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6 gennaio 2011

Mille foto e occhi rossi

Quando ero un bambino mio papà era talmente fanatico di fotografia - quella vera con la pellicola - che si era costruito in cantina una piccola camera oscura per sviluppare e stampare in casa le proprie produzioni. Ricordo ancora le poche volte che sono stato ammesso in quel regno buio, dove solo una lampadina rossa poteva essere usata di tanto in tanto per far luce tra un'operazione e la seguente. Il tutto perché sviluppo e stampa erano un costo non indifferente. Oggi con le fotocamere digitali, nessuno pensa più al costo per scatto, anzi per ogni inquadratura tendiamo a premere l'otturatore più di una volta per essere sicuri della riuscita della foto senza magari pensare troppo a come poter migliorare la ripresa.

A casa mia, però, le foto anche se digitali, si devono stampare. Fosse per me le lascerei tutte sul pc o al più sul digital photo frame che mostra un continuo slide show. Ma per mia moglie una foto è tale, con tutto il suo carico di ricordi ed emozioni, solo se stampata e ben archiviata in un album, con magari una didascalia o per lo meno una data. Sia chiaro, ho un rispetto maniacale per tutte le foto che abbiamo scattato e sono tutte ben catalogate sul nostro computer e regolarmente backuppate, ma questo non basta a far felice mia moglie che una volta all'anno, in genere nel periodo Natalizio, fa una grande operazione di scelta e prepara una chiavetta USB piena zeppa di foto da stampare.

Quest'anno la situazione è stata drammatica, perché negli ultimi due anni non abbiamo fatto in tempo a fare questa grande scelta, e così ci siamo ritrovati con ben tre anni di foto da smaltire. Tre anni importanti visto l'arrivo del nostro primogenito. Tre anni corrispondono più o meno a mille cinquecento foto, che dopo la selezione si sono ridotte a circa 500 per la stampa. La selezione avviene non solo in base all'importanza della situazione, ma anche alla qualità dell'immagine e la rovina di molti primi piani sono quegli occhi rossi che non sempre il flash lampeggiante delle fotocamere moderne riesce ad evitare.

La schermata del plugin per la rimozione
automatica degli occhi rossi.
Ma qui arriva la tecnologia informatica. Quello che non si può fare all'origine, ovvero durante lo scatto, può sempre essere corretto off-line con un buon programma di foto-ritocco. Peccato che questi programmi siano tutt'altro che semplici da usare, o meglio per ottenere risultati apprezzabili bisogna sapere cosa si sta facendo e non basta cliccare a vanvera un po' qua e un po' là. Mi ha fatto piacere scoprire come Gwenview, il programma di visualizzazione immagini predefinito di KDE per Linux, oltre a far vedere le fotografie in tutti i modi possibili è anche in grado di eseguire piccole manipolazioni (da notare che queste sono lossless nel caso di jpg) come rotazioni, ritagli, regolazione dei livelli e anche rimozione automatica degli occhi rossi.

Questo è un plugin che può essere eseguito in modalità batch, ovvero su una serie di immagini in modo automatico, e - a differenza dei programmi complicati - ha solo tre opzioni: una consigliata e le altre due da provare solo se la prima ha mancato l'obiettivo. Ovvio che non sempre riesce nell'impresa e a volte confonde particolari rossi con occhi e li corregge con il colore di background, ma in una buona percentuale dei casi riesce nell'impresa come per esempio potete vedere nella foto qui sotto.

Esempio in cui l'eliminazione degli occhi rossi è perfettamente riuscita.
A destra l'immagine originale e a sinistra quella corretta.

E voi cosa fate, stampate le foto o le tenete solo sul pc?

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