Cerca nel blog

Loading

7 ottobre 2008

Il test beam

Ventiquattro ore di sonno filate! Questo e' il desiderio di chiunque torni da un test beam di due settimane, ma in genere si tratta di un sogno irrealizzabile perche' comunque l'indomani si deve andare a lavorare e perche' le dosi di caffeina assunte nei giorni precedenti renderanno impossibile prendere sonno. A prova di questo fatto c'e' che ieri ho guidato i 350 km che separano il CERN da casa mia sotto l'effetto di una Red Bull e quando sono entrato in caso sentivo tutte le ossa rotte dalla stanchezza, ma non c'e' stato verso di prendere sonno fino a mezzanotte.

A questo punto vi sara' venuta la curiosita' di sapere cosa siano questi benedetti (o maledetti, a seconda dei punti di vista) test beam che spesso turbano i nostri giorni e le nostre notti. La traduzione letterale in italiano suona come esperimento su fascio e in parole molto povere significa che agli sperimentatori viene concessa la possibilita' di esporre il rivelatore che stanno sviluppato ad un fascio di particelle. Questo e' l'unico modo per vedere se i nuovi rivelatori saranno in grado di portare a termine il loro lavoro anche quando saranno installati all'interno dei grossi esperimenti come quelli che stanno per partire sull'anello LHC.

Per ottenere questo tempo fascio, all'inizio dell'anno ogni gruppo interessato fa domanda ad una specifica commissione del CERN, che valuta la valenza scientifica di ogni richiesta e la sua fattibilita', quindi se il vostro esperimento viene approvato, vi viene assegnata una precisa finestra temporale in cui potete andare a Ginevra, installare il vostro esperimento su una linea di fascio, ovvero alla fine di un tubo a vuoto da cui escono le particelle, e prendere la maggior quantita' di dati possibili. In genere solo i gruppi molto forti riescono ad ottenere piu' di un periodo di test all'anno, e quindi trattandosi di una occasione molto importante tutti devono dare il meglio per poter arrivare con successo alla fine dell'esperimento.

Nella carriera di ogni giovane fisico delle particelle, ci sono intere settimane trascorse in sala di controllo giorno e notte per tenere sotto osservazione il proprio esperimento, verificare che tutto stia procedendo secondo i piani e che il tutto non stia per esplodere.

Gia' sento la vostra domanda: ma perche' se i gruppi normali vanno una volta all'anno al test beam, tu ci vai cosi' spesso? La risposta e' nella foto: quello che vedete e' il nostro mitico telescopio a pixel, ovvero un sistema di rivelatori in grado di determinare con una precisione dell'ordine del milionesimo di metro il punto di impatto delle particelle incidenti. Il fatto e' che tanti gruppi in tutta Europa vorrebbero utilizzare uno strumento cosi' bello per poter effettuare i loro esperimenti, cosi' noi abbiamo un duplice compito: offrire assistenza agli utenti che voglio usare il nostro telescopio e lavorare duramente per renderlo ancora migliore.

Uno degli aspetti belli dell'esperienza al test beam e' il legame forte che si stringe con i compagni di avventura. Spesso sono persone che non si vedono spesso, magari perche' lavorano in altri istituti o perche' provenienti da altri Paesi, ma lo stare insieme cosi' tante ore al giorno uniti dalla volonta' di dare il meglio e la passione per la fisica porta inevitabilmente ad un forte legame che resta anche alla fine del test beam.

In quest'ultimo esperimento il fantastico dream-test-beam-team era composto da due francesi, un greco, e un'italiano (io). Lo so che sembra l'inizio di una barzelletta, ma in realta', dopo un inizio un po' faticoso, e' stata un'esperienza edificante sia dal punto di vista umano che da quello scientifico. Per l'amico greco, Yorgos, si trattava della sua prima volta. All'inizio era pieno di entusiasmo nel vedere tutte quelle apparecchiature misteriose che popolano a decine la North Area, cioe' la gigantesca sala sperimentale dove abbiamo condotto il nostro esperimento. Poi l'entusiasmo ha cominciato a calare compensato da un aumento di stanchezza e solo alla fine ha ammesso che il test beam gli manchera' un po' e che non vede l'ora di ripetere l'esperienza.

