Fukushima torna sulla pagine dei giornali e nei titoli di testa dei TG. A fare notizia è l'incidente nell'incidente, ovvero la perdita d'acqua contaminata di cui stiamo parlando da settimane. Le autorità giapponesi hanno deciso di classificare l'evento come incidente di livello 3 sulla scala INES scorporandolo dal livello 7 complessivo che è il triplo meltdown di Fukushima Daiichi. La scelta, approvata anche dall'IAEA, ha forse lo scopo di spronare TEPCO ad affrontare più vigorosamente la gestione dell'acqua che sta sempre più degenerando. Forse può anche essere utilizzato come presupposto per imporre a TEPCO di accettare aiuti esterni, magari anche internazionali.
Cercare di riassumere la situazione è parecchio difficile perché tutte le fonti sono piuttosto confuse e TEPCO ci da alcuni numeri, non tutti però, e quelli che ci consegna vengono mal interpretati dalla stampa. Quello che sappiamo è che una cisterna da 1000 tonnellate ha perso circa 300 tonnellate di acqua parzialmente trattata, ovvero con una concentrazione di cesio molto bassa al contrario di quella dei beta emettitori che invece resta elevata. Parte di questa acqua è stata contenuta nelle vasche di contenimento, mentre altra è uscita fissandosi nel terreno. TEPCO ha misurato i radioisotopi nell'acqua ripescata e nel terreno, ma non quelli nella cisterna; l'acqua ripescata, infatti, potrebbe aver una concentrazione superiore di radioisotopi essendo in parte evaporata.
Aperto l'incidente, TEPCO ha indagato nei sui archivi e ha scoperto che la cisterna incriminata, insieme ad altre, era stata montata inizialmente in un altro luogo, ma dopo un test di riempimento si era osservato uno sprofondamento del terreno. Hanno smontato la cisterna, rinforzato il basamento e inviato la cisterna dal produttore per controlli, il quale ha dichiarato che la cisterna poteva essere utilizzata e così l'hanno rimontata nella sua posizione finale.
Non c'è motivo di pensare che lo sprofondamento possa inficiare sulla tenuta, ma forse lo smontaggio e il rimontaggio possono aver deformato le strutture a tenuta stagna, da cui la strategia di TEPCO è quella di trasferire il contenuto di queste cisterne altrove.
Nel frattempo hanno iniziato una campagna di monitoraggio di tutti i bulloni di serraggio e una dettagliata cartografia radiologica dell'area nel tentativo di individuare altri punti in cui ci possono essere delle perdite. Sono stati individuati altri punti, alcuni con ratei di dose molto elevati, fino a 1800 milliSv/h di dose beta/gamma. I mezzi di informazione hanno subito tradotto questi numeri, erroneamente, nel tempo necessario (4 ore) per uccidere un uomo. La dose proveniente da queste cisterne / hot-spot è importante per un lavoratore professionalmente esposto, ma non certo lo porterà alla morte in poche ore. La ragione è che la radiazione beta, frazione quasi totalitaria di quei 1800 milliSv/h, è poco penetrante e il suo effetto andrà ad incidere solo sulla dose equivalente alle estremità (mani e piedi), ma non come dose efficace al corpo intero. TEPCO ha cercato di rispondere a questa incomprensione, ma oramai la frittata è fatta.
Parallelamente TEPCO sta continuando nella realizzazione della barriera "chimica" a protezione della falda. E' stato ultimato il muro a lato mare, mentre è in corso di realizzazione quello lato monti. Ripetiamo che a quest'opera deve essere affiancato anche un abbassamento dell'acqua di falda da effettuare con i pozzi di prelievo già realizzati.
La situazione dell'acqua
Concludiamo con i numeri dell'acqua contaminata fotografati nel bollettino emesso il 28 agosto.
Settimana precedente | Previsione per questa settimana | Settimana presente | Previsione per la settimana successiva | |
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Acqua nei reattori + turbine | 76 000 | 75 600 | 76 200 | 75 000 |
Acqua nello stoccaggio | 17 280 | 16 600 | 16 270 | 17 810 |
Totale | 93 280 | 92 200 | 92 470 | 92 810 |
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