Attenzione: questo post contiene alcuni luoghi comuni che potrebbero danneggiare la vostra salute. Leggere con cautela.
A commento dell'articolo pubblicato ieri, citavo l'esperienza del barbeque svizzero all'aperto offerto dall'amico Aldo, con non solo la griglia e i tavolini messi a disposizione dei cittadini, ma anche della legna offerta gratuitamente dal comune e ordinatamente disposta in una legnaia aperta. Vi immaginate una cosa simile in Italia? Il giorno dopo l'installazione è completamente vuota, e forse due giorni dopo i soliti ignoti si sono portati via pure la legnaia. Luogo comune?
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12 maggio 2012
11 maggio 2012
L'albergo di Igor
Chi viaggia per lavoro conosce la differenza tra gli hotel per turisti e quelli per professionisti: le esigenze delle due caratteristiche di ospiti sono totalmente diverse e giustamente i gestori si adattano. Qui a Brugg sono alloggiato in un centralissimo albergo che sembra fatto apposta per soste toccata e fuga come la mia. Se avessi dovuto giudicare preventivamente in base al prezzo, lo avrei classificato come superlusso, invece è solamente caro e niente più. Per carità io sono uno di quelli che tranquillamente andrebbe a dormire in una tende perché in queste occasioni l'unica cosa che mi serve è un letto comodo, una doccia, una presa per la corrente e un valore aggiunto sarebbe una connessione ad internet inclusa nel prezzo.
L'albergo in cui mi trovo ha tutte queste caratteristiche, tranne che per la connessione gratuita, quindi non mi posso lamentare. Forse la stanza è un po' troppo calda e per dormire mi tocca spalancare la finestra con conseguente aumento del rumore, che per me che sono abituato a dormire in campagna è una piccola tortura. Il portiere, che potrebbe anche essere il proprietario - non lo so, è di una gentilezza squisita. Gli ho chiesto se aveva un adattatore per le prese elettriche svizzere, visto che mi sono dimenticato il mio adattore universale e lui è stato felicissimo di prestarmene uno per l'intera durata del soggiorno. Questa mattina (ieri per chi legge) però, altri colleghi di conferenza mi hanno fatto notare che forse è un po' troppo gentile e hanno evidenziato una sua area inquietante. A ripensarci bene, forse non hanno tutti i torti e così questa sera mentre facevo la doccia ho sentito un rumore come se qualcuno stesse aprendo la porta. Non vi dico che scene da film mi sono passate per la testa mentre guardavo la tendina della doccia...
10 maggio 2012
Navigatore senza satelliti
E' ovviamente colpa mia, è inutile che cerco scuse. Se solo avessi il senso dell'orientamento un pochino più sviluppato mi sarebbe bastata una cartina e invece no, sono anni che mi baso sulla navigazione satellittare per i miei spostamenti. In genere non funziona male e solo ogni tanto mi ritrovo su percorsi impossibili che solo un chip al silicio poteva programmare.
Oggi (ieri per chi legge) ho preso la macchina e sono andato a Brugg nei pressi di Zurigo per partecipare ad una conferenza. Partendo ho inserito i dati della destinazione nel navigatore che ha calcolato il percorso e ha iniziato a tracciarmi la via. La batteria era parecchio scarica, così quando mi sono fermato alla dogana per acquistare la vignetta dell'autostrada, ho spento la macchina e il navigatore è morto. Poco male, quando riparto lo riaccendo, ma vedo che rimane la scritta "In attesa di un segnale GPS valido". Dopo 150 km la situazione è inalterata, io proseguo perché ricordo la strada, ma il navigatore continua a dirmi che sta aspettando il segnale. Ovvio che mi cresce la preoccupazione: fin tanto che è autostrada, me la posso anche cavare, ma comincio a chiedermi come farò quando dovrò orientarmi nella campagna zurighese senza nemmeno uno straccio di mappa. Preso dalla disperazione eseguo un hard-reset del dispositivo, ovvero lo spengo e lo riaccendo tenendo premuto il tasto per oltre 20 secondi. E istantaneamente il navigatore aggancia il segnale e mi porta a destinazione.
Il problema però è solo temporaneamente risolto perché al successivo spegnimento / riaccensione il problema era ancora lì. Navigando in rete dal cellulare scopro che purtroppo è un problema noto di quel tipo di navigatore che lo affligge da qualche tempo e che è necessario un aggiornamento se non lo si vuole resettare ogni volta che lo si accende. Adesso vedo se riesco ad aggiornarlo in qualche modo, altrimenti via di reset!
