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6 gennaio 2011

iTunes mi fa schifo

Trovata una valida alternativa ad iTunes. Leggi:


Scusate, lo so che queste pagine le leggono anche i bambini e che certi termini non andrebbero usati, ma vi assicuro che questo è il giudizio meno duro che posso esprimere sulla schifezza di programma che è iTunes.

Sulla carta dovrebbe essere il programma perfetto: consolida dietro un'unica interfaccia le vostre librerie video e musica che potete condividere con amici, vi permette di acquistare contenuti multimediali, potete navigare nel web e, cosa ancor più importante, gestire gli iCosi, ovvero iPod di qualunque natura, iPhone e iPad. E invece nella realtà - almeno questa è la mia impressione - riesce a mantenere poche di queste promesse e quando lo fa ci riesce in un modo talmente macchinoso e burocratico da sembrare un software francese. Non capisco perché Apple, che di solito fa le cose per bene, si sia incaponita fino a questo punto nel voler far usare iTunes per la gestione dei dispositivi. E purtroppo, non c'è quasi nessuna alternativa, il che è un incubo per chi come me utilizza linux e non ha a disposizione una versione del merdaTunes per quel sistema operativo.

Anni fa, quando abbiamo comprato il nostro primo iPod, l'esperienza con iTunes era stata a dir poco tragica. Per l'occasione avevamo dovuto installare windows su una virtual machine, poi una volta sì e una volta pure, quando connettavamo l'iPod al PC perdevamo completamente tutte le canzoni. Quando - stupidi anche noi - abbiamo acquistato il secondo iPod, i problemi sono più che raddoppiati perché iTunes riesce a gestire un solo iDispositivo e quindi per il secondo abbiamo dovuto fare un altro utente e duplicare la libreria musicale. Poi per fortuna, con gtkpod e Amarok siamo riusciti a rimettere le cose in sesto senza troppe complicazioni. Ma ora, con l'iPhone, la situazione è degenerata.

Oggi se non ho spaccato il pc è stato solo per un soffio. Non appena collegavo l'iPhone di mio cognato mi diceva che dovevo sincronizzare la libreria e se provavo a farlo mi diceva che avrei perso tutte le applicazioni che abbiamo regolarmente scaricato. Le ho provate tutte: trasferisci acquisti, gestisci manualmente, non sincronizzare la musica... Niente. Ma il vero problema è che per iPhone esistono ben poche alternative alla schifezza e praticamente nessuna per linux. Adesso vorrei fare un tentativo con libimobiledevice una libreria per linux che apparentemente dovrebbe permettere di accedere all'iCoso e di gestirlo quasi completamente direttamente da Linux e senza dover usare iTunes. Al momento è quasi esclusivamente una libreria, ovvero non esistono programmi specifici per l'utilizzo delle funzioni implementate, ma solo alcuni comandi da terminale e qualche plug-in per altri tool grafici. Lo provo, poi ovviamente vi faccio sapere. Qui sotto una video dimostrazione.




Scusate lo sfogo, ma adesso mi sento molto meglio.

Mille foto e occhi rossi

Quando ero un bambino mio papà era talmente fanatico di fotografia - quella vera con la pellicola - che si era costruito in cantina una piccola camera oscura per sviluppare e stampare in casa le proprie produzioni. Ricordo ancora le poche volte che sono stato ammesso in quel regno buio, dove solo una lampadina rossa poteva essere usata di tanto in tanto per far luce tra un'operazione e la seguente. Il tutto perché sviluppo e stampa erano un costo non indifferente. Oggi con le fotocamere digitali, nessuno pensa più al costo per scatto, anzi per ogni inquadratura tendiamo a premere l'otturatore più di una volta per essere sicuri della riuscita della foto senza magari pensare troppo a come poter migliorare la ripresa.

A casa mia, però, le foto anche se digitali, si devono stampare. Fosse per me le lascerei tutte sul pc o al più sul digital photo frame che mostra un continuo slide show. Ma per mia moglie una foto è tale, con tutto il suo carico di ricordi ed emozioni, solo se stampata e ben archiviata in un album, con magari una didascalia o per lo meno una data. Sia chiaro, ho un rispetto maniacale per tutte le foto che abbiamo scattato e sono tutte ben catalogate sul nostro computer e regolarmente backuppate, ma questo non basta a far felice mia moglie che una volta all'anno, in genere nel periodo Natalizio, fa una grande operazione di scelta e prepara una chiavetta USB piena zeppa di foto da stampare.

