Madre Natura non è stata certamente benevola con la costa orientale del Giappone questa settimana con un tifone che ha creato morti e dispersi tra la popolazione e che ha aggiunto altre tonnellate di acqua alla già difficile situazione della centrale di Fukushima. Nelle ultime ore si è registrato anche un sisma di intensità 5.8 che ha fatto tremare la regione già colpita dal grande terremoto, ma senza riportare ulteriori danni o generare onde di tsunami.
Dicevamo della pioggia. Da quando, qualche settimana fa si è scoperta una perdita di acqua contaminata da una grossa cisterna a pannelli d'acciaio imbullonati, è stata cambiata la modalità di funzionamento delle dighe costruite intorno ai serbatoi. Normalmente negli impianti nucleari, lo stoccaggio di liquidi contaminati avviene in cisterne a loro volta contenute in vasche di sicurezza, in modo da avere un'ulteriore barriera in caso di perdita. Nel caso di stoccaggio all'aperto, si devono considerare anche le precipitazioni che riempiono queste dighe esterne e generalmente viene montato un rubinetto alla base in modo da svuotarle. Prima della perdita tutti questi rubinetti erano normalmente aperti (rendendo di fatto inutile la diga come elemento di contenimento in caso di perdite), poi sono stati tutti chiusi, ma le intense piogge hanno generato il problema contrario che vedete nella fotografia d'apertura.
TEPCO ha reagito nell'unico modo possibile. Primo controllando la qualità dell'acqua piovana accumulata nelle dighe, specie in quelle dove erano state individuate o sospettate perdite, e poi, in base ai risultati ottenuti rilasciando (aprendo il rubinetto) o stoccando l'acqua per futuro trattamento. In questo documento trovate sia le quantità in gioco, sono svariate centinaia di tonnellate, e anche i livelli di contaminazione sia per le acque rilasciate sia per quelle trattenute.
Smontaggio cisterne
Di cisterne come queste ce ne sono altre 300, ognuna con una capacità di 1000 metri cubi, quindi non solo bisogna reagire subito per creare nuova capacità di stoccaggio e trasferire quest'acqua verso cisterne più sicure, ma bisogna anche pensare a come ridurre al minimo i volumi di acqua trattata. Nella tabellina che settimanalmente pubblichiamo in fondo al post, si nota che ci sono circa 100 mila metri cubi di acqua altamente contaminata, ma questa è solo una frazione del totale. A questa vanno aggiunti circa 300 mila metri cubi di acqua a cui è stato rimosso cesio tramite Kurion (fermo da metà luglio) o Sarry e i cloruri attraverso un sistema ad osmosi inversa. Questi 300 mila metri cubi, contenenti concentrazioni importanti di beta emettitori, attendono in cisterne come quella incriminata, di essere trattata dai sistemi ad evaporazione o dal nuovo ALPS.
Da quando è iniziata l'emergenza acqua, i Giapponesi si sono sempre preoccupati di avere sistemi per la rimozione del cesio con alti fattori di decontaminazione (tra 100 mila e 1 milione), ma non hanno mai pensato troppo alla gestione degli altri emettitori e alla creazione dei rifiuti secondari. ALPS dovrebbe aiutare nella rimozione degli altri isotopi, ma un problema di corrosione lo tiene ancora fermo in standby e poi resta la gestione dei rifiuti secondari.
Una crepa nella struttura del camino

La situazione dell'acqua
Concludiamo con i numeri dell'acqua contaminata fotografati nel bollettino emesso il 17 settembre.
Settimana precedente | Previsione per questa settimana | Settimana presente | Previsione per la settimana successiva | |
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Acqua nei reattori + turbine | 74 300 | 74 900 | 75 400 | 74 000 |
Acqua nello stoccaggio | 17 390 | 16 970 | 16 680 | 17 620 |
Totale | 91 690 | 91 870 | 92 080 | 91 620 |
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