Per questo motivo non ho mai trovato accattivante l'idea del podcast, ovvero la possibilità di scaricare e ascoltare / vedere in differita dal pc o da qualche altra diavoleria moderna, i contributi che altri hanno messo disponibili in rete.
Fino a ieri sera, quando intorno alle 8, facevamo ritorno a casa tutti e quattro sulla Meriva e stavamo ascoltando la radio che trasmetteva la voce di Carlo Lucarelli intento a raccontare uno dei suoi Gialli. Per chi non l'avesse mai sentito, Lucarelli racconta una storia, con qualche aspetto noir, in genere con protagonisti storici a volte marginalmente legati alla musica. E' un radiodramma, come dice il sottotitolo del programma e lo speaker ci mette del suo a creare quell'atmosfera avvincente che speri di non trovare il posteggio per poter restare in auto ad ascoltare la fine. Il dramma dura poco più di dieci minuti, ma ci sono un paio di canzoni a tema a fare d'intermezzo senza contare le pause pubblicitarie, con il risultato finale che quando abbiamo posteggiato fuori di casa eravamo a metà storia e addio al finale. Sì perché una volta entrati in casa il telecomando, ovvero il moderno scettro del potere, passa nelle mani dei figli che sono poco interessati ai drammi...
E così mi installo Listen sul cellulare, applicazione by Google per la gestione e l'ascolto dei podcast, e mi iscrivo al podcast di Dee Giallo. Questa mattina andando al lavoro ho spento il Trio Medusa e acceso il cellulare e mi sono gustato un paio di episodi, tra cui quello che mi è piaciuto di più e che vi raccomando assolutamente di sentire è quello della partita di Natale. Se avete un browser che supporta HTML5 allora dovreste essere in grado di ascoltare questo racconto facendolo partire dal player qui sotto, altrimenti scaricatevelo che merita davvero.
grazie toto.......mi hai incuriosita :.)
RispondiEliminahai ascoltato la storia? non sono sicuro che sia storicamente vera, ma mi piace immaginare questi ragazzi (perché in fondo quello erano) che senza aver chiaro il motivo si sparavano a vicenda. Mi piace pensare che almeno per un giorno abbiano lasciato al cuore prendere il sopravvento e sfidarsi a pallone piuttosto che a fucilate.
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