Di recente pubblicazione il rapporto preliminare dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO) circa le dosi di radiazioni ionizzanti stimate alla popolazione Giapponese a seguito dell'incidente di Fukushima Daiichi. Il rapporto, che è ancora preliminare e di cui arriverà la versione finale entro la fine del 2012, arriva dopo oltre un anno dall'incidente e contiene l'elaborazione di una vasta mole di lavoro.
Innanzitutto il team di esperti che ha collaborato alla stesura del documento haconsiderato in modo approfondito e dettagliato tutte le varie possibili forme di esposizione alle radiazioni ionizzanti:
Il risultato del rapporto, che potete leggere in forma integrale direttamente dal sito dell'organizzazione, è che fatta esclusione per due cittadine, tra cui Namie, la dose alla popolazione è rimasta contenuta, in particolare grazie anche alla tempistica attuazione delle misure protettive raccomandate in caso di emergenze nucleari:
L'intervista dopo il salto...Innanzitutto il team di esperti che ha collaborato alla stesura del documento haconsiderato in modo approfondito e dettagliato tutte le varie possibili forme di esposizione alle radiazioni ionizzanti:
- irraggiamento esterno da nube (cloudshine)
- irraggiamento esterno da suolo (groundshine)
- irradiazione interna da inalazione
- irradiazione interna da ingestione
Il risultato del rapporto, che potete leggere in forma integrale direttamente dal sito dell'organizzazione, è che fatta esclusione per due cittadine, tra cui Namie, la dose alla popolazione è rimasta contenuta, in particolare grazie anche alla tempistica attuazione delle misure protettive raccomandate in caso di emergenze nucleari:
- ricovero al chiuso
- distribuzione iodio stabile ai centri di raccolta (reso disponibile nei centri coordinamento soccorsi per essere distribuito qualora le autorità avessero raccomandato l’adozione di questa contromisura. La raccomandazione non è stata data probabilmente sulla base delle proiezioni di dose alla popolazione e sembrerebbe di capire che ci siano state solo alcune sporadiche somministrazioni di iodio stabile)
- evacuazione (applicata in modo diverso e graduale secondo le distanze dalla centrale di FD e i tempi)
- rilocazione temporanea (obbligatoria e volontaria)
- resettlement
Abbiamo chiesto a Sergio Manera, fisico ed Esperto Qualificato al LENA (Università di Pavia) un breve commento riguardo al documento. Lui molto gentilmente si è offerto di presentarci la sua opinione e si è reso disponibile a rispondere ad altre eventuali domande che avrete sul documento.
Ciao Sergio e benvenuto su unico-lab!
Grazie e un saluto a tutti voi. Anzitutto vorrei iniziare col dire che le stime di dose alla popolazione contenute nel documento WHO serviranno da input essenziale per ogni successiva indagine approfondita e/o ogni azione protettiva che le autorità preposte dovranno eventualmente adottare per la tutela della salute pubblica delle popolazioni colpite.
Ci dai un giudizio generale sul documento?
La lettura è interessante e ben fatta, come sempre è un piacere leggere sia la fermezza dei contenuti sia la semplicità di esposizione di questi documenti.
Veniamo però subito al sodo, ci dici come hanno fatto a fare le stime di dose?
Le modalità di valutazione e proiezione delle dosi è effettuata secondo i dettati della IRCP, in particolare avvalendosi dei migliori saperi in tema di dosimetria e biocinetica dei contaminanti dispersi dalla centrale. Laddove disponibili sono state privilegiate misure dirette delle grandezze fisiche e dosimetriche rilevanti. In assenza di queste sono state prese in considerazioni metodologie consolidate di stima delle dosi, proiettando i risultati delle stesse su diversi scenari (più o meno conservativi) che poi sono stati presentati come casi distinti. Sembra di capire che l’approccio WHO non sia stato gradito dalle autorità giapponesi.
E perché il governo non avrebbe gradito?
