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21 gennaio 2011

L'ingerenza

Scusate se mi prendo questa pausa tra un post spiritoso e uno calcistico per parlare di cose un po' più serie. A scatenare questa mia riflessione è stato il video L'ingerenza della Chiesa a seconda dei casi, trasmesso dal Corriere TV e che per comodità vi incorporo qua sotto.



Il messaggio di Pierluigi Battista è piuttosto chiaro: i politici italiani a volte direttamente, a volte attraverso la voce dei loro giornali, esprimono un giudizio a corrente alternata nei confronti degli interventi degli alti prelati sulla vita politica e sociale italiana. Se intervengono contro la legge sull'immigrazione, allora la destra ed in particolare la Lega alza la voce, se dicono la loro opinione sulle coppie di fatto allora la sinistra grida all'insostenibile ingerenza del Vaticano. E vero anche il contrario, come dimostrano i titoli dei giornali di sinistra di quest'oggi: tutti del tipo "Anche il Vaticano chiede al Berlusca di smetterla con le signorine". Permettetemi questo arrangiamento alla Vernacoliere.

A parte la considerazione ovvia a cui giunge lo juventino Battista, cioè che in Italia l'unica cosa che conta è la convenienza, mi domando è veramente ingerenza? Cioè se, per esempio, il Cardinal Bertone, capo dei Vescovi italiani, esprime il suo parere e ovviamente quello della chiesa italiana su un fatto della vita sociale italiana, allora si tratta automaticamente di ingerenza? Cosa rende differente Bertone dal sig. Rossi?
Voi mi direte, lui è un cardinale e rappresenta la chiesa italiana e quello che dice ha molta più risonanza, influenza le coscienze e di conseguenza il voto. Va bene, allora sostituiamo al sig. Rossi, qualcuno tipo Beppe Grillo, lui non è un cardinale, ma di sicuro le sue opinioni tendono a scuotere le coscienze di molti. Però se parla Beppe Grillo non è ingerenza, giusto?

L'immagine di Berlusconi apparsa su Foreing Policy.
Potreste dirmi, ma Bertone - leggi il Vaticano - è di un altro stato che, sfortuna vuole confina e ha rapporti molto stretti con l'Italia. Quindi in qualità di straniero non dovrebbe impicciarsi delle cose italiane. Scusate, ma questo argomento non regge, allora la stampa estera non dovrebbe mai mettere il naso fuori dal loro territorio nazionale. Pensate, per esempio, all'articolo apparso questi giorni su FP (Foreign policy) - una rivista americana - in cui si racconta tutto il Rubygate intitolando il servizio Confession of a Sexaholic. Cosa dovrebbe fare Berlusconi, accusarli di ingerenza? Magari lo farà... Lo stesso dicasi per i governi stranieri che più o meno palesemente lasciano trasparire le loro opinioni sugli omologhi degli altri stati.

Continuiamo il discorso. La chiesa non deve discutere perché lei ha il suo modo di vedere i valori (vedi la vita, la famiglia, la pace...) che potrebbe differire dal modo comune di pensare. Allora io rispondo, anche il presidente dell'arcigay Paolo Patanè ha il suo modo personale di pensare la sessualità, ma nessuno lo accusa di ingerenza quando va a manifestare in piazza per vedere approvati i suoi diritti.

Insomma, qui arriva la mia domanda: dove è il confine tra l'ingerenza e l'esprimere con forza l'opinione di una comunità? Sarei proprio curioso di sentire cosa ne pensate, perché questa è solo mia opinione discutibile.

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4 commenti:

  1. Come cattolico ovviamente rivendico il diritto dei cattolici di dire la loro. Il punto è quando pretendo che il mio particolare punto di vista sia automaticamente considerato quello "giusto".

    La Chiesa ha tutti i diritti, per fare un esempio, di chiedere che le scuole cattoliche vengano finanziate. Come lo hanno i circoli sportivi a chiedere di venir finanziati loro. Ma non han diritto di farlo a nome dei cattolici.

    Hanno diritto a dire la loro sulle coppie di fatto. Meno a sostenere che lo Stato non può favorirle, ovvero, possono dire di dissentire ma non possono mettere veti, chiamando a raccolta i cattolici (es. la Bindi, che non credo ami le coppie di fatto ma ritiene doveroso tener conto della loro esistenza).

    Dove comincia l'ingerenza? Dove non ti ritieni un cittadino (italiano, del mondo) come gli altri, ma un detentore della Verità, le cui opinioni (sacrosante) debbano essere imposte con tutti i mezzi a disposizione. Fortunatamente oggi ridotti, ma nel caso del Vaticano ancora superiori a quelli di Grillo.

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  2. La differenza sta che ne il Sig Rossi ma nemmeno l'equivalente laico, visto che trattasi di una monarchia assoluta non me ne viene in mente nessuna almeno in occidente, puo' pero' mettere il naso nelle loro questioni politiche ( qualcuno ha... mai criticato l'elezione del loro sovrano ? del loro ministro degli esteri ? delle loro leggi ? della loro politica di immigrazione, detto per inciso prova tu a immigrare illegalmente in vaticano e vedi cosa ti fanno le guardie svizzere, altro che i nostri poveri finanzieri...) perche' hanno ragione per definizione, per dogma e come puoi immaginare non c'e' dialogo o critica verso chi ha la verita' rivelata per definizione.

    RispondiElimina
  3. Carissimi, grazie mille per le risposte. Non è mai facile scrivere il proprio parere su argomenti seri perché si ha paura di essere fraintesi, giudicati e subito catalogati in una o nell'altra categoria.

    Rifletto su quello che mi avete scritto e poi vi rispondo, ok?

    Ancora grazie

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina

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