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19 luglio 2011

La roadmap per la fase 2


Dopo aver analizzato nel dettaglio lo stato attuale della situazione, proprio nel giorno in cui la roadmap giungeva alla conclusione della sua fase 1, oggi TEPCO ci presenta una versione aggiornata del piano di recupero della centrale in cui possiamo vedere come a partire dagli obiettivi raggiunti durante la prima fase, si punta verso l'obiettivo finale.

Prima di addentrarci in questa analisi vi consigliamo vivamente di prendere visione dell'articolo che abbiamo pubblicato solo qualche giorno fa e che trovate a questo indirizzo.  Se non avete tempo o voglia almeno data uno sguardo al contenuto di questo PDF (in inglese) che per semplicità vi riportiamo anche come immagine (ingrandibile) con lo stato delle cose al 17 luglio. Esattamente come nel nostro articolo, per ogni linea di azione viene riportato quello che è stato fatto, in cosa si è fallito e come si pensa di procedere; in questo secondo documento (sempre in inglese) trovate tutto molto ben dettagliato.

Quanta radiazione è stata e viene ancora emessa

Ancora un attimo di pazienza, prima di vedere la seconda parte della roadmap. Le grosse emissioni in atmosfera dai reattori sono avvenute nei primissimi giorni dell'emergenza e provocate dalle esplosioni di idrogeno alle quali bisogna aggiungere anche quelle nell'ambiente marino che sono susseguite. A seguito di questi eventi una grande quantità di contaminanti volatili si è dispersa nell'aria ed è caduta sul terreno; al momento la quantità di radiocesio contenuto in aria è veramente minima e sicuramente è in parte dovuta alla ri-dispersione in aria del contaminante che si è depositato a terra. Per stimare quanti contaminanti sono attualmente emessi dai reattori, TEPCO ha fatto questo ragionamento basandosi sulle misure di concentrazione in aria prese presso l'ingresso Ovest della centrale. Nel grafico vedete l'andamento di tale concentrazione e i due colori rappresentano la direzione del vento nel momento in cui è stata eseguita la misura. In rosa vedete le misure prese quando il vento soffiava dal mare, quindi trasportava la radioattività emessa dai reattori verso il punto di misura. In blu, invece, le misure effettuate quando il vento soffiava verso il mare e quindi la radioattività emessa dai reattori non viene rivelata dallo strumento. Come potete vedere i due grafici sono praticamente identici, il che prova che le attuali emissioni dai reattori sono tali da rientrare nelle fluttuazioni di misura legata alla radioattività già emessa. Nonostante questo, TEPCO ha preferito restare dalla parte molto conservativa e fare una stima ultrapessimistica, affermando che il 100% della misura sia caratterizzato da fresche emissione dai reattori e in questo modo ha ottenuto un valore di circa 1 GBq/h.

Se da un lato, la scelta di TEPCO di voler sovrastimare il tasso corrente di emissione è ragionevole come misura tutelativa dei lavoratori e della popolazione, dall'altro una stima così esagerata potrebbe rivelarsi un problema in futuro. Infatti quando un domani i reattori saranno coperti e per ipotesi la copertura sia perfettamente efficiente nell'eliminare completamente le emissioni dai reattori, questo effetto risulterà solo in una piccola variazione (fluttuazione) della misura che come abbiamo detto è fortemente influenzata da quanto è già caduto. Il risultato sarà che l'efficienza di contenimento della copertura sarà estremamente sottovalutata.

Come si rapporta questo miliardo di Bq all'ora con le emissioni dei periodi precedenti? La risposta è in questo grafico, in cui si vede chiaramente l'effetto di mitigazione delle emissioni e potrebbe essere ancora più marcato se la stima fosse stata più ragionevole. Le prime tre barre (rosa, gialla e verde) sono frutto delle stime effettuate da NSC in base alle misure aeree e di deposito tenendo conto delle condizioni meteorologiche. La colonnina blu è la stima di TEPCO di cui abbiamo parlato sopra. Tenete conto che la scala verticale del grafico è logaritmica, e quindi ogni tacchetta corrisponde ad un fattor dieci. Vedete come le emissioni del mese di marzo fossero fino ad un milione di volte superiori a quella attuale.

Ovviamente queste nuove emissioni vanno ad influire sulla dose ricevuta e impegnata dalla popolazione e tenendo a mente questo numero (1 GBq/h) è possibile vedere quale sia la dose che viene assorbita dalla popolazione a diverse distanze. Questo è il significato del grafico / mappa qui a fianco. Fate attenzione che i numeri, cioè i milliSv all'anno, si riferiscono solo ed esclusivamente alla dose che ogni individuo riceverebbe da queste nuove emissioni. La dose annua totale deve aggiungere oltre al fondo naturale ovviamente, anche la frazione dovuta a tutti i contaminanti che si sono già depositati. Per dirla in altre parole, questa cartina ci direbbe la dose annua se non ci fosse stato nessuna esplosione e nessun precedente rilascio di sostanze radioattive.


Il secondo step

In un piano così complesso e di una durata non proprio limitata è normale aspettarsi dei cambiamenti in corso d'opera, anzi sarebbe forse troppo ottuso voler continuare sulla stessa strada quando si scopre che la via non è percorribile. Quello che però non deve cambiare e, nel caso della roadmap non cambia, è l'obiettivo finale sul quale si concentrano tutti gli sforzi, ovvero permettere ai cittadini evacuati di poter tornare a vivere serenamente nelle loro case stabilizzando i reattori e le piscine per il combustibile esausto e mitigando gli effetti delle radiazioni. Le linee di azione restano le stesse 5 già presentate nelle scorse versioni del piano e che rivediamo rappresentate graficamente negli schemi qui sotto.

