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24 giugno 2010

To do list

Credo di essere una persona bene organizzata, mi piace l'ordine, ma non sopporto la fatica che si fa a mantenerlo. Credo di essere molto più efficiente, sul lavoro, quando ho chiara in mente una scaletta di cose da fare, intelligentemente ordinate pesando sia la loro importanza sia il tempo necessario per portarle a termine.

Di solito mi preparo questa lista durante il tragitto in auto da casa al lavoro e in genere non ho bisogno di scriverla perché si tratta al più  di un paio di punti che però mi terranno piena tutta la giornata. Ci sono casi eccezionali, in cui la lista diventa troppo lunga o in cui non è banale prioritizzare alcuni task rispetto ad altri e allora ricorro a carta e penna e in tal caso mi sento soddisfatto quando, dopo aver portato a termine un compito, posso tirarci sopra una bella riga.

Lunedì scorso era una di queste occasioni speciali. Quando sono arrivato a contare otto punti nella mia lista mentale, mi sono detto: stop, serve la carta. Così ho accorciato la lista mentale a soli due elementi:
  1. bere un bel caffe appena arrivato in ufficio.
  2. mettere nero su bianco tutte le cose da fare.
Portare a termine il primo punto è stato facile, ma che ci crediate o no, sono riuscito a fare il secondo solo qualche minuto prima di lasciare il laboratorio per tornare a casa stanco morto. Tutto è cominciato mentre bevevo il caffe: un collega del turno di notte mi avvisa che il monitor del pc della sala di controllo era spirato durante il week. Mentre mentalmente penso di aggiungerlo alla lista che stavo per redigere, sento il messaggio bilingue trasmesso dal nostro sistema interno di comunicazione che mi convoca urgentemente in sala alimentatori.  A quel punto ho capito che il punto 2 avrebbe aspettato e magari anche parecchio.

Lunedì sera la lista era bella che pronta, scritta in ordine sul blocco degli appunti, ma oggi che è già giovedì noto con disappunto che nessuno dei compiti è stato ancora cancellato. E non perché mi sia dato alla macchia, ma perché ogni volta che provo ad affrontare un elemento della lista, mi trovo subito catapultato in qualcosa d'altro da fare e ovviamente con la massima priorità.

Ps. vi scrivo questo post durante la mia pausa pranzo, che non ho fatto, perché indaffarato alla guida del ciclotrone.

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