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Noi dall'altra parte del mondo siamo molto più preoccupati per il disastro atomico che ne potrebbe derivare. Venerdì quando ho iniziato il live-blogging (ricevi aggiornamenti su Facebook, o Twitter) sull'emergenza ero sicuro che si sarebbe risolta nel giro di poche ore e senza troppe conseguenze. Chiaramente mi sbagliavo, perché sono passati quattro giorni e la situazione è andata sempre peggiorando.
Il termometro della preoccupazione è stata la chiacchierata che ho avuto stasera con il mio capo, uno che è nato con le radiazioni. Dopo una giornata in laboratorio, sono passato dal suo ufficio per discutere la pubblicazione di un nostro lavoro. Dopo qualche minuto lui mi dice: scusa ma oggi faccio fatica a ragionare. E io gli rispondo: è l'effetto settimana bianca (è rientrato ieri mattina) e lui incalza: no, è il Giappone, il mondo è troppo piccolo per disastri di questa portata. Per non parlare poi degli amici che mi hanno scritto via email per chiedermi se bisogna preoccuparsi o no.
Il punto della situazione
Fatte queste premesse, veniamo a vedere quale è il punto della situazione visto che ormai le cose sembrano essere un po' più stabili, forse sarebbe meglio dire che l'evoluzione dell'emergenza ha rallentato il passo e con l'attesa sta crescendo anche la tensione e la preoccupazione in tutto il pianeta.
Dal punto di vista tecnico, l'emergenza nucleare al momento è limitata (se così si può dire) alla centrale di Fukushima I. I tre reattori che erano in funzione al momento del terremoto hanno subito un'esplosione dovuta al mancato raffreddamento del nucleo e all'accumularsi di idrogeno. Apparentemente almeno due di questi non hanno subito danni strutturali al contenimento, che è l'unica e ultima ancora di salvezza in caso di fusione completa. Sullo stato del secondo reattore, l'ultimo in ordine di tempo a registrare un'esplosione, ancora non ci sono informazioni certe. Questi tre reattori sono al momento raffreddati utilizzando acqua di mare, esperimento senza precedenti e che quindi non sappiamo di preciso come andrà ad evolversi.
Gli altri tre reattori all'interno della centrale e che erano spenti quando tutto ebbe inizio sembravano essere al sicuro, invece oggi scoppia un incendio nei pressi del numero 4, in particolare nella piscina dove viene conservato a decadere il combustibile spento e poi si scopre che anche per gli altri due, la stessa piscina ha registrato un innalzamento della temperatura. Non si riesce bene a capire cosa stia succedendo.
E poi ci sono le radiazioni e la ricaduta nucleare. Questa è la paura più imminente nei Giapponesi e risveglia il ricordo di Chernobyl negli Europei. Oggi qualcosina è arrivata anche a Tokyo, poca roba a dire la verità, ma se la situazione dovesse peggiorare non oso immaginare quali conseguenze potrebbero esserci per una megalopoli di quelle dimensioni.
Edit: Purtroppo quando ho scritto queste righe la situazione sembrava stabile, ma poche ore di sonno dopo hanno scombussolato tutto ancora una volta. Credo che oggi farò anch'io fatica a ragionare.
La mia opinione
Qui i finiscono i fatti ed inizia la mia opinione che ovviamente lascia il tempo che trova. Credo che siamo arrivati ad una sorta di stallo. Non sono proprio certo che la situazione sia sotto controllo, però al momento non sta precipitando, anche se magari siamo proprio lì sull'orlo del precipizio. Per il bene dei Giapponesi e anche dei miei amici che sono lì in questo momento, spero proprio di aver ragione. Come si evolverà è difficile dirlo, spero che si assesti sufficientemente da lasciare il tempo ai tecnici, non solo quelli giapponesi, di poter ragionare con calma e sangue freddo, cosa non facile quando sei in emergenza nucleare e il tuo dosimetro continua a fare bip-bip.
Ovviamente la vostra opinione è sempre ben accetta!
La discussione
Tra i tanti commenti che sono arrivati si nota chiaramente una divisione tra due grandi correnti: i nuclearisti e i non-nuclearisti. Tendenzialmente, credo che io venga collocato dai lettori tra i pro-atomo, ma se proprio devo essere classificato preferirei essere annoverato nella schiera dei non-radiofobici. Il nucleare non mi fa paura in quanto tale, mi spaventa di più, come già espresso da altri lettori, la possibilità che il nucleare italiano diventi una macchina mangia soldi in cui gli investimenti sulla sicurezza finiscono nelle tasche di qualcuno. Mi piacerebbe che togliendoci le maschere dei partiti politici e i condizionamenti psicologici potessimo discutere del futuro del nostro Paese. Sono troppo ambizioso?
Una nota a pie' di pagina
Questa è la prima grande emergenza nucleare nell'era di Internet. La gente, sempre più avida di informazioni si è riversata sul web per saziarsi, e molti, direi moltissimi sono passati da questa nostra casa virtuale per cercare risposte alle loro domande e preoccupazioni. La cosa non ci può che far piacere, io personalmente mi sento onorato perché da quando abbiamo aperto questo blog, più di mille articoli fa, ho spesso cercato di rendere la scienza e la tecnologia appetibili e interessanti anche per chi non vive di pane e fisica. L'unica cosa che mi dispiace è che questa ondata di successo sia arrivata grazie al sacrificio di molte persone che in questo momento stanno soffrendo.