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mai stato. E tu, manco a dirlo, sei in ritardo. Pensi possa essere un incidente, ma poi ti avvicini all'origine del tappo e cominci a vedere operai fluo che si intendono a gesti con un capo cantiere con l'elmetto circondati da vecchietti osservanti. Ecco, ci mancava solo un nuovo lavoro stradale come se già non bastasse il casino che c'è su questa strada nelle ore di punta.
Passano i giorni, e tu automobilista ossessivo compulsivo, odi ogni giorno di più questo cantiere fino a quando quel buco nell'asfalto circondato da transenne bianche e rosse comincia a prende una qualche forma e ti rendi conto che potrebbe esserti utile. Da quel momento, ogni mattina la curiosità di vedere l'avanzamento dell'opera ti divora nella spasmodica attesa del giorno in cui potrai finalmente goderne.
E quel giorno finalmente arriva. Gli operai, che ormai ti sembrano dei santi, stanno ri-pulendo il cantiere, affiggendo la nuova segnaletica verticale e dipingendo di bianco splendente quella orizzontale. E tu già pregusti il sapore di novità che assaggerai l'indomani nel percorrere quella strada...
Fosse anche un lunedì piovoso, ma il giorno successivo non vedrai l'ora di andare al lavoro. L'attesa è grande e anche se razionalmente sai che quel nuovo svincolo ti farà al più risparmiare 20 secondi di tragitto, ti sembra una vittoria dalla portata incommensurabile.
E poi la doccia fredda. Arrivi tutto pieno di buoni propositi ed è ancora tutto chiuso. Nessuno sta più lavorando, tutto è perfettamente pronto, ma non si passa. E così anche domani e il giorno successivo... L'altalena dei sentimenti ti riporta ad odiare quel maledetto svincolo che sarebbe tanto utile se solo fosse aperto adesso che è finito.
Tutto questo per chiedere: ma perché quando finiscono i cantieri stradali non si può subito iniziare a beneficiarne? Perché di tanto in tanto intere corsie autostradali vengono chiuse e non c'è nessuno a lavorarci? Perché l'automobilista deve per forza soffrire?
Attendiamo un articolo con Basia mille ora...
RispondiElimina:-)
RispondiEliminaVivamus, mea Lesbia, atque amemus...
Ah, Catullo; Properzio... ricordi di un'epoca ormai lontana...