E' la stessa sensazione che si prova da bambini quando si resta imbambolati a fissare il gioco preferito appena rotto, irreparabilmente a pezzi e insostituibile. Eppure lo sapevo che prima o poi sarebbe dovuto succedere: ogni cosa ha le sue stagioni e il calcio non fa certo eccezione. E' ufficiale: la stagione delle vittorie dell'Inter è finita, o almeno questo è quello che appare agli occhi dei tifosi che ieri sera fischiavano i campioni d'Europa mentre cercavano disperatamente il pareggio con il Brescia.
Ma si può sapere cosa è successo e cosa è cambiato? Innanzitutto, il cambiamento più evidente - a parte i risultati - è l'allenatore. Non voglio dire che Mourinho era meglio di Benitez, ma di sicuro sono due personaggi differenti e anche il solo cambiamento non ha giocato bene. I giocatori devono imparare a conoscere il nuovo allenatore e a rispettarlo come professionista. Vi ricordate due campionati fa quando esordì il Mou? L'inizio non fu certo dei migliori e lui continuava ad arrabbiarsi con i giornalisti - che altro non facevano che riportare i mormorii dei tifosi - che paragonavano la sua Inter a quella di Mancini. Eppure lo stesso Mou è adesso osannato e innalzato agli onori degli altari .
Poi ci sono i giocatori. Apparentemente quelli non sono cambiati: Balotelli se ne è andato, e sono arrivati altri giovani già di proprietà dell'Inter. Eppure se guardo il poster commemorativo della finale di Champions e confronto le facce con quelle tristi che ieri sera hanno lasciato San Siro, ne riconosco solo qualcuna. Certo non voglio portare a scusante gli infortuni: quelli devono essere evitati con la giusta preparazione che evidentemente è mancata e continua a mancare. Ma è anche vero che se cambi cinque, sei o anche sette undicesimi di una squadra è lecito aspettarsi risultati diversi.
Ancora peggio è che è cambiato l'atteggiamento in campo. L'anno scontro, si giocava per vincere. Oggi si entra in campo con la presunzione che forse si vincerà e che comunque non potrà poi andare così male. Sbagliato. E' che non abbiamo più fame. Le vittorie dell'anno scorso hanno saziato la nostra fame atavica e adesso sappiamo che tanto non si potrà mai più fare di meglio e non vale nemmeno la pena di sbattersi per ottenere il minimo sufficiente. E pensare che proprio in settimana era arrivata la strigliata di Moratti che aveva avvertito tutti ad un radicale cambiamento di rotta. Visto il primo tempo di ieri sera direi che non è proprio servita a nulla.
Cosa dobbiamo fare allora? Tornare a fare i piangina d'Italia come prima? No direi proprio di no. Una volta che ci si è seduti sul trono non si può più tornare a fare i giullari. Innanzitutto bisogna prendere coscienza che c'è qualcosa che non va bene, che c'è un problema e che deve essere affrontato. E voglio proprio sperare che la deludente prestazione di ieri sera sia da stimolo per iniziare un lungo processo di guarigione.
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7 novembre 2010
5 novembre 2010
Atomium by night
Mi vergogno un po' della qualità della foto, ma questo è il massimo che sono riuscito ad ottenere con la ridicola fotocamera del mio cellulare. E poi fotografare di notte un oggetto luminoso pieno di riflessi non è mai un'operazione facile.
Mi spiace che la qualità dell'immagine impoverisca il luccichio di cui l'Atomium, realizzato al CCR per il semestre di presidenza belga, si veste la notte. Sui segmenti che uniscono i siti atomici del reticolo cubico a corpo centrato sono state aggiunte bande di diodi LED ad alta luminosità che trasformano la già splendida opera d'arte e di ingegneria in uno spettacolo dal sapore natalizio. Con un tocco di vera classe, tutti i cavi elettrici sono stati fatti correre all'interno della struttura e collegati a grossi accumulatori alimentati da due pannelli solari. Così oltre ad essere bello, il nostro Atomium è persino ecologico!