29 aprile 2012
Un Bruxelles andata e ritorno per favore

Partiamo dalla partenza! A momenti perdevo il volo easyJet, non tanto perché sono arrivato tardi al terminal, ma perché non è possibile aver già fatto il check-in online e dover rifare una coda chilometrica semplicemente per depositare il bagaglio. Con un ansia galoppante arrivo ai controlli di sicurezza e lì mi rendo conto di aver commesso un madornale tanto pacchiano errore: mi sono dimenticato il mio inseparabile coltellino svizzero nella tasca dei pantaloni. In un disperato tentativo, tento la fortuna e nascondo, l'oggetto proibito nello zainetto con il pc; la manovra evasiva ha successo e, il controllore distratto dalle mie scarpe che hanno fatto suonare il metal detector, lascia passare "l'arma".
26 aprile 2012
Mancano solo le ciabatte
E quasi tutto pronto, mancano solo le ciabatte in valigia e poi c'è tutto. Un micro post, che probabilmente a comprimerlo bene ci stava anche in un Tweet, per dirvi che oggi, domani e dopo non ci sarò. O meglio non sarò facilmente raggiungibile via web. Vado nel paese delle cozze, della birra e del cioccolato, ma credo che rimanderò questi piaceri a venerdì sera quando il mio impegno sarà terminato.
Per il momento vi saluto e come ho raccomandato ai miei figli: fate i bravi!
Per il momento vi saluto e come ho raccomandato ai miei figli: fate i bravi!
12 novembre 2011
Viaggiare troppo o troppo poco
Capisci che viaggi troppo quando anziché dire domani vado a San Francisco, ti annoti sull'agenda MXP → FRA → SFO. Ti rendi conto che viaggi troppo poco, invece, quando sbagli due volte la strada per arrivare all'aeroporto della tua città.
Io sono un pantofolaio, uno che aspetta tutta la settimana il week end non tanto per non andare al lavoro, ma per potersi godere in tutta tranquillità la propria casa, le proprie cose. Adoro stare a casa mia, ci passerei persino le vacanze se non fosse che il resto della mia famiglia non la pensa esattamente come me. Da due anni circa non viaggio quasi più (per lavoro), ma fino ad allora era una cosa incredibile, finivo una trasferta per iniziarne un'altra, scendevo da un treno per correre all'aeroporto.
Perché vi dico queste cose? Perché questa mattina ho accompagnato alla Malpensa mio suocero e mio cognato in partenza per le loro vacanze e sono riuscito a sbagliare due volte la strada. Una volta avevo il pilota automatico, salivo in macchina e senza accorgermi mi ritrovavo al banco partenze. Quando sono entrato al terminal ho riconosciuto l'odore, e poi tutta la gente che corre trascinandosi alle spalle i trolley d'ordinanza, quella fretta e frenesia che contraddistingue chi sta per partire. Come se non bastasse siamo persino stati fermati dalla polizia all'interno dell'aerostazione. Gli agenti, viste le nostre facce da terroristi ci hanno chiesto i documenti per un normale controllo di routine.
No, giuro che non mi mancano queste corse, le file al check-in e le attese al ritiro bagagli, preferisco la poltrona vicino al camino, mentre Giacomo costruisce un aereo con i mattoncini della Lego.
Io sono un pantofolaio, uno che aspetta tutta la settimana il week end non tanto per non andare al lavoro, ma per potersi godere in tutta tranquillità la propria casa, le proprie cose. Adoro stare a casa mia, ci passerei persino le vacanze se non fosse che il resto della mia famiglia non la pensa esattamente come me. Da due anni circa non viaggio quasi più (per lavoro), ma fino ad allora era una cosa incredibile, finivo una trasferta per iniziarne un'altra, scendevo da un treno per correre all'aeroporto.
Perché vi dico queste cose? Perché questa mattina ho accompagnato alla Malpensa mio suocero e mio cognato in partenza per le loro vacanze e sono riuscito a sbagliare due volte la strada. Una volta avevo il pilota automatico, salivo in macchina e senza accorgermi mi ritrovavo al banco partenze. Quando sono entrato al terminal ho riconosciuto l'odore, e poi tutta la gente che corre trascinandosi alle spalle i trolley d'ordinanza, quella fretta e frenesia che contraddistingue chi sta per partire. Come se non bastasse siamo persino stati fermati dalla polizia all'interno dell'aerostazione. Gli agenti, viste le nostre facce da terroristi ci hanno chiesto i documenti per un normale controllo di routine.
No, giuro che non mi mancano queste corse, le file al check-in e le attese al ritiro bagagli, preferisco la poltrona vicino al camino, mentre Giacomo costruisce un aereo con i mattoncini della Lego.
