Da oramai due giorni cercavo un argomento che racchiudesse in sè una miriade di sogni da realizzare...un'infinita vivacità e serenità che il solo parlarne potesse far sentire le persone più felici.
I miei ricordi mi hanno subito riportata ad un libro "Il piccolo principe" di Antonie de Saint Exupéry, testo fantastico per i piccoli ed emozionante quanto riflessivo per gli adulti. Un libro che insegna quelle cose che crescendo ci siamo dimenticati.
I miei ricordi mi hanno subito riportata ad un libro "Il piccolo principe" di Antonie de Saint Exupéry, testo fantastico per i piccoli ed emozionante quanto riflessivo per gli adulti. Un libro che insegna quelle cose che crescendo ci siamo dimenticati.
L'autore con semplicità racconta il mondo degli adulti attraverso gli occhi innocenti di un bambino, descrivendone gli atteggiamenti a volte irragionevoli e inutili. Lo scrittore narra di aver effettuato un atterraggio di fortuna nel deserto del Sahara e il giorno dopo di esser stato svegliato da una voce lieve che gli chiedeva di disegnargli una pecora.
Proviamo ad immedesimarci nell'autore, certo la cosa può sembrare ridicola e sicuramente poco reale, davanti ad un problema così serio ed imminente da risolvere il sentirsi invitati a disegnare una pecora...la prima cosa che ci verrebbe da dire sarebbe:"Ma a cosa mi serve? Non sicuramente per tornare al mio paese?!"; altri direbbero: "Dove posso trovare foglio e matita?".
Antonie no, non si lascia sovrastare da perplessità, ma incomincia a disegnare pecore, che non piacciono però alla fantasia della personcina che gliele aveva richieste. Infine quasi scocciato l'aviatore decide di disegnare una scatola con dei buchi nella quale, dice, si trova la pecora. Il "Piccolo Principe" finalmente è soddisfatto e inizia a raccontare la sua storia...
Proviamo ad immedesimarci nell'autore, certo la cosa può sembrare ridicola e sicuramente poco reale, davanti ad un problema così serio ed imminente da risolvere il sentirsi invitati a disegnare una pecora...la prima cosa che ci verrebbe da dire sarebbe:"Ma a cosa mi serve? Non sicuramente per tornare al mio paese?!"; altri direbbero: "Dove posso trovare foglio e matita?".
Antonie no, non si lascia sovrastare da perplessità, ma incomincia a disegnare pecore, che non piacciono però alla fantasia della personcina che gliele aveva richieste. Infine quasi scocciato l'aviatore decide di disegnare una scatola con dei buchi nella quale, dice, si trova la pecora. Il "Piccolo Principe" finalmente è soddisfatto e inizia a raccontare la sua storia...

"Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. "
Penso che sia una parte toccante del libro; ognuno si può riconoscere come il piccolo principe (l'addomesticatore) o la volpe (l'addomesticato); colui che desidera quell'amicizia, che ne ha bisogno e che umilmente si mostra disponibile, quello che fa di tutto per farsi accettare anche a costo di cambiare un pochino. A momenti alterni se ci riflettiamo siamo entrambi i personaggi. Il legame che hanno instaurato è un'amicizia che penetra nell'essere, che non resta in superficie, tocca i sensi e lo spirito. è un volersi bene, nel volersi bene, per ricercare la felicità, per sentire la felicità, per esplorare il mistero, per vivere il mistero dell'amore. Quando l'amore non è nient'altro che amore...
Prima di andarsene il Piccolo Principe osserva un giardino fiorito di rose, tutte bellissime, che subito lo commuovono perchè gli fanno ricordare la SUA rosa. Ciò però lo rende infelice, credeva infatti che la sua rosa fosse unica. Come per incanto ne comprende l'unicità:
Prima di andarsene il Piccolo Principe osserva un giardino fiorito di rose, tutte bellissime, che subito lo commuovono perchè gli fanno ricordare la SUA rosa. Ciò però lo rende infelice, credeva infatti che la sua rosa fosse unica. Come per incanto ne comprende l'unicità:
“Voi siete belle, ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho annaffiata. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi. Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.”
Ecco che il Piccolo Principe deve tornare sul suo pianeta, dalla SUA rosa. A volte dobbiamo allontanarci da chi amiamo per capirne l'importanza ed il valore...
Addio", disse ilPiccolo Principe.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
Per cogliere ciò che è davvero essenziale occorre raccoglierci in alcuni istanti di silenzio, con un irresistibile desiderio che esso racconti la nostra storia con un sussurro leggero. Istanti per rivivere canzoni che non urlino più nel nostro timpano, ma che risuonino nella nostra mente come frasi magiche.
Questa storia possiede infinite sfaccettature, certo non posso pretendere di conoscerle tutte.... lascio a voi la bellezza di trovarne nuove e più originali.
Questa storia possiede infinite sfaccettature, certo non posso pretendere di conoscerle tutte.... lascio a voi la bellezza di trovarne nuove e più originali.