Ancora un volta, le mie più grandi congratulazioni vanno alle due menti che stanno dietro al progetto e alla inarrestabile intraprendenza dei colleghi belgi che ha tutti costi hanno voluto questa versione illuminata.
Mi spiace che la qualità dell'immagine impoverisca il luccichio di cui l'Atomium, realizzato al CCR per il semestre di presidenza belga, si veste la notte. Sui segmenti che uniscono i siti atomici del reticolo cubico a corpo centrato sono state aggiunte bande di diodi LED ad alta luminosità che trasformano la già splendida opera d'arte e di ingegneria in uno spettacolo dal sapore natalizio. Con un tocco di vera classe, tutti i cavi elettrici sono stati fatti correre all'interno della struttura e collegati a grossi accumulatori alimentati da due pannelli solari. Così oltre ad essere bello, il nostro Atomium è persino ecologico!
Ancora un volta, le mie più grandi congratulazioni vanno alle due menti che stanno dietro al progetto e alla inarrestabile intraprendenza dei colleghi belgi che ha tutti costi hanno voluto questa versione illuminata.
3 novembre 2010
Squadra di supporto
Oggi è una giornata di quelle che mi sarebbe piaciuto apostrofare "per essere lunedì, ci è già andata bene". Sì perché le giornate più impestate capitano sempre e rigorosamente il primo giorno della settimana e oggi pur essendo mercoledì era per noi di fatto il primo giorno lavorativo della settimana.
Stamattina arrivo bel presto, aiutato da condizioni del traffico decisamente favorevoli, ma capisco subito che genere di giornata mi si sarebbe prospettata. Mi dicono: la cantina è allagata causa pioggia nel week end, vedi un po' di gestire la faccenda.
Inizio facendo un giro di controllo; la situazione non è poi così catastrofica, ho visto il bagno di casa mia in condizioni ben peggiori, ma non ho nulla per intervenire, né stracci né scope per non parlare poi di un'aspiraliquidi. Ritorno in ufficio, prendo il telefono e comincio a chiamare il responsabile dell'infrastrutture che però non risponde. Chiamo il suo vice, ma niente e solo allora mi rendo conto che, vista la chiusura della scuola europea, molti colleghi hanno approfittato per una settimana di vacanza. Non mi resta che chiamare i pompieri - il JRC ha un servizio interno per la gestione delle emergenze. Una soluzione drastica, ma pur sempre una soluzione. Compongo il 9999, numero unico per le emergenze, e dopo qualche squillo, risponde un signore che con fare distinto mi dice: "Supportin, buongiorno come posso esserle utile?".
Nel frattempo che mi presento e illustro il problema, penso Supportin non lo avevo mai sentito, deve essere un cognome Veneto un po' come Zanin o Rinaldin. La telefonata si conclude con la presa in carico del problema e io appendo soddisfatto della mia efficienza. Passano nemmeno cinque minuti e mi squilla il telefono, rispondo e: "Salve, qui Supportin, le sto inviando una squadra di pompieri per un sopralluogo, li può accompagnare in cantina?" Non c'è problema, appendo sempre più gasato dall'efficienza del centro. Questione di minuti e il LandRover dei pompieri posteggia davanti al ciclotrone, scendono in due e io li accompagno sul luogo del delitto. Mi dicono che la situazione è facilmente risolvibile e che nel primissimo dopopranzo avrebbero sistemato tutto.
Sembrerebbe tutto fatto, se non fosse che alle quattro scopro che non sono ancora arrivati, allora riprendo il telefono, rifaccio il 9999 e puntuale come sempre risponde il signor Supportin. Dico: "mi scusi, potrei parlare con i pompieri?" e dall'altra parte del filo "sì sì, siamo sempre noi, adesso ci chiamano support team, ma siamo sempre i pompieri..." A qualche punto e solo a quel punto, ho realizzato che "Supportin" non era il cognome del mio interlocutore, ma la pronuncia con un forte accento lombardo dell'inglese "support team", ovvero squadra di supporto. Il Supportin - permettetemi di continuare a chiamarlo così - deve aver pensato che era caduta la linea perché per qualche secondo non ho proferito parola, impegnato com'ero a pensare se per caso nel corso delle varie telefonate l'avessi chiamato Signor Supportin. Continuo la telefonata trattenendo a stento una risata che è scoppiata come una bomba appena appesa la cornetta.
