nichel dovrei partire da un campione di nichel arricchito nell'isotopo 62 e 64 che naturalmente si trovano solo a qualche percento di abbondanza specifica. Chiedo scusa se la cosa vi sembra complicata, ma purtroppo questa è la fisica.
- Stranezze dei neutroni. Questa ipotetica reazione di fusione nucleare non coinvolge nessuna emissione di neutroni e infatti non sono stati misurati flussi di queste particelle durante l'esperimento in diretta. Però Focardi et al., in un articolo sul Nuovo Cimento del 99, parlano di emissione di neutroni nei sistemi Ni-H. Domanda: ci sono o non ci sono questi neutroni?
Conclusione
Si tratta di una bufala? Questa è la domanda che vi starete ponendo e che volete che vi risponda. Quella che è stata presentata è una macchina in grado di alzare la temperatura dell'acqua, questo è assolutamente indubbio, ma questo lo fa anche il bollitore del te o la macchinetta del caffe di cui Levi ha chiesto brevetto. Non ho le informazioni necessarie per capire se l'energia per effettuare questo riscaldamento sia stata fornita dall'esterno o presa dal sistema stesso.
Personalmente sono molto scettico che il processo di produzione di calore possa avere un'origine nucleare. Non pretendo di fare io le misure, ma mi basterebbe avere tutti gli ingredienti per poter ripetere l'esperimento nel mio laboratorio senza nascondersi dietro ai segreti.
25 gennaio 2011
E se la terra smettesse di girare?
Il pendolo di Foucault dimostra la rotazione della Terra attraverso la forza apparente di Coriolis. |
Visto che non ne avevo la più pallida idea, ho chiesto a google "come farle smettere di girare" e il risultato non è stato troppo soddisfacente, specie uno dei primi link trovati. Allora ho provato a riformulare la domanda: "come smettere di girare" e il risultato non è stato molto più soddisfacente, però il secondo dei link proposti ha attirato la mia attenzione.
E' possibile che la terra smetta di girare? E' la domanda che Anna, utente di Yahoo Answer si pone e una decina di utenti cerca di dare risposta. La domanda è di per sé più che legittima: se prendo una trottola e la faccio girare, questa dopo un po' terminerà la sua corsa. Anna però scende più nel dettaglio e domanda se la terra starà ferma per 72 ore per poi ricominciare a girare nel senso opposto. Questa precisazione mi fa pensare che la domanda non sia sorta dalla sua immaginazione, ma che le sia stata suggerita da un qualche film piuttosto che da qualche trasmissione di dubbia moralità scientifica.
Le risposte non sono da meno. Quella "scelta dal richiedente" è di un certo Gunny Highway che dichiara di essere un impiegato del centro per la sicurezza internazionale dei sistemi spaziali (Esiste? Io l'ho cercato, ma non l'ho trovato...) dice che la forza della terra è troppo grande e non può essere fermata e come prova porta il fatto che tutti i meteoriti cadono su di essa. Se state già ridendo, vi prego di contenervi perché il meglio deve ancora venire. Infatti cita una loro scoperta risalente al 2004, Apophis, un asteroide enorme grande come la terra che si sta dirigendo verso di noi, e di cui ci segnala un video esplicativo su Youtube che ci spiega come nel 2036 andremo tutti a morire. Ovviamente solo per i sopravvissuti del 2012.
Ammettiamo pure che questo Gunny Highway sia un dissennatore inviato da Giacobbo, ma la sua non è la sola risposta priva di fondamento. Infatti, se scartiamo la seconda che è l'unica a parlare di scienza, le altre ne raccontano di tutti i colori... Sentite un po':
- Sì certo che si può fermare in 72, ma poi non riparte più....
- Se si ferma, cosa improbabile, ci saranno venti fortissimi!
- Non può smettere di girare, ma può cambiare senso di rotazione... Ma tra milioni di anni, stai tranquilla...
- Sta già rallentando... non ti sei accorta?
- Per fermarsi dovrebbe sparire il campo magnetico, quindi ci vogliono milioni di anni...
Ps. per tutti coloro che sono capitati su questa pagina cercando di capire se la terra può veramente smettere di girare, consiglio di leggere pagina 186 del libro Physics for Dummies dove viene spiegato il principio di conservazione del momento angolare o il video qui sotto:
24 gennaio 2011
Ci saranno veramente due soli nel 2012?
Basta parlare di eventi astronomici e di 2012 e in molti già si immaginano la catastrofe. La notizia di questa mattina è che un fisico australiano (Brad Carter) ha annunciato pubblicamente avremo presto una nuova supernova nel cielo vicino, e i giornali cavalcando l'onda, hanno subito rifrasato qualcuno dicendo che avverrà entro la fine dell'anno (Daily Telegraph), altri nell'ormai ultra-inflazionato 2012.