Quest'anno la situazione è stata drammatica, perché negli ultimi due anni non abbiamo fatto in tempo a fare questa grande scelta, e così ci siamo ritrovati con ben tre anni di foto da smaltire. Tre anni importanti visto l'arrivo del nostro primogenito. Tre anni corrispondono più o meno a mille cinquecento foto, che dopo la selezione si sono ridotte a circa 500 per la stampa. La selezione avviene non solo in base all'importanza della situazione, ma anche alla qualità dell'immagine e la rovina di molti primi piani sono quegli occhi rossi che non sempre il flash lampeggiante delle fotocamere moderne riesce ad evitare.

La schermata del plugin per la rimozione
automatica degli occhi rossi.
Ma qui arriva la tecnologia informatica. Quello che non si può fare all'origine, ovvero durante lo scatto, può sempre essere corretto off-line con un buon programma di foto-ritocco. Peccato che questi programmi siano tutt'altro che semplici da usare, o meglio per ottenere risultati apprezzabili bisogna sapere cosa si sta facendo e non basta cliccare a vanvera un po' qua e un po' là. Mi ha fatto piacere scoprire come Gwenview, il programma di visualizzazione immagini predefinito di KDE per Linux, oltre a far vedere le fotografie in tutti i modi possibili è anche in grado di eseguire piccole manipolazioni (da notare che queste sono lossless nel caso di jpg) come rotazioni, ritagli, regolazione dei livelli e anche rimozione automatica degli occhi rossi.

Questo è un plugin che può essere eseguito in modalità batch, ovvero su una serie di immagini in modo automatico, e - a differenza dei programmi complicati - ha solo tre opzioni: una consigliata e le altre due da provare solo se la prima ha mancato l'obiettivo. Ovvio che non sempre riesce nell'impresa e a volte confonde particolari rossi con occhi e li corregge con il colore di background, ma in una buona percentuale dei casi riesce nell'impresa come per esempio potete vedere nella foto qui sotto.

Esempio in cui l'eliminazione degli occhi rossi è perfettamente riuscita.
A destra l'immagine originale e a sinistra quella corretta.

E voi cosa fate, stampate le foto o le tenete solo sul pc?

5 gennaio 2011

La raccolta differenziata funziona

Chi mi conosce lo sa che sono un patito della raccolta differenziata. La Tata, mia moglie, rischia una crisi di nervi per tutte le volte stresso l'importanza di separare i rifiuti. Anche voi, cari lettori, avete già sperimentato questa mia passione, vedi articoli sui cartoni del latte, le lampadine e l'olio da cucina.

Forse sarò anche malato nella testa, ma la mattina mentre guido verso il lavoro, provo come una sensazione di orgoglio nel vedere all'esterno delle case i vari sacchi o cartoni ben impilati e pronti per essere raccolti. Visto che attraverso parecchi paesi e che ognuno di essi segue un calendario differente per la raccolta, vedo prima cumuli di carta, poi i bidoncini per la raccolta dell'umico, poi ancora quelli più grossi per il vetro o le lattine. Insomma uno spettacolo di immondizia!

Il Comune di Olgiate effettua ormai da svariati anni la separazione dei rifiuti con raccolta porta a porta e ad inizio anno distribuisce a tutti i residenti un calendario con le date dei vari passaggi. Quest'anno c'è una novità: il ritiro dei rifiuti non differenziati, ovvero quelli che si chiamano i rifiuti solidi urbani, avverrà una sola volta alla settimana (lunedì) anziché due volte come in precedenza e questa è la miglior prova che la separazione all'origine funziona e sta dando i suoi frutti. Ogni tanto c'è qualche piccolo problema, per esempio ieri era in programma la raccolta della carta e del cartone, in genere molto abbondante dopo le festività natalizie, ma a causa di qualche disguido la raccolta non è stata eseguita. Niente paura, perché nemmeno 24 ore dopo e il problema era già risolto e il paese completamente ripulito dalla carta.

Se dovessi suggerire dei miglioramenti al già molto attivo Ufficio Ambiente, allora consiglierei di installare in alcuni punti strategici del paese dei contenitori per la raccolta dei rifiuti altamente inquinanti, come le pile, le batterie e le lampadine di nuova generazione. E' vero che è sempre possibile portare personalmente questi rifiuti presso l'isola ecologica comunale, ma questo è possibile farlo solo durante gli orari di apertura e, spesso, richiede di andarci appositamente. Io, per esempio, quando ho delle batterie scariche da smaltire le metto in auto perché proprio fuori dal mio ufficio è stato installato un contenitore per la raccolta differenziata.