Morale della favola: anche nelle situazioni più nere, si trova sempre l'occasione per una sana risata
Stamattina arrivo bel presto, aiutato da condizioni del traffico decisamente favorevoli, ma capisco subito che genere di giornata mi si sarebbe prospettata. Mi dicono: la cantina è allagata causa pioggia nel week end, vedi un po' di gestire la faccenda.
Inizio facendo un giro di controllo; la situazione non è poi così catastrofica, ho visto il bagno di casa mia in condizioni ben peggiori, ma non ho nulla per intervenire, né stracci né scope per non parlare poi di un'aspiraliquidi. Ritorno in ufficio, prendo il telefono e comincio a chiamare il responsabile dell'infrastrutture che però non risponde. Chiamo il suo vice, ma niente e solo allora mi rendo conto che, vista la chiusura della scuola europea, molti colleghi hanno approfittato per una settimana di vacanza. Non mi resta che chiamare i pompieri - il JRC ha un servizio interno per la gestione delle emergenze. Una soluzione drastica, ma pur sempre una soluzione. Compongo il 9999, numero unico per le emergenze, e dopo qualche squillo, risponde un signore che con fare distinto mi dice: "Supportin, buongiorno come posso esserle utile?".
Nel frattempo che mi presento e illustro il problema, penso Supportin non lo avevo mai sentito, deve essere un cognome Veneto un po' come Zanin o Rinaldin. La telefonata si conclude con la presa in carico del problema e io appendo soddisfatto della mia efficienza. Passano nemmeno cinque minuti e mi squilla il telefono, rispondo e: "Salve, qui Supportin, le sto inviando una squadra di pompieri per un sopralluogo, li può accompagnare in cantina?" Non c'è problema, appendo sempre più gasato dall'efficienza del centro. Questione di minuti e il LandRover dei pompieri posteggia davanti al ciclotrone, scendono in due e io li accompagno sul luogo del delitto. Mi dicono che la situazione è facilmente risolvibile e che nel primissimo dopopranzo avrebbero sistemato tutto.
Sembrerebbe tutto fatto, se non fosse che alle quattro scopro che non sono ancora arrivati, allora riprendo il telefono, rifaccio il 9999 e puntuale come sempre risponde il signor Supportin. Dico: "mi scusi, potrei parlare con i pompieri?" e dall'altra parte del filo "sì sì, siamo sempre noi, adesso ci chiamano support team, ma siamo sempre i pompieri..." A qualche punto e solo a quel punto, ho realizzato che "Supportin" non era il cognome del mio interlocutore, ma la pronuncia con un forte accento lombardo dell'inglese "support team", ovvero squadra di supporto. Il Supportin - permettetemi di continuare a chiamarlo così - deve aver pensato che era caduta la linea perché per qualche secondo non ho proferito parola, impegnato com'ero a pensare se per caso nel corso delle varie telefonate l'avessi chiamato Signor Supportin. Continuo la telefonata trattenendo a stento una risata che è scoppiata come una bomba appena appesa la cornetta.
Morale della favola: anche nelle situazioni più nere, si trova sempre l'occasione per una sana risata
31 ottobre 2010
Wii party e la regina del casual gamer
Se è vero che la Wii è la console regina dei casual gamers, allora il nuovissimo gioco fiammante Wii party è esattamente quello che ci vuole per una rilassante serata in allegria.