L'esplosione avverrà a spese di Betelgeuse, la spalla sinistra della costellazione di Orione, che lascerà il suo attuale status di Supergigante Rossa per diventare una brillantissima supernova tanto da far concorrenza alla nostra stella. Per i terrestri non ci sarà nulla da preoccuparsi, non è la prima volta che accade un evento cosmico simile e osservazioni analoghe sono finite negli annali anche recentemente. Solo che ora, gli umanoidi hanno visto il film 2012 e letto un sacco di stupidaggini e quindi stanno cercando qualche segno premonitore per l'annunciata fine del mondo.
Ma ci saranno veramente due soli in cielo? La risposta è sicuramente sì. Le stelle evolvono indipendentemente da cosa ne pensano gli umani inclusi i registi hollywoodiani, forse non nel 2012, magari qualche anno dopo o nel prossimo secolo, chi vivrà vedrà!
Ps. purtroppo non sono riuscito a trovare nessun preprint né arXiv del collega Carter perché mi sarebbe piaciuto leggere la sua dichiarazione originale, senza essere riveduta e corretta dalla stampa.
L'esplosione avverrà a spese di Betelgeuse, la spalla sinistra della costellazione di Orione, che lascerà il suo attuale status di Supergigante Rossa per diventare una brillantissima supernova tanto da far concorrenza alla nostra stella. Per i terrestri non ci sarà nulla da preoccuparsi, non è la prima volta che accade un evento cosmico simile e osservazioni analoghe sono finite negli annali anche recentemente. Solo che ora, gli umanoidi hanno visto il film 2012 e letto un sacco di stupidaggini e quindi stanno cercando qualche segno premonitore per l'annunciata fine del mondo.
Ma ci saranno veramente due soli in cielo? La risposta è sicuramente sì. Le stelle evolvono indipendentemente da cosa ne pensano gli umani inclusi i registi hollywoodiani, forse non nel 2012, magari qualche anno dopo o nel prossimo secolo, chi vivrà vedrà!
Ps. purtroppo non sono riuscito a trovare nessun preprint né arXiv del collega Carter perché mi sarebbe piaciuto leggere la sua dichiarazione originale, senza essere riveduta e corretta dalla stampa.
23 gennaio 2011
In Francia: il nucleare affonda
Artist view del Flexblue dal sito di DSCN |
L'idea, che se tutto andrà come previsto diventerà realtà nel giro di due anni, prevede la costruzione di piccoli reattori con una potenza media di 100 MW da comparare agli oltre 1000 delle centrali convenzionali che andranno posizionati a circa 100 metri di profondità sul fondo del mare e che invieranno l'energia elettrica a terra. Il progetto, chiamato Flexblue, ha preso le mosse dall'industria nautica DCNS che vanta anni di esperienza nella realizzazione di reattori nucleari per la propulsione di sottomarini e navi, punta a ridurre i rischi legati alla proliferazione nucleare e agli attacchi terroristici.
Quella dei mini-reattori è però una strategia più ampia che è stata rinvigorita dal rilancio nucleare dell'amministrazione Obama. Gestire un grande impianto non è per nulla facile, mentre un piccolo reattore in grado di dare energie a parecchie decine di migliaia di abitazioni può essere realizzato, utilizzato e poi smantellato in modo molto più semplice. Pensate per esempio all'industria americana Hyperion Power, il loro reattore è grande 1.5 x 2.5 metri, dura dagli 8 ai 10 anni ed è in grado di produrre 25MW di potenza elettrica. La cosa interessante è che non necessità di nessun re-fueling (rimozione e ricarica del combustibile nucleare), viene inviato sigillato dalla ditta costruttrice ai clienti, i quali dopo 10 anni lo rispediscono così come è al produttore senza bisogno di ulteriore decommissioning in-situ. Se ne volete comperare uno, dovete aspettare che venga approvato dalle autorità americane, ma per il momento potete consultare la brochure.
21 gennaio 2011
L'ingerenza
Scusate se mi prendo questa pausa tra un post spiritoso e uno calcistico per parlare di cose un po' più serie. A scatenare questa mia riflessione è stato il video L'ingerenza della Chiesa a seconda dei casi, trasmesso dal Corriere TV e che per comodità vi incorporo qua sotto.
