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25 gennaio 2014
Quella perdita dentro al reattore 3 ed altre notizie da Fukushima
Vediamo di recuperare un pochino gli avvenimenti successi durante questo ultimo mese all'interno della centrale di Fukushima. Cominciamo con la notizia che ha fatto decisamente più scalpore, ovvero il fatto che TEPCO, durante le operazioni robotizzate di rimozione di detriti al primo piano (pian terreno secondo la numerazione italiana) del reattore 3, avrebbe notato acqua scorrere sul pavimento per poi andare a finire in una piletta di scarico verso il piano inferiore (link). Dall'immagine statica qui a lato non è facile apprezzare la quantità di acqua, cosa invece molto più evidente guardando il video da cui l'immagine è stata estratta.
La cosa ha subito destato preoccupazione perché, se è risaputo che i reattori perdono, mai fino ad oggi era stata individuata una perdita su questo piano che era stato più volte ispezionato dai robot. Di particolare importanza è capire l'origine di quest'acqua perché se la sua provenienza fosse la mandata del circuito di raffreddamento allora potrebbe essere un danno piuttosto grave, in quanto verrebbe a mancare una frazione dell'acqua utilizzata per raffreddare il nucleo danneggiato.
Per individuare l'origine, TEPCO ha misurato due parametri: la temperatura e il livello di contaminazione. Per entrambe le grandezze i risultati sono positivi, la temperatura dell'acqua è di 20 gradi circa da confrontarsi con la temperatura ambiente che è di 7 gradi e che è la stessa dell'acqua iniettata nei noccioli per raffreddarli. Questo significa che l'acqua che scorre sul pavimento è stata riscaldata. Il secondo risultato, quello relativo alla contaminazione, ci dice che l'acqua è stata verosimilmente in contatto con il combustibile danneggiato perché i valori misurati non sono molto dissimili dalle misure effettuate nell'acqua stoccata nei locali interrati (link). In conclusione, con un elevato di livello di confidenza, possiamo dire che la perdita non è sul ramo di ingresso dell'impianto di raffreddamento e che quindi il nocciolo continua ad essere raffreddato come in precedenza.
Da dove arriva quindi quest'acqua? La domanda resta aperta e ulteriori indagini sono necessarie e devono essere fatte nel giro di breve. Una possibilità è che la perdita provenga dalla sala adiacente al luogo del ritrovamento dove sono contenute le valvole per l'isolamento del vapore (freccia nera nello schema qui a lato), montate sulle condotte che portano il vapore, appunto, dal reattore alle turbine. Il vapore prodotto all'interno del nocciolo potrebbe condensarsi lungo queste condotte e poi fuoriuscire da una perdita e riversarsi sul pavimento. A questo link trovate immagini e video riprese delle valvole di isolamento del vapore del reattore 2, giusto per farvi un'idea.
L'altra possibilità è che l'acqua arrivi direttamente dal contenimento primario che non sta più fornendo una tenuta stagna, magari in corrispondenza di quel portone in cemento (plug) proprio a sinistra della perdita che era già stato analizzato più volte in passato. Questa è una brutta notizia per il contenimento, ma è a suo modo anche una buona notizia per il nocciolo, perché, visto che l'acqua da sola in salita non ci va, vorrebbe dire che il livello di acqua all'interno è almeno pari a quello del pavimento del primo piano, quindi molto più in alto rispetto ai reattori 1 e 2 dove è stato precedentemente misurato. E' importante cercare l'origine di questa perdita perché così ci si toglie ogni dubbio sul fatto che possa essere sul ramo in ingresso e anche perché sigillare le perdite è un passo in avanti imprescindibile per la messa in opera del programma di decommissioning della centrale.
La gamma camera dentro al reattore 1
Ci sono notizie interessanti da analizzare anche per quanto riguarda il reattore numero 1, al cui interno una gamma-camera montata su un robot ha eseguito una mappatura dettagliata alla ricerca dei punti caldi dal punto di vista radioattivo (link). Una gamma camera è una speciale macchina fotografica in cui al posto di registrare la luce riflessa dagli oggetti, viene visualizzata la radioattività (raggi gamma) emessa dagli stessi. Sovrapponendo l'immagine della gamma-camera a quella acquisita nello spettro visibile da una normale fotocamera è possibile individuare i punti che sono radiologicamente più importanti.
Vedete un esempio nell'immagine qui a lato dove la gamma camera è stata puntata verso quel condotto particolarmente attivo dove già nel giugno 2011 era stato visto un intenso vapore radioattivo salire dai piani inferiori. Come vedete la scala dei colori è espressa in conteggi per secondo (cps) che è un'unità di misura spesso utilizzata nell'ambito della rivelazione delle radiazioni, ma per passare da questa unità pratica a quella fisica (il Sv/h o i suoi sottomultipli) è richiesta una taratura e non poche assunzioni. Quindi prendete con le pinze i valori di rateo di dose stimati con questa tecnica.
Lo scopo però non è quello di dare un valore di dose preciso, ma di individuare aree calde in cui è possibile pensare ad una decontaminazione o, qualora non fosse possibile come in questo caso, procedere con una schermatura. Ricordiamo che l'abbassamento generale dei valori di rateo di dose all'interno degli edifici dei reattori è un altro tassello importante per il proseguimento del piano di smantellamento, specialmente nell'ottica di andare a rimuovere il combustibile dalle piscine.
Il livello dell'acqua nella vasca di soppressione del reattore 2
Lavori in corso molto interessanti anche per l'unità numero 2, in cui, ancora una volta le attenzioni maggiori sono state rivolte alla vasca di soppressione (quell'enorme ciambellone pieno d'acqua) e alla sala che lo circonda. Se vi ricordate, in passato (marzo 2013) il locale della sala del toro era stato estensivamente ispezionato alla ricerca di possibili perdite dal contenimento primario. Queste ispezioni avevano dato esito negativo (per il reattore 2, ma in seguito positive per il reattore 1), quindi di fatto ancora non sappiamo quale via segua l'acqua di raffreddamento per passare dal contenimento primario alla sala toro. Diventa quindi importante misurare il livello dell'acqua all'interno della ciambella e vedere se varia con il variare del livello nel locale esterno per capire se i due sono collegati. Allo scopo è stato utilizzato il piccolo robot sviluppato ad hoc che vedete nell'immagine (link). Le misure, effettuate per tre giorni consecutive, mostrano una buona correlazione tra il livello dell'acqua nella sala con quello interno al toro, con questo secondo sempre inferiore. Non conosciamo gli ingombri effettivi dalla camera, quindi non possiamo trarre conclusioni definitive, ma a questo punto non si può escludere che la dinamica dell'acqua sia l'opposto di quella che ci si immaginava, ovvero che anziché passare dal contenimento alla sala passando dal toro, segua una via ancora non individuata che dal contenimento porti alla sala e quindi attraverso altre perdite si riversi nel toro.
Rimane essenziale approfondire la situazione e si rende assolutamente necessario un robot subacqueo dotato di potente telecamera ed illuminazione in grado di esplorare i dintorni ed individuare, cosa che potrebbe non essere facile, le perdite.
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