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5 dicembre 2009

Risposta a: Nucleo... Non Nucleo... Nucleo... Non Nucleo...

Leggi il post iniziale su Fisici Insubria: Nucleo... Non Nucleo... Nucleo... Non Nucleo

Caro Michele, avevo iniziato a risponderti in un commento su Fisici Insubria, ma poi ho visto che la cosa andava per lunghe e ho pensato che era meglio risponderti in un post. Permettimi di iniziare con quella che, per il poco che vale, è la mia personale opinione.


La produzione di energia attraverso la fissione nucleare con le tecnologie ad oggi disponibili non è la soluzione definitivia al sempre più crescente fabbisogno energetico dell'umanità.

E questa mia opinione deriva dalle seguenti due importanti motivazioni.
  • La proliferazione nucleare. I reattori nucleari in funzione al giorno d'oggi richiedono una qualche forma di arricchimento isotopico del combustibile o la produzione di materiale fissile attraverso irraggiamento neutronico in particolari reattori. Purtroppo entrambe queste operazioni possono essere utilizzate per scopi ben diversi da quelli civili per la produzione d'energia. Questo è il principale motivo per cui gli stati occidentali, con gli Stati Uniti in testa, non vedono di buon occhio le attività di arricchimento dell'uranio da parte dell'Iran. Proprio per questo motivo è stata istituita presso le Nazioni Unite, l'Agenzia per l'Energia Atomica Internazionale, con lo scopo di verificare che in tutto il mondo non vengano svolte attività nucleari con scopi non civili, al di fuori di quelle riconosciute dai trattati internazionali. La IAEA esegue controlli di tutti i tipi: dalla misura dell'abbondanza isotopica dell'uranio al monitoraggio della compra-vendita di strumentazione legata ad attività nucleari.
  • Lo stoccaggio e lo smaltimento delle scorie. Questo è un altro problema di primaria importanza e che non deve essere sottovalutato. Nonostante il combustibile nucleare in sé sia solo leggermente radioattivo, una volta che inizia la combustione (nel caso nucleare si chiama irraggiamento) gli eventi di fissione producono all'interno del rimanente combustibile una gran quantità di isotopi fortemente radioattivi. Se vogliamo quindi, possiamo dire, che il combustibile nucleare diventa pericoloso dopo averlo bruciato. Gran parte di questi radioisotopi ha una vita media talmente breve che non sono un problema, ma circa il 3% in peso di tutto il combustibile iniziale viene trasformato in radioisotopi con vita media superiore a 25 anni e quindi necessitano di uno stoccaggio e un mantenimento sicuro per svariate decine di anni prima di poterle declassificare, ovvero considerare rifiuti convenzionali. Ci sono svariate tecniche per lo stoccaggio di questi rifiuti, ma per il momento quello che offre il miglior rapporto sicurezza prezzo è lo stoccaggio sotterraneo in siti geologicamente stabili. È chiaro che a nessun fa piacere sapere che sotto proprio il giardino ci sono quintali e quintali di rifiuti radioattivi, anche se non ci sono assolutamente rischi per la salute e per l'ambiente.
Nucleare sì, ma...

Dopo aver letto la mia opinione e le motivazioni razionali che ci stanno dietro, saresti portato a pensare che io sia contrario al nucleare. In realtà non lo sono. Io sono per il nucleare con la condizionale, ovvero se e solo se la seguente condizione verrà rispettata.

Il nucleare, come lo conosciamo oggi, deve essere considerato scientificamente e politicamente solo come una fonte energetica transitoria in vista di una più economica, pulita e priva di problemi militari.

È chiaro che questa nuova forma di energia non ci pioverà mica dal cielo, ed è per questo che ho tirato in ballo la politica. Spetta infatti ai politici il compito di guardare lontano e non abboccare all'esca nucleare, che non è la panacea energetica, e deve stimolare la ricerca energetica in modo fattivo e senza timori di spendere troppo, perché qui si gioca il futuro di un Paese. Non a caso, i Paesi che Rubbia porta ad esempio come Stati che hanno capito tutto sono gli Stati Uniti (104 reattori in funzione producono il 20% del fabbisogno nazionale), la Spagna (8 reattori con il 18%) e la Germania (17 reattori con il 29%).

La ricerca, sì ma quale?