Il messaggio di Pierluigi Battista è piuttosto chiaro: i politici italiani a volte direttamente, a volte attraverso la voce dei loro giornali, esprimono un giudizio a corrente alternata nei confronti degli interventi degli alti prelati sulla vita politica e sociale italiana. Se intervengono contro la legge sull'immigrazione, allora la destra ed in particolare la Lega alza la voce, se dicono la loro opinione sulle coppie di fatto allora la sinistra grida all'insostenibile ingerenza del Vaticano. E vero anche il contrario, come dimostrano i titoli dei giornali di sinistra di quest'oggi: tutti del tipo "Anche il Vaticano chiede al Berlusca di smetterla con le signorine". Permettetemi questo arrangiamento alla Vernacoliere.
A parte la considerazione ovvia a cui giunge lo juventino Battista, cioè che in Italia l'unica cosa che conta è la convenienza, mi domando è veramente ingerenza? Cioè se, per esempio, il Cardinal Bertone, capo dei Vescovi italiani, esprime il suo parere e ovviamente quello della chiesa italiana su un fatto della vita sociale italiana, allora si tratta automaticamente di ingerenza? Cosa rende differente Bertone dal sig. Rossi?
Voi mi direte, lui è un cardinale e rappresenta la chiesa italiana e quello che dice ha molta più risonanza, influenza le coscienze e di conseguenza il voto. Va bene, allora sostituiamo al sig. Rossi, qualcuno tipo Beppe Grillo, lui non è un cardinale, ma di sicuro le sue opinioni tendono a scuotere le coscienze di molti. Però se parla Beppe Grillo non è ingerenza, giusto?
Potreste dirmi, ma Bertone - leggi il Vaticano - è di un altro stato che, sfortuna vuole confina e ha rapporti molto stretti con l'Italia. Quindi in qualità di straniero non dovrebbe impicciarsi delle cose italiane. Scusate, ma questo argomento non regge, allora la stampa estera non dovrebbe mai mettere il naso fuori dal loro territorio nazionale. Pensate, per esempio, all'articolo apparso questi giorni su FP (Foreign policy) - una rivista americana - in cui si racconta tutto il Rubygate intitolando il servizio Confession of a Sexaholic. Cosa dovrebbe fare Berlusconi, accusarli di ingerenza? Magari lo farà... Lo stesso dicasi per i governi stranieri che più o meno palesemente lasciano trasparire le loro opinioni sugli omologhi degli altri stati.
Continuiamo il discorso. La chiesa non deve discutere perché lei ha il suo modo di vedere i valori (vedi la vita, la famiglia, la pace...) che potrebbe differire dal modo comune di pensare. Allora io rispondo, anche il presidente dell'arcigay Paolo Patanè ha il suo modo personale di pensare la sessualità, ma nessuno lo accusa di ingerenza quando va a manifestare in piazza per vedere approvati i suoi diritti.
Insomma, qui arriva la mia domanda: dove è il confine tra l'ingerenza e l'esprimere con forza l'opinione di una comunità? Sarei proprio curioso di sentire cosa ne pensate, perché questa è solo mia opinione discutibile.
Il messaggio di Pierluigi Battista è piuttosto chiaro: i politici italiani a volte direttamente, a volte attraverso la voce dei loro giornali, esprimono un giudizio a corrente alternata nei confronti degli interventi degli alti prelati sulla vita politica e sociale italiana. Se intervengono contro la legge sull'immigrazione, allora la destra ed in particolare la Lega alza la voce, se dicono la loro opinione sulle coppie di fatto allora la sinistra grida all'insostenibile ingerenza del Vaticano. E vero anche il contrario, come dimostrano i titoli dei giornali di sinistra di quest'oggi: tutti del tipo "Anche il Vaticano chiede al Berlusca di smetterla con le signorine". Permettetemi questo arrangiamento alla Vernacoliere.
A parte la considerazione ovvia a cui giunge lo juventino Battista, cioè che in Italia l'unica cosa che conta è la convenienza, mi domando è veramente ingerenza? Cioè se, per esempio, il Cardinal Bertone, capo dei Vescovi italiani, esprime il suo parere e ovviamente quello della chiesa italiana su un fatto della vita sociale italiana, allora si tratta automaticamente di ingerenza? Cosa rende differente Bertone dal sig. Rossi?
Voi mi direte, lui è un cardinale e rappresenta la chiesa italiana e quello che dice ha molta più risonanza, influenza le coscienze e di conseguenza il voto. Va bene, allora sostituiamo al sig. Rossi, qualcuno tipo Beppe Grillo, lui non è un cardinale, ma di sicuro le sue opinioni tendono a scuotere le coscienze di molti. Però se parla Beppe Grillo non è ingerenza, giusto?
