
Di qualche ora fa, invece la smentita: niente impatto, soltanto l'ennesima trovata pubblicitaria di una compagnia telefonica che ha visto bene di mettersi un po' in evidenza. Un po' come era successo qualche giorno fa con quella storia ambientata in Colorado con un bambino apperentemente volato via con un pallone aerostatico.
Ma torniamo alla nostra meteorite a forma di bufala. Sull'edizione on-line del Corriere si dice che i ricercatori hanno svelato la truffa non trovando contaminazione radioattiva nei dintorni dell'impatto. La cosa mi ha un po' stupito: perché mai l'impatto di un corpo extraterrestre dovrebbe generare una contaminazione radioattiva? Così ho investito cinque minuti di tempo - mentre con un occhio controllavo lo stato del ciclotrone che oggi sta lavorando proprio bene - per studiare un po' gli eventi di impatto. Come dubitavo, i giornalisti hanno fatto un po' di confusione, quello che gli scienziati non hanno trovato è la caratteristica firma di sostanze extraterrestri contenuta nella distribuzione isotopica degli elementi; un tipico esempio è la misura della concentrazione dell'isotopo 14 del carbonio rispetto al carbonio totale. Questo ha si a che fare con la radioattività, ma non si tratta di contaminazione.

Quella sui buchi neri ho voluto proprio leggerla nel dettaglio, e su un numero di Nature del 1974, Beasley and Tinsley dimostrano che l'evento di Tunguska non potè essere causato dall'impatto con un micro buco nero, perché - per farla molto semplice - non è stato trovato il foro di uscita, ma solo quello di ingresso!