Altra cosa gradita sarebbe un foglio illustrativo, come una sorta di istruzioni per l'uso, perché non è sempre e sopratutto non lo è per tutti, perfettamente chiaro cosa va riciclato e come, e cos'altro invece non può esserlo.

Permettetemi di concludere con uno slogan: Io non rifiuto: io riciclo!

Primo Custom Firmware per PS3

Mamma mia che agitazione! Tutta la cosiddetta scena è in subbuglio e le notizie, indiscrezioni e novità si susseguono a velocità esorbitante. Era agosto quando per la prima volta la regina delle console, la fino ad allora  sicurissima, PS3 veniva violata e attraverso un meccanismo un po' macchinoso era possibile caricare ed eseguire software arbitrario, tra cui ovviamente programmi in grado di caricare copie di backup dei propri giochi. Sony ha reagito prontamente e nel giro di pochi giorni, un aggiornamento del firmware aveva bloccato tutto e di fatto limitato il problema a pochi affezionati pronti a rinunciare al gioco on-line pur di conservare la possibilità di eseguire gli homebrew.

Qualche giorno fa, però compare un'altra notizia che sa del clamoroso, alcuni hackers molto noti sulla scena tra cui anche geohot (quello dell'iPhone), hanno scoperto le chiavi private utilizzate da Sony per la firma digitale del loro software autentico. Apparentemente sembra che Sony abbia preso troppo alla leggera l'applicazione del protocollo di cifratura e così boom ecco che le chiavi top-secret fanno la loro comparsa sul web. I meno tecnologici si staranno chiedendo: "e allora?" La risposta andrebbe di per sé articolata molto in dettaglio, come per esempio trovate qui in inglese, ma per farla breve, la conseguenza più ovvia è che ogni sviluppatore può scrivere il suo bel software, firmarlo digitalmente utilizzando la chiave privata e farlo tranquillamente eseguire dalla PS3 che lo riconoscerà come un software legittimo. Qualsiasi software, dal più semplice "Hello World" persino ad un nuovo sistema operativo (firmware) con caratteristiche appositamente progettate dagli utenti.

Manco il tempo di dirlo e KaKaRoTo, altro guru, scrive il primo Custom Firmware (CFW) version 3.55 per la PS3. Al momento si tratta di poco più di una prova di concetto (PoC), ma in cui si vedono già interessanti sviluppi futuri. Infatti KaKaRoto ha inserito di default la possibilità di installare pacchetti sviluppati dagli utenti direttamente dalla XMB senza dover utilizzare nessun dongle o altro dispositivo. Lo scopo di KaKaRoTo & Co. è quello di creare una versione del sistema operativo della PS3 che renda facile la vita di quella montagna di  sviluppatori che si sono sentiti traditi da Sony quando la multinazionale dell'enterteiment ha deciso di eliminare la possibilità di installare sulla console altri sistemi operativi, tra cui ovviamente linux.

Come evolverà la situazione da qui in avanti è difficile da predire con certezza vista la rapidissima evoluzione in atto. Certo è che la reazione di Sony non potrà essere così veloce come lo era stata per la falla precedente. Toppare questo buco non è impossibile, ma, a detta degli esperti, molto e molto difficile e per gli hackers il divertimento è appena cominciato! Se vi sentite in grado di unirvi ai "cattivi" allora la prima cosa che dovete fare è installare Rebug, una virtual machine con linux che vi permetterà di scrivere codice per la PS3, se invece non siete così coraggiosi, vi consiglio di aspettare qualche giorno quando la situazione si sarà normalizzata e cominceranno ad esserci le prime importanti release per il grande pubblico.

4 gennaio 2011

Per molti, ma non per tutti!

Mentre cercavo di capire cosa facesse di tanto speciale questo programma per Windows e come mai non ne esistesse una versione anche per il sistema operativo con il pinguino, mi sono imbattuto in una richiesta di aiuto sull'ubuntu forum che mi ha veramente fatto morire dal ridere.