L'immagine di Berlusconi apparsa su Foreing Policy. |
Continuiamo il discorso. La chiesa non deve discutere perché lei ha il suo modo di vedere i valori (vedi la vita, la famiglia, la pace...) che potrebbe differire dal modo comune di pensare. Allora io rispondo, anche il presidente dell'arcigay Paolo Patanè ha il suo modo personale di pensare la sessualità, ma nessuno lo accusa di ingerenza quando va a manifestare in piazza per vedere approvati i suoi diritti.
Insomma, qui arriva la mia domanda: dove è il confine tra l'ingerenza e l'esprimere con forza l'opinione di una comunità? Sarei proprio curioso di sentire cosa ne pensate, perché questa è solo mia opinione discutibile.
Le terme romane di Como
Una delle grandi colonne a sostegno dell'autosilo tra le rovine delle terme romane |
Invece direi che è proprio il contrario: il pian terreno dell'edificio-parcheggio è stato interamente dedicato alle terme, sono stati allestiti percorsi guidati che permettono ai visitatori o anche ai semplici passanti di ammirare i resti romani e in apposito spazio espositivo sono stati a disposizioni pannelli esplicativi.
Insieme alle foto che vi testimonia il perfetto stato dei resti, vi riporto anche una parte dell'articolo apparso sul giornale comunale comasco in cui si racconta a grandi linee la storia recente di questa opera del passato.
Nel 1971 in un’area di ca. 1500 mq, di proprietà comunale esterna al tratto orientale delle mura e compresa fra via Lecco e via Dante, lavori edili non controllati portarono in luce resti di otto ambienti pertinenti a un vasto complesso edilizio di età romana, sottoposti a tutela. Il complesso monumentale, caratterizzato da un progetto unitario e da un’identica tipologia muraria, fu interpretato come termale. Era costituito da ambienti rettangolari (supposti frigidari) alternati ad ambienti a pianta ottagonale (supposti calidari), due dei quali raccordati da un’aula biabsidata. Ne fu proposto un inquadramento cronologico a partire dalla fine del I sec. d.C., epoca in cui cominciò ad affermarsi l’architettura monumentale mistilinea, senza possibilità di una maggiore precisione data la totale assenza di reperti. [...]
Agli inizi del nuovo millennio, quando prese avvio un progetto della Valduce Servizi s.p.a., finalizzato alla realizzazione di un autosilo multipiano al di sopra dell’intera area, prevedendone al contempo lo scavo archeologico integrale e la valorizzazione in un’aula sotterranea dedicata. Gli scavi, svolti a partire dal 2006, accompagnati dal restauro delle strutture e di un campione significativo di reperti, hanno permesso di raddoppiare le dimensioni dell’originario sito archeologico portando in luce ulteriori vasti ambienti costruiti in due fasi edilizie datate rispettivamente alla seconda metà dell’ I secolo d. C. e attorno alla metà del II secolo d. C. Poiché la costruzione dell’imponente edificio pubblico corrispose ad un progetto urbanistico, non stupisce che la scelta del sito sia ricaduta in una zona che presentava le condizioni per la sua realizzazione: garanzia di un facile approvvigionamento idrico grazie alla vicinanza del torrente Valduce (al di sotto dell’attuale via Dante), disponibilità di un’area libera da costruzioni difficilmente individuabile all’interno della città, presenza di assi stradali di collegamento con il nucleo urbano e con il suburbio a servizio non solo dei frequentatori ma anche delle attività e del personale coinvolti nel rifornimento e nel funzionamento dell’impianto termale.
All’abbandono del complesso, sul finire del III secolo d. C., e allo spoglio sistematico di tutti gli elementi di pregio, seguì una destinazione cimiteriale. Sono state individuate una decina di tombe, caratterizzate da strutture e orientamenti diversi, non raggruppate, ad eccezione di tre, ma dislocate in vari settori dello scavo. Le uniche con corredo sono inquadrabili cronologicamente nel V-VI secolo d.C
20 gennaio 2011
GeoHot v Sony è più che un processo
Carissimi appassionati di tecnologia, oggi ho ricevuto su Twitter (mio e di unico_lab) un link ad un articolo pubblicato sul sito dell'Electronic Frontier Foundation circa il processo che a giorni verrà coinvolto l'hacker George GeoHot Hotz contro il colosso multinazionale Sony. L'articolo integrale lo trovate a questo indirizzo, ma se mi permettete vorrei riportarvi qui di seguito il passaggio che ritengo più significativo con la relativa (non letterale) traduzione.
