Qualche settimana fa il nostro governo ha dichiarato il 17 marzo 2011 giorno festivo per celebrare i 150 anni dall'unità d'Italia. Di conseguenza quella giornata, un giovedì, non si andrà a lavorare e si potrà magari approffitare di uno dei pochi ponti che il 2011 ci riserva.
Subito sono piovute le critiche da parte di alcuni esponenti leghisti che hanno dichiarato che non c'è ragione di chiudere tutto per festeggiare l'unità d'Italia; specie in questo momento di crisi bisognerebbe spingere per lavorare e non festeggiare. Anche Bolzano ha fatto un passo indietro, dicendo che essendo loro una minoranza austriaca e non avendo potuto scegliere se far parte o meno dell'Italia unita, non ci trovano proprio niente da festeggiare.
Ecco le dichiarazioni di Napolitano, Marcegaglia, Gelmini, Calderoli, il presidente della giunta Alto Atesina.
Il Sondaggio
Allora abbiamo deciso di chiedere anche a voi, tramite uno dei nostri mitici sondaggioni che sapete hanno valore vincolante per il governo (quello che decidete qui avrà valore legale!!!) , che trovate qui sopra al post. La domanda che vi poniamo è la seguente: festeggerete i 150 anni dell'unità di Italia? e queste sono le possibili risposte che potete dare:
- Sì ed è giusto stare a casa dal lavoro
- Sì, ma è meglio andare a lavorare
- No, ma il ponte me lo faccio lo stesso
- No, solo tempo sprecato
Tutto sto tran tran... E chi dice di stare a casa dal lavoro? Ovvio! Chi ha interesse a far funzionare le aziende! (confindustria...) o a chi verrebbero sconvolti i piani lavorativi (Gelmini) o a chi ha interesse a far scendere nell'opinione della gente l'attacamento al tricolore (Bossi)...
RispondiEliminaMa confindustria, tutto sta tiritera di costi in più per un giorno di chiusura, non la vedo mica. Oddio, le produzioni a ciclo continuo fanno eccezione, ma la fanno anche durante le normali feste! E durante i normali ponti, che la facciano anche li. Anzi, un giorno di chiusura comporta meno consumo energetico... meno inquinamento... Dove sono i costi in più nel non usare energia?
La Gelmini... Che problema ha? Perché dovrebbe tenere i figli degli altri a scuola? Io sono preoccupato per quando avrò figli miei perché non potrò passare abbastanza tempo con loro. Perché purtroppo dovrò lavorare 8 ore al giorno e avrò poco più di un ora per stare con loro. Lasciare i figli a casa con i genitori è davvero un problema? Un giorno di vacanza? BENE! Almeno i bambini se lo ricorderanno! Con tanti dei docenti che abbiamo nella scuola dell'obbligo, è un bene che stiano fuori dalla scuola i bambini, per quanto possibile!!! (Giuro, ho sentito parlare una docente di italiano delle superiori che... è DOVUTA intervenire la figlia per TRADURRE cosa stesse dicendo! DOCENTE DI ITALIANO!)
Bossi... Bossi... e' inutile che commento, vero? E con lui anche il compagno Calderoli...
Del "signor" Durnwalder non ho nemmeno parlato perché per me una dichiarazione del genere non ha nemmeno senso che venga scritta su un pezzo di carta igienica, non su uno dei maggiori quotidiani italiani.
Insomma, un giorno di ferie fa danni? Ma quando? Un giorno di ferie permette alle persone di stare in famiglia... tutto li!
Scrivo il mio pensiero in un commento perché non volevo influenzare i lettori mettendolo nel post di apertura. E non volevo nemmeno essere il primo a mettere il commento per la stessa ragione, quindi grazie Anonimo 1 per aver rotto il ghiaccio.
RispondiEliminaLavoro per una istituzione europea con sede in Italia e la dirigenza ha deciso che il 17 marzo si andrà tutti al lavoro. Questo taglia la testa al toro sulla possibilità o meno di stare a casa. Ma ugualmente mi pongo la domanda se è giusto festeggiare o meno.
Per rispondere, penso a come festeggio le altre ricorrenze civili: tipo il 25 aprile, il 2 giugno o il 4 novembre. Il 25 aprile lo salto a piè pari perché ad Olgiate quella data è riservata per il pellegrinaggio a Monza. Il 2 giugno non faccio nulla di particolare, magari una grigliata. Il 4 novembre è l'onomastico di mio papà e al massimo vado al cimitero seguendo la fanfara degli alpini.
Evidentemente non sono un gran patriota, per cui anche se fossi restato a casa il 17 marzo forse non avrei partecipato a qualche manifestazione.
Allora mi sorge un altro dubbio. Cosa vuol dire festeggiare l'unità d'Italia? Vuol dire fare una bella mangiata in famiglia o la prima scampagnata di primavera? Partecipare ad un comizio o ad un cineforum, o cos'altro?
Aspetto i vostri pensieri...
Tutto sto tran tran... sono d'accordo con Anonimo: di certo non e' un giorno di vacanza che rischia di compromettere la produttivita' delle aziende, ne' tanto meno dello stato. Ma capisco il discorso di Toto. E infatti la ricorrenza del 17 marzo non deve certo rimanere "semplicemente" un'occasione di vacanza, ma e' estremamente importante che, come deve essere per ogni altra ricorrenza civile, sia ben spesa e motivata dall'essenza stessa della ricorrenza. Viviamo in un momento estremamente difficile, non solo per il nostro paese, ma per tutta l'europa, e nonche' in un momento storico pieno di cambiamenti a livello mondiale, ricco di potenzialita' da un lato, ma dall'altro pieno di potenziali insidie, in cui rischiamo di perder il contatto con la storia e quindi la memoria di cio' che la storia ci ha insegnato. Proprio per questo dovremmo ri-imparare a FERMARCI ogni tanto, e a riflettere su cio' che e' stato e cio' che vogliamo che sia il futuro: questo deve essere il significato di una giornata come quella del 17 marzo!
RispondiEliminaSaluti a tutti dal Belgio e da quello che dovrebbe essere il cuore dell'Europa (se l'Europa un cuore coraggioso lo ha davvero, al momento, me lo domando in continuazione).
Erica
Sono sempre favorevole ai giorni di vacanza, per tutti i motivi elencati da Anonimo e anche perché credo che sia giusto avere un po' di tempo per sè. Ma se mi chiedete se mi sento italiano