Lo dicevamo in un aggiornamento di qualche settimana fa, in questo momento il più critico e di difficile gestione all'interno della centrale, non è tanto lo stato del corio e la rimozione del combustibile danneggiato, ma la gestione dell'acqua contaminata, degli impianti dedicati al suo trattamento e a quel dedalo di tubazioni che corrono per ogni dove sul territorio della centrale. Maggiore è l'estensione di questa vera e propria ragnatela idrica, maggiore sarà la probabilità di una nuova perdita e nuove emissioni di radioattività in ambiente. Avevamo detto che il primo passo era quello di accorciare l'impianto e, a riprova della sensatezza di questo consiglio, è notizia fresca di questa settimana che per lo meno la rete dell'impianto di raffreddamento dei reattori è stata accorciata di 1 km passando da 4 a 3. Non male, anche se è solo l'inizio.
Sul lato del trattamento e decontaminazione, sono stati presentati i risultati di una prima indagine circa quella perdita (poche gocce) da una cisterna del nuovissimo impianto ALPS per la rimozione multi-isotopo. Il punto debole è come spesso accade nelle saldature che rendono stagna la cisterna e TEPCO ha sezionato la saldatura per verificare come il danno si stesse propagando verso l'esterno. L'origine è da ricercarsi in un fenomeno di corrosione, anche piuttosto rapida visto che l'impianto era in funzione da solo qualche mese. E' un'anomalia grave, che potrebbe fermare l'operatività dell'impianto di decontaminazione fino alla risoluzione del problema. A stupire maggiormente è il fatto che impianti simili a questo sono molto diffusi e specie nell'industria chimica si devono spesso contenere liquidi anche molto aggressivi. Per farla breve, avrebbero dovuto pensarci prima in fase di progettazione di impianto e non durante la fase di test.
Sempre nell'aggiornamento già citato precedentemente avevamo parlato di quella contaminazione di acqua di falda tra i reattori e il mare. Non ci siamo dimenticati e nemmeno TEPCO sta nascondendosi dietro ad un dito, anzi ogni giorno vengono pubblicati i risultati dettagliati delle analisi nei pozzetti di ispezione, inclusi quelli nuovi appena scavati (qui, per esempio). Di dati ne vengono pubblicati tanti, forse manca, per chi è interessato agli sviluppi della situazione, un quadro generale della situazione. Al momento, secondo il nostro parere, la situazione appare piuttosto statica.
Il detrito fuori centrale
Ha fatto parecchio parlare anche un detrito rinvenuto all'esterno della centrale durante le operazioni di bonifica effettuate per la riabilitazione dell'area intorno alla centrale. Individuato come un hot spot durante operazioni di cartografia radiologica, il campione di dimensioni ridotte presenta una dose (valori) a contatto piuttosto elevata, sicuramente troppo elevata per essere di origine naturale. Il campione è stato rinvenuto a Naraha-machi (su questa mappa, il punto A indica la centrale di Fukushima Daiichi, mentre B il punto approssimativo di ritrovamento, la distanza è di circa 20 km) ed è stato successivamente trasferito alla centrale per ulteriori analisi volte soprattutto all'identificazione dell'origine.
A rendere ancora più eclatante il ritrovamento è il fatto che alla fine di giugno un autocarro in servizio nella centrale è uscito dall'impianto contaminato nonostante fosse stato controllato e ne fosse stata ordinata la decontaminazione che però non è mai avvenuta (link). La presenza di questo detrito così lontano dalla centrale potrebbe facilmente essere spiegata con un trasferimento indiretto e sarebbe l'ennesimo errore grossolano da parte di TEPCO.
La situazione dell'acqua
Concludiamo con i numeri dell'acqua contaminata fotografati nel bollettino emesso il 3 luglio.
Settimana precedente | Previsione per questa settimana | Settimana presente | Previsione per la settimana successiva | |
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Acqua nei reattori + turbine | 74 400 | 74 400 | 74 600 | 73 900 |
Acqua nello stoccaggio | 18 640 | 18 560 | 17 580 | 19 490 |
Totale | 93 040 | 92 960 | 92 180 | 93 390 |
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