Non ancora soddisfatta della scure del DCMA, Sony porta a supporto del castello accusatorio anche un pletora di rivendicazioni circa la legge sugli abusi e le frodi informatiche. L'idea di base dell'accusa di Sony è che il gruppo di ricercatori hanno avuto accesso alle loro PS3 in un modo che violi di fatto l'accordo d'uso che l'utente accetta quando accede alla rete di Sony (PSN). Ma, stando a quanto riportato dai ricercatori, loro sono giunti alle loro scoperte senza accedere a PSN, ma semplicemente utilizzando le console che hanno acquistato regolarmente pagandole con soldi veri. Inoltre, visto la legge sulle frodi informatiche ha anche risvolti penali, Sony vorrebbe affermare che è un crimine che gli utenti utilizzino i propri computer in modo che al produttore non piace.
Questo significa che Sony sta inviando un altro pericoloso messaggio: ovvero che detiene diritti sui computer che vende anche dopo che sono stati acquistati e, di conseguenza, possono decidere se quello che l'utente fa con quel computer è legale o meno. Non siamo d'accordo. Una volta che hai comprato un computer, è tuo. Non dovrebbe essere un reato utilizzarlo indipendentemente dal fatto che Sony piaccia quello che stai facendo.
Not content with the DMCA hammer, Sony is also bringing a slew of outrageous Computer Fraud and Abuse Act claims. The basic gist of Sony's argument is that the researchers accessed their own PlayStation 3 consoles in a way that violated the agreement that Sony imposes on users of its network (and supposedly enabled others to do the same). But the researchers don't seem to have used Sony's network in their research — they just used the consoles they bought with their own money. Simply put, Sony claims that it's illegal for users to access their own computers in a way that Sony doesn't like. Moreover, because the CFAA has criminal as well as civil penalties, Sony is actually saying that it's a crime for users to access their own computers in a way that Sony doesn't like.
That means Sony is sending another dangerous message: that it has rights in the computer it sells you even after you buy it, and therefore can decide whether your tinkering with that computer is legal or not. We disagree. Once you buy a computer, it's yours. It shouldn't be a crime for you to access your own computer, regardless of whether Sony or any other company likes what you're doing.
Non ancora soddisfatta della scure del DCMA, Sony porta a supporto del castello accusatorio anche un pletora di rivendicazioni circa la legge sugli abusi e le frodi informatiche. L'idea di base dell'accusa di Sony è che il gruppo di ricercatori hanno avuto accesso alle loro PS3 in un modo che violi di fatto l'accordo d'uso che l'utente accetta quando accede alla rete di Sony (PSN). Ma, stando a quanto riportato dai ricercatori, loro sono giunti alle loro scoperte senza accedere a PSN, ma semplicemente utilizzando le console che hanno acquistato regolarmente pagandole con soldi veri. Inoltre, visto la legge sulle frodi informatiche ha anche risvolti penali, Sony vorrebbe affermare che è un crimine che gli utenti utilizzino i propri computer in modo che al produttore non piace.
Questo significa che Sony sta inviando un altro pericoloso messaggio: ovvero che detiene diritti sui computer che vende anche dopo che sono stati acquistati e, di conseguenza, possono decidere se quello che l'utente fa con quel computer è legale o meno. Non siamo d'accordo. Una volta che hai comprato un computer, è tuo. Non dovrebbe essere un reato utilizzarlo indipendentemente dal fatto che Sony piaccia quello che stai facendo.
19 gennaio 2011
Primo recupero: tanta fatica ma 3 punti
Segna ancora Milito insieme al solito Eto'o che nel secondo tempo prende anche una traversa che trema ancora adesso |
Qualcuno già grida alla remuntada, anzi leomuntada. Io preferisco mettere le mani avanti e se il campionato è ancora lungo per il Milan che è davanti e potrebbe lasciare qualche punto sulla sua strada, è altrettanto lungo per l'Inter e le inseguitrici che per raggiungere e sorpassare la capolista non solo non possono sbagliare, ma devono sperare in qualche suo errore. E poi, temo che l'effetto novità del cambio allenatore stia cominciando a svanire. Questa sera, non si è vista la cattiveria agonistica con cui i neroazzurri hanno ribaltato la difficile sfida contro il Napoli. Anzi dopo il primo splendido quarto d'ora, i campioni del mondo hanno lasciato troppa confidenza ad un avversario che ha saputo concretizzare due gol importanti.
Male, anzi malissimo l'arbitro. Hanno ragione i tifosi e i giocatori del Cesena a lamentarsi specie per l'espulsione di Giaccherini: di due gialli, forse ne meritava uno solo per la somma di tutto.
Morale della favola, mi sono divertito. Avrei preferito un risultato più rotondo e meno sofferto, ma alla fine va bene anche così.
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