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26 novembre 2012

Sono sempre i migliori che se vanno in pensione

La foto è una presa in giro, ma non voglio turbare la loro privacy
Capita che tra le pagine di questo quaderno di laboratorio appaino cartoline di saluto per chi per scelta o per necessità cambia ambiente. Di solito sono giovani scienziati che compiono un passo verso la loro maturità scientifica, ma non oggi. La festa di oggi era dedicata a due scienziati vecchio stile, di quelli che lo sono diventati sul campo senza mai mettere piede in un'università. Secondo l'organigramma la loro professione è quella di tecnici, un meccanico e un idraulico, ma quelli che disegnano gli organigrammi non sanno quanto importante è  il contributo di questo tipo di tecnici per la ricerca degli altri scienziati.


Con loro c'era sempre da imparare, proprio per il loro stile di lavorare senza segreti e per la generosità con cui ti spiegavano e motivavano le decisioni del loro procedere. Se mi chiedete cosa mi mancherà di più di loro due, sul luogo di lavoro, ovviamente, allora la risposta è facile: le idee geniali. Di fronte ai problemi, anziché andare a cercare soluzioni difficili o impossibili, loro ti servivano su un piatto d'argento la soluzione semplice, quasi banale, che non riesci a capire come non ti è potuta venire in mente.

Quante volte sono entrato nel loro ufficio per chiedere al meccanico: vorrei un pezzo così e cosà e lui di tutta risposta mi chiedeva: spiegami cosa devi fare e dopo due mie parole, lui saltava dritto alla conclusione dicendo: ho già capito tutto e il mio problema era risolto. Dell'idraulico tutto-fare non dimenticherò mai la tranquillità: anche quando sei in problemi grossi, agitarsi ed affannarsi non aiuta certo a venirne fuori. E quando ci vedeva troppo agitati, ci prendeva e sprecava due minuti per farci ridere con una barzelletta delle sue. Quante volte mi è capito di accorgermi di aver montato un pezzo al contrario o di essermi dimenticato qualcosa e lui a dirmi: non vedo il problema, adesso che sai già come si fa, lo farai più velocemente.

Oggi quando li ho salutati mi venivano le lacrime agli occhi anche perché a fine mese se ne torneranno nei loro Paesi d'origine terminando una permanenza in Italia di svariati anni che però hanno sempre vissuto come una trasferta lasciando il cuore là, nel Paese dove sono nati.

Il mio augurio è di non stancarsi troppo, ora che le rispettive mogli li metteranno sotto a lavorare davvero!

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