Autore: Faletti, Giorgio
Ambientazione: Qua e la' in Italia, piu' o meno nel presente.
Giudizio: Buono
Commento: Bel libro, un altro esercizio di stile del poliedrico Faletti. La forma a racconti brevi lo rende ideale per la lettura sotto l'ombrellone intervallata da un rinfrescante bagno nel mare e un aperitivo con gli amici.
(ATTENZIONE: nel seguito viene rivelata parte della trama)
Pochi inutili nascondigli e' la quarta fatica di Giorgio Faletti, che forse comincia a sentire un po' il peso di questa sua "abusiva" carriera letteraria. Non credo di essere il solo a pensare che i primi tre romanzi sono di un altro livello se comparati a questo libro. A differenza degli altri non e' un romanzo ma una raccolta di racconti, forma letteraria che in generale non mi fa impazzire, ma che gradisco nelle lunghe, e non sempre fresche, serate estive quando tutta la storia di un racconto puo' essere letta di un solo fiato nel tentativo disperato di cadere nelle braccia di Morfeo.
Sei sono i racconti della raccolta accomunati solo dal genere che si puo' definere thriller psicologico. Solo il quinto racconto intitolato L'ospite d'onore, sembra rompere questo schema, per poi pero' mostrarsi come tale nel finale.
Il racconto che mi e' piu' piaciuto e': La ragazza che guardava l'acqua. E' una misteriosa creatura anfibia, un drago forse, che vive in una grotta sotto un tranquillo lago sulla cui superficie i monti giocano a specchiarsi, a raccontare la storia. Lui sa che gli umani sono in linea di principio degli esseri buoni, ma sa anche che la sua presenza potrebbe spaventarli portandoli a compiere gesti sconsiderati. Di tutti gli umani che vengono a trascorrere il loro tempo sulle rive del lago, rimane ammirato da una giovane donna che viene di rado e quando viene le piace stare da sola, a testa bassa a fissare l'acqua e a lasciar cadere le gocce d'acqua che dolorosamente escono dai suoi occhi. Un giorno mentre la ragazza e' in visita al lago incontra un giovane del luogo e immediatamente sboccia l'amore. La giovane donna pero' e' titubante come se ci fosse un aspetto della sua vita che vuole tenere nascosto e privato.
Quello che il drago non sa e' che in realta' la giovane donna e' una schiava dell'eta' moderna: ricattata dal suo protettore non riesce ad abbandonarsi all'amore, finalmente quello vero. Sara' proprio il drago a liberarla dalla sua schiavitu' ammazzando di paura il suo padrone venuto a riprendersela e nascondendone il corpo al sicuro sul fondo del profondo lago.
Vorrei concludere con una citazione riguardo quello che Faletti definisce l'assurdo dei fiori: quelli veri quando sono belli si dice che sembrano finti, quelli finti, quando sono belli, finiscono per sembrare veri.
Sei sono i racconti della raccolta accomunati solo dal genere che si puo' definere thriller psicologico. Solo il quinto racconto intitolato L'ospite d'onore, sembra rompere questo schema, per poi pero' mostrarsi come tale nel finale.
Il racconto che mi e' piu' piaciuto e': La ragazza che guardava l'acqua. E' una misteriosa creatura anfibia, un drago forse, che vive in una grotta sotto un tranquillo lago sulla cui superficie i monti giocano a specchiarsi, a raccontare la storia. Lui sa che gli umani sono in linea di principio degli esseri buoni, ma sa anche che la sua presenza potrebbe spaventarli portandoli a compiere gesti sconsiderati. Di tutti gli umani che vengono a trascorrere il loro tempo sulle rive del lago, rimane ammirato da una giovane donna che viene di rado e quando viene le piace stare da sola, a testa bassa a fissare l'acqua e a lasciar cadere le gocce d'acqua che dolorosamente escono dai suoi occhi. Un giorno mentre la ragazza e' in visita al lago incontra un giovane del luogo e immediatamente sboccia l'amore. La giovane donna pero' e' titubante come se ci fosse un aspetto della sua vita che vuole tenere nascosto e privato.
Quello che il drago non sa e' che in realta' la giovane donna e' una schiava dell'eta' moderna: ricattata dal suo protettore non riesce ad abbandonarsi all'amore, finalmente quello vero. Sara' proprio il drago a liberarla dalla sua schiavitu' ammazzando di paura il suo padrone venuto a riprendersela e nascondendone il corpo al sicuro sul fondo del profondo lago.
Vorrei concludere con una citazione riguardo quello che Faletti definisce l'assurdo dei fiori: quelli veri quando sono belli si dice che sembrano finti, quelli finti, quando sono belli, finiscono per sembrare veri.
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