
L'atmosfera è quella che precede un calcio di rigore nella finale di coppa del mondo. Lo stadio è tutto un fermento, una metà aspetta in silenzio il concretizzarsi del loro sogno bisbigliando preghiere a bassa voce, mentre l'altra metà lancia fischi di paura che sembrano squarciare il cielo. Il pallone è posizionato con cura, la rincorsa è breve, ma il tiro è secco, deciso senza ripensamenti. Il pallone gonfia la rete alle spalle del portiere sconfitto e la folla esulta, grida, si abbraccia: la consulta ha detto no, basta lodo, basta ingiustizie, l'Italia è ancora una democrazia! Manca solo che qualcuno gridi: crocifiggilo!, o a piazzale Loreto! per richiamare scene ancora più tristi. Sale ancora l'urlo degli sconfitti: avete imbrogliato! Noi andiamo avanti, non è ancora finita la partita.
Non è mia intenzione impegolarmi in un dibattito politico che non saprei gestire e forse nemmeno capire fino in fondo. Volevo solo riportare l'atmosfera che si respirava e si continua a farlo nella blogosfera intorno alla decisione della consulta di bocciare il famigerato lodo Alfano. Finalmente non ci saranno più ingiustizie! Finalmente avremo una giustizia giusta, veloce, che manda in prigione i cattivi e assicura ai buoni una vita tranquilla. Finalmente quel dittatore non avrà più privilegi e sarà trattato come tutti. Forse, finalmente, metà degli italiani si renderà conto di quanto sono stati cretini a metterlo al governo.
La mia domanda è: ma abbiamo veramente vinto?