Perché ad una lettura complessiva ne deriverebbe che è come se il governo giapponese non avesse fatto i compiti a casa. Infatti sembra di capire che le moltissime azioni di tutela implementate dalle autorità giapponesi nel corso della prima e seconda fase dell’emergenza non siano state considerate per la loro efficacia in termini di riduzione di dose alla popolazione laddove l’effettiva implementazione delle stesse non sia stata chiaramente documentata. Ad esempio gli esperti della WHO si sono probabilmente chiesti se il ricovero al chiuso in certe località, diramato attraverso canali mediatici e/o altri mezzi di informazione sul territorio, siano effettivamente arrivati a destinazione (bisogna ricordare le particolari condizioni dei territori colpiti dal sisma e dallo tsunami) e se, una volta arrivate a destinazione siano state effettivamente seguite dalla popolazione.
Non c’è che da condividere l’approccio cautelativo della WHO che è da adottare laddove non c’è certezza in merito ad una ipotetica misura di riduzione della dose. Come fai a ridurre una dose del 50% se non sei sicuro che la gente è rimasta in casa come raccomandato?
Dunque secondo te si mettono in discussione le azioni e la trasparenza del Governo Giapponese?
Assolutamente no, anzi nel documento c’è prova del contrario. Si tratta esclusivamente di come impostare le stime delle dosi e dell’opportunità o meno di adottare fattori cautelativi laddove non c’è sufficiente certezza dell’effettiva adozione delle misure di tutela collettive. Per altro come detto nel documento, si tratta di “considerazioni preliminari” e credo chiunque al WHO sarà ben lieto di raffinare le considerazioni alla luce di migliori e più puntuali informazioni.
Ci puoi aggiungere qualche dettaglio?
Mi hanno colpito per severità i seguenti approcci cautelativi WHO:
- non aver considerato il ricovero al chiuso dei primi giorni laddove è certo che sia stato fatto (motivazione ufficiale che non è ben documentabile caso per caso). Questa misura può render conto soprattutto nelle primissime ore (passaggio masse d’aria contaminata) di fattori di abbattimento dose sino al 50% (edificio in pietra) o sino al 10% (edificio in legno) o addirittura sino al 90% (grande edificio in muratura lontano da porte e finestre)
- aver considerato sul mercato le matrici alimentari contaminate effettivamente ritirate dal mercato dai giapponesi
- aver comunque considerato la Minima Attività Rilevabile di 10 Bq/kg al posto di ZERO Bq/kg per i cibi dichiarati puliti (sommare tanti piccoli numeretti fa arrivare a numeretti un po' più grandi) laddove il grande numero di misure svolte in brevi periodi di tempo può non aver consentito ai misuratori giapponesi di ottenere quella raffinatezza strumentale di indagine sufficiente a dire che le matrici fossero esenti da contaminazione rispetto ai parametri standard dei controlli sugli alimenti
- non aver considerato i marginali casi in cui lo iodio stabile è effettivamente stato distribuito in modo mirato (ancora per mancanza di documentazione)
- aver considerato la quota di cibo giapponese il 100% quando la dieta media prevede almeno un 30% di cibo non locale (non considerando cosa può essere successo in termini di variazioni di abitudini alimentari soprattutto nei primi mesi né l'uso di alimenti puliti immagazzinati In questo caso si potrebbe parlare di un fattore cautelativo sino a 1.5 (50%) aggiunto dagli esperti della WHO.
- non aver considerato i fattori di abbattimento sul consumo di alcuni alimenti che preparati sono molto meno “radioattivi” del prodotto commercializzato (esempio le foglie di thé verde dove hanno considerato il thé secco e non la bevanda come suggerito dalla CODEX Alimentarius e oltretutto il 100% di migrazione del Cesio dalle foglie alla bevanda quando è circa il 50%). (Qui posso parlare con cognizione di causa diretta perché stiamo per sottomettere al Journal of Radioanalytical and Nuclear Chemistry risultati di questo tipo su thé verde giapponese analizzato a Pavia nei mesi scorsi)
- non aver considerato i tantissimi interventi di decontaminazione di edifici pubblici, strade, etc. ancora una volta perché non ben documentabili nel complesso
In base a questo rapporto quali aspetti dovranno essere meglio tenuti sottocontrollo nei prossimi mesi?
Non c’è dubbio: tra le 4 vie principali di esposizione della popolazione il groundshine è quello dominante perché a distanza di molti mesi dall’incidente esso è responsabile del maggior contributo alla dose.
Vediamo qualche numero, come è la situazione generale alla popolazione?
