Cerca nel blog
27 agosto 2011
Il grande buio
La finestra temporale era stata accuratamente studiata: la settimana di agosto subito dopo il 15 e prima della manutenzione offriva grossi vantaggi. Poca gente in laboratorio a spingere per avere un irraggiamento dell'ultimo minuto, poco carico per le produzioni notturne, insomma il momento perfetto per sostituire i quadri elettrici (foto qui a lato) del ciclotrone. L'intera zona controllata, con i laboratori e l'acceleratore prendono corrente da due quadri elettrici che come il resto dell'edificio hanno una buona trentina d'anni sulle spalle. I quadri con quegli interruttori giganteschi, le batterie di fusibili di altri tempi e gli indicatori analogici di tensione e corrente, funzionavano ancora alla grande, ma tutti i componenti sono andati fuori produzione e anche un semplice guasto ad un elemento avrebbe potuto mettere in ginocchio l'intero laboratorio per giorni. Così abbiamo preso la decisione, sofferta, di cambiare tutto e rimpiazzarli con due quadri moderni assicurando altri 30 anni di speranza di vita all'impianto. Cambiare i quadri è soprattutto un gran lavoro di identificazione delle linee perché si devono staccare tutte le utenze da quelli vecchi e riattaccarle allo stesso modo (senso di rotazione delle fasi, in particolare) su quelli nuovi. Ma il punto che noi temevamo maggiormente era il fatto di dover mandare l'intero edificio in black-out per alcuni giorni nella speranza di riportare tutto in funzione al termine dei lavori. Spegnere l'acceleratore è una cosa normale che si fa tutti i giorni, ma ci sono alcuni sottosistemi, come quello del raffreddamento delle pompe o del PLC di controllo, che restano perennemente accesi.
Il programma iniziale prevedeva che tutti i lavori preparatori terminassero il giovedì sera, così il venerdì mattina alle 6 in punto si potesse iniziare la procedura di messa in sicurezza e andare in black-out alle 8 in modo da lasciare alla squadra degli elettricisti due giorni interi di lavoro, venerdì e sabato, e la domenica come riserva in caso qualcosa fosse andato storto. In realtà gli omoni in tuta blu, tutti bergamaschi DOC, avevano già preso un impegno alla festa degli alpini per la domenica e quindi avrebbero fatto il possibile, l'impossibile e anche i miracoli per finire tutto entro sabato. A dirigere le operazioni della fase finale ci sarebbe stato il nostro grande boss che rientrava dalle ferie appositamente il venerdì mattina e a cui lasciavo volentieri l'onere della direzione dopo una settimana di supervisione ai lavori preparatori.
Ma... c'è sempre un ma nella vita! Come nella migliore tradizione, il planning non è stato rispettato, e strano a dirsi, è stato tutto anticipato di circa 6 ore. Infatti, un problema su una delle linee ci ha imposto di sospendere la produzione nella notte tra il giovedì e il venerdì e così ci siamo ritrovati il giovedì pomeriggio a poter togliere tensione all'impianto. Il capo elettricista mi si presenta e mi dice: "Possiamo spegnere tutto?" Ed io, dopo aver disturbato il grande capo al telefono in rientro dalle vacanze, rispondo con un sospirone: "Sì iniziamo la procedura". Stampo il file "What to do when" devi spegnere tutto e poi faccio lo shutdown del computer. La procedura è scritta bene, passo dopo passo, ben dettagliata e non ci sarebbero stati problemi a seguirla se non fosse stato che ogni due secondi venivo fermato da qualche collega con una richiesta inaspettata.