10 maggio 2011
Una camera singola
Questa sera ho preparato la valigia. Erano mesi che non ne facevo una per me. Fino a qualche anno fa, avevo la valigia sempre semi pronta perché con una media di una settimana di trasferta ogni due non puoi fare altrimenti. Poi ho cambiato lavoro e anziché andare in giro per i laboratori del mondo a fare gli esperimenti, ora il laboratorio ce l'ho attaccato all'ufficio e mi muovo molto più raramente.
Ma se prima una trasferta, una valigia e il dormire in una silenziosa camera singola erano una cosa normale e che facevo con il sorriso sulle labbra, adesso prendere e andare un po' mi pesa. Non tanto per il viaggio, ma per quelli che lascio a casa. Se Giulia è ancora troppo piccola per capire e la Tata sa che è solo per qualche giorno, so che Giacomo farà fatica ad addormentarsi nel vano tentativo di aspettare il suo papà.
Tranquilli, venerdì sera sono già di ritorno a casa. Una bella dormita e sabato andiamo tutti all'open day!
Magari vi starete domandando dove vado di bello... in Germania, ma i dettagli domani sera, ammesso che trovi una connessione ad internet!
Ma se prima una trasferta, una valigia e il dormire in una silenziosa camera singola erano una cosa normale e che facevo con il sorriso sulle labbra, adesso prendere e andare un po' mi pesa. Non tanto per il viaggio, ma per quelli che lascio a casa. Se Giulia è ancora troppo piccola per capire e la Tata sa che è solo per qualche giorno, so che Giacomo farà fatica ad addormentarsi nel vano tentativo di aspettare il suo papà.
Tranquilli, venerdì sera sono già di ritorno a casa. Una bella dormita e sabato andiamo tutti all'open day!
Magari vi starete domandando dove vado di bello... in Germania, ma i dettagli domani sera, ammesso che trovi una connessione ad internet!
19 marzo 2009
Siamo al centro del mondo
Il Giappone, per noi Europei, è proprio all'altro capo del mondo e non solo dal punto di vista puramente geografico. È qualcosa che non si riesce a capire fin tanto che non lo si prova di persona e solo allora si capiscono le facce dei turisti giapponesi mentre girano per le vie delle nostre città d'arte.
Vi siete mai chiesti, per esempio, perché continuano a scattare fotografie a ripetizione? Credo principalmente per due motivi. Primo perché tutte le cose anche quelle per noi più scontante, per loro sono totalmente nuove e inaspettate. Secondo perché quando sono in giro a fare i turisti, vengono catturati dalla mania della velocità e della premura; non si possono fermare e devono continuare a vedere e scoprire. Fare le foto di tutto gli permetterà una volta tornati nella loro normalità giapponese di rivedere tutto con calma.
Lo abbiamo provato con mano quando domenica scorsa siamo andati a fare una piccola escursione a visitare alcuni templi di pregevole fattura. La nostra guida ci ha sottoposto ad un tour de force massacrante (sotto alcuni aspetti ricordava la visita guidata che abbiamo fatto a Mosca). Non ci lasciava il tempo di gustare le cose, solo il tempo necessario per mettere a fuoco e scattare!
E la gente, anche quella è molto strana. Uso strana senza alcuna accezione negativa, ma solo per indicare la grande differenza che c'è tra noi e loro. Innanzitutto, il fortissimo rispetto che hanno degli altri. Rispetto espresso a parole e con i gesti. Rispetto fatto di lunghe frasi cantilenanti per dirti buon giorno e ripetuti inchini di ringraziamento. Rispetto a volte esagerato come indossare una mascherina per evitare di diffondere i propri batteri.
Cosa per noi occidentali del tutto incomprensibile è, per esempio, lo stare in assoluto silenzio mentre si viaggia in treno, perché a qualcuno potrebbe dare fastidio. Così quando salgono in metropolitana, mettono il cellulare in modalità silenziosa e per non perdere nemmeno un sms, lo tengono aperto davanti agli occhi pronti a rispondere.
Abbiamo visitato Tokyo che con i suoi 12 milioni di abitanti ospita un giapponese su dieci. I quartieri del centro, con i loro palazzi da 50 piani offrono una skyline davvero mozzafiato, ma il resto della città è costituito da tanti piccoli villaggi con abitazioni basse dai caratteristici tetti blu. Gli abitanti di Tokyo, finito il lavoro, si riversano per le strade, molte delle quali sono riservate al traffico pedonale e passeggiano sui marciapiedi attirati dai negozianti che dall'ingresso dei loro esercizi invitano tutti ad entrare.