Tralasciando di commentare le parti del documento in merito alle trascurabili dosi al di fuori del Giappone e lontano dalle prefetture maggiormente interessate dai rilasci/deposizioni, dosi che non destano la minima preoccupazione per conseguenze sanitarie, è chiaro che la parte più interessante dei risultari riguarda le dosi nelle prefetture maggiormente colpite. Le stesse sono state stimate per le 3 categorie di età standard (adulti, bambini 10 anni, neonati di età inferiore ad 1 anno). Sono state considerate sia le dosi efficaci sia le dosi equivalenti alla tiroide perché Chernobyl ha insegnato che quest’organo è decisamente da attenzionare causa uptake elettivo di Iodio e dei suoi radionuclidi e possibile insorgenza del tumore alla tiroide). Il grosso dei numeri è raccolto nella tabella numero 3 del rapporto [vedi immagine qui sotto] e dove sono elencate le dosi totali al primo anno nelle tre categorie di età arrotondate al 10% e suddivise per via di esposizione.
La tabella successiva è analoga alla precedente, ma anziché fornire le stime per la dose efficace totale, riporta quella specifica per l'organo tiroide.
Quanto giudichi complessivamente cautelativo l’approccio WHO?
Molto cautelarivo, direi almeno un fattore 10 ci sta tutto per le cautele effettivamente adottate nelle stime. Ma va bene così, è giusto farlo. Condivido l’approccio anche alla luce dei confortanti risultati complessivi delle stime. Capisco le autorità giapponesi e il loro risentimento perché le stime WHO sono un po’ più alte rispetto a quanto reso disponibile da loro e la loro preoccupazione riguarda il possibile allarmismo dovuto sia alla comparsa di nuovi dati diversi, sia ai loro valori un po’ più alti. Mi sembra di aver colto la parola “sovrastima” nelle argomentazioni delle autorità giapponesi. Direi che non la condivido.
Lasciaci fare una domanda da avvocato del diavolo, questi numeri sono basati su modelli, quanto sono affidabili? E poi con una certa periodicità leggiamo sulla stampa aggiornamenti sulle stime dei rilasci iniziali, quante queste nuove stime potranno influire su questo rapporto e sulla sua versione finale? [domanda di Giovanna tra i commenti]
Ecco come la penso io:
- La fonte di numeri a disposizione del team di esperti credo sia assai più vasta di quanto sia possibile rintracciare su internet. Non ricordo più in quale punto del documento ma ho memorizzato leggendo che IAEA ha condiviso con il team di esperti le informazioni e i numeri passati direttamente (su canali protetti) tra Giappone e IAEA. Sono sicuro che hanno preso altresì l'intero inventario delle misure effettivamente fatte su matrici alimentari e le dosi riportate dalle survey (quelle mappe infinite dove sono riportati i valori di concentrazione superficiale di Cesio in relazione ai parametri latitudine-longitudine). Trovi maggiori informazioni negli allegati che sono anch'essi di facile lettura. Tu chiedi se si tratta di numeri veri o di numeri derivati? Per le grandezze fisiche e dosimetriche sono numeri derivati nella maggior parte dei casi da misure vere. Ad esempio la concentrazione superficiale di Cesio si misura con una misura di dose ad altezza standard abbinata ad una misura di concentrazione per unità di massa (Bq/kg). Nei casi più speditivi solo la prima. Per le dosi si tratta sempre di modelli perché valutare dosi richiede di utilizzare approcci. Inoltre, se ci fai caso, non mettono numeretti singoli, ma un intervallo di valori (tipo 1-10 mSv o 20-50 mSv)
- Non hanno preso in considerazione le ultime stime di termine sorgente, vero. Di queste ti garantisco ne vedremo degli aggiornamenti per i prossimi 20 anni. Alla fine impattano poco e le differenze sono comprese in quegli intervalli di variabilità sulle stime proposte. Se la tua domanda è circa una possibile sottovalutazione delle proiezioni di dose WHO a causa di questo dato più fresco (e più alto) la risposta è no e la ragione è questa. Durante la primissima fase dell'emergenza, a rilasci in corso, le stime sul termine sorgente servono per capire gli sviluppi dell'emergenza, cioè quanto sarà alta la dose e dove ci saranno le deposizioni al suolo. A posteriori, quando sei nella fase di recupero le misure dirette nei luoghi interessati sono quelle che contano. Eventualmente sono queste che possono essere ricostruite a ritroso per riconfermare le stime sul termine sorgente per una qualche esigenza di informazioni sull'impianto. Ma le dosi a terra ormai sono ben misurate.