Il post originale in inglese lo trovate qui, ma se mi permettete ve ne faccio un breve riassunto. Il tipo in questione, un utente Windows con il desiderio di provare Linux, voleva formattare la sua scheda SD con un file system che fosse più Linux-friendly, ovvero trasformarla da NTFS a FAT.

Cercando queste parole chiave su google, si è imbattuto in un forum per esperti in cui viene fornita l'istruzione da linea di comando per formattare un qualunque dispostivo usando il comando mkdosfs. Il niubbo, non stava più nella pelle di provare l'ebbrezza di essere un geek che scrive i comandi in un terminale, infila il suo bel cd con Ubuntu, fa partire la versione live - senza installazione - e tutto eccitato apre il terminale.

Sul forum per esperti veniva usato come esempio di device da formattare /dev/sda e il nostro caro utente cosa deve aver pensato: come volete che si chiami il primo dispositivo SD in linux? /dev/sda1 ovviamente. Detto fatto, mkdosfs -F 32 /dev/sda1 e la formattazione parte, impiega un bel po' e finisce con successo. Peccato che la scheda SD è rimasta non formattata perché navigandoci dentro con l'interfaccia grafica, tutti i file precedenti apparivano ancora lì.

Allora, confidando nell'aiuto della user community scrive sull'ubuntu-forum illustrando nel dettaglio il problema, fin tanto che un geek, stavolta uno di quelli veri, gli dice: "Ma /dev/sda è un dispositivo SATA, non può mica essere un SD? Non è che hai formattato il tuo hard disk con windows?"

Linux, per molti, ma non per tutti!

3 gennaio 2011

Avatar un anno dopo

Di questi tempi, esattamente un anno fa, faceva il suo debutto Avatar, il film spazza-ogni-record-precedente del regista James Cameron, il quale non è nuovo a questi successi visti i precedenti come Titanic. C'è voluto appunto un anno, prima che io riuscissi a vederlo, a casa in DVD, perché da amante che sono delle serie Tv faccio fatica a vedere un film, specie quando questo dura oltre due ore.

Prima di guardarlo mi sono un po' documentato, il che vuol dire che mi sono letto la pagina di wikipedia del film, non tanto per scoprire quanti miliardi di dollari avesse già incassato, ma piuttosto per sapere in anteprima quali erano state le reazioni della critica. Devo dire che, pur non essendo un critico, è facile appoggiare le tesi sposate dalle opinioni negative, tipo il fatto che la trama sia altamente prevedibile. In effetti, minuto dopo minuto, è chiaro cosa andrà a succedere anche senza essere un veggente e senza aver letto la trama. Se devo dire la verità, l'unica cosa che mi ha stupito è stata la morte della dottoressa Grace (Sigourney Weaver) che dopo anni di esperienza con gli Alien sembrava aver imparato a sopravvivere a qualunque ostacolo...

2 gennaio 2011

mmxi

Il 2011 è già cominciato da una trentina d'ore e va ancora tutto bene; ad essere onesto, niente di particolarmente eccitante e solo un paio di brutte notizie apparse sui giornali.

Giacomo con Nonno, Zio e Shrek.
Il piccolo Jack, che qui vedete in una fotografia di posa con il suo gigante cartonato preferito, ha festeggiato per la terza volta il Capodanno, ma questa è stata la prima volta con la cognizione della paura. Si sa, i bambini sono senza paura, vivono in un mondo in cui i pericoli sono invisibili e sembrano dimostrare coraggio da leoni. Giacomo si arrampica sulle scale a pioli e ammassa sgabelli sopra sedie e tavolini senza la minima preoccupazione, ma appena sente lo scoppio di un petardo corre terrorizzato da mamma e papà stringendosi la pancia con le mani. Abbiamo scoperto questa sua paura l'estate scorsa quando siamo andati a vedere uno spettacolo pirotecnico dal quale però siamo dovuti scappare con largo anticipo.

Ieri notte è stato l'inferno, ad ogni minimo botto, si nascondeva preoccupato e si è persino messo a letto da solo - cosa più unica che rara - nel tentativo di sfuggire ai terribili fuochi d'artificio.

Questa fobia passerà, magari non l'anno prossimo, ma di sicuro gli passerà. Pensate però a quei bambini che hanno vissuto la loro infanzia tra i fragori delle esplosioni di bombe, granate e mine, che di sicuro non sono scoppi di gioia, per loro ogni Capodanno è un tragico ricordo di quello che hanno invano cercato di dimenticare.