Il titolo sembra quello di una ricerca degna dell'assegnazione del prossimo premio Ig Nobel per la fisica e non escludo che potrà diventarlo, ma tant'è che uno studio ad hoc è stato effettivamente pubblicato sulla prestigiosa Physical Review E dell'American Physical Society. In realtà il titolo è provocatorio e il caso di come spesso rovesciamo il caffè dalla tazza nel breve tragitto tra la macchinetta e la scrivania sia stato la causa scatenante di uno studio approfondito della fisica dei liquidi.
Mentre camminiamo, il caffè all'interno della tazza oscilla e lo fa con una frequenza che è caratteristica della tazza. Questo però è vero solo nel caso ideale di un moto regolare, diciamo pulito, senza deviazioni di percorso, intoppi, rallentamenti o accelerazioni. Tutti questi elementi di disturbo vanno ad amplificare le oscillazioni e spesso sono la causa dell'accidentale caduta di caffè. Mayer e Krechetnikov, i due autori della ricerca, hanno affrontato il problema in modo scientifico, prima facendo un modello idrodinamico della situazione e valutando l'impatto della dimensione, forma e riempimento della tazza, poi hanno effettuato una serie di esperimenti con colleghi (si sa che gli scienziati sono gli indiscussi campioni del mondo nel rovesciare caffè) che camminavano con tazze ricolme a velocità differenti per verificarne gli effetti.
La loro conclusione è semplice: per no rovesciare la colazione bisogna evitare di riempire fino all'orlo la tazza (applausi), diciamo lasciando un centimetro di margine, e poi camminare lentamente, continuando a tenere sotto controllo lo stato del caffè. Forse non ci voleva uno studio per arrivare alle medesime conclusioni, però io ho la sensazione che se guardi troppo la tazza, il caffè si rovescerà comunque perché ti sarai schiantato contro un altro collega intento a guardare la sua tazza.