- Con qualche anno di esperienza ti posso anticipare di non aspettarti molto dal rapporto finale. Di solito nei rapporti preliminari si stringe il cerchio riservandosi comunque l'ultima parola per successive edizioni dei documenti. Nei rapporti finali di solito si conferma quanto affermato in via preliminare. Dunque è mia opinione che questo rapporto è già definitivo, salvo fatti veramente nuovi. Un po' come quando si fanno le proiezioni per un sindaco e le proiezioni dicono 80% a 20%. Ti interessano i decimali?
Vuoi aggiungere qualche considerazione?
Sì, se posso. Un certo numero di particolari vanno menzionati e devo dire che sono scritti molto bene nel documento:
- rapporti Cs-137/Cs-134 lontano da 2 (come fu il caso di Chernobyl) e anzi molto vicino a 1 vuol dire timeline temporale del problema sanitario FD ridotto enormemente rispetto a Chernobyl perché il Cs-134 decade prima (dimezza in 2 anni) e si porta via dose più rapidamente di quanto non fu in Bielorussia-Ucraina dove dominavano i 30 anni del Cs-137. Dunque non solamente per il ridotto termine sorgente iniziale (a parità di grado 7 INES) pari a circa 10-20% delle emissioni totali (che poi sono qualitativamente molto diverse). Per Chernobyl fu 30% dose nel 1° anno, qui pare si arriverà al 50-60% per il 1° anno, il che significa che dopo il primo anno le dosi saranno molto minori e in decrescita molto più rapida rispetto a Chernobyl, anche grazie alla differente orografia del Giappone.
- le azioni del governo giapponese in termini di riduzioni dei limiti per la commercializzazione degli alimenti sembrerebbero non giustificate dalle dosi evitate delle stime WHO. Sembra di capire dal documento WHO che le dosi negli alimenti contino, a 4 mesi dall’incidente, solo per lo 0.8% (7% per tiroide) sulla dose efficace. Il 99.2% (93% per tiroide) è dose dovuta alla contaminazione al suolo da Cesio. Bisogna fare attenzione a valutare da parte del governo l’implementazione di azioni di dubbia efficacia radioprotezionistica ma di sicuro disagio socio-economico specie in tempi di crisi. Non si guadagna consenso da simili azioni.
- il messaggio che si vuole dare adesso al Giappone è: preoccupatevi solo del groundshine laddove le contaminazioni al suolo sono particolarmente alte. Là è la dose potenziale che può contare.
Il WHO, organizzazione di esperti mondiali, compila un rapporto in cui nonostante tenda a sovrastimare tutto, i numeri sono bassi, eppure c'è ancora chi grida alla catasatrofe? Cosa ne pensi?
In tema di nucleare e di emergenze radiologiche purtroppo spesso prevalgono nelle popolazioni atteggiamenti irrazionali o addirittura ideologicamente e aprioristicamente sfavorevoli, spesso per implicita/esplicita co-azione degli organi di stampa. In taluni casi si arriva a mettere in dubbio perfino l’atteggiamento scientifico degli approcci IAEA, WHO, FAO, UNSCEAR o di altre istituzioni scientifiche addebitando a tali organismi il conflitto di interessi della promozione dell’industria nucleare. Molto c’è da lavorare in questa direzione e lo si sta facendo a diversi livelli e da molti anni. La novità di questa emergenza giapponese è l’immediatezza mediatica dell’informazione a livello planetario. Le difficoltà culturali da superare sono enormi in tema di effetti delle radiazioni ionizzanti. E’ molto più facile che passino messaggi semplicistici di immediata ma fuorviante comprensione piuttosto che articolate considerazioni di radioprotezione. Per esempio come si dovrebbe spiegare, con quale argomentazioni rispetto ad un pubblico non specialista cosa effettivamente è successo durante la mediatica esplosione di idrogeno che ha demolito l’edificio n.3 di Fukushima. Quando chiunque può vedere e ha visto in diretta TV l’esplosione?
Grazie mille Sergio per la tua disponibilità e il tempo che ci hai dedicato nel rispondere a queste domande... Adesso lasciamo la parola ai lettori, se vorranno farti altre domande. Grazie a presto!