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25 agosto 2011

Quel maledetto divano letto...

Il pirata Jack
E' tutta colpa del caldo, di questo caldo infernale che ci soffoca di giorno e non ci lascia dormire di notte. Noi, come famiglia, siamo molto amanti del fresco, così quando in settimana la temperatura nella nostra camera ha raggiunto i 27 gradi alle 10 di sera, abbiamo deciso che ne avevamo abbastanza e ci saremmo trasferiti.

Trasferiti sì, ma non certo ai poli, ci siamo accontentati di preparare un divano letto matrimoniale e allestire due lettini da campeggio per i bambini in taverna, che con i suoi 23 gradi offre un ambiente molto più accogliente.

Come accade a tutti quelli che utilizzano il divano letto solo in rare occasioni, il semplice fatto di eseguire la trasformazione diventa un'acrobazia. Nel tentativo di ricordarmi come avevo fatto la volta precedente, ho tirato un po' qua, alzato un po' là, sudato tanto e alla fine mi sono lasciato cadere la base del letto dritta su un piede. Con le lacrime agli occhi ho infilato il piede in una ciabatta di ghiaccio e ho finito di preparare la branda.

Il risultato finale non è stato così male, un po' scomodo forse, ma dormire al fresco è tutta un'altra cosa rispetto a rosolarsi tra le lenzuola. Così decidiamo di lasciare montato l'aggeggio e continuare nell'esperienza. La seconda notte, cioè ieri sera, il maledetto letto ha colpito ancora. Questa volta il bersaglio è stato il piccolo Jack e le conseguenze ben più gravi e dolorose: uscendo di corsa dalla sala giochi e scivolando sul pavimento, è andato a sbattere il sopracciglio sinistro dritto contro lo spigolo del letto. Risultato: corsa di gran carriera all'ospedale, paura e stress per mamma e papà e il piccolo Jack che si laurea pirata con quattro bei punti di sutura proprio dove anche sua zia (stesso carattere e stessa dinamicità) ha un ricordo di una caduta contro il letto.

Lui è stato veramente un grande, molto coraggio e nemmeno una lacrima. Molto più coraggioso del padre, che appena vede una goccia di sangue va in modalità standby e non è facile riavviarlo. Al termine della sutura, Giacomo era ancora un po' intimorito, ma come vedete anche nella foto, non troppo scombussolato. Io ero talmente pallido e stralunato che l'infermiera mi ha chiesto se volevo qualcosa. Volete sapere la mia risposta? Uscire al più presto da questo posto!

Sono i suoi primi punti e la nostra prima corsa all'ospedale. Speriamo che serva di lezione, a lui e anche a noi.

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5 commenti:

  1. Rispondo io per lui, visto che adesso è impegnato a correre dietro alla macchinina telecomandata...

    Se gli chiedi, ti fa male la testa? Lui ti risponde di sì. Se gli chiedi dove? Lui ti indica il sopracciglio sbagliato!

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  2. Ahia! Povero Jack! Sappiate che seguirà un occhio nero causa ristagno di sangue, non spaventatevi!

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  3. Stesso carattere, stessa dinamicità... sì beh....quella di un tempo! Cmq la paura (sicuramente con intensità diversa rispetto ai genitori) l'hanno provata anche tutti gli zii e i nonni. Non vi dico le telefonate, con dichiarazioni una l'opposta dell'altra: "gli hanno messo i punti"/ "devono ancora visitarlo" (in questo ordine!!!). Spero che Giacomo non porsegua con le peripezie della zia...altrimenti daranno anche a lui il pass speciale per il pronto soccorso. Evitategli di giocare a pallavolo con la sorella quando sarà più grande! Il nostro pirata Jack!

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  4. mitico Jack.................siamo tutti con lui:-))))

    RispondiElimina

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