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3 maggio 2012

Benvenuto Precise Pangolin

Sapete cos'è un pangolino? Wikipedia ci insegna che è un formichiere squamoso che utilizza la sua corazza per appallottolarsi quando spaventato assumendo una regolarissima forma che assomiglia ad un frattale (foto qui a lato). In realtà non è di biologia che vi voglio parlare, ma delle mie impressioni dopo una settimana dall'aggiornamento alla versione 12.04 LTS, nome in codice Precise Pangolin, di Ubuntu.

Non sono solo le mie opinioni, ma nello stesso articolo ho messo sia le mie impressioni, se vogliamo quelle di un utente un po' più smaliziato, sia quelle di mio papà, un utilizzatore decisamente più conservatore e refrattario ai cambiamenti.

Unity revolution

Nelle scorse settimane avevo aggiornato la mia 10.10 alla 11.10 per mettere alla prova unity in modo da preparare la transizione di mio papà nel modo più delicato e indolore possibile. Unity è diversa dal vecchio Gnome, sotto certi aspetti è ancora un po' troppo immatura, ma in fondo si tratta di un'interfaccia e se il minimo sindacale di usabilità è garantito, allora è solo una questione di abitudine. Abitudine, per esempio, nel non avere il tradizionale pannello del menu sopra e la barra delle applicazioni sotto, ma un unico lanciatore verticale. Abitudine nell'avere il titolo della finestra e i menu dell'applicazione corrente a scomparsa e integrati nella barra orizzontale superiore.

Tutto qui? No direi di no. Perché nelle due settimane che sono rimasto con la 11.10 ho riscontrato un certo numero di crash. O meglio ho notato che il computer era più lento del solito, e un rapido sguardo a top mi confermava che compiz stava utilizzando il 70 - 80% di una CPU senza che ce ne fosse un valido motivo. Questo è assolutamente inaccettabile specie se uno pensa di utilizzare linux per la sua stabilità.

Passando alla 12.04 non ho più avuto questo problema, il che è ovviamente un sollievo. Ci sono stati un paio di crash catturati da apport, cosa normale per una distribuzione rilasciata di fresco e per i quali ho già visto che ci sono delle soluzioni proposte nei repositori di test.

Voto insufficiente per l'usabilità del selettore di workspace, avrebbero potuto rendere cliccabili i quattro angoli separatamente in modo da poter andare direttamente da un workspace all'altro senza passare attraverso la schermata di selezione.

Voto positivo all'application switcher (l'alt-tab per intenderci). Vengono mostrate solo le applicazioni aperte e nel caso di più istanze della stessa è possibile selezionare a quale passare soffermandocisi sopra per un istante: l'icona rappresentativa dell'applicazione si separa e vengono mostrate tutte le istanze aperte.

HUD

Acclamato come l'elemento più innovativo di questa nuova versione, l'HUD (head-up display) permette di trovare il comando che stavate cercando senza dover scandagliare tutti i menu dell'applicazione. Se per esempio in Firefox volete aprire la gestione dei preferiti, allora anziché portare il mouse verso la parte alta dello schermo per far comparire il menu e cercare il comando, basta premere rapidamente il tasto Alt. Si aprirà un widget per l'inserimento di testo in cui potete cominciare a scrivere il comando che cercate, nel nostro esempio, preferiti. Vi verrà proposta una selezione di comandi a cui accedere con un semplice click. Lo possiamo definire come la scorciatoia per chi non si ricorda le scorciatoie: quando sei indeciso, premi il tasto Alt e scrivi quello che vorresti fare. Molto utile nei programmi elaboratori caratterizzati con menu complessi e articolati. Sotto certi aspetti ricorda la funzionalità di Spotlight di MacOS, tranne che al posto di cercare tra i file, cerca tra i comandi.

Ho provato ad utilizzarlo, ma non credo che per il mio modo di usare il pc sarà una vera e propria rivoluzione. Mi piace invece lo stile della nuova dash (l'equivalente del tasto start con l'iconcina di ubuntu). Cliccandovi sopra vengono presentate le applicazioni e i file aperti più di recente e, di mio gradimento la possibilità di scrivere quello che si cerca. A me semplifica di molto l'avvio dei programmi, mentre mio papà preferisce di gran lunga l'esplorazione delle varie categorie, alla vecchia maniera, cosa che è possibile fare attivando la visualizzazione dei filtri.

