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21 dicembre 2011

La roadmap è giunta al termine, la risoluzione dell'incidente continua


Con qualche giorno di ritardo rispetto alla dichiarazione di raggiungimento della condizione di spegnimento a freddo, arrivano anche i documenti in versione inglese che hanno motivato queste affermazioni. Li trovate a questo indirizzo. Di fatto questa è l'ultima volta che sentiremo parlare della roadmap, perlomeno intensa come questo piano di recupero su due fasi e focalizzato sul riportare nel breve termine in condizioni di stabilità l'impianto incidentato.

Reattori, raffreddamento e stabilità

Il sommario molto stringato della situazione è presentato nella pagina riportata qui a lato e che andiamo a commentare insieme. Viene ribadita per l'ennesima volta che lo stato attuale dei reattori dall'1 al 3 non può propriamente essere considerato di spegnimento a freddo, poiché quello si riferisce ad un reattore in buono stato di salute. Si parla di una condizione equivalente a quella di uno spegnimento a freddo, in cui la temperatura della parte inferiore del vessel di pressione (RPV) è sotto i 100 gradi e le nuove emissioni sono ridotte in modo da non eccedere il limite di 1 milliSv/annuo all'esterno dell'impianto. Per quanto riguarda le nuove emissione, abbiamo già affrontato il problema in dettaglio in questo approfondimento, ma vale la pena vedere la situazione di esposizione per i lavoratori. Il limite massimo di esposizione che era stato innalzato in occasione dell'emergenza a 250 milliSv/anno è stato ridotto a 100 milliSv/anno (in condizioni normali il limite Giapponese per i lavoratori è di 50 milliSv/anno, mentre in Italia è 20 milliSv/anno). Questa riduzione di limite è da intendersi "flessibile", infatti potrà essere ri-innalzata a 250 milliSv/anno in caso di incidenti e emergenze che richiedano l'intervento di personale per ripristinare il raffreddamento dei reattori o di lavorare in luoghi caratterizzati da ratei di dose superiori a 100 microSv/h.
Inoltre, visto che i contaminanti nell'aria della centrale sono al di sotto dei valori previsti dai regolamenti interni per l'utilizzo delle maschere pieno facciali, TEPCO ha previsto che lavoratori impegnati in zone "sicure" possano indossare maschere mezzo-facciali al fine di ridurre il carico di lavoro.

Per quanto riguarda la temperatura dell'RPV è da notare come, in assenza di un vero e proprio raffreddamento a circuito chiuso, questa non sia necessariamente rappresentativa della temperatura del combustibile nucleare. A questa TEPCO ha aggiunto anche la temperatura atmosferica all'interno del PCV, il contenimento primario che contiene al suo interno il contenitore di pressione. Questa, insieme alla stima del livello di acqua all'interno del PCV, sono l'unica indicazione che l'eventuale corio (la miscela di combustibile nucleare, barre di controllo, lega di zirconio e acciaio) fuoriuscito dall'RPV e accumulato nel PCV  sia raffreddato (leggi approfondimento).

Raffreddare non basta, bisogna anche garantire che un possibile incidente nel futuro prossimo possa essere affrontato dall'impianto incidentato senza subire ulteriori danni. Nello schema a lato, per esempio come hanno ricostruito il sistema di raffreddamento per il reattore 3. Ci sono tre pompe per l'iniezione installate sulla collina a 35 metri rispetto il livello del mare e altre 3 pompe d'emergenza pronte ad intervenire in caso di necessità. A queste vanno aggiunte 6 autopompe che possono sopperire in caso di guasto alle precedenti.
Ci sono svariate sorgenti d'acqua, sia riprocessata dal sistema di decontaminazione come avviene normalmente sia di acqua filtrata da usare in caso di emergenza. Per il reattore 3 è stata preparata anche la cisterna del sistema di condensazione della piscina di soppressione da utilizzare nel futuro prossimo e per il momento solo in caso di emergenza.
Ogni reattore riceve energia elettrica da più linee e le pompe di emergenza a monte possono anche essere alimentate da generatori diesel dedicati. Analoga ridondanza è stata pensata anche per il sistema di iniezione di azoto che ricordiamo ha lo scopo di rendere inerte l'atmosfera all'interno sia del vessel di pressione sia di quello di contenimento per scongiurare l'accumularsi di idrogeno sopra i livelli di infiammabilità. Anche il sistema per l'iniezione di acido borico all'acqua di raffreddamento presenta una struttura complessa e ridonante.

Il trattamento dell'acqua contaminata

Il fatto di non avere un sistema di raffreddamento a circuito chiuso per i reattori da un lato si traduce nella difficoltà di stimare la temperatura del nocciolo e dall'altro è la causa delle grandi quantità di acqua fortemente contaminata. Per il trattamento di quest'acqua, nel corso dei mesi sono stati installati diversi sottosistemi per il trattamento: dagli apparati per la rimozione del cesio, a quelli per la rimozione dei sali per osmosi inversa e per la termo-distruzione con sistemi evaporativi. Nello schema semplificato a lato vedete tutto quanto è stato installato fino ad oggi e in linea di massima il funzionamento dell'impianto.

