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5 maggio 2008

Visco: che fiasco il fisco on line

Il titolo e' solamente una frase con molte assonanze, ma e' la foto qui a fianco quella che descrive la vera situazione. Non ne e' rimasto all'oscuro nessun italiano: anche il piu' avverso alla tecnologia e' venuto a sapere che Mercoledi' scorso 30 Aprile sono comparse on line, anche se solo per poche ore, le liste nominali con tutti i contribuenti d'Italia riportanti la sigla della classe prevalente di reddito e anche il reddito totale denunciato.

Il nostro frisigo sempre attento alle notizie di tipo economico / finanziarie / fiscali ha subito avvisato tutti i lettori del blog (Sara' un buon partito?) suggerendo un modo acuto per verificare se un eventuale e possibile partner possa rivelarsi anche un buon partito oppure no. La prima reazione di fronte a quelle liste e' stata: Ma sara' legale? La risposta apparve scontata: sono liste pubblicate su un sito istituzionale nel quale si afferma che il tutto avviene nel rispetto della normativa sulla privacy, quindi tranquilli e' legale.

A quanto pare pero' il garante delle privacy era di altra opinione, e dopo poche ore in cui il sito dell'agenzia dell'entrate ha registrato un picco di accessi mai visto prima, frisigo ha dovuto aggiornare la notizia (Sara' un buon partito? ... chi puo' dirlo) dicendo che i dati non erano piu' al momento accessibili.

Con oggi, piu' di cento magistrati (almeno cosi' dice la stampa) anziche' occuparsi di sveltire i processi e cercare di tenere in carcere omicidi e mafiosi prima della scadenza dei termini, impegneranno il loro tempo nel cercare di capire se la pubblicazione degli elenchi e' trasparenza o reato, e soprattutto, di chi sia la colpa di tutto questo. Il Codacons ha chiesto un risarcimento di 20 miliardi di euro che divisi per i 38 milioni di nomi pubblicati sulle liste assomma a circa 500 euro per ognuno dei contribuenti italiani. Mica male vero?

La mia opinione e' che la trasparenza e' una cosa buona e giusta, ma che funziona solo in Paesi civili per davvero. In Italia la trasparenza si trasforma immediatamente in curiosita', spesso morbosa, in sostegno per attivita' illecite, vedi pizzo e rapimenti, e in ingiustificate gelosie. Il precedente ministro Visco si difende che le dichiarazioni dei redditi sono pubbliche da parecchi anni come stabilisce la legge 241/90 e vedrete che faranno ricadere la colpa sulla tecnologia. Infatti, sin dal 90 e' possibile avere accesso ai dati delle dichiarazioni dei redditi, ma se per fare il curiosone, uno deve mettersi in coda ad uno sportello e avere la faccia tosta di chiedere ad un impiegato i documenti di qualcunaltro, allora la cosa perde molto di attrattiva. Grazie al processo di informatizzazione della pubblica amministrazione, tutti quei numeri erano solo a qualche click di distanza e accessibili in modo totalmente anonimo.

Maledetta tecnologia... l'ho sempre detto che non c'e' niente di meglio di un abaco e di un pallottoliere...

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