Questo per raccontarvi la serata di ieri, organizzata all'ultimo minuto e condivisa con mia sorella e suo marito. Noi ci abbiamo messo il gioco e loro i telecomandi oltre che alla casa bella riscaldata e ovviamente la tv. Il gioco, ultimo nato in casa Nintendo, è veramente l'ideale per queste serate e ve lo consiglio vivamente. Presenta un'ampia gamma di minigiochi raggruppati in format più o meno lunghi e per più o meno giocatori: si va da giochi per due persone a quelli più complessi con quattro giocatori per una durata complessiva che può tranquillamente superare l'ora se lo si prende con calma e la giusta dose di allegria.
Noi ieri sera abbiamo scelto il format per quattro giocatori chiamato "Gira la ruota" in cui i quattro Mii a turno girano la ruota e a seconda del risultato possono sfidarsi in minigiochi uno contro tutti, uno contro tre, oppure uno contro uno. Scopo del gioco è accumulare e mantenere fino alla fine del gioco il maggior numero di dobloni, cosa non per nulla facile visto i tranelli e le insidie che si celano dietro ad alcune caselle della ruota.
Una parola sui minigiochi. Ce ne sono alcuni veramente piacevoli e che terminato il format abbiamo voluto rigiocare liberamente, per esempio quello intitolato "Spara alle spalle", mente altri, più semplici sono belli ma nulla di eccezionale. Un aspetto positivo è che prima di sfidare gli amici nei vari minigiochi è sempre possibile fare alcune partite di prova (pratica) in modo da dare l'occasione a tutti di capire il funzionamento del gioco, anche a chi non possedendo il titolo, lo affronta per la prima volta.
Giudizio ottimo per una gioco di compagnia!
Questo per raccontarvi la serata di ieri, organizzata all'ultimo minuto e condivisa con mia sorella e suo marito. Noi ci abbiamo messo il gioco e loro i telecomandi oltre che alla casa bella riscaldata e ovviamente la tv. Il gioco, ultimo nato in casa Nintendo, è veramente l'ideale per queste serate e ve lo consiglio vivamente. Presenta un'ampia gamma di minigiochi raggruppati in format più o meno lunghi e per più o meno giocatori: si va da giochi per due persone a quelli più complessi con quattro giocatori per una durata complessiva che può tranquillamente superare l'ora se lo si prende con calma e la giusta dose di allegria.

Una parola sui minigiochi. Ce ne sono alcuni veramente piacevoli e che terminato il format abbiamo voluto rigiocare liberamente, per esempio quello intitolato "Spara alle spalle", mente altri, più semplici sono belli ma nulla di eccezionale. Un aspetto positivo è che prima di sfidare gli amici nei vari minigiochi è sempre possibile fare alcune partite di prova (pratica) in modo da dare l'occasione a tutti di capire il funzionamento del gioco, anche a chi non possedendo il titolo, lo affronta per la prima volta.
Giudizio ottimo per una gioco di compagnia!
30 ottobre 2010
Bar sport
Quasi una settimana intera scollegato. O meglio collegato ma a corrente alternata, o al singhiozzo. Tutta colpa del troppo fare che non mi lascia più tempo per tornare in questo posto sereno per scrivervi qualcosa di più o meno interessante.
La causa principale è proprio lui (vedi foto) che non appena vede che mi sto avvicinando alla tastiera del computer viene a tirarmi per una mano per andare a vederlo giocare o anche solo per stare in sua compagnia. Certo potrei scrivere qualcosa dopo che lui si è addormentato, ma a quel punto di solito io sono già talmente stanco che non riesco nemmeno a mettere insieme due pensieri. Al lavoro non ne parliamo, in queste ultime due settimane ho fatto fatica a trovare il tempo per rispondere alle email di lavoro, figuriamoci quelle private...
Leggo notizie, faccio cose, sento opinioni che mi verrebbe voglia di commentare qui aggiungendovi i miei pensieri, ma appena trovo il tempo per farlo, le notizie sono già passate, o in troppi le hanno già commentate oppure non le reputo più così interessanti come mi erano parse all'inizio.