Perché dovremmo mettere limiti alla ricerca? Vogliamo un futuro più pulito e sicuro per i nostri figli e per questo dobbiamo poter scegliere tra tutte le possibili alternative, purché la decisione sia presa basandosi su criteri di giudizio razionali e non su meri interessi personali dei soliti pochi. Poche righe fa dicevo che il nucleare come è oggi non va bene, ma nessuno dice che non possa migliorare: nemmeno la ricerca nucleare deve essere fermata, perché ci può riservare altre e buone sorprese, ammesso di trovare una soluzione per i problemi sopra citati. Onestamente non conosco molto il solare termodinamico citato da Rubbia, ma se risponde ai criteri di fattibilità di cui sopra, perché no!?!

Volando sopra il Mar Baltico, si resta impressionati dal numero di turbine eoliche installate in mezzo al mare: producono energia dal vento e sono in posto che difficilmente possono disturbare qualcuno. Perché non farlo?

Perché non incentivare - io direi obbligare - gli edifici pubblici ad installare sul tetto impianti fotovoltaici? In un Paese solare come il nostro, potremmo rendere tutti questi edifici ad impatto zero.

Vi sembrano domande banali? No, a me sembrano domande retoriche...

Ma l'Italia allora?

L'Italia ha commesso un gravissimo errore quando ha deciso di abbandonare il nucleare energetico. In primo luogo perché ha seguito una motivazione irrazionale: la paura e in secondo luogo perché ha quasi completamente annullato la ricerca nel settore. Tornare al nucleare adesso è un po' come arrivare tardi alle feste del liceo: l'atmosfera è già bella sciolta e il ghiaccio già rotto, ma tutte le belle ragazze sono già occupate. Ritornare al nucleare oggi significa affidarsi a chi del nucleare ne ha fatto una bandiera, cioè i francesi, che non solo producono 80% dell'energia in quel modo e la vendono ai meno fortunati (leggi noi), ma sono anche contenti di farlo.

Quello che assolutamente l'Italia deve fare è uscire dalla schiavitù energitica che ci tiene oggi imprigionati. Non appena potremo avere energia a prezzi più bassi, potremo anche pensare ad un piano di investimento serio e mirato di quel piano energitico di cui tutti i governi parlano, ma che nessuno fa.

E la sicurezza?

Non ne ho parlato fino ad ora, perché la sicurezza per i cittadini e i lavoratori deve essere garantita in ogni caso e qualunque tipologia di centrale elettrica, sia questa a combustibile fossile, sia un impianto eolico o un reattore a fissione. Per ragioni psicologiche, siamo portati ad avere molta più paura delle radioazioni rispetto alle emissioni di anidride carboniche o le esalazioni tossiche, e proprio per dare più sicurezza tutti gli incidenti che avvengono in un impianto nucleare sono catalogati, archiviati e utilizzati per evitarli nel futuro. Qualche giorno fa, in uno dei reattori francesi si è verificato un incidente nucleare di secondo livello. Detta così sembra una catastrofe globale, in realtà se andate a leggere la descrizione tecnica dell'incidente (in francese) scoprite quello che è veramente successo: a causa delle intense precipitazioni, il reattore 4 del sito che si trova più a monte sul corso del Rodano, è stato temporanemante spento perché si temeva per i filtri del sistema di raffreddamento ad acqua. Indubbiamente, questo "incidente" ha provocato disagi per l'azienda elettrica francese, ma di nucleare non ha proprio niente.

Da qualche mese lavoro in una delle poche e rare installazioni nucleari italiani. Come laboratorio abbiamo il nulla osta per la produzione di radiosotopi e la licenza per produrre in collaborazione con un'azienda esterna un radiofarmaco giornalmente utilizzato in molti ospedali della Lombardia. Essendo un'installazione nucleare, dobbiamo rispettare una serie di regolamenti e periodicamente dobbiamo eseguire tutti i controlli di sicurezza, senza i quali ci viene ritirata la licenza. Ti faccio un esempio stupido: tutti i laboratori, le sale di irraggiamento e la sala del ciclotrone sono mantenute e pressioni leggermente differenti in modo che quando si passa da un locale ad un altro eventuali contaminazioni non possono sfuggire all'esterno. L'aria viene cambiata interamente ogni 20 minuti, passata attraverso filtri assoluti, e poi rilasciata in ambiente attraverso un camino dove viene costantemente monitorato il livello di radioattività. Se questo dovesse essere superato durante un irraggiamento, la macchina viene automaticamente spenta. Se vuoi ho un'altra infinita lista di controlli di sicurezza, proprio la prossima settimana drovremo fare i controlli di routine trimestrali che produrranno un rapporto di trenta pagine che verranno firmata una per una dai due esecutori (uno lo conosci!), dal responsabile dell'impianto e dal fisico sanitario in servizio.

Pensierino della buona notte: ma non sarà troppa questa fame di energia che abbiamo? Non è che possiamo consumare meno?

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