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17 marzo 2010

Addii, esperimenti, invenzioni e corsi

Mi accorgo solo ora che è da quasi una settimana che non mi faccio più sentire, ma la mia è una latitanza, spero giustificata, dalla quantità di cose che sono accadute e che ho fatto in questi ultimi giorni. Se avete voglia di leggere ve ne racconto un po' nelle prossime righe.

Bye bye mac

Iniziamo dall'addio. Domenica scorsa ho salutato il mio macbook, fedele compagno di avventure e peripezie che da luglio del 2008 era stato al mio servizio. La nostra era stata un'amicizia fruttuosa, io gli avevo sempre dedicato tutte le attenzioni necessario e lui mi aveva sempre ricompensato con ottime prestazioni e una stabilità impressionante. Domenica ho effettuato il backup di tutta la mia roba, creato un nuovo utente e rimosso completamente - almeno spero - ogni traccia di me del TotoMac perché dopo un lungo prestito è ritornato in servizio a Como. Per il momento, e probabilmente lo sarà per molto, resta vuota la porzione di scrivania che occupava con quella sua siloutte nera tanto sexy.


Questo inatteso addio, ha però rinvigorito la mia cuoriosità verso l'altro sistema operativo che prediligo e che da qualche tempo avevo un po' trascurato. Ho già dato un'occhiata alle caratteristiche di Fedora 12, che nel prossimo fine settimana andrò ad installare sul nostro desktop.

Esperimenti e invenzioni

Dal punto di vista professionale, questi ultimi sette giorni sono stati veramente eclatanti. Durante la scorsa settimana il nostro acceleratore ha continuato a lavorare initerrottamente giorno e nottte. Lo scopo di questo super lavoro è lo studio di possibili danni che le tecniche di attivazione che applichiamo alle nanoparticelle possano arrecare alle stesse. In poche parole vogliamo verificare che, oltre a renderle radioattive, l'irraggiamento non introduce nessun altra modificazione significativa della delicata struttura cristallina delle nano cose. Non è per nulla un compito facile perché i parametri in gioco sono veramente molti e vanno cambiati uno solo alla volta se si vuole identificare il loro ruolo nel possibile danneggiamento. Negli ultimi giorni abbiamo solo effettuato gli irraggiamenti, ora stiamo procedendo con le misure sperimentali dei vari campioni e allo stesso tempo eseguendo un'intensa campagna di simulazioni al computer a supporto delle nostre ipotesi.

E non mancano pure le invenzioni. Da quando sono al JRC abbiamo sottomesso tre richieste di brevetto che sono ancora nella fase di valutazione. Ovviamente di questo non posso parlarvi, l'unica cosa che vi posso dire è che all'interno della Commissione il gruppo di supporto per la proprietà intellettuale funziona alla grande, sollevando gli scienziati da noiosi lavori di pura e semplice burocrazia.

E poi i corsi, la formazione e i seminari

Già vi ho parlato del corso di inglese, quattro ore alla settimana sono un bel impegno e anche se queste in gran parte si sovrappongono con la pausa pranzo, ti costringono a restare al lavoro un po' più tardi la sera. Sto imparando tante cose, tantissimi modi di dire che difficilmente avrei imparato con la mia pratica di inglese sul lavoro. Il motivo è che l'inglese che parliamo professionalmente è solo una versione, per così dire di nicchia, della lingua che parlano e di quella che scrivono gli Inglesi o gli Americani, per non dimenticarsi degli Australiani.

La novità di questa settimana è che ho partecipato ad un corso di formazione sui trasporti su strada di materiale radioattivo. E' stato veramente molto interessante perché quello dei trasporti pericolosi è un argomento di per sé molto complesso e di certo la legislazione, specie quella italiana, non ne semplifica la comprensione e in alcuni casi l'attuazione. La buona notizia è che ho superato l'esame di fine corso guadagnandomi il certificato per poter trasportare carichi radioattivi...

I miei ex colleghi insubri sanno che l'unica pecca che ho sempre messo in evidenza delle piccole università, è la difficoltà di organizzare cicli di seminari. Al JRC, come in tutti i grandi centri di ricerca, ogni giorno ce ne sono più di qualcuno e, anche se non sempre si trova qualcosa che attiri l'attenzione, è sempre una bella opportunità imparare da grandi personalità di tutto il mondo come loro hanno affrontato e risolto i problemi. Domani pomeriggio parteciperò ad un seminario con l'Americano Benn Tannenbaum, che di lavoro fa il fisico e aiuta i politici nel difficile compito di capire quale sarà il futuro della ricerca. Sono proprio curioso di sentire cosa dirà...

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1 commento:

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