Lo so cosa starete pensando: "ecco un altro post in cui ci dice che non ha niente da dirci". E invece vi sbagliate.
Voglio raccontarvi della bella serata di ieri sera. Mio papà ed io a casa sua con lo scopo principale di vedere la partita. Un Genoa super pimpante sconfitto da un'Inter solo più che sufficiente. Ma la partita è stata quasi una distrazione, perché senza altre interruzioni che le occasioni mancate delle due squadre, abbiamo parlato tanto, in modo perfettamente disordinato, come se fossimo al bar sport. Dalla politica finta con cui la destra e la sinistra stanno mandando a pezzi il nostro paese, all'immediato passaggio al digitale terrestre che tanto spaventa chi per anni ha visto la tv senza sapere se fosse analogica o fatta di solo di zeri e uno. Dall'incredibile costo delle cartucce per le stampanti a quanto è intelligente e allo stesso tempo monello suo nipote. Muntari gol? Ha segnato Muntari? Ma quando è entrato? Ecco è finito il primo tempo, vado in bagno e poi ti spiego perché secondo me faremmo bene a passare al nucleare. Dovremmo fare come i francesi, senza però sottometterci a comprare la loro tecnologia vecchia a buon prezzo così che loro si costruiscono quella nuova ancora a nostre spese. Sì ma, quale pensi possa essere una buona marca per la stampante, perché la mia proprio non va più. Dici di prenderla in un negozio di computer o provare al supermercato? Lo sai che ho montato le gomme da neve? Di già, ma non è un po' presto? Guarda che alla mattina quando vado al lavoro ci sono solo due o tre gradi e la spia "presenza di ghiaccio" si accende sempre. E quanto le hai pagate? Credo di aver spuntato un buon prezzo, 70 euro l'una... Ma non sarà solo una questione di moda? Adesso se non monti le gomme invernali sembra che sei un pirata della strada. Sono stanco morto, ma quando finisce questa partita... 6 minuti di recupero, dai arbitro fischia che vado a letto. Oh, finalmente, abbiamo vinto. Ciao, vado a dormire, salutami la mamma...
Ve lo avevo detto che era un discorso disordinato...
La causa principale è proprio lui (vedi foto) che non appena vede che mi sto avvicinando alla tastiera del computer viene a tirarmi per una mano per andare a vederlo giocare o anche solo per stare in sua compagnia. Certo potrei scrivere qualcosa dopo che lui si è addormentato, ma a quel punto di solito io sono già talmente stanco che non riesco nemmeno a mettere insieme due pensieri. Al lavoro non ne parliamo, in queste ultime due settimane ho fatto fatica a trovare il tempo per rispondere alle email di lavoro, figuriamoci quelle private...
Leggo notizie, faccio cose, sento opinioni che mi verrebbe voglia di commentare qui aggiungendovi i miei pensieri, ma appena trovo il tempo per farlo, le notizie sono già passate, o in troppi le hanno già commentate oppure non le reputo più così interessanti come mi erano parse all'inizio.
Lo so cosa starete pensando: "ecco un altro post in cui ci dice che non ha niente da dirci". E invece vi sbagliate.

Ve lo avevo detto che era un discorso disordinato...
22 ottobre 2010
E se commutassero?
Ridevo come un deficiente questa mattina in auto mentre ascoltavo la rubrica dell'informazione plausibile di Radio Deejay. In particolare mi faceva sbellicare la notizia conclusiva in base alla quale nella giornata odierna, a causa di uno sciopero della proprietà commutativa: 3+2 avrebbe fatto 5, ma 2+3 avrebbe fatto "banana".
Persino i bambini sanno che l'addizione gode della proprietà commutativa e altrettanto dicasi per la moltiplicazione. Tutti sono convinti che sia normale che le operazioni commutano, ma se parlate di commutatività ad un fisico lui vi dirà che "le regole di commutazione" sono di fatto l'elemento fondante di tutta la meccanica quantistica (ho esagerato? forse sì, forse no... decidete voi). L'operatore momento e quello di posizione non commutano affatto dando così vita al principio di indeterminazione di Heisenberg che appunto ci dice che non può misurare con assoluta precisione e simultaneamente sia la posizione sia la velocità di una particella. Ripeto, mentre per tutti è normale che le cose commutino, la meccanica quantistica si basa sul fatto che i due più importanti operatori non commutano. Forse è proprio per questo che è così difficile da capire e da digerire...
