Sappiamo che la situazione non è certo semplice e ancora non sotto controllo, ma per lo meno è stabile. Per uscire dalla fase acuta dell'emergenza bisogna innanzitutto raffreddare i reattori per poterli portare ad una temperatura tale da scongiurare qualsiasi altro eventuale danno strutturale al contenimento.
Raffreddare, quindi. Ma per poterlo fare con una certa efficienza bisogna rimettere in moto i sistemi preposti e non i sistemi cosiddetti di gestione dell'incidente che sono attualmente in corso e questo richiede l'accesso ai locali turbine che sono pieni d'acqua anche altamente contaminata.
Nell'impossibilità di rimuove completamente l'acqua e di turare la falla, TEPCO sta pensando di installare un sistema di raffreddamento nuovo con scambiatori di calore e pompe all'esterno dei locali turbine e una serie di filtri per far ri-circolare l'acqua che esce dalla vasca di soppressione in un circuito chiuso (vedi immagine).
Per il momento, nell'attesa che vengano installate queste nuove attrezzature bisogna trasferire l'acqua dai locali tecnici a sistemi per lo stoccaggio sicuro e questa operazione è attualmente in corso per l'unità due dove si è misurata la maggior contaminazione.
Parallelamente si devono portare avanti altre due attività fondamentali. Raffreddare le piscine contenenti il combustibile esausto e ancora fortemente radioattivo dei quattro reattori utilizzando le gru per le gettate di cemento. La seconda attività è il tentativo di evitare la diffusione di nuovi contaminanti volatili in atmosfera e si sta sperimentando l'uso di una resina sintetica
Utilizzando le parole di TEPCO, il piano è su tre aree e in due passi. La roadmap è perfettamente descritta nella pagina riassuntiva che vi pubblichiamo qui sotto e di cui trovate l'originale a questo link.
Il piano viene ulteriormente dettagliato in questo altro PDF, dove insieme ad ogni obiettivo vengono presentati anche i possibili problemi che ci si attende e i cosiddetti contingency plan, ovvero i piani "B".
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