I fattori fondamentali dell’educazione sono tre: il bambino, l’adulto e l’ambiente. Il bambino è il protagonista dell’educazione; il processo di crescita e di sviluppo parte proprio da lui, non dall’adulto. Come quando si pianta un seme, è appunto dal suo interno che spunta la pianta.
L’ educazione è essenziale quando ciò che si sta creando non si è ancora formato e definito, come quando il contadino dopo aver seminato deve proteggere il seme da eventuali pericoli.
Il momento creativo è il più misterioso: ciò che sarà non è ancora, ma condiziona tutto l’essere futuro.
Il fatto più straordinario che caratterizza tutta l’ educazione è il senso del futuro, è l’avvenire del bambino quando sarà uomo. La società di domani, come si usa spesso dire, non sarà fatta dagli uomini di domani, ma si sta già costruendo nei bambini di oggi: “Il bambino è il padre dell’uomo”; è l’uomo che deriva dal bambino, il quale con le sue energie porta a compimento la scintilla creativa e vitale che ha dentro di sé.
I bambini di una volta sono diversi da quelli del giorno d’oggi, è vero, ma la nostra attenzione si deve comunque rivolgere ad essi. Sono loro che ci svelano il segreto dell’infanzia, il punto da cui partire per migliorare l’umanità.
Il piccolo è il centro della sua educazione, è lui che cresce, che costruisce, che crea.
Libertà e autonomia sono i due obiettivi per la costruzione dell’identità, che consentiranno al bambino di gestirsi il proprio tempo, di muoversi nell’ambiente che lo circonda, appropriandosi delle proprie esperienze e degli spazi.
Ogni bambino è diverso da un altro, è bene quindi formulare un progetto individuale, perché ognuno è unico e irripetibile nella sua originalità. È innanzitutto persona, avente precisi diritti, perciò un essere umano da rispettare, anche se a volte il potere che pensiamo di avere ci fa credere che debba solo essere lui a rispettare noi adulti.
L’adulto ha il compito di osservare il bambino, perché l’intervento educativo parte dai bisogni di quest’ultimo. “Per osservare non basta avere i sensi e non basta avere una conoscenza: è un’attitudine che bisogna sviluppare con l’esercizio.” La qualità d’osservazione include in sé altre qualità, come la pazienza e l’umiltà. Chi è impaziente non sa dare il valore giusto alle cose, ma apprezza solo i suoi impulsi e le sue soddisfazioni. Osservare il bambino sotto ogni punti di vista è vederlo vivere, riconoscendolo come persona. Per educare bisogna saper aspettare pazientemente ogni minimo passo dei piccoli, rispettando i loro ritmi di sviluppo e la loro personale individualità. L’educazione in questo senso è un processo di adattamento dell’adulto rispetto al minore.
Virtù quali la pazienza e l’umiltà sono del resto proprie dello scienziato, osservatore, vie necessarie per raggiungere la verità. Come lo scienziato, l’educatore non deve avere preconcetti, pronto a rinnegare l’ultima formula trovata e passo per passo, prova per prova si purifica dall’errore. Giungerà alla conoscenza grazie alle qualità sopracitate, ma per acquisire tali virtù, la sua preparazione deve assurgere ad un livello “spirituale”, in quanto deve osservare la vita interiore dell’uomo.
L’adulto deve stare molto attento a non soffocare il bimbo con aiuti inutili, sostituendosi a lui, ma dovrà lasciarlo libero di sbagliare. Nella nostra società spesso ci troviamo di fronte a infinite possibilità, a moltissime scelte, tutte spesso attraenti e questo ci porta a smarrirci, a non riconoscere più un punto di riferimento reale che sappia orientarci nel momento del bisogno. Ai bambini occorre fornire forti valori ai quali appoggiarsi, ma devono essere abituati anche ad operare scelte, cominciando dalle loro stesse attività.
Il fanciullo, con la sua sensibilità e con il suo senso di giustizia, coglie che cosa desideriamo da lui, ma spesso verifica anche che noi, al contrario, non eseguiamo i compiti attesi, vede che pretendiamo da lui cose che non facciamo neppure noi. Ciò non è grave, purché siamo pronti a riconoscere le nostre mancanze insieme a lui. Dobbiamo tornare ad essere semplici, negando il nostro senso di onnipotenza.
L’ambiente si fa elemento essenziale dell’educazione inteso come adeguamento dello stesso nei riguardi dei periodi di vita che il bambino sta attraversando. Per rendere possibile al soggetto questo adattamento, bisogna che l’educatore s’ impegni ad offrirgli un ambiente ordinato, preparato e ricco di stimoli. Questa “casa” sarà per lui il contesto vitale e necessario per sviluppare tutte le sue facoltà, il luogo per favorire l’autonomo “fare”, che da sicurezza e allo stesso tempo libertà.
Infatti anche il piccolo potrà partecipare al mantenimento dell’ordine dell’ambiente, (un posto per ogni cosa ed ogni cosa al suo posto). L’educando si appellerà all’ Aiutami a fare da solo”, definendo il suo rapporto libero con l’adulto, il quale lo porterà a esplorare e pensare con criticità
L’ambiente deve possedere importanti caratteristiche: suscitare curiosità e interesse, soddisfare la sete di conoscenza, essere funzionale e flessibile, ma non dovrò avere solo valenze fisiche, dovrà soprattutto possedere valori umani, principi per i quali vivere, con i quali realizzare la vita.