Mi è venuto in mente di scrivervi di questo argomento dopo che nelle ultime settimane l'arricchimento dell'Uranio è diventato argomento di discussione comune, come le previsioni del tempo e le ultime affermazioni di Mourinho. Come al solito è mia intenzione darvi una descrizione del problema fondata su una basa squisitamente scientifica senza però utilizzare troppo linguaggio tecnico e incomprensibile. Prima di parlare di uranio arricchito e del perché è così importante e allo stesso tempo temuto, facciamo un po' di chiarezza.
Cos'è l'Uranio?
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Da notare l'elevata densità dell'elemento, circa il doppio di quella del piombo e 19 volte più denso dell'acqua. Questo significa che se una bottiglia da un litro d'acqua pesa un chilogrammo, lo stesso peso in uranio lo si ottiene riempiendo un bicchierino da grappa.
Nella crosta terrestre circa 3 parti ogni milione sono costitutite da uranio. Potrebbe sembrarvi un numero piccolo, ma se lo confrontate con l'argento che è 40 volte meno abbondante, vi rendete subito conto di quanto l'uranio sia particolarmente diffuso.
In natura esistono tre differenti isotopi dell'uranio: 234, 235 e 238. Questi numeri identificano il numero totale di protoni e neutroni nel nucleo. Il numero dei primi infatti definisce il tipo di elemento (92 per l'Uranio) mentre il secondo contribuisce alla stabilità del nucleo stesso. In genere quando un nucleo ha troppi neutroni, tenderà a perderli, mentre quando ne ha troppo pochi cercherà di prenderli o comunque di cambiare la configurazione protoni / neutroni per cercare la massima stabilità. Se prendo un campione di uranio da una miniera, questo sarà formato al 99.3% da uranio 238, ovvero quello formato da 92 protoni e 146 neutroni. Solo lo 0.7% circa del campione sarà uranio 235 e piccolissime tracce saranno di U-234.
Ma l'uranio è radioattivo?
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È radioattivo, quindi pericoloso. È per questo che tutti ne hanno paura?
Mi si permetta di spezzare una lancia a favore del povero uranio. Si è radioattivo, ma questo non significa che sia pericolo, anzi è decisamente molto meno pericoloso di parecchi altri elementi radioattivi. Innanzitutto perché decade emettendo una particella alfa che ha uno scarsissimo potere penetrante. Questo significa che se non lo si inala o ingerisce e si evita di toccarlo a mani nude, allora è completamente innocuo. Però nella sua catena di decadimenti ci sono anche modi un po' più pericolosi di cui è meglio stare alla larga, ma in definitiva non è poi così cattivo come lo si dipinge. La paura dell'uranio è più che altro psicologica e ne entreremo nel dettaglio nei prossimi paragrafi.
Ma quanto è ricco questo uranio?
Torniamo alla domanda iniziale che ha scatenato anche tutte le altre. L'uranio-238, quello più comune per intenderci, non è particolarmente prezioso perché non può essere utilizzato negli impianti nucleari. Quello buono è l'uranio-235 che purtroppo, anzi per fortuna, è presente solo nello 0.7% della disponibilità. Quindi possiamo dire che l'uranio naturale è ricco allo 0.7% e necessita di un processo di arricchimento in modo da far aumentare la percentuale di 235 rispetto al 238.
Aspetta, però. Com'è questa storia dell'uranio buono e quello cattivo?
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La situazione è ben diversa con l'U-235, infatti, questo si spacca molto facilmente e anche, anzi meglio, con neutroni lenti. In questo modo, una volta che la reazione è partita continuerà ad autosostenersi fin tanto che tutto l'uranio sarà esaurito.
Ma quindi il combustibile nucleare è fatto solo da uranio-235?
In realtà no, ne basta una percentuale relativamente piccola per innescare e mantenere la reazione a catena. La percentuale minima si aggira intorno al 6%, ovvero 10 volte superiore a quella presente in natura, ma questo numero può variare di parecchio a seconda della disposizione geometrica e dalla presenza di altri elementi. In definitiva possiamo dire che un arricchimento al 20% dovrebbe essere sufficiente per qualunque tipo di reattore nucleare per la produzione di energia.
Ma allora perché tutti hanno paura dell'arricchimento in Iran?
I timori degli occidentali verso il nucleare Iraniano è che non sia per scopi civili, di ricerca o per produzione di energia. Ovviamente si teme che gli scopi degli impianti di arricchimento siano militari in particolare per la produzione di ordigni atomici. In questo caso però, un arricchimento al 20% sarebbe troppo basso! La regola è che per una bomba, più alto è l'arricchimento, maggiore sarà la sua potenza deflagrante. Se dal punto di visto militare più alto è l'arricchimento meglio è, dal punto di vista civile la situazione è ben diversa. Al fine di poter controllare la combustione nucleare, questa deve procedere piuttosto lentamente perché sia sempre possibile interromperla e spremere al massimo tutto il combustibile.
L'arricchimento dell'uranio avviene attraverso tecniche di ultracentrifugazione. Ma questo non è l'unico modo per produrre combustibile nucleare.
E il plutonio?
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La produzione di plutonio è decisamente molto efficace se si ha a disposizione un reattore nucleare già in funzione, perché tutti i neutroni in eccesso generati nella reazione primaria possono essere inviati su barre di uranio naturale (non arricchito) per produrre nuovo combustibile. In realtà i reattori per produzione di energia sono poco adatti a questo genere di processo, ma particolari reattori da ricerca, detti breeder, sono in grado di produrre altissime quantità di plutonio a partire dal comunissimo uranio.
E' ovvio che se un Paese volesse cominciare a sviluppare una sua tecnologia nucleare, dovrebbe innanzitutto partire da piccoli reattori di ricerca, quindi arricchire uranio e poi, volendo, anche prodursi ottimo combustibile a basso costo partendo da uranio non arricchito.
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Purtroppo sì! Delle uniche due bombe atomiche mai usate in guerra (Hiroshima e Nagasaki), la seconda fu realizzata con plutonio.
E con l'uranio impoverito?
Se ne esiste uno arricchito, ne deve esistere anche uno impoverito... Adesso dovrebbe esservi immediatamente chiaro di cosa si parla: uranio in cui la percentuale di 235 è stata notevolmente ridotta. Questo materiale potrebbe essere utilizzato nella manifattura del plutonio, oppure, ancora una volta, nella produzione di armi. L'enorme densità dell'uranio lo rende ideale per costruire proiettili che riescono a penetrare parecchio in profondità anche gli strati di roccia più dura. L'uso di uranio impoverito per applicazioni belliche è controverso perché, anche se il livello di radiazione emessa è inferiore a quello dell'uranio naturale, non sono ancora chiari gli effetti a lungo termine.
Dopo questa lunga discussione, che spero non abbiate trovato troppo noiosa, credo vi sarete fatti un'idea del ruolo che gioca l'uranio e in generale i combustibili nucleari nell'economia mondiale e nei rapporti tra Paesi.
Toto, leggo ad anni di distanza questo post e, come allora, lo trovo fantastico! Ora, semplicemente, lo scrivo.
RispondiEliminachiarissimo come pochi nella rete! Grazie =)
RispondiEliminaTalmente noiosa che l' ho letta 2 volte e penso che la leggerò ancora.
RispondiEliminaGrazie
Marco, ti prego, se l'hai trovata noiosa, investi il tuo tempo in qualcosa di più divertente!
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