Cerca nel blog

Loading

2 agosto 2010

Come smaltire l'olio da cucina

Visto il grande successo dei cartoni del latte, ecco una nuova finestra aperta sul mondo del riciclo: come si smaltisce l'olio da cucina? L'idea mi è venuta leggendo una nota di un'amica su Facebook che diceva che un solo litro di olio da cucina usato per una bella frittura estiva può inquinare fino ad un milione di litri di acqua. In realtà il sempre ben informat(ic)o Paolo Attivissimo ha tenuto a precisare che un litro d'olio non contamina un milione di litri di acqua, ma più semplicemente la rende non potabile a causa del cattivo gusto.

Il messaggio di base è però verissimo: buttare l'olio usato per il fritto o quello dei vasetti sott'olio nello scarico del lavandino è assolutamente qualcosa da evitare. Ma allora cosa si deve fare? L'olio deve essere smaltito seguendo una procedura particolare e in Italia, come in ogni stato membro dell'Unione Europea, esiste un consorzio (Conoe) che se ne prende cura. L'olio da cucina deve venir trattato allo stesso modo dell'olio usato nei motori e quindi ristoranti e officine, come ogni abitazione dotata di cucina, dovrebbe provvedere al suo corretto smaltimento. Ovvio che per una realtà industriale, dove le quantità in gioco sono decisamente  più rilevanti, il corretto smaltimento assume una maggior importanza, ma non bisogna sottovalutare l´impatto delle piccole utenze domestiche.

La soluzione è raccogliere l'olio usato, ovviamente dopo averlo fatto raffreddare, in un contenitore per liquidi, come per esempio quello dell´ammorbidente/detersivo che in genere è abbastanza capiente, e poi portarlo all'isola ecologica del vostro comune. È opportuno verificare se il vostro comune dispone di un'isola ecologica e se questa sia attrezzata per la raccolta dell'olio, qui per esempio trovate le info relative alla piattoforma ecologica di Olgiate Comasco. Attenzione che raccogliere l'olio e poi buttarlo nei rifiuti solidi misti è altrettanto sbagliato e quindi da evitare.

Dal vostro centro di raccolta, tutto l'olio esausto verrà inviato ad una ditta specializzata per lo smaltimento e il recupero. Per esempio, Eco-Rec è una di queste ditte e sul loro sito potete trovare anche come quest'olio viene rivalorizzato come fonte di energia o ri-impegnato nella produzione di sapone. Sì, avete capito bene, è possibile fare del sapone e potete persino farvelo anche in casa seguendo una semplicissima ricetta, che vi riporto testualmente da Wikipedia:

Per la sintesi del sapone si utilizzano 10 g di olio di oliva posti in un becker e ad essi si aggiungono 5 g di idrossido di sodio in 40 ml di una soluzione acqua-alcol al 50% (20 ml di acqua e 20 ml di alcol). Si scalda il tutto per circa 45 minuti agitando continuamente. A parte si prepara un'altra soluzione acqua-alcol da aggiungere di volta in volta. Dopo un po' si aggiunge tutto ad una soluzione di 150 ml di acqua e cloruro di sodio fredda. Questa serve ad innalzare la forza ionica e a favorire la precipitazione del sapone. Si filtra il precipitato e lo si asciuga in stufa. Questo è il metodo per una completa saponificazione dell'olio (sia esso derivante dalle olive o da altra fonte animale e/o vegetale)
Gl ingredienti principali del sapone sono olio di oliva di seconda o terza spremitura (le cosiddette "sanse") e glicerina. Al posto dell'idrossido di sodio per la saponificazione si usa talvolta la lisciva, una soluzione meno caustica, derivante da una soluzione filtrata di acqua e cenere di legna; la glicerina è un componente naturale che si forma per saponificazione dei trigliceridi degli oli vegetali o dei grassi animali

Certo che per una realizzazione domestica, dovete sostituire al becker un contenitore in vetro resistente al calore e all´idrossido di sodio (NaOH) sostituite la lisciva, che anch´essa può essere fatta in casa partendo dalla cenere del camino. Il cloruro di sodio è il nome scientifico del comune sale da cucina e quindi dovrebbe essere già presente in quantità anche nella vostra cucina.
.

Chiunque può lasciare commenti su questo blog, ammesso che vengano rispettate due regole fondamentali: la buona educazione e il rispetto per gli altri.

Per commentare potete utilizzare diversi modi di autenticazione, da Google a Facebook e Twitter se non volete farvi un account su Disqus che resta sempre la nostra scelta consigliata.

Potete utilizzare tag HTML <b>, <i> e <a> per mettere in grassetto, in corsivo il testo ed inserire link ipertestuali come spiegato in questo tutorial. Per aggiungere un'immagine potete trascinarla dal vostro pc sopra lo spazio commenti.

A questo indirizzo trovate indicazioni su come ricevere notifiche via email sui nuovi commenti pubblicati.

4 commenti:

  1. e gli scarti di soda dove li butti nel lavandino? perchè o sei una mgo e fai tutto stechiometrico nel pentolino oppure mi butti la soda negli scarichi..così poi al posto di inquinare l'acqua con l'olio mi brucio il tubo di scarico con la soda..veramente geniale..

    RispondiElimina
  2. tu butti la soda negli scarichi? io l'aggiungo al campari così faccio il campari-soda!

    A parte gli scherzi, non la vedo così drammatica la cosa. La soda caustica è normalmente utilizzata in prodotti come l'idraulico liquido per pulire gli scarichi otturati. Più che dei tubi mi preoccuperei di mani e occhi che possono risentirne parecchio se vengono in contatto con l'idrossido di sodio. Per questo motivo, lascerei la produzione di sapone in secondo piano, rispetto al conferimento dell'olio usato nella tua isola ecologica.

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  4. credo che la soda non inquina, ma rende l'acqua più alcalina, se poi incontra un acido forma dei sali come il comune sale da cucina, infatti mescolando la soda caustica con l'acido cloridrico si ottiene ............... acqua salata, sembra incredibile, ma è proprio così, credo comunque sia più pratico conferire l'olio all'isola ecologica.

    RispondiElimina

Chiunque può lasciare commenti su questo blog, ammesso che vengano rispettate due regole fondamentali: la buona educazione e il rispetto per gli altri.

Per commentare potete utilizzare diversi modi di autenticazione, da Google a Facebook e Twitter se non volete farvi un account su Disqus che resta sempre la nostra scelta consigliata.

Potete utilizzare tag HTML <b>, <i> e <a> per mettere in grassetto, in corsivo il testo ed inserire link ipertestuali come spiegato in questo tutorial. Per aggiungere un'immagine potete trascinarla dal vostro pc sopra lo spazio commenti.

A questo indirizzo trovate indicazioni su come ricevere notifiche via email sui nuovi commenti pubblicati.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...