
E' passato circa un mese e per il momento è più un no che un sì. Il grosso della questione non è tanto l'utilità o meno della carta sconto e della sua estensione, ma il fatto che manca la copertura finanziaria di 40 milioni di euro necessaria per questo sviluppo.
Sì perché è importante ricordarlo, la carta sconto non è un privilegio per pochi. All'automobilista comasco cambia poco se adeguano lo sconto o meno, perché indipendentemente da quello che discutono nei palazzi romani lui andrà a fare il pieno dove gli costa meno. Se è più economico fare rifornimento in Svizzera, acquisterà là il carburante con buona pace della copertura finanziaria e dei benzinai di confine che avranno perso clienti.
Su un litro di benzina ci sono circa 1 euro di accise, che sono soldi che vanno, in un modo o nell'altro a finire nelle casse dello Stato. Ogni volta che si fa il pieno in Svizzera, lo Stato Italiano non incassa qualcosa dell'ordine di 50 euro. Stando ad uno studio di Confcommercio che ha fatto i conti in tasca agli automobilisti di confine ogni anno il mancato incasso dello Stato ammonta a 247 milioni di euro. Con questi numeri sul tavolo, è evidente che lo stanziamento di 40 milioni a fronte di 247 è decisamente una manovra da fare subito.
Vedremo come andrà a finire...