
Il costo di 1 € all'ora non la rendono certo una soluzione economicissima, ma molto pratica in alcune situazioni. L'idea non è poi così originale dato che è già praticata in molte altre città europee, e finalmente è stata recepita anche in Italia, dove il bel tempo e l'alta frequentazione di turisti dovrebbero rendere questo servizio ancora più utile e fruibile.
Fino a qui solo buone notizie, so far, so good come direbbero gli inglesi. Peccato che nel primo mese di utilizzo sono state fatte sparire la bellezza di 50 biciclette, opportunamente segando l'apparato di sicurezza che le dovrebbe tenere legate nel ciclo-posteggio. Questo è sicuramente un segno che nonostante tutti gli sforzi di diventare più europei, gli italiani soffrono ancora di parecchie lacune difficili da colmare.
Ma volete sentirne un'altra? La notizia radiofonica riportava anche che l'ATAC, l'azienda che gestisce i trasporti pubblici nella capitale e anche il servizio di bike sharing, ha riportato un danno patrimoniale di 13 mila euro a causa del furto delle bici. Al momento non ho fatto subito caso, ma poi ho fatto un semplice conto: 13 mila diviso 50 fa 260 € a bicicletta. Allora io non sono un esperto in biciclette, ma sono quasi convinto che con un centinaio di euro si possa comprare una signora bici da città, magari non ultra-leggera in alluminio, ma di sicuro qualcosa di comparabile con le bici a disposizione dei cittadini romani e ben visibili nella foto.
Quasi quasi, scrivo una lettera all'ATAC offrendomi come fornitore di biciclette: gli faccio pure lo sconto, per 210 € gli vendo la bici e magari anche un lucchetto più solido.