E se commutassero? Cioè se domani mattina gli operatori posizione e momento decidessero di commutare anche solo per qualche secondo? Come cambierebbe il nostro universo? Ricordo di aver letto su un libro di divulgazione di altissimo livello che se h tagliato, ovvero la costante di "non commutazione", fosse esageratamente grande allora se mettessimo dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere di whisky questi comincerebbero ad agitarsi istericamente per bilanciare il nostro tentativo di confinarli spazialmente. Ma non ho mai riflettuto sul destino del nostro universo qualora h tagliato fosse esattamente nullo. Probabilmente non sarei qui a domandarmelo, oppure mi starei domandando come si può vivere in un universo quantizzato, oppure ancora come mai 2+3 non fa banana...
ps. non sono impazzito, ma è tutta la settimana che faccio conti...
Persino i bambini sanno che l'addizione gode della proprietà commutativa e altrettanto dicasi per la moltiplicazione. Tutti sono convinti che sia normale che le operazioni commutano, ma se parlate di commutatività ad un fisico lui vi dirà che "le regole di commutazione" sono di fatto l'elemento fondante di tutta la meccanica quantistica (ho esagerato? forse sì, forse no... decidete voi). L'operatore momento e quello di posizione non commutano affatto dando così vita al principio di indeterminazione di Heisenberg che appunto ci dice che non può misurare con assoluta precisione e simultaneamente sia la posizione sia la velocità di una particella. Ripeto, mentre per tutti è normale che le cose commutino, la meccanica quantistica si basa sul fatto che i due più importanti operatori non commutano. Forse è proprio per questo che è così difficile da capire e da digerire...
E se commutassero? Cioè se domani mattina gli operatori posizione e momento decidessero di commutare anche solo per qualche secondo? Come cambierebbe il nostro universo? Ricordo di aver letto su un libro di divulgazione di altissimo livello che se h tagliato, ovvero la costante di "non commutazione", fosse esageratamente grande allora se mettessimo dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere di whisky questi comincerebbero ad agitarsi istericamente per bilanciare il nostro tentativo di confinarli spazialmente. Ma non ho mai riflettuto sul destino del nostro universo qualora h tagliato fosse esattamente nullo. Probabilmente non sarei qui a domandarmelo, oppure mi starei domandando come si può vivere in un universo quantizzato, oppure ancora come mai 2+3 non fa banana...
ps. non sono impazzito, ma è tutta la settimana che faccio conti...
18 ottobre 2010
L'eccezionalità del quotidiano
Non mi piace scrivere necrologi né tanto meno coccodrilli, ma mi piace cogliere questa occasione per salutare un compaesano che se ne è andato troppo di fretta. Nel giro di poche settimane, quel brutto male si è portato via Felice, in silenzio, senza fare rumore, mi viene voglia di dire, nel suo stile.
Lo stile del dono smisurato, dell'amore per i più deboli e indifesi, il tutto nel più assoluto nascondimento; perché un dono è vero solo se non ci si aspetta nulla in cambio, nemmeno un grazie. Felice era così, nascosto dietro a tante opere di bene. L'unica consolazione che ci resta è la grande festa con cui l'avranno accolto in paradiso i tanti suoi amici.
Lo stile del dono smisurato, dell'amore per i più deboli e indifesi, il tutto nel più assoluto nascondimento; perché un dono è vero solo se non ci si aspetta nulla in cambio, nemmeno un grazie. Felice era così, nascosto dietro a tante opere di bene. L'unica consolazione che ci resta è la grande festa con cui l'avranno accolto in paradiso i tanti suoi amici.
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