I cartelloni pubblicitari, i maxi schermi e le luci colorate rendono Tokyo un'esperienza indimenticabile, proprio da cartone animato. Purtroppo noi l'abbiamo visitata di giorno, ma di notte deve essere qualcosa di magnifico.
Poi ci sono le manie, e i Giapponesi in fatto di manie non si fanno mancare proprio niente. A cominciare dall'elettronica: non esiste nessun Giapponese che non abbia un telefonino dell'ultimissima generazione, un lettore MP3, chiavina USB, telecamera, schermo al plasma... insomma sono dei veri e propri consumatori di elettronica. Esiste persino un quartiere intero della capitale chiamato Akabahara, ma soprannominato, specie dai turisti, città elettrica. Le vie sono tutte un susseguirsi di negozi pressoché identici che vendono tutti esclusivamente elettronica di consumo. Dalle schede di memoria ai computer, dai telefonini ai palmari, dai netbook miniaturizzati ai navigatori satellitari. Insomma tutto quanto serve per accontentare i loro insaziabili appetiti elettronici. Purtroppo questo paradiso elettronico è ultimamente diventato poco accessibile ai turisti europei, perché la crisi economica mondiale, ha reso il cambio € / ¥ sfavorevole e quindi tutto costa se non di più almeno uguale a quello che lo pagheremmo in Italia.
Altra mania è quella del Pachinko, ovvero la versione Giapponese delle slot machine. Purtroppo la fotografia scattata attraverso una vetrata è di pessima qualità e non ho potuto rifarla senza flash perché mi è stato caldamente suggerito da un inserviente di lasciar perdere. Il pachinko si gioca in grandi sale tipo casinò dove una musica da video gioco e dal volume assordante ti fa perdere la cognizione dello spazio e del tempo. Il gioco è tanto semplice quanto stupido: bisogna gettare delle sferette metalliche all'interno delle macchinetta e sperare che queste cadano nel buco giusto. Se questo succede, allora si vincono altre palline, altrimenti no. Il punto è che il giocatore non ha praticamente nulla da fare se non osservare queste palline cadere lentamente seguendo le strade ogni volta diverse disegnate dal movimento di alcune parti meccaniche. È una vera e propria droga, ci sono giocatori che entrano con uno zaino con cibo e bibite in mondo da trascorrere davanti alla slot il maggior tempo possibile senza doversi mai allontanare. Ovviamente le palline vinte non possono essere riconvertite in denaro all'interno del casinò, ma viene consegnata una specie di fiche che invece viene trasformata in denaro liquido in alcuni appositi sportelli appena fuori.
E poi ci sono i manga, ovvero i fumetti, con tutte quelle donne dalla faccia di bambine, vestite in modo molto succinto. Ci sono intere librerie piene di raccolte di manga, compresi anche quei pochi esempi conosciuti al grande pubblico occidentale, come Ken il guerriero. E non sono gli adolescienti gli unici o comunque maggiori lettori; sono proprio gli adulti che affollano le librerie e sfogliano avidamente le pagine illustrate. Agli appassionati di Manga, suggerisco questo canale su youtube... se vi piace il genere lo troverete imperdibile, se non vi piace, dimenticatelo...
La conclusione è che il Giappone è proprio un altro mondo e come mi diceva un amico, atterrare a Tokyo è la cosa più simile allo sbarco su Marte che un europeo possa fare.
Altre foto da sfogliare...
Vi siete mai chiesti, per esempio, perché continuano a scattare fotografie a ripetizione? Credo principalmente per due motivi. Primo perché tutte le cose anche quelle per noi più scontante, per loro sono totalmente nuove e inaspettate. Secondo perché quando sono in giro a fare i turisti, vengono catturati dalla mania della velocità e della premura; non si possono fermare e devono continuare a vedere e scoprire. Fare le foto di tutto gli permetterà una volta tornati nella loro normalità giapponese di rivedere tutto con calma.
E la gente, anche quella è molto strana. Uso strana senza alcuna accezione negativa, ma solo per indicare la grande differenza che c'è tra noi e loro. Innanzitutto, il fortissimo rispetto che hanno degli altri. Rispetto espresso a parole e con i gesti. Rispetto fatto di lunghe frasi cantilenanti per dirti buon giorno e ripetuti inchini di ringraziamento. Rispetto a volte esagerato come indossare una mascherina per evitare di diffondere i propri batteri.
