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22 marzo 2011

Se non ci sono riusciti i Giapponesi, chi può riuscirci?


Il vicepresidente della TEPCO si inchina
di fronte agli evacuati di Fukushima
Nell'immaginario collettivo, il Giapponese quadratico medio è visto come un velocissimo lavoratore, ligio al suo dovere, rispettoso della gerarchia, della patria e di tutti i suoi simili. Uno che non si sottrae al sacrificio, anche quello più alto e che addirittura ritiene maleducazione rispondere no ad una domanda. Non è solo una figura retorica, questo è lo spirito dei giapponesi, lo spirito che ha portato il manager della TEPCO che vedete nella foto inchinarsi davanti agli evacuati di Fukushima in segno di scuse. E' lo spirito che verosimilmente li porterà fuori da questa emergenza nucleare, che ancora resta grave, ma in cui, usando le parole di Edano, si comincia a vedere la luce alla fine del tunnel.

A non uscirne viva sarà la centrale di Fukushima, ma anche a livello mondiale, il nucleare che grazie alla necessità di ridurre i gas serra, stava vivendo un nuovo rinascimento, sta traballando scosso da questo terremoto. La domanda che tutti si fanno è: se non ci sono riusciti i Giapponesi, chi può riuscire nell'intento immane di costruire una centrale sicura? E non stiamo parlando solo dell'Italia dove, a molti, più che il nucleare fa paura il magna magna che i nostri politici sono soliti ricavare dalle grandi opere.

L'esempio più lampante è l'impresa finnica a Olkilouto di costruire una centrale a prova di tutto, compreso lo schianto di un aereo di linea, doveva partire nel 2009 e costare 4 miliardi di dollari. Non è ancora pronta e la sua realizzazione verrà a costare, forse, 6 miliardi.

Il giro del mondo

Il terremoto nucleare ha avuto ripercussioni soprattutto nel vecchio continente. Le prime a farsi sentire sono state quelle di Angela Merkel che ha deciso il 14 marzo di chiudere le 7 centrali più vecchie di cui nemmeno un anno prima aveva rinnovato la licenza ad operare per altri 12 anni. La Svizzera, lo stesso giorno ha per bocca del ministro dell'energia Leuthard, deciso che i tre nuovi impianti in arrivo dovranno aspettare fin tanto che esperti e tecnici non abbiano rivalutato la sicurezza alla luce di quanto successo.

Dell'Italia abbiamo già detto. L'impresa nucleare non era già ben vista, adesso poi, grazie anche ad infelici dichiarazioni dei politici, si rischia di chiudere quello che ancora non era cominciato. Un'altra volta. Per il momento si va verso una moratoria per riflettere e imparare dagli errori degli altri, ma il prossimo referendum probabilmente metterà fine ad ogni discussione, mi dispiace dirlo, ma sarà una scelta basata quasi esclusivamente sull'onda emotiva.

E' chiaro che l'effetto Fukushima si sta facendo sentire molto di più dove già c'erano i sentimenti contrari. Per esempio la Francia, dove oltre il 75% dell'energia è prodotta dall'atomo, il Belgio, con il 51% e gran parte dei Paesi dell'est europeo (Polonia, Lithuania, Slovacchia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Romania e Turchia) sono tutti intenzionati a continuare nei loro progetti di costruzione di reattori nucleari. Qualcuno più addentro di me negli affari internazionali potrà spiegarmi che forse lo fanno per poter vendere a caro prezzo agli altri le loro quote di gas serra, ripagandosi così le costose centrali che noi non vogliamo fare.

E i giganti cosa fanno? La Cina ha un imponente piano nucleare, 27 impianti in costruzione e altri 50 da costruire entro il 2020. Ho come l'impressione che in molti si fidino poco delle centrali cinesi, incluso il governo di Pechino che ha chiesto di rivedere gli standard di sicurezza di tutti i nuovi impianti. Gli Stati Uniti, con Obama in testa, vedono nel nucleare una grande risorsa, ma alcuni membri del congresso stanno cambiando idea e l'industria nucleare non sta passando momenti proprio felici.

Il messaggio è chiaro, il nucleare divide il mondo e solo su un unico aspetto sono tutti d'accordo: il nucleare ha bisogno di un elevatissimo standard di sicurezza, che forse non sarà mai accessibile.

