Il muro a protezione del mare e la situazione dell'acqua
Ogni settimana abbiamo la notizia di una grande opera che inizia presso la centrale disastrata di Fukushima. Questa settimana abbiamo registrato l'inizio ufficiale della costruzione del muro a protezione dell'acqua dell'oceano, che insieme alle operazioni di cementificazione del fondale all'interno del porto, serve a proteggere l'acqua del mare da eventuali, speriamo di no, altre importanti fuoriuscite di liquidi contaminati. Questo muro scenderà alcuni metri in profondità e verrà realizzato all'interno di quello che adesso è il porto. Non è da considerarsi una soluzione definitiva, ma solo una precauzione nel caso che si possano ripetere sversamenti come quelli accaduti lo scorso anno.
Forse ricorderete che, almeno in fase di progetto, si era parlato della possibilità di realizzare un muro di protezione dell'acque anche a monte, con lo scopo di impedire all'acqua di falda di arrivare nei locali interrati dei reattori e delle turbine e mischiarsi con quella contaminata contenuta. Sappiamo che questa miscela è in corso, infatti il livello dell'acqua negli interrati viene mantenuto intorno a circa 3 metri sopra il livello del mare perché abbassare di più significa permettere ad una maggior quantità di acqua di falda di infiltrarsi.
Per evitare questo problema, TEPCO ha prima eseguito delle indagini del sottosuolo e verificata l'effettiva presenza e il livello della falda e ha concluso che come soluzione temporanea, in attesa di isolare e sigillare le strutture, pomperà acqua di falda a monte direttamente a mare. Ovviamente l'acqua verrà monitorata prima del rilascio per verificare che non sia contaminata.
Questa può essere considerata come una soluzione temporanea in vista dell'individuazione e dell'eliminazione delle infiltrazioni. Allo stesso tempo è però necessaria per poter ridurre il volume di acqua da trattare e contemporaneamente abbassare il livello di acqua negli interrati. Ripetiamo che la strategia per la soluzione del problema dell'acqua deve velocemente essere messo in funzione il sistema di rimozione multi-isotopo o i sistemi evaporativi per completare la decontaminazione delle oltre 100 mila tonnellate di acqua a cui è solamente stato rimosso il cesio e che sono attualmente conservate in cisterne presso il sito. Inoltre riteniamo opportuno installare un circuito breve per il re-invio di acqua nei reattori pescandola direttamente dagli scantinati.
Settimana precedente | Previsione per questa settimana | Settimana presente | Previsione per la settimana successiva | |
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Acqua nei reattori + turbine | 79 700 | 78 900 | 79 200 | 79 300 |
Acqua nello stoccaggio | 18 440 | 16 100 | 16 980 | 15 660 |
Totale | 98 140 | 95 000 | 96 180 | 94 960 |
La situazione dell'acqua è riassunta nella tabella qui sopra e dettagliata in questo PDF. Il volume totale è andato a scendere rispetto alla scorsa settimana di quasi 2000 tonnellate, anche se la diminuzione prevista era di oltre 1000 tonnellate superiori. Più modeste le previsioni per la settimana entrante a causa dell'arresto preventivo di Kurion per una manutenzione programmata che lo terrà fermo fino ai primi giorni di maggio.
Ancora problemi al sistema ad osmosi inversa
Altra perdita, per fortuna piccola e completamente contenuta nella vasca di protezione, dal sistema di rimozione dei sali per osmosi inversa. La perdita è stata localizzata presso il sistema 2 che è stato arrestato per permettere la riparazione. Bisogna dire che in questo caso i sistemi di allerta e di contenimento hanno funzionato: i circa 40 litri di acqua saranno ripompati indietro per essere trattati.
In questo documento potete trovare i dettagli della contaminazione di quest'acqua, notate come la concentrazione di cesio sia praticamente trascurabile comparata rispetto ai beta totali tra cui stronzio-90.
I grafici dei reattori
Solo per ricordarvi che a partire dal 15 aprile scorso TEPCO ha cambiato il termometro di riferimento per la parte bassa del reattore 2, ecco il motivo della discontinuità che vedete nel grafico. In questo momento, TEPCO ha solo due punti di misura per la parte bassa di quella unità che ritiene affidabili come vedete anche nello schema contenuto in questo PDF. Urge installazione di sensori alternativi in modo da compensare le sonde guaste e avere informazioni più complete. Sempre per quanto riguarda il reattore 2, nel grafico che vi riportiamo qui a fianco vedete la concentrazione di idrogeno misurata all'uscita del sistema di gestione del gas.
Il repentino cambio di tendenza è avvenuto il 24 aprile in corrispondenza dell'aumento dell'estrazione di gas dal PCV, manovra che si era resa necessaria a causa dell'aumento della pressione all'interno del reattore. Come si vede chiaramente in questo grafico, l'effetto sulla pressione è stato repentino e anche sulla pressione parziale dell'azoto.
Una nota per il grafico della concentrazione di Xe-135 nel reattore 1. Questo è utilizzato come indicatore di criticità (1 Bq/cm3 soglia di criticità). Nel grafico vedete che negli ultimi giorni si sono verificati alcuni picchi con valori molto più elevati della media, ma altrettanto lontani dalla soglia di criticità. In tutti i casi si è trattato dello strumento "B" e forse varrebbe la pena verificarne la funzionalità.
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