Titolo italiano: Harry Potter e i doni della morte
Autore: Rowling, J. K.
Ambientazione: Mondo magico nei pressi di Londra
Giudizio: Più che buono
Harry diventa maggiorenne (a 17 anni nel mondo magico) e quindi perde la traccia, questa è un particolare incantesimo imposto su tutti gli appartenenti al mondo magico dall'età di 11 anni fino a 17, in modo da essere immediatamente rintracciabili qualora usassero la magia al di fuori delle mura della scuola. Per Harry questo assume anche un altro significato: diventare maggiorenne e lasciare per sempre la casa degli zii Babbani equivale a perdere la protezione d'amore che sua madre Lilly ha deposto su di lui il giorno della sua morte. In altre parole, ora Tu-Sai-Chi potrà attaccarlo e batterlo in un duello magico.
La ricerca degli Horcrux, inizia e i tre si ritrovano in una situazione molto spiacevole, non solo non sanno dove cercarli, ma non sanno nemmeno cosa devono cercare di preciso. E poi, viene il problema di come fare a distruggerli. Manco a dirlo, in tutto questo vengono utili i doni, alquanto bizzarri, che Silente ha lasciato loro nel suo testamento. Vi starete domandando: sono questi i doni della morte (vedi titolo)? Certo che no! Questi sono un'altra cosa, direi un'altra tentazione a cui i ragazzi devono resistere per evitare di commettere il medesimo errore del loro beniamino Silente e dello stesso Voldemort.
In tanti si sono chiesti, se Harry Potter morirà al termine del libro, e in effetti per un capitolo buono sembra che questo debba essere l'epilogo, ma poi all'ultimo momento le cose cambiano e ancora una volta l'amore del Giovane-Che-è-Sopravvissuto batte l'odio e la fame di potere del signore oscuro. L'epilogo, invece, è una bella fotografia di famiglia scattata 19 anni dopo. Harry e Ginny (la sorella di Ron) si sono sposati e hanno avuto tre pargoletti, lo stesso dicasi per Ron e Hermione e le due famiglie si ritrovano alla stazione dove i loro figli più grandi stanno partendo per la scuola. E' bello il dialogo a due tra Harry e il suo secondogenito, Albus Severus: il piccolo è spaventato di poter finire nella casata dei Serpeverde, mentre desidererebbe appartenere a quella dei Grifondoro come mamma e papà. A questa preoccupazione, Harry risponde che non ha nulla da temere, visto che lui porta il nome dei due più grandi presidi della scuola (Silente e Piton), un Grifondoro molto intelligente e un Serpeverde dal coraggio smisurato. Sì sì avete capito bene, stiamo proprio parlando di Piton, ma questo è un mistero che non vi voglio svelare...
Il libro si conclude con queste battute tra Ginny e Harry riferite al figlio appena partito per la scuola:
"Non avrà problemi" mormorò Ginny.
Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
"Lo so"
La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.
E che la saga sia veramente finita?
E' piaciuto moltissimo anche a me, anche se l'ho trovato un po' meno avvincente dei precedenti (non li ho letti tutti, pero': solo dall'Ordine in poi...).
RispondiEliminaMa se non sbaglio, voci dicono che potrebbe presentarsi, un giorno, qualche storia sulla progenie del maghetto... Sinceramente, preferirei di no: dopo Indiana Jones, Herbie il maggiolino e John J. Rambo, di ritorni eccellenti ne ho un po' piene le scatole!
Sono d'accordo con te guidone, non se ne può più dei sequel che riappaiono dopo anni di assenza.
RispondiEliminaIo li ho letti tutti, solo che i primi sei li ho letti tutti di un fiato uno in fila all'altro, mentre tra il sesto e il settimo è passato un bel po' di tempo. Il risultato è che mi ci è voluto un bel po' per ricordarmi tutti i particolari delle storie precedenti.
Domani se riesco posto il mio commento circa il libro che ho appena finito: Il bar sotto il mare di Stefano Benni