Cosa per noi occidentali del tutto incomprensibile è, per esempio, lo stare in assoluto silenzio mentre si viaggia in treno, perché a qualcuno potrebbe dare fastidio. Così quando salgono in metropolitana, mettono il cellulare in modalità silenziosa e per non perdere nemmeno un sms, lo tengono aperto davanti agli occhi pronti a rispondere.
I cartelloni pubblicitari, i maxi schermi e le luci colorate rendono Tokyo un'esperienza indimenticabile, proprio da cartone animato. Purtroppo noi l'abbiamo visitata di giorno, ma di notte deve essere qualcosa di magnifico.
Poi ci sono le manie, e i Giapponesi in fatto di manie non si fanno mancare proprio niente. A cominciare dall'elettronica: non esiste nessun Giapponese che non abbia un telefonino dell'ultimissima generazione, un lettore MP3, chiavina USB, telecamera, schermo al plasma... insomma sono dei veri e propri consumatori di elettronica. Esiste persino un quartiere intero della capitale chiamato Akabahara, ma soprannominato, specie dai turisti, città elettrica. Le vie sono tutte un susseguirsi di negozi pressoché identici che vendono tutti esclusivamente elettronica di consumo. Dalle schede di memoria ai computer, dai telefonini ai palmari, dai netbook miniaturizzati ai navigatori satellitari. Insomma tutto quanto serve per accontentare i loro insaziabili appetiti elettronici. Purtroppo questo paradiso elettronico è ultimamente diventato poco accessibile ai turisti europei, perché la crisi economica mondiale, ha reso il cambio € / ¥ sfavorevole e quindi tutto costa se non di più almeno uguale a quello che lo pagheremmo in Italia.

La conclusione è che il Giappone è proprio un altro mondo e come mi diceva un amico, atterrare a Tokyo è la cosa più simile allo sbarco su Marte che un europeo possa fare.
Altre foto da sfogliare...
15 marzo 2009
Gluismo Giapponese
Credevate che il Gluismo fosse una mania solo del Vecchio Continente? E invece, quando meno ve lo aspettate guardate cosa succede nel Paese del Sol Levante ( 日本国) .
Per fare questa cose con le bacchette ho impiegato circa 10 minuti. Sono proprio negato e anche per mangiare devo sempre chiedere se hanno una forchetta altrimenti sarei rovinato.
Oggi visto che era domenica abbiamo approfittato per fare un giro turistico. Siamo andati a visitare un tempio Buddista e poi uno Scintoista le due più grandi religioni in Giappone. Abbiamo capito perché i Giapponesi quando vengono da noi a fare i turisti continuano a scattare fotografie a ripetizione: il motivo è che non possono fermarsi a gustare le cose che vedono perché sono posseduti da una fretta assassina che li obbliga a correre alla prossima attrazione. Quindi fotografano in modo da poter rivedere poi dopo...
Oggi visto che era domenica abbiamo approfittato per fare un giro turistico. Siamo andati a visitare un tempio Buddista e poi uno Scintoista le due più grandi religioni in Giappone. Abbiamo capito perché i Giapponesi quando vengono da noi a fare i turisti continuano a scattare fotografie a ripetizione: il motivo è che non possono fermarsi a gustare le cose che vedono perché sono posseduti da una fretta assassina che li obbliga a correre alla prossima attrazione. Quindi fotografano in modo da poter rivedere poi dopo...
13 marzo 2009
Domani sera mangio sushi

Ad ogni modo, in questi due giorni e mezzo di permanenza in Giappone, ho cercato ristoranti che servano anche dell'altro, ma questa sera è stata l'apoteosi. Insieme ad amici, sono entrato in un ristorante all'apparenza normale e dal quale proveniva un buon profumino di carne alla brace. Entranti ci siamo accorti che si trattava di un locale caratteristico dove i clienti si cucinavano da soli la carne su mini griglie roventi al tavolo. Un po' come la charbonnade in Francia.
Tutto bello all'apparenza, fin tanto che ci hanno portato la carne da cucinare! Non vi dico la reazione quando ci siamo accorti che erano solo frattaglie di pollo: fegato, cuore, stomaco, cul..., insomma tutte quelle altre parti che i ristoranti scartano in modo da poterti servire cosce, petti e alette. Il tutto per la modica cifra di 13 € circa a testa. Per la stessa cifra all'Esselunga di via Carloni, ci saremmo comprati tra 2 e 3 polli allo spiedo (interi) a testa. Gran bell'affare.
Domani, sushi! Non sarà il mio piatto preferito, ma almeno costa meno che in Italia!