Nei giorni precedenti avevo già letto tutta la procedura un paio di volte per assicurarmi che tutto fosse pronto per il momento cruciale, ma con un altro spirito perché sapevo che alla fine non sarei stato io a metterla in atto. Spegnere l'acceleratore, come ho già detto, è facile, lo si fa ogni giorno. Spegnere il sistema di vuoto è un po' più complesso perché deve essere effettuato nell'ordine corretto per non rovinare le pompe. E poi ci sono tutti i servizi, come per esempio assicurarsi che il monitore mani-piedi che comanda l'apertura della porta continuasse a ricevere corrente da una linea del cantiere. I rivelatori di radiazione devono continuare a funzionare anche in assenza di corrente e le batterie tampone hanno una durata di sole 8 ore, in genere sufficienti per ripristinare una perdita di corrente, ma certo non in grado di superare questa lunga interruzione. E poi chiamare i pompieri e la vigilanza, perché nessuno sapeva come avrebbero reagito gli impianti d'allarme e anti-incendio alla mancanza di tensione.
E' tutto pronto, sguardo d'intesa con il capo elettricista e poi lui grida: "Quadro 1 giù" seguito dal canglore metallico di un interruttore che da anni non vedeva la posizione "off". Il rumore è stato seguito alla velocità della luce da imprecazioni bilingue provenienti dall'ufficio della radioprotezione, che essendo situato tra la zona controllata e quella di libero accesso, pensavamo fosse alimentato dal quadro esterno, ma evidentemente ci sbagliavamo. C'è pure stato un secondo imprevisto: un allarme del vecchio sistema di estintori ad halon, non più in uso, ma la cui centralina ha reagito emettendo un sibilo. Tacitato l'allarme, l'intero edificio è piombato nella semioscurità e nel silenzio: la sala controllo privata di tutte le sue lucine colorate sembrava triste e sconsolata. Quella vista ci ha proiettato in un futuro, speriamo lontano, in cui il ciclotrone verrà spento e questo buio sarà la condizione quotidiana.
Gli elettricisti hanno mantenuto la promessa e il lunedì successivo i corridoi erano già pieni di luce. I nuovi quadri hanno l'aspetto fin troppo moderno e i nuovi interruttori differenziali hanno dovuto essere opportunamente calibrati per reggere il carico della nostra macchina per nulla banale. L'analizzatore di rete ci permette anche di sapere il consumo in tempo reale, così per la prima volta posso dire con certezza che quando stiamo lavorando a pieno carico assorbiamo una potenza dell'ordine del mezzo megawatt. Mica male vero, per piccini che siamo!
Questo post vi arriva con una settimana di ritardo a causa dell'intenso traffico aereo!
Chiunque può lasciare commenti su questo blog, ammesso che vengano rispettate due regole fondamentali: la buona educazione e il rispetto per gli altri.
Per commentare potete utilizzare diversi modi di autenticazione, da Google a Facebook e Twitter se non volete farvi un account su Disqus che resta sempre la nostra scelta consigliata.
Potete utilizzare tag HTML <b>, <i> e <a> per mettere in grassetto, in corsivo il testo ed inserire link ipertestuali come spiegato in questo tutorial. Per aggiungere un'immagine potete trascinarla dal vostro pc sopra lo spazio commenti.
A questo indirizzo trovate indicazioni su come ricevere notifiche via email sui nuovi commenti pubblicati.
1 commento:
Chiunque può lasciare commenti su questo blog, ammesso che vengano rispettate due regole fondamentali: la buona educazione e il rispetto per gli altri.
Per commentare potete utilizzare diversi modi di autenticazione, da Google a Facebook e Twitter se non volete farvi un account su Disqus che resta sempre la nostra scelta consigliata.
Potete utilizzare tag HTML <b>, <i> e <a> per mettere in grassetto, in corsivo il testo ed inserire link ipertestuali come spiegato in questo tutorial. Per aggiungere un'immagine potete trascinarla dal vostro pc sopra lo spazio commenti.
A questo indirizzo trovate indicazioni su come ricevere notifiche via email sui nuovi commenti pubblicati.
Interessante!I due punti "la brugola dimenticata" e il "pensavamo fosse alimentato dal quadro esterno, ma evidentemente ci sbagliavamo" danno molto da riflettere, che cioè in termini di sicurezza alla fine il fattore umano è quello più determinante.
RispondiElimina