Una nota sulle versioni

Ogni rilascio di una nuova versione di Ubuntu è caratterizzato da un numero, in questo caso 12.04 e da un nome. A volte dopo il numero trovate la sigla LTS, abbreviazione di Long Term Support che in altre parole significa che tale distribuzione sarà mantenuta in vita con aggiornamenti per un periodo di tempo più lungo (5 anni) rispetto alle altre versioni. I numeri indicano l'anno e il mese di rilascio, così 12.04 significa aprile 2012, e visto che i rilasci sono a cadenza semestrale, la prossima distribuzione sarà la 12.10.

Nel mio caso specifico non credo che rimarrò con la 12.04 LTS fino al suo fine vita, probabilmente la saluterò con l'arrivo della 13.10 o giù di lì. Discorso diverso per mio papà che verosimilmente punterà a rimanere con la 12.04 il più a lungo possibile anche se questo introdurrà necessariamente una diversificazione tra il suo e il mio sistema operativo che potrebbe rendere difficoltosa la mia assistenza da remoto.

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5 commenti:

  1. Ben detto. Volevo fare solo un paio di precisazioni.

    Primo, il selettore del workspace. Per chi è abituato a switchare cliccando sull'icona e ad avere sempre sotto controllo quale workspace è in uso c'è una certa differenza. All'inizio l'impatto è stato proprio come descrivi. Poi usandolo un po' ti accorgi che per come è strutturato il tutto non è necessario avere l'altro approccio. Mi spiego meglio: sul lanciatore a sinistra hai l'elenco delle applicazioni di default più quelle aperte, e quelle aperte sono segnalate da un indicatore. Una volta che clicchi sull'icona dell'applicazione ti porta direttamente sul workspace corrispondente. In pratica, non c'è veramente bisogno di sapere dove sei esattamente. Questione di abitudine.
    Probabilmente questo è dovuto anche a un'altro fatto: in realtà non si tratta di 4 workspace, ma di un unico desktop, di cui ti vedi solo un angolo alla volta. Prova a mettere una finestra a cavallo di due "workspace" e vedrai cosa intendo. Non so come era prima di Unity, ma sul fedora che ho, sono proprio 4 desktop indipendenti.

    Secondo, la WiFi. Ancora una volta, sul portatitile (un Acer Extensa 5630Z con Atheros AR5B91) il Wireless sembra fare capricci, anche se la connessione alla rete viene stabilita, non si riesce a navigare. Sicuramente sarà un problema di scheda di rete troppo vecchia (??) non supportata adeguatamente dai nuovi kernel (Fedora 16 Verne dava lo stesso problema), come se si tentasse di tagliare fuori una parte di hardware presunta vecchia (il portatile ha 4 anni, e finché fa il suo dovere non ho intenzione di cambiarlo). E bisogna dire che Windows invece non dà problemi...

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  2. Guarda la mia perplessità con l'attuale workspace switcher non è tanto quella di sapere dove si trovi una certa finestra, ma piuttosto quella di non potersi spostare direttamente da un workspace all'altro con un click (probabilmente esiste una via breve da tastiera). 

    L'idea è la seguente: mi piace organizzare i vari workspace per temi, così ho le "finestre" serie in uno, quelle di svago nell'altro e così via. 

    Tutto qui, cercherò la shortcut da tastiera...

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  3.  E' quello che mi lascia perplesso anche su Gnome3... Se trovi fammi sapere ;-)

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  4. Guarda qui: 
    http://i.stack.imgur.com/pf1y5.png

    RispondiElimina
  5. mostruoso...  :-) Non sono fan delle scorciatoie tastiera tranne in pochi casi, in genere le operazioni che faccio più di frequente e che posso fare con la sola sinistra, lasciando la destra libera per il mouse.

    RispondiElimina

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