A dircelo, in un articolo apparso on-line su Science proprio lo scorso venerdì, sarebbe un sasso, ma non uno qualunque, bensì uno dei circa cento sassi trovati sulla terra, ma che in realtà provengono dal nostro vicino di pianeta. La loro origine è drammatica, a seguito di un evento da impatto con un asteroide o con una cometa, pezzi di Marte sono stati scagliati nello spazio e dopo aver viaggiato per svariato tempo prima di tornare ad impattare sulla nostra Terra e venire poi ritrovati da quei curiosoni degli umani.

A trovarle si fa una gran fatica, a parte quei fortunati casi in cui si è proprio potuto vedere la scia lasciata in cielo dell'oggetto mentre cadeva, più che altro a dare nell'occhio è il loro colore nero intenso causato dall'attraversamento atmosferico e la successiva indagine chimica e fisica ne possono confermare o smentire l'origine extra terrestre.
Questa pietra marziana, rinvenuta nel 2011 nel deserto del Marocco, è unica nel suo genere, perché a differenza delle altre ha un contenuto di acqua estremamente più elevato, circa un fattor 10 in più o in termini assoluti circa 6000 parti per milione.
L'altra grande differenza rispetto alle altre pietre marziane è la sua età, infatti è stata datata circa 2 miliardi di anni, in quella che i planetologi definisco l'epoca amazzonica su Marte, caratterizzata da un ambiente molto ricco di acqua. Chissà magari anche i nostri esploratori robotici sul Pianeta Rosso potranno aiutarci a capirne meglio l'evoluzione.
Purtroppo non sono un esperto di questa tipologia di analisi, quindi non posso dirvi nulla sulle metodologie utilizzate sia per la datazione (immagino qualche rapporto isotopico) sia per la discriminazione dell'acqua marziana rispetto a quella terrestre. Promesso che se faccio in tempo, mi scarico l'articolo originale da Science e vedo se ci capisco qualcosa; nel frattempo se passasse di qui qualche esperto, il suo contributo è più che benvenuto.