Sono identificati con una stellina rossa i compiti già conclusi con successo, mentre i task nuovi sono scritti in rosso. Ci sono una serie di task che sono spariti e che non trovano rappresentazione negli schemi, ma che vi andiamo ad elencare nello spiegarvi i vari cambiamenti.

Cambiamenti che sono presenti specialmente nelle prime due linee di azione, le più tecniche e quelle per cui l'evoluzione della situazione nella prima fase del progetto ha influito maggiormente. Per quanto riguarda il raffreddamento dei reattori, TEPCO ha abbandonato l'idea di allagare i PCV (primary containmnet vessel) che al momento non reputa necessaria o fattibile viste le perdite di acqua che dal contenimento del reattore portano a tutti gli edifici circostanti. Inoltre la scoperta che, almeno per l'unità 1, il nocciolo è quasi sicuramente completamente fuso e adagiato sul fondo del vessel di pressione o sulla griglia poco più in alto, rende inutile l'intenzione di volere riempire il vessel fino a coprire tutto il combustibile. Di fatto il combustibile è già sommerso proprio a causa del suo accumulo sul fondo. Al momento, non viene nemmeno considerata fattibile l'ipotesi di installare uno scambiatore di calore interno all'edificio del reattore e di un circuito chiuso che peschi acqua dal PCV e la ributti fredda nel RPV. Il piano di TEPCO per il raggiungimento del cold-shutdown è quello di continuare con l'iniezione di acqua trattata che poi viene ripescata e decontaminata, ma per farlo serve che il sistema, piuttosto complesso, che è stato messo in piedi per la decontaminazione, possa poter lavorare a regime e senza troppe interruzioni. Ecco che entra in scena SARRY, un ulteriore sistema per la rimozione del cesio che andrà ad affiancare il sistema Kurion e quello Areva già attualmente installati. Siamo piuttosto confidenti che una volta messo a punto il sistema di decontaminazione, lo spegnimento freddo possa essere raggiunto entro il mese di gennaio, termine presunto della seconda fase. TEPCO sta considerando di chiudere le falle dei PCV e di instaurare un ricircolo di acqua raffreddata come attività per la terza fase, i cosiddetti obiettivi di medio (entro 3 anni) o lungo termine.

Non siamo particolarmente d'accordo nel dire che le piscine hanno un raffreddamento stabile, almeno non tutte. Per la 2 e la 3, non ci sono assolutamente problemi; sarà un'impresa difficile rimuovere il combustibile, ma per il momento è mantenuto ad una temperatura decente. Le altre due, in particolare la 4, sono raffreddate in un modo meno approssimativo rispetto a quello dei primi giorni con la gru "giraffe" per le gettate di cemento. La temperatura della piscina 4 resta sempre estremamente alta. Secondo i piani l'installazione degli scambiatori di calore per queste

Per quanto riguarda la messa in sicurezza dell'acqua contaminata, TEPCO, seguendo le indicazioni degli enti governativi competenti e anche il buon senso, ha iniziato il trattamento dell'acqua altamente contaminata, quella che è stata pompata dagli edifici dell'unità 2 al centro per il trattamento dei rifiuti radioattivi. In questo momento tutta l'acqua che viene pompata dalle varie unità viene mandata nella stessa destinazione e sarebbe interessante verificare fra qualche mese, quando tutta la prima acqua è stata trattata, se il livello di contaminazione dell'acqua che fuoriesce dai reattori è variato o meno. Sono anche in corso di installazione dei contenitori cisterna per le acque mediamente e poco contaminate, prodotte dal sistema di decontaminazione e in attesa di essere utilizzate nel ciclo di raffreddamento.

Passiamo alla seconda linea di intervento che riguarda la riduzione delle emissioni in particolare vedete un nuovo task che si intitola costruzione di protezioni per le acque sotterranee. In particolare siamo a conoscenza, grazie a misure pressoché quotidiane dello stato di contaminazione dell'acqua contenuta nei pozzetti profondi e anche l'attuale livello rispetto alla mare. Il piano di protezione prevede una prima fase in cui si cercherà di mantenere il livello dell'acqua nei pozzetti al massimo 1 metro sopra a quello dei locali adiacenti tramite l'utilizzo di pompe ad immersione e sarà necessario valutare anche la disponibilità di stoccaggio o la capacità del sistema di decontaminazione. La seconda fase, sarà uno studio per capire come si muove l'acqua sotto il terreno e quanto questa è contaminata attraverso piccoli scavi e carotaggi. Il risultato di questo studio dovrebbe essere un progetto per la costruzione durante la fase di medio lungo termine di strutture di protezione che potrebbero andare dal riempimento di alcuni pozzetti, alla costruzioni di canali a tenuta stagna alcuni metri sotto il livello del suolo. E' difficile fare ora delle previsioni.

Per le emissioni in aria, oltre alla costruzione della copertura come quella già in atto per il reattore 1, durante la fase due è prevista la rimozione di alcune macerie ingombranti dalla parte superiore del reattore 3 e 4. Operazione che è sicuramente più facile da fare ora piuttosto che dopo quando tutto intorno ci sarà un tendone. Anche in questo caso ci sarà una fase di studio e di progetto di un'ulteriore struttura protettiva, probabilmente in calcestruzzo, ma di cui riparleremo a gennaio e che verrà realizzata solo nel medio e lungo termine.

Resta praticamente tutto invariato per le altre 3 linee di azione e come vedete nel fondo del secondo schema, durante la fase 2, gli enti governativi saranno chiamati a definire gli obiettivi per la fase di medio termine, in pratica si riservano i prossimi sei mesi per vedere l'evolversi della situazione, definire i criteri di sicurezza e scrivere la roadmap per il futuro.

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