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2 dicembre 2013

Quella volta che mi inventai una bufala

Non sono io l'autore di questa zingherata, ma Luca Romano, presto fisico teorico all'università di Torino nonché collaboratore per il blog Tagli. Luca ha avuto una bella idea, in realtà nemmeno tanto originale, ma ha voluto dare a tutti una dimostrazione di quanto poco ci voglia per costruire una bufala e quanto lavoro ci voglia per smontarla, ovvero quella che in gergo prende il nome di Teoria della Montagna di Merda. Scusate il ricorso all'uso della volgarità, ma la teoria sopracitata è l'ostacolo insormontabile di chi si prefigge di diffondere la conoscenza: i ciarlatani e gli imbroglioni spargeranno sempre più letame di quanto tu ne riuscirai a spalare. E' una questione economica: la competenza costa di più dell'incompetenza e del letame.



Ma torniamo a Luca e alla sua trovata. Grazie ad un manipolo di complici ha messo insieme la ricetta perfetta, che ricopiando le sue parole possiamo riassumere così:


  1. si prenda un fenomeno scientifico la cui spiegazione non sia immediata;
  2. si proponga una spiegazione alternativa basata su intervento umano nocivo al prossimo: lo scopo è di ringalluzzire l’ego del lettore, che si sentirà un eroe solo per il fatto di condividere il link;
  3. si spieghi il fenomeno utilizzando termini tecnici il cui significato reale è totalmente ignoto alla gente, la meccanica quantistica è una manna in questo campo;
  4. si attribuisca la colpa ai militari americani (e non solo) che vogliono controllare il mondo, realizzare il nuovo ordine mondiale, e sono “i cattivi” per definizione;
  5. si aggiunga una spolverata di “queste cose non te le dirà nessuno, perché censurano tutto e tutti”;
  6. si inforni su Facebook e si attenda il primo migliaio di condivisioni.

La ricetta funziona perché fa leva su due fattori: la pigrizia, farà si che nessuno si prenderà la briga di controllare e verificare, o magari di leggere addirittura tutto l'articolo; e l'ignoranza sarà la base perché oggigiorno la docta ignoranza di Socrate è stata sovvertita e il nuovo dogma è chi sa di non sapere vuole credere di sapere.

Ma veniamo al dunque. Cosa ha fatto Luca? Si è inventato una storia seguendo i punti di cui sopra. Ha esordito dicendo di non essere sicuro, ma di avere basi solide; ha preso un tema popolare e mediatico come quello del MUOS e le antenne di Niscemi, e lo ha usato per spiegare i fatti di apparente autocombustione avvenuti nel 2004 a Canneto (breve descrizione da Wikipedia). Il risultato? Una vera bomba! I vari siti / pagine facebook / gruppi di controinformazione si sono lanciati in una diffusione di massa al grido di Aprite gli occhi, tutti devono sapere!!!1!! 

A dimostrazione dell'efficacia dell'espediente, un sito debunking si è messo a fare il suo lavoro e ha dimostrato che le argomentazioni di Luca fossero in realtà totalmente cannate e bollando l'articolo come una bufala. Il tutto fino ad oggi (ieri per chi legge) quando Luca, forse non trattenendosi più dalle risate ha spiegato tutto. Non voglio rubarvi altro tempo e vi rimando al suo articolo, ma mi raccomando nel limite del possibile non fatevi battere dal male del nostro tempo: dalla pigrizia e dall'ignoranza!

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