
Lei: Buongiorno, sono F***a della *** di Milano, parlo con il Signor Bul****?
Io: Sì, sono io, mi dica.
Lei: La chiamo perché stiamo facendo un'indagine telefonica per conto dell'Università dell'Insubria in occasione del suo decennale. Posso rubarle qualche minuto del suo tempo?
Io: Va bene, volentieri... cominci pure
Così è iniziata una telefonata che ho ricevuto questa sera quando ero ancora in laboratorio. Per chi ancora non lo sapesse, io, come gran parte del unico-team, lavoro in un laboratorio di ricerca presso l'Università dell'Insubria. Università che mi ha anche laureato qualche anno fa...
Essere il soggetto di un'intervista telefonica non mi è un'esperienza completamente nuova, anzi, ma in questo caso la cosa mi ha particolarmente divertito perché l'intervistatrice non sapeva che in quel momento io mi trovassi proprio all'interno della struttura oggetto dell'intervista.
Le domande che mi ha rivolto sono le solite: come giudichi l'insegnamento ricevuto, consiglieresti questa struttura, ti ha aiutato ad entrare nel mondo del lavoro e così via. L'unica a cui non ho potuto rispondere è stata:
Sono sicuro che la signorina avrà messo la croce su una delle due risposte in modo da poter continuare a farmi domande, e temo che il mio messaggio di protesta non abbia raggiunto il suo obiettivo. E canzonando Ligabue direi: una vita da precario...
Essere il soggetto di un'intervista telefonica non mi è un'esperienza completamente nuova, anzi, ma in questo caso la cosa mi ha particolarmente divertito perché l'intervistatrice non sapeva che in quel momento io mi trovassi proprio all'interno della struttura oggetto dell'intervista.
Le domande che mi ha rivolto sono le solite: come giudichi l'insegnamento ricevuto, consiglieresti questa struttura, ti ha aiutato ad entrare nel mondo del lavoro e così via. L'unica a cui non ho potuto rispondere è stata:
Lei: E' contento della sua attuale occupazione?
(sono un articolo 2222 con l'INFN di Milano... già l'essere classificati con un numero di articolo non fa ben sperare...)
Io: Mediamente
Lei: Sì o no?
Io: Mediamente, nel senso che il lavoro che faccio mi piace da morire, è esattamente quello che sogno di fare nella vita. Ma la forma contrattuale assolutamente no! Con un contratto che scade ogni 20 mesi, non ci si può organizzare il futuro e uno non può continuare ad essere un precario fino alla pensione. Mi capisce?
Lei: Mi scusi devo insistere: Sì o no?
Io: Né sì, né no. La domanda è mal posta e così com'è non posso risponderle con un secco sì o no.
[... pausa di silenzio ...]
Lei: Va bene andiamo oltre...