La foto qui a lato e che questa mattina ha fatto il giro del web suscitando meraviglia anche tra molti nostri lettori è di una bellezza impressionante. Una meteora appartenente alla famiglia delle Geminidi entra nella nostra atmosfera lasciando una scia lunga e luminosa e terminando la sua apparente corsa all'interno del monte Fuji, vulcano sacro in Giappone.
Questa immagine oltre che bella ha anche il pregio di suscitare alcune domande alla nostra mente scientifica curiosa di sapere come funzionano le cose e come è fatto il nostro universo. Cosa sono e da dove arrivano le stelle cadenti?
Nel linguaggio comune si parla di stelle cadenti per identificare tutti quei minuscoli frammenti di comete o asteroidi o in generale anche altri corpi celesti che entrando nella nostra atmosfera a causa dell'attrito con l'aria e dell'onda d'urto si incendiano lasciando la scia che speriamo di vedere per esprimere un desiderio. Ad essere pignoli, quindi, non sono affatto stelle, ma l'occhio che scruta il cielo notturno accomuna facilmente i tanti puntini minuscoli e lontanissimi con quelle sottili strisce di luce che di fatto sembrano cadere sulla terra.
Andiamo a capire il meccanismo che sta dietro alla formazione delle stelle cadenti. Partiamo dall'origine più comune, cioè una cometa. Questa è un corpo celeste di dimensioni generalmente molto ridotte, completamente ricoperto da ghiaccio, polveri e piccoli frammenti di roccia. Viaggia su una traiettoria molto ellittica, che in parole povere significa un cerchio molto allungato e schiacciato, e attraversa il sistema solare. Le comete nel passaggio vicino al sole, a causa della radiazione (leggi il calore) e del vento (flusso di particelle cariche) solare, perdono parte del ghiaccio andando a formare una temporanea e flebile atmosfera intorno al nucleo e anche, non sempre, una coda di polveri e gas che viene messa in evidenza dalla luce solare. Durante il suo viaggio, quindi, la cometa si consuma e lascia lungo la sua via una traccia di polveri e sporcizia varia. In realtà le code sono sempre due, come potete vedere dallo schema che ho amichevolmente rubato a Wikipedia. La scia blu è formata da ioni, ovvero particelle cariche elettricamente ed è caratterizzata dal fatto di essere diritta e sempre nella direzione che congiunge il nucleo della cometa al sole. La scia gialla è invece formata dalle polveri neutre e che risente del moto della cometa, un po' come la traiettoria della sabbia alzata da un'automobile in curva.
Se la traiettoria della cometa interseca quella di un altro corpo del sistema solare, diciamo la Terra visto che è casa nostra, allora in quei punti, che gli astronomi chiamano nodi, si verificheranno delle piogge di meteore. Questo è il motivo per cui la caduta delle stelle cadenti si verifica sempre negli stessi periodi dell'anno, dobbiamo aspettare infatti che la Terra arrivi nel punto di intersezione con la scia della cometa per vedere i frammenti di polvere entrare nella nostra atmosfera. In genere stiamo parlando di oggetti pressoché minuscoli, come i sassolini sulla spiaggia, che interagiscono con l'atmosfera a distanze dell'ordine del 100 di km e che spariscono completamente prima di toccare terra. Solo in alcuni rarissimi casi, il frammento è sufficientemente grande, superiore ai 5 cm, da sopravvivere all'attraversamento dell'atmosfera e arrivare fino sulla superficie terrestre in quella che si chiama meteorite, da non confondere con meteora.
Nel caso della foto di apertura, per la bella Geminidi che cade sul monte Fuji (adesso sappiamo che è solo apparente!), l'origine non è tanto una cometa, ma un asteroide chiamato 3200 Phaethon anche se la sua natura di asteroide è dibattuta e qualcuno lo ritiene una cometa estinta. Ad ogni modo dobbiamo a lui lo spettacolo della notte appena trascorsa.
Una curiosità, anzi due: una scientifica e una meno. Partiamo dalla scienza. Prima abbiamo detto che l'importante è che la traiettoria della cometa attraversi quella di un corpo celeste per avere meteore, ma visto che noi siamo sulla Terra difficilmente potremo vedere le stelle cadenti su Marte. Ma su Marte, avevamo un inviato speciale, il robottino Spirit che di foto ne ha fatte una quantità impressionante riuscendo persino a fotografe quella che si pensa essere la prima meteora extraterrestre (foto). Seconda curiosità, quella per nulla scientifica. Fin dall'antichità, si associa al passaggio delle comete un presagio di grandi cambiamenti e ai loro figli, le meteore e le stelle cadenti, affidiamo i nostri desideri di cambiamento.