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31 gennaio 2012

Omino di Lego nello spazio

Se resistono ai bambini, allora devono resistere anche allo spazio, deve essere stata quella la motivazione che ha spinto una coppia di adolescenti Canadesi ad effettuare per la prima volta un lancio spaziale con equipaggio Lego.

Non è uno scherzo e nemmeno un'esagerazione, è stato il risultato di lunghe ore di lavoro di Mathew Ho e Asad Muhammad entrambi diciassettenni che con un budget di soli 400 dollari hanno realizzato la missione apparentemente impossibile. In una borsa termica hanno inserito 2 video camere e 4 macchine fotografiche digitali e saldamente ancorato alla bandiera con la foglia di acero un omino di Lego controllava che tutto avvenisse secondo il programma. La rampa di lancio era fissata in un campo di calcio di Toronto e grazie alla spinta di un pallone aerostatico ad elio, la Lego capsula è arrivata ad un'altezza approssimativa di 25 chilometri dal suolo in quella che si chiama stratosfera.


A quell'altezza, il pallone è scoppiato e la capsula ha iniziato la sua vorticosa discesa verso terra opportunamente frenata da un paracadute per ammorbidire le operazioni di rientro. Una volta atterrata dopo 97 minuti di volo, la capsula è stata recuperata ancora integra a 120 chilometri di distanza dalla piattaforma di lancio. Non ho la minima idea di come abbiano rintracciato il pacchetto; quello che è certo è che il loro video ha collezionato oltre 2 milioni di visualizzazioni in meno di una settimana. Bravi, ottimo lavoro!






Quando inizia lo spazio?

L'amico BladeVet ci ha subito fatto notare come il titolo di questo post contenga un'inesattezza. L'omino di Lego canadese non è arrivato nello spazio che per convenzione inizia solo oltre la linea di Karman situata ad una quota di 100 km sul livello del mare.  E noi sfruttiamo prontamente l'occasione per aggiungere un po' pepe scientifico e divulgativo a questo articolo.

Pur essendo convenzionale, questa quota stabilita per distinguere un volo aeronautico da uno aerospaziale, in effetti ha a che fare con il modo di un velivolo di volare. Infatti a quella quota la pressione e la densità dell'aria sono talmente basse che per sviluppare una portanza sufficiente a tenerlo in volo, dovrebbe viaggiare ad una velocità superiore a quella orbitale. Vediamo di spiegare meglio questo concetto.

Un aereo galleggia in aria grazie al fatto che riceve una spinta dal basso verso l'alto dovuta alla differenza di pressione generata sotto l'ala dal flusso d'aria. Meno è densa l'aria, maggiore deve essere la velocità del velivolo rispetto all'aria per ottenere sostegno sufficiente. A 100 km di quota, l'aria è talmente rarefatta che la velocità a cui dovrebbe volare sarebbe superiore a quella necessaria per mantenersi in orbita gravitazionale.

Insomma, per farla ancora più breve, non cambia solo il nome, ma anche la fisica del volo. Riportiamo qui a lato, un'immagine rubata da Wikipedia che ci può essere d'aiuto per comprendere gli ordini di grandezza delle distanze di cui stiamo parlando.

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