Per concludere, un'ultima parola sulla North Area. Come vi ho gia' detto questa e' un capannone gigantesco, talmente grande che non vi saprei stimare le dimensioni. Al suo interno, su tre dei quattro lati e su due piani, ci sono decine di casupole gialle che in gergo vengono chiamate control room. Da quelle baracche partono tutti i cavi diretti verso le zone sperimentali vere e proprie, che sono recintate e protette da porte in modo da evitare che qualcuno possa rimanere esposto al fascio di particelle che e' molto pericoloso per la nostra salute. Dentro la North Area, una quantita' di luci al neon (una volta il buon frisigo ha provato a contarle) illuminano tutto a giorno, sia di giorno sia di notte, cosi' una volta entrati nel capannone si perde la cognizione del tempo e durante il periodo di test uno e' portato a credere che nulla esista al di fuori di questa polverosa e gigantesca sala. Per fortuna ci sono gli uccelli! Si alcuni uccelli si sono infiltrati all'interno della sala e hanno fatto il nido da qualche parte, ben nascosta e, spero per loro, protetta dalla radiazioni ionizzanti. Gli uccelli sono gli unici ad accorgersi quando viene mattina e cosi' svolazzano in giro cinquettando e avvisando i turnisti della notte che presto arrivera' il loro cambio e finalmente potranno andarsene a letto!

Chiunque può lasciare commenti su questo blog, ammesso che vengano rispettate due regole fondamentali: la buona educazione e il rispetto per gli altri.

Per commentare potete utilizzare diversi modi di autenticazione, da Google a Facebook e Twitter se non volete farvi un account su Disqus che resta sempre la nostra scelta consigliata.

Potete utilizzare tag HTML <b>, <i> e <a> per mettere in grassetto, in corsivo il testo ed inserire link ipertestuali come spiegato in questo tutorial. Per aggiungere un'immagine potete trascinarla dal vostro pc sopra lo spazio commenti.

A questo indirizzo trovate indicazioni su come ricevere notifiche via email sui nuovi commenti pubblicati.

7 commenti:

  1. da mettere su Wikipedia alla voce "test beam" :D

    Valerio

    RispondiElimina
  2. Giusto Vale!

    E' la definizione perfetta! Bravo Toto!

    RispondiElimina
  3. Toto

    Finalmente vedo il famoso (telescopio)....

    Comunque non è come me lo immaginavo...

    RispondiElimina
  4. bravo Toto, bel post! l'ho anche votato... cmq a leggerlo mi viene sempre piu' nostalgia, meno male che domani ci vediamo!

    RispondiElimina
  5. Caspita ho cercato su wiki e non esiste la definizione di Test Beam! E comunque mancherebbe di quell'umanita' mista a puzza che si respira nella North Area...

    E poi chi potrebbe descrivere con le giuste parole il sapore del caffe del Bolognini? Ah come fa buono il caffe il Bolognini!!!

    @Fhandy in effetti il nome telescopio trae in inganno molti, in realta' pero' e' un gioiellino veramente ben fatto.

    @the_real_boss A domani...

    RispondiElimina
  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  7. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina

Chiunque può lasciare commenti su questo blog, ammesso che vengano rispettate due regole fondamentali: la buona educazione e il rispetto per gli altri.

Per commentare potete utilizzare diversi modi di autenticazione, da Google a Facebook e Twitter se non volete farvi un account su Disqus che resta sempre la nostra scelta consigliata.

Potete utilizzare tag HTML <b>, <i> e <a> per mettere in grassetto, in corsivo il testo ed inserire link ipertestuali come spiegato in questo tutorial. Per aggiungere un'immagine potete trascinarla dal vostro pc sopra lo spazio commenti.

A questo indirizzo trovate indicazioni su come ricevere notifiche via email sui nuovi commenti pubblicati.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...