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28 maggio 2011

Le valutazioni di dose di IRSN e l'impatto dell'evacuazione


L'Istituto per la Radioprotezione e la Sicurezza Nucleare Francese (IRSN) ha preso veramente a cuore l'incidente di Fukushima e si sta prodigando nella documentazione degli eventi, nello studio sull'impatto che questo avrà sulle popolazioni limitrofe e sta portando avanti campagne di misure e di simulazioni parallele a quelle del governo Giapponese.  Il 23 maggio, a 66 giorni dall'incidente, l'IRSN ha rilasciato un nuovo studio sulla valutazione della dose per irraggiamento esterno alla popolazione estendendola ad un anno e confrontando questi numeri con vari scenari di evacuazione.

Il documento originale di 28 pagine in lingua francese lo trovate a questo indirizzo, qui una versione in lingua inglese, e grazie all'impegno di ValerianoB e AnonimaFrancese potete anche leggerlo in italiano scaricando il PDF da qui. Ovviamente non si tratta di una traduzione ufficiale, visto che non è stata riveduta dagli autori, però se volete potete sempre confrontarla con gli originali.

Stime di dose per il primo anno e per l'intera vita

I ricercatori francesi hanno preso cesio-134/137 come rappresentativi della frazione volatile dei prodotti di fissione e che sono stati immessi in atmosfera a partire dall'11 marzo scorso. Hanno calcolato in proporzione anche gli altri isotopi volatili e in base alle informazioni raccolte da DOE e MEXT hanno costruito la mappa di deposizione totale del cesio che vedete nella mappa qui a fianco. A questa mappa hanno sovrapposto quella di dose stimata al primo anno da MEXT e confrontando le curve di isodose per 5, 10 e 20 milliSv hanno ricavato un coefficiente che gli permette di passare dalla concentrazione di cesio alla dose potenzialmente assorbita dalla popolazione all'interno della curva.  In questo modo si è giunti alla tabella 1 che mette in relazione le varie zone (colori) mostrate sulla cartina con la dose che potenzialmente potrebbe assorbire la popolazione e anche la quantità di popolazione che vive in quelle aree.


Il dato della popolazione esclude i cittadini che sono stati evacuati da subito all'interno della circonferenza di 20 km di raggio. Questa tabella ci fa una stima di dose esterna dopo un anno, ma i ricercatori francesi hanno fatto una stima della composizione isotopica del fall-out e tenendo conto della vita media hanno estrapolato questa tabella a 10 anni e a 70 anni, ovvero l'intera vita di un ragazzino di oggi.


Vedete che la dose assorbita in 10 anni non è 10 volte quella del primo anno, proprio a causa del decadimento dei contaminanti con vita più breve. Nel conteggio della popolazione non sono state fatte previsioni e il numero è quello congelato alla data attuale. Queste stime tengono conto solo del contributo per irraggiamento esterno e quindi devono essere aggiornate con la dose da irraggiamento interno e assorbimento di contaminanti radioattivi che però dipende fortemente dal tipo di deposito e dalle abitudini alimentari. E' possibile che nelle zone dalla verde in su si arrivi ad una dose vitalizia superiore (o molto superiore) ai 200 milliSv che sono ritenuti da UNSCEAR come limite tra le dosi dette deboli e quelle intense. Queste dosi potrebbero essere accumulate da circa 70 mila persone di cui, stando alla media giapponese, 9500 sono bambini da 0 a 14 anni.

L'impatto dell'evacuazione

La misura di base per la radioprotezione della popolazione è l'evacuazione d'emergenza. Questa ha ovviamente dei disagi, ma ha anche il vantaggio di ridurre notevolmente la frazione di di popolazione che riceve dosi elevate. La Commissione Internazionale della Radioprotezione (ICRP) ha stabilito un regolamento per la definizione della zona di evacuazione da applicare in base alle informazioni disponibili e alle simulazioni computerizzate. ICRP richiede che avvenga evacuazione obbligatoria per tutte quelle zone dove la dose prevista al primo anno è superiore a 100 milliSv, ma lascia margine di libertà nello stabilire il limite inferiore per la definizione dell'evacuazione che può andare da 20 a 100 milliSv.

Partendo da quanto detto sopra e guardando la cartina si vede che la popolazione minima da evacuare è di 2200 persone oltre a quelle già evacuate, ma che potrebbe essere estesa ad altre 26 mila persone.

I ricercatori francesi hanno anche fatto un confronto molto interessante con l'incidente di Chernobyl. La popolazione giapponese che vive nell'area di Fukushima è stata raggruppata in funzione della dose ricevuta (stima) nei prossimi 4 anni. Uno cosa analoga è stata eseguita sulla popolazione di 270 mila persone presenti nella zona più contaminata nei pressi della centrale di Chernobyl e i due istogrammi sono messi a confronto nel grafico qui sotto.


La popolazione di Fukushima esposta ad una dose superiore ai 100 milliSv in quattro anni è maggiore rispetto a quella che ha ricevuto la stessa dose in Ucraina.

Il governo Giapponese ha però dichiarato zona di evacuazione tutto il territorio dove si andrà ad accumulare una dose superiore ai 20 milliSv come prescritto da IRCP. Questa definizione non è partita dal primo giorno dell'emergenza, ma è arrivata 3 mesi dopo il rilascio iniziale, ma va ad abbattere di parecchio la dose assorbita dalla popolazione come rappresentato in questo grafico.

In altre parole spostando la gente dalle zone "calde", la dose assorbita in 4 anni sarà dominata da quanto assorbito in questi primi tre mesi e di fatto rende la dose totale assorbita dall'interezza della popolazione molto al di sotto dell'incidente di Chernobyl.


Conclusioni

Le dosi stimate per irraggiamento esterno nei pressi della centrale di Fukushima potrebbero raggiungere e superare i 100 milliSv nel primo anno e circa 70 mila persone potrebbero raggiungere 200 milliSv nell'arco della loro vita. Questa proiezione non tiene conto di irraggiamento e contaminazione interna.

La dose esterna collettiva ricevuta su 4 anni dalla popolazione di 270mila persone di Chernobyl è stata di 7300 Sv*persona, quella stimata per Fukushima, senza attuare ulteriori misure di evacuazione, sarebbe di 4400 Sv*persona, ovvero il 60% di Chernobyl. 

L'estensione dell'evacuazione della popolazione (come già in programma) entro 3 mesi dall'incidente ridurrebbe la dose esterna collettiva a 800 Sv*persona ovvero una riduzione dell'82% delle conseguenze radiologiche dell'incidente.

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2 commenti:

  1. complimenti ragazzi, bellissimo lavoro!! :-)))

    RispondiElimina
  2. grazie fuerte..:-)))))))))))))))) 

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