A scatenare questa mia riflessione è stato il rimbalzare, manco a dirlo, sul web della notizia che alcune testate giornalistiche stanno pensando seriamente (e alcune anche già attuando) la politica di far pagare i loro contenuti anche ai lettori on-line. A pensarci bene, non c'è nessuna differenza tra il giornalista che scrive sulla versione cartacea e quello che scrive sul sito web: entrambi vogliono essere pagati alla fine del mese. Se poi chi scrive è la stessa persona e, magari, è uguale anche l'articolo, allora viene spontaneo domandarsi: perché qualcuno dovrebbe pagare un euro per prendersi la briga di andare fino in edicola ad acquistare un giornale e poi doverlo smaltire, quando quasi a costo zero, può leggere le stesse cose senza muovere un passo?
Ricordo che al liceo - bei tempi - la prof di Inglese ci aveva fatto scrivere un tema circa le differenze tra il giornale tradizionale e quello televisivo. Allora infatti, sembrava che il duello dell'informazione fosse una gara a due tra carta e TV e nessuno immaginava quale potente rivale potesse nascondersi nelle pieghe della rete. Probabilmente quando mio figlio andrà a scuola comporrà un tema sulle differenze tra l'informazione televisiva e quella telematica dando per scontato che tutti i dinosauri che ancora leggono su carta si siano estinti. Sempre del liceo è il ricordo dell'emeroteca, quella saletta che nel corso dei 5 anni ha cambiato più volte ubicazione e che conteneva i giornali a cui l'istituto scolastico era abbonato. Era stata la prof di filosofia a spiegarci che il nome emeroteca deriva dalle parole greche giorno e custodia e ben si applica al caso dei quotidiani: non vale la pena conservarli per più di un giorno. Adesso con le testate online, le notizie evolvono di minuto in minuto e nel giro di un giorno i siti dei giornali cambiano completamente d'aspetto e di contenuto. Volete un esempio calzante? Dopo il posticipo della serie A che di norma vedo a casa di mio papà, ascolto l'intervista agli allenatori poi vado a casa e subito leggo sulla Gazzetta.it il commento a caldo della partita.
La mia opinione è che la versione on-line è molto più pratica e rispecchia maggiormente le esigenze del lettore, o per lo meno le mie: è aggiornata in tempo reale, gli articoli sono scritti in modo conciso e più incisivo e se, a questo, si aggiunge la potenza del web per la carta stampata non c'è speranza. In particolare ci sono tre aspetti che rendono le testate on-line superiori:
- L'ipertesto. Se all'interno di un articolo, l'autore vuole presentare ulteriori dettagli, grazie all'ipertesto può mettere un link o ad un altro articolo o ad una sorgente esterna e il lettore non deve fare altro che cliccare sulla scritta in blu sottolineata.
- L'interattività. Se volessi replicare ad un articolo apparso su un quotidiano dovrei preparare una lettera ed inviarla al direttore e poi magari aspettare qualche giorno prima di vederla comparire nella pagina della posta con qualche riga di risposta. Sui giornali on-line - anche se non tutti offrono questa possibilità - i commenti dei lettori sono immediati e leggere cosa pensano anche altri è, a volte, ancora più interessante della notizia stessa.
- La pluralità. Se sul corriere.it leggo una notizia presentata in modo fazioso e volessi sentire anche altre campane non devo andare in edicola ed investire un altro euro, semplicemente scrivo repubblica.it nella barra dell'indirizzo e vedo cosa succede.
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