Tradotto, riadattato e commentato da Fukushima's Impact on Nuclear Power

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7 commenti:

  1. Il nucleare è un problema e difficilmente ne verremo fuori... :(

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  2. Ottimo argomento di meditazione!
    L'ondata emotiva non durerà molto poichè tutte le notizie vengono in fretta metabolizzate e si passa ad altro, tuttavia è vero che questo evento sarà il trampolino di lancio per ancor più feroci campagne contro il nucleare che, spiace dirlo, non sono per nulla animate dalla volontà di salvaguardare la salute pubblica ma dal desiderio di riempirsi le tasche con i proventi delle energie alternative oppure da motivazioni becere di colore politico.
    Certo la sicurezza è un tallone d'achille, ma lo è per qualsiasi opera dell'uomo a voler ben guardare, e le centrali nucleari, questo è il vero ostacolo, sono un investimento costoso che si gioca solo sulla distanza.
    Nessuno vede però che siamo circondati da centrali nucleari in tutta Europa e che un incidente ci investirebbe come se noi le avessimo in casa? Insomma siamo soggetti a danno e beffe.
    Restare indietro in campo energetico ci relega a livello di terzo mondo e mette un'ipoteca pesante sulle nostre industrie.
    Ci vuole meno emotività e più razionalità. Gli altri controllano per evitare rischi, adeguano se del caso, investono in ricerca, noi siamo inchiodati ai blocchi di partenza e giochiamo a fare gli alternativi?
    Il problema della sicurezza nucleare è planetario, come si evince anche dall'elenco da Toto fatto qui sopra, non italiano e basta e così andrebbe affrontato, a mio avviso. La costruzione di centinaia di impianti in tutto il mondo non ci denuclearizzerà nè poco nè tanto.
    Ma se abbiamo paura della "nube radioattiva" che ci investirà provenedo da un Paese sito dall'altra parte del globo?
    Torno quindi ad affermare che il pericolo consiste nella scadente e/o tendenziosa informazione e forse anche, per quel che ci riguarda, da eccessiva e non sempre comprensibile sfiducia. Non li abbiamo solo noi i politici corrotti, di contro abbiamo dato all'umanità tecnici di livello in tutti i campi dello scibile dimostrando di essere capaci almeno come altri. Oso dire, sia pure sommessamente, che potremmo non sfigurare neppure di fronte ai guru giapponesi.
    Non c'è ombra di campanilismo nelle mie intenzioni, l'umanità è una sola e vi sono scelte che nessuna nazione può fare più in modo del tutto autonomo.

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  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  4.  ma perchè cazzo non te la fai a casa tua una centrale atomica?? decisioni prese sull'onda emotiva??? ti dispiace??? vai a chiedere alle persone evaquate di Fukushima cosa gli era stato assicurato: "nessun incidente, massima sicurezza".....una sola parola per descrivere persone come te: "IDIOTA"

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  5.  AHUAHUAHUAHAUHAHAUUAUAUAH senti quest'altro!!! l'anti-nuclearista lo fa solo per riempirsi le tasche dalle energie alternativa.....mai sentita una cazzata così colossale!!! Le conosci le reti??? reti informatiche??? reti neurali??? E' proprio questo che non vogliono fare i nuclearisti....reti energetiche....perchè il potere passerebbe al cittadino e loro non potrebbero più investire e avere profitti dall'energia!!! Sarebbe il nostro inizio verso un mondo sostenibile!!! 

    la gente come te fa informazione tendenziosa e scadente....vai a studiare oppure passa a controllare come se la passano a Chernobyl e Fukushima!! RI-DI-CO-LO!!!!

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  6. Reti "neurali"...
    La tua rete neurale funziona?
    Lo sai che un abuso di fumo, di quello bono, distrugge le reti "neurali"

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  7. Mamma mia che arroganza in certi commenti.
    E' vero, in Italia noi puntiamo solo sui soldi e poche balle. Se ti dessero 1000 euro al mese solo per avere una centrale sotto casa lo faresti. Invece dobbiamo pensare di piu' all'ambiente. Ogni impianto fotovoltaico od eolico ossia ad energia altalenante e non garantita deve essere controbilanciato da altrettanta energia di fonte certa, dando però ad essa il privilegio di essere sfruttata. Risultato? Avendo poco idroelettrico (circa il 10%) siamo costretti ad usare il turbogas al minimo, e come si sà una macchina che lavori sotto il suo regime ottimale riduce il proprio rendimento, aumentando sia l'inquinamento in termini di emissioni e di resa vera e propria.
    Io credo nel nucleare, in particolare in quello di 4^ generazione dove potremmo eliminare tutte le scorie generate dalle precedenti generazioni ed in particolar modo eliminare i maledetti transuranici generati nella cattura del famoso neutrone da parte di un atomo di uranio 238 (effetto doppler).
    Se un indomani poi riusciremmo a rendere (a livello etico prima di tutto) le rinnovabili efficaci allora finalmente potremmo usare solo quelle. Ma allo stato attuale, dove vogliamo energia a basso costo ed a basso impatto ambientale la soluzione non è sicuramente nè il petrolio nè la lignite nè il gas. E' un mix di rinnovabili aleatorie (fotovoltaico - eolico), rinnovabili non aleatorie ma certe (biodigestori - idroelettrico) e nucleare come rumore di fondo, possibilmente di 4^ generazione appena possibile.

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