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9 febbraio 2008

Il bar sotto il mare

Titolo italiano: Il bar sotto il mare
Autore: Benni, Stefano
Ambientazione:
In uno strano bar, sotto il mare!
Giudizio:
Sufficiente

Commento: Stefano Benni è uno dei miei autori satirici preferiti e ho letto molte delle sue opere, ma questa volta mi ha un po' deluso. Di preciso non so se non mi è piaciuta la forma narrativa a brevi racconti o se, il loro contenuto non era esattamente entusiasmante. Eppure deve essere stato un grande successo perché dal 1987 ad oggi, la copia di proprietà della mia biblioteca è stata presa in prestito oltre 50 volte, e almeno 3 volte nello scorso anno.

Raccontarvi la trama di tutti e 24 i racconti sarebbe forse un po' troppo, visto che alcuni di questi sono lunghi solo un paio di pagine. Cerco però di raccontarvi il filo conduttore che li tiene uniti.

(ATTENZIONE: nel seguito viene rivelata parte della trama)

La storia inizia con un personaggio che sta passeggiando sul molo di una cittadina solitaria dove le case sembrano navi affondate (ricordatevi questa citazione) finché nota un uomo di una certa età con una gardenia nell'occhiello della giacca puntare diritto verso il mare e senza pensarci due volte entra nell'acqua e continua a camminare. Dopo pochi istanti, il vecchietto scompare sott'acqua e di lui non ci sono più tracce.
Il protagonista, incuriosito, entra anche il lui in mare seguendo l'uomo con la gardenia e appena sott'acqua nota la luce di un'insegna con scritto "Bar sotto il mare". Decide di entrarvi e la scena che gli si para davanti agli occhi è quella rappresentata nella fotografia qui sopra.

Ventiquattro, umani e animali, visibili e invisibili avventori sembra aspettarlo come se fosse lui la tessera mancante per completare il mosaico. Tra i clienti sale l'eccitazione quando il barista annuncia al nuovo arrivato che è usanza di questo bar che ognuno racconti una storia quando arriva un nuovo cliente.

E così si parte, ognuno, persino il cane nero, la sirena (di cui si intravede solo la coda) e l'uomo invisibile (che non si vede affatto), raccontano una storia.

I racconti sono una parodia satirica della vita del nostro tempo; alcuni fanno ridere, ma di quel riso a denti stretti che ti fa capire come, a volte, l'assurdità della realtà supera quella della fantasia. Alcuni mi hanno colpito, altri meno. Ve ne riporto uno integralmente - è molto breve, state tranquilli - che racconta di come nella nostra società moderna mantenere gli impegni presi sia una virtù sempre più rara. Ce lo racconta la pulce sul cane nero e si intitola Racconto Breve.

Racconto Breve
della pulce sul cane nero

C'era un uomo che non riusciva mai a terminare le cose che iniziava. Capì che non poteva andare avanti così. Perciò una mattina si alzò e disse: "Ho preso una decisione: d'ora in poi tutto quello che inizie..."


Volete sapere come va a finire il libro? L'ultimo a raccontare la sua storia è il nuovo arrivato. Preso dall'imbarazzo tenta di tirarsi indietro, ma non si può, perché questo è l'unico modo che ha per uscire dal bar sotto il mare. Così inizia a inventare la sua storia dicendo più o meno queste parole: ... è una cittadina solitaria, dove le case sembrano navi affondate e ...


Ps. Per restare nell'ambito dei racconti, ieri sera ho iniziato a ri-leggere Dubliners di J. Joyce, che si inserisce bene anche nella categoria ricordi essendo il libro di letteratura inglese che ho portato alla maturità!

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