Oltre agli impianti in sé, sono stati costruiti e installati sistemi per lo stoccaggio dell'acqua parzialmente e totalmente trattata oltre che ad uno deposito temporaneo per la messa in sicurezza dei rifiuti secondari prodotti, in modo particolare per le torri utilizzate come filtri per la rimozione del cesio.

Qualche giorno fa, aveva generato parecchia risonanza mediatica l'intenzione di TEPCO di scaricare a mare acqua contaminata. In effetti non era ben chiaro di quale acqua si stesse parlando, se decontaminata o meno, ma la reazione delle associazioni dei pescatori non si era fatta attendere. In questo documento TEPCO chiarisce la situazione ed afferma che non effettuerà alcun sversamento in mare a meno di estrema necessità e solo dopo aver ottenuto il benestare delle autorità competenti. Ecco lo stralcio di documento a riguardo:

TEPCO will implement necessary consideration of liquid waste management countermeasures as below and prepare them. Hence, TEPCO will not release radioactive contaminated liquid water to the ocean except in the cases of utmost necessity.
* Drastic countermeasures against underground water inflow into the reactor building etc. in order not to increase contaminated water.
* Measures to improve the treatment ability of accumulated radioactive water processing facilities and measures to keep stable operation of them, including alternative facilities in case of trouble.
* Measures to install more facilities on the land etc. to manage radioactive accumulated radioactive water.

TEPCO does not and will not release radioactive contaminated water to the ocean without the understanding and  agreement among the related ministries and agencies.


Da qui in avanti

La roadmap è conclusa e termina anche il compito dell'apposito ufficio integrato TEPCO-Governo per la gestione dell'emergenza. Il nuovo ufficio dovrà stabilire il piano nel medio e lungo termine che dovrà basarsi sui punti seguenti.

  • Delineare un piano da qui alla fine del decommissionamento.
  • Definire un piano di ricerca e sviluppo per garantire il completo rientro dell'incidente.
  • Assicurare un numero sufficiente di lavoratori presenti sul sito, sia da TEPCO sia da ditte esterne e allo stesso tempo migliorare le condizioni di lavoro. 
  • Migliorare l'affidabilità dei sistemi installati durante l'emerngenza, come i sistemi per l'iniezione dell'acqua nei reattori e quelli per il trattamento dell'acqua contaminata.
  • Iniziare la rimozione del combustibile esausto dalle vasche entro 2 anni.
  • Iniziare la rimozione del combustibile fuso dai reattori entro 10 anni. 
Il piano nel dettaglio non è ancora disponibile, ma sappiamo che sarà particolarmente difficile e speriamo che non ci siano grossi intoppi lungo la sua esecuzione e che finalmente si riuscirà a chiudere il disastro nucleare di Fukushima.

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3 commenti:

  1. Il margine per le barre esauste nelle piscine è così ampio perchè non è rimasto abbastanza a lungo a decadere?
    Se così non fosse la difficoltà qual è?

    RispondiElimina
  2. Ciao Massimo C , credo che sia più che altro un esigenza tecnica. Per poter rimuovere le barre dalla vasca in genere si procede con un cask e tutto il trasferimento avviene sotto battente d'acqua per garantire la schermatura delle radiazioni. Inoltre si deve fare attenzione a non danneggiare le strutture. 

    Nel caso di Fukushima tutto deve essere fatto con estrema cautela, l'acqua della piscina oltre ad essere contaminata potrebbe (quasi sicuramente) contenere detriti delle esplosioni che negli spostamenti possono danneggiare le barre. E poi c'è la necessità di verificare che le strutture necessarie per lo spostamento (carro ponte in primis) siano ancora funzionanti per il numero 2, mentre per gli altri è probabilmente necessario costruire una protezione per evitare nuove dispersioni. 

    Insomma diciamo che c'è tanto lavoro da fare...

    RispondiElimina
  3. Oltre a quello che ti dice toto sotto, stampa questa foto e appiccicala al PC, per tutta la gestione di questa emergenza è lei che comanda il gioco.
    Principalmente gli elementi non li puoi gestire a secco senza raffreddamento sino a quando sei sicuro che il calore di decadimento non si disperda senza danneggiare la barra. In questo caso le barre sono probilmente già danneggiate, per cui la cosa è ancora più delicata.

    Fukushima sono LWR (Light Water Reactors) - BWR (Boiling Water Reactors).

    La secdonda foto è la curva che ha causato l'incidente stesso dal 11 al 17 marzo 2011.
    Ciao SM

    RispondiElimina

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