11 marzo 2009
Primissime impressioni dal Giappone
Sono qui solo da poche ore, peraltro quasi tutte trascorse a finire di gran fretta il mio lavoro, eppure il Giappone mi ha già dato le sue prime impressioni. Innanzitutto, cosa che non sapevo e nemmeno dubitavo, i Giapponesi, come gli Inglesi, guidano dalla parte sbagliata della strada. Forse non è vero per tutto il Giappone, ma per lo meno lo è nel distretto di Ibaraki dove sono stato oggi. Dico che forse non è vero per il Giappone tutto, perché per altre cose, come per la distribuzione della corrente elettrica, esistono regole differenti a seconda del posto in cui ti trovi.
La seconda sensazione, piacevolissima, è la gentilezza delle persone. Me lo avevano detto, ma avevo sempre creduto fosse un'esagerazione, invece è tutto vero. Se chiedi un aiuto a trovare la strada, e non ti sanno aiutare sono più dispiaciuti loro di te. Dovevate vedere la scena oggi, quando l'autista del bus non ha potuto far salire a bordo un passeggero con biglietto perché tutti i posti erano già occupati. Il poveretto si è scusato mille volte e ha chiamato la centrale in modo che organizzassero subito una corriera straordinaria.
Poi la pulsantiera sulla sinistra della foto, con tanto di led luminosi verdi permette di impostare il riscaldamento dell'asse per evitare quella spiacevole sensazione di sedersi su una tazza gelata. Ti segnala quando viene emesso un dolce profumo per combattere la tua... e poi, funzioni principali, sono il getto spray e il bidet incorporato. Ovviamente ho dovuto provare l'ebbrezza, e la sensazione è veramente particolare anche se l'igiene è garantito. Non sanno proprio più cosa inventare, anche se il buon vecchio spazzolone mi avrebbe fatto comodo!
Per rassicurare i miei che mi immaginano già seduto a banchettare come un incosciente senza badare al colesterolo, questa sera (qui è già sera) ho mangiato solo pesce crudo, gamberetti e riso in bianco. Persino in quantità moderate!
Per ultimo, lo so che porterà sfortuna, ma visto che io sarò addormentato mentre starà succedendo, lasciatemi gridare: forza Inter!
There's no better way to fly

Tutto questo grazie ad una parolina magica che ha cambiato drasticamente il mio viaggio: upgrade, ovvero la promozione del mio biglietto da classe turistica a business class, ovvero dalle stalle alle stelle, da una concentrazione tipo sardine a comode poltrone, da un pasto servito in fretta e furia ad un menu di tre portate preparato da un chef (italiano) e accompagnato con champagne. E tutto questo perché ho chiesto un posto sul corridoio!!!
Vi spiego meglio, arrivato ieri mattina a Malpensa ho chiesto se mi potevano assegnare un posto sul corridoio almeno per il volo intercontinentale così da avere un po' più di libertà di movimenti. Purtroppo erano già tutti assegnati, ma la signorina teutonica mi ha consigliato di chiedere a Francoforte dove avevo uno scalo intermedio. Ovviamente ho chiesto, e un'altra signorina mi dice che purtroppo la collega di Milano ha detto il vero e che tutti i posti corridoio in classe economica erano occupati, ma non in business. Eccomi così promosso alla business e con posto corridoio!
Poltrone che si trasformano in letto e che ti massaggiano la schiena, hostess che ti consegnano il menu dal quale scegliere cosa mangiare e con quale vino accompagnarlo, televisore personale con sistema di enterteiment incorporato con tanto di Play Station. Insomma, per uno come me abituato ai viaggi della speranza, una sensazione del tutto nuova e decisamente indimenticabile. Già non so come farò per il ritorno, quando dovrò viaggiare insieme a tutti gli altri!
P.s. dopo vi racconto le mie impressioni sul Giappone, adesso faccio la doccia!
6 marzo 2009
Che bel viaggio

Lo scopo del viaggio era il solito di sempre: incontrare il resto della nostra collaborazione scientifica per discutere i progressi ottenuti negli ultimi mesi. Il caro amico Angelo ed io abbiamo condiviso il viaggio in auto tenendoci compagnia a vicenda, e devo dire che non ci siamo (almeno, questo vale per me) per niente annoiati. Angelo è una persona squisita, e fare un viaggio con lui è come studiare un milione di libri e ancora non basta... perché con lui c'è sempre qualcosa da imparare che non si trova in nessun libro.
Nel viaggio di ritorno abbiamo persino trovato un'abbondante nevicata nel tratto tra Basilea e il tunnel del San Gottardo che vedete in fotografia. Nella foto potete anche notare un cartello con l'indicazione della velocità massima. Infatti, temo che il mio portafoglio prenderà una bella allegerita, perché nonostante stessi viaggiando a non più di 85 km/h, ho visto un simpatico flash immortalare le nostre facce stupefatte.
