I miei ricordi mi hanno subito riportata ad un libro "Il piccolo principe" di Antonie de Saint Exupéry, testo fantastico per i piccoli ed emozionante quanto riflessivo per gli adulti. Un libro che insegna quelle cose che crescendo ci siamo dimenticati.
Proviamo ad immedesimarci nell'autore, certo la cosa può sembrare ridicola e sicuramente poco reale, davanti ad un problema così serio ed imminente da risolvere il sentirsi invitati a disegnare una pecora...la prima cosa che ci verrebbe da dire sarebbe:"Ma a cosa mi serve? Non sicuramente per tornare al mio paese?!"; altri direbbero: "Dove posso trovare foglio e matita?".
Antonie no, non si lascia sovrastare da perplessità, ma incomincia a disegnare pecore, che non piacciono però alla fantasia della personcina che gliele aveva richieste. Infine quasi scocciato l'aviatore decide di disegnare una scatola con dei buchi nella quale, dice, si trova la pecora. Il "Piccolo Principe" finalmente è soddisfatto e inizia a raccontare la sua storia...
"Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. "
Prima di andarsene il Piccolo Principe osserva un giardino fiorito di rose, tutte bellissime, che subito lo commuovono perchè gli fanno ricordare la SUA rosa. Ciò però lo rende infelice, credeva infatti che la sua rosa fosse unica. Come per incanto ne comprende l'unicità:
“Voi siete belle, ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho annaffiata. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi. Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.”
Addio", disse il Piccolo Principe.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
Questa storia possiede infinite sfaccettature, certo non posso pretendere di conoscerle tutte.... lascio a voi la bellezza di trovarne nuove e più originali.
bello! quasi quasi mi viene voglia di leggerlo
RispondiEliminabeh se vuoi te lo presto...(ho fatto la battuta!)...prova a guardare nella libreria a casa tua...mi sa che è lì.
RispondiEliminacaspita tempismo perfetto. Proprio oggi si e' avuta la certezza che l'autore del piccolo principe fu abbattuto da un aviatore tedesco durante la seconda guerra mondiale.
RispondiEliminaLa notizia per esteso la trovate sul Corriere di oggi.
Quella che sembrava essere una leggenda e' realta e rende la figura dell'autore del Piccolo Principe ancora piu' mitologica.