Questa mattina stavo leggendo la versione on-line della Repubblica quando mi sono accorto che tra le gallerie di immagini ce ne era una che non conteneva modelle poco vestite oppure scoop estivi o l'ennesimo calendario (ma avete notato che adesso i calendari li fanno uscire in qualunque periodo dell'anno?).
Si tratta invece di una serie di cartine del nostro bel Paese con la distribuzione percentuale della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. L'immagine riassuntiva la vedete qui di fianco ed e' stata realizzando colorando con un colore più scuro le regioni che maggiormente contribuiscono alla produzione energetica con fonti rinnovabili.
L'articolo di accompagnamento alla galleria fotografica mi è sembrato un po' confuso, quindi sono andato a guardare la fonte, ovvero la relazione annuale preparata dal GSE, il gestore dei servizi elettrici. Questa relazione, scritta con un linguaggio molto comprensibile si trova on-line e vi consiglio di dargli un'occhiata perché contiene degli spunti interessanti.
Ad una prima occhiata alla cartina si nota subito una forte predominanza delle regioni del nord, in testa la Lombardia che da sola contribuisce con più di un quarto dell'intera produzione di energia da fonti rinnovabili. Questa disparità tra nord e sud è facilmente spiegata da un'altra immagine (qui a fianco) in cui è rappresentata la suddivisione della produzione energetica rinnovabile tra le diverse fonti. È evidente che l'idroelettrico fa la parte del leone e mentre le altre fonti rinnovabili hanno registrato un lento, ma costante aumento negli ultimi anni, l'idroelettrico è da sempre la principale fonte alternativa di energia. Detto questo è ovvio che la Lombardia e le regioni alpine siano avvantaggiate. Queste regioni con la presenza di forti dislivelli, di vasti bacini di accumulazione naturali e, ancora più importante, di abbondanti corsi d'acqua, sono l'ambiente ideale per lo sviluppo di energia idroelettrica. In fondo basta andare in Valtellina per accorgersi che la gran parte delle dighe artificiali sono state costruite con scopi energetici da o in collaborazione con l'Aem.
Curiosamente, se guardiamo le cartine dell'Italia energetica in cui teniamo conto di una sola fonte di energia alla volta, allora vediamo che la Lombardia è la prima classificata nell'idroelettrico e da rifiuti biodegradabili, mentre la Puglia guida la classifica nel campionato dell'eolico e del solare.
Interessante è anche il bilancio energetico (immagine qui sopra) dove potete vendere le "entrate" nella colonna di sinistra e le uscite in quella di destra. Purtroppo il dato più preoccupante è che la frazione di energia verde che l'Italia produce è ancora dello stesso ordine di grandezza di quella che comperiamo a caro prezzo dai nostri vicini, i quali si guardano bene dall'utilizzare fonti rinnovabili e magari di farci anche uno sconto. Per quanto riguardano le uscite sono rimasto impressionato dalla quantità di energia assorbita dai servizi, questo ci deve far riflettere seriamente perché non solo è importante produrre energia con fonti puliti, ma è fondamentale spendere e sprecarne meno.
L'ultimo grafico che voglio mostrarvi riguarda ancora una classifica per regioni dove è mostrato il rapporto tra energia prodotta con fonti rinnovabili (FER) e il consumo interno lordo (CIL) di ciascuna regione. Anche questa volta la classifica è un po' menzognera, o meglio non ci dice tutta la verità. Sembrerebbe infatti che la regione Calabria sia particolarmente virtuosa ed abbia già raggiunto l'obiettivo del 22% fissato dalla direttiva europea per il 2010. In realtà, a parer mio, sarebbe più opportuno mostrare la classifica normalizzata anche sul prodotto interno lordo per ogni regione. È chiaro che se una regione non produce nulla allora non ha nemmeno un grosso consumo di energia e di conseguenza anche una piccola produzione con fonti rinnovabili può portarla molto vicino al target del 22%.
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8 agosto 2009
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