Nel viaggio di ritorno abbiamo persino trovato un'abbondante nevicata nel tratto tra Basilea e il tunnel del San Gottardo che vedete in fotografia. Nella foto potete anche notare un cartello con l'indicazione della velocità massima. Infatti, temo che il mio portafoglio prenderà una bella allegerita, perché nonostante stessi viaggiando a non più di 85 km/h, ho visto un simpatico flash immortalare le nostre facce stupefatte.
16 febbraio 2009
Luna

La trama del sogno può essere riassunta più o meno così. Mi arrivava la proposta di prendere parte alla missione spaziale che avrebbe ringivorito il programma mondiale di viaggi con destinazione lunare. Notare che, nonostante la mia formazione scientifica, credo di avere nessuno o molti pochi dei requisiti richiesti per questo tipo di viaggi. Per dirne una, ho paura ad andare sulle montagne russe, quindi figuriamoci su una navicella spaziale. Manco a dirlo, alla proposta rispondevo affermativamente e venivo selezionato. All'inizio ero tutto eccitato dalla prospettiva, ma con il passare del tempo e l'avvicinarsi dell'evento cominciava a montarmi la tensione accompagnata da un paura strapazza budella. Per fortuna che il giorno prima della partenza i miei cari amici organizzavano una cassolata di saluto e di buona fortuna!
9 novembre 2008
7 novembre 2008
Gluisti a Praga
Vi siete mai domandati come mai le citta' piu' sontuose e dalle radici piu' antiche sorgono nei pressi di importanti corsi d'acqua? Se state pensando alla facilita' di trasporto fluviale, oppure all'irrigazione agricola o allo smaltimento delle acque reflue vi sbagliate di grosso. I nostri antenati erano molto piu' affezionati alla pratica gluista degli uomini contemporanei e quindi costruivano le loro case in luoghi comodi per esercitare il loro svago preferito.
Questi temi di rivelante importanza storica nonche' sociologica sono stati trattati in un incontro pubblico (ingresso libero, uscita a pagamento) tenutosi ieri sera, 6 Novembre 2008, nella romantica atmosfera del ponte di Charles a Praga. Ve ne riportiamo un breve riassunto multilingua (Italiano, Inglese e Francese).
Al termine della serata, alcuni presenti si sono subito cimentati nel lancio del sasso con esito piu' o meno soddisfacente. Prendetene visione e giudicate voi stessi.
Questi temi di rivelante importanza storica nonche' sociologica sono stati trattati in un incontro pubblico (ingresso libero, uscita a pagamento) tenutosi ieri sera, 6 Novembre 2008, nella romantica atmosfera del ponte di Charles a Praga. Ve ne riportiamo un breve riassunto multilingua (Italiano, Inglese e Francese).
Al termine della serata, alcuni presenti si sono subito cimentati nel lancio del sasso con esito piu' o meno soddisfacente. Prendetene visione e giudicate voi stessi.
Ottima trappola per turisti
Come gia' descritto nella puntata precedente, i nostri turisti per scienza si sono buttati in un viaggio birra-culinario nella Praga vecchia. Della citta' per il momento abbiamo visto molto poco, solo un paio di pregievoli piazze con chiese dalle fattezze di castelli. Il piatto forte della serata (e piatto non e' una parola a caso) e' stato un famosissimo ristorante del centro, dal nome impronunciabile e impossibile da ricordare. Un posto veramente fantastico, in gergo una trappola per turisti: una sequenza di sale, dallo stile simile a quello di una stazione ferroviaria con 360 coperti dove svelte e capaci cameriere trasportavano senza indugi chili e chili di carne di cuccioli di maiale cucinati a puntino per famelici clienti.
6 novembre 2008
A Praga
L'organizzatore, Jirka per gli amici e non, da il buon esempio e davanti ad una bionda (nel senso della birra) non si tira mai indientro anche dopo aver superato la soglia dei due litri e dovendo guidare per tornare a casa dalla moglie. Sara' per questo che si porta sempre dietro il cane, cosi' quando e' troppo pieno affida la guida al quadrupede, che in fondo e' anche il miglior amico dell'uomo e gli amici veri se vedono nel momento del bisogno.
Il nostro albergo rispetta la tradizione dei meeting di Rapsodi. Ubicato nella periferia di Praga e' un edificio in stile Soviet costruito sul casello di una trafficatissima autostrada. Anche solo l'idea di aprire le finestre per cambiare l'aria e' una mera utopia perche' il gia' scarso ossigeno verrebbe immediatamente sostituito dai simpatici odori della cucina cieca (l'albergo ha un ristorante la cui cucina si trova esattamente sotto la nostra finestra) e perche' il rumore del traffico renderebbe impossibile qualsiasi forma di comunicazione verbale.
L'ing ed io dividiamo una stanza doppia (sarebbe piu' corretto dire matrimoniale, ma potrebbe far insorgere dubbi circa le nostre abitudini...) dotata di arredamento finto massello con finiture rosso night club e persino una lampada modello abat-jur gigante che diffonde una piacevole luce rossa (vedi foto). Un comodo divano letto (indovinate di che colore?) ci permetterebbe persino di ospitare il Marcin, che pero' ha preferito condividere la sua camera con la guardia del corpo russa. A completare l'atmosfera da camera-da-bordello un servizio di accesso ad internet cablato ci permette di collegare i nostri laptop uno alla volta alla rete mondiale. E si perche' abbiamo portato con noi tanta di quella attrezzatura che potremmo costruire una piccola centrale nucleare, ma abbiamo lasciato a casa il ruoterino con punto di accesso wireless.
Di pregio anche il locale dove facciamo le presentazioni: nell'ampia sala che ospita una piscina coperta e riscaldata (una grossa Jacuzzi, piu' che una piscina) e' stato ricavato uno spazio sufficiente per una quindicina di persone. Potete immaginare come le condizioni climatiche in quella sala siano l'ideale per una conferenza: temperatura compresa tra 25 e 30 gradi, pavimento riscaldato, umidita' relativa del 99% e sudata appiccicosa assicurata dopo soli 30 secondi di permanenza all'interno.
Il programma per questa sera e' molto semplice, cartina alla mano acquistiamo un biglietto multiuso dei mezzi pubblici e ci buttiamo direttamente nella citta' vecchia per cercare un ristorante trappola-per-turisti con tanto di menzione sulla guide-de-routard e prezzi da pelle d'oca. Il tutto ovviamente innaffiato con della buona birra, che qui non manca, e, promesso, cercheremo di farla assaggiare anche all'Ing che non e' un noto bevitore.
Che altro dire, saluti da Praga!
25 settembre 2008
Hotel Sofia

Io sono un animale abitudinario, cosi' se non trovo posto al CERN, chiamo direttamente il mitico Hotel Sofia ** che sono sicuro avra' disponibilita' di camere, un letto comodo e un prezzo onesto. Questo albergo vive sulle spalle del CERN e dei suoi visitatori ai quali offre tariffe scontate. Quello che mi piace di piu' di questo posto e' la famigliarita': non solo la pensione e' condotta da moglie e marito, rispettivamente Madame Sofia e... bho, nessuno sa il nome del marito (c'e' persino chi insunua non sia suo marito...), ma l'aria che si respira e' quella di una famiglia allargata dove tutti si conoscono. Ieri sera quando sono rientrato intorno alle 23.30 ho visto una scena che difficilemente puo' accadere in qualsiasi altro hotel anche il piu' alla buona.
Recandomi all'armadietto dove sono appese le chiavi per ritirare la mia, noto che c'e' un post-it giallo attaccato sopra lo spazio dedicato alla camera 24 con scritto il seguente messaggio: Sono arrivato un po' piu' tardi del previsto. Non l'ho trovata qui alla recepetion (inteso la Madama) e quindi mi sono preso la 24, domani faro' il check-in. E la cosa piu' comica e' che questo messaggio era scritto in inglese, quando e' risaputo che la Madama non parla ne' capisce una parola in una lingua diversa dal francese. Io me lo immagino questo tipo, ovviamente ospite CERN, che sara' arrivato al Ginevra questa mattina, sara' stato in laboratorio tutto il giorno per poi ricordarsi alle 10 di sera che aveva promesso alla signora di arrivare nel pomeriggio. Una volta arrivato all'albergo, avra' aperto la porta ricordandosi il codice numerico dalla visita precedente (negli ultimi due anni il numero magico non e' mai cambiato) e cosi' su due piedi avra' deciso che la camera 24 era quella che faceva per lui.
Cose da pazzi, anzi da scienziati pazzi!
17 settembre 2008
Ancora Strasburgo

Questo pomeriggio e' stato abbastanza impegnativo, una bella e costruttiva discussione per decidere cosa fare e soprattutto come farlo e poi via, subito alla meta! Adesso onestamente sono un po' stanco, quindi cenetta tranquilla e poi a nanna, perche' domani sara' altrettanto intensa e attiva.
Un bacio alla mia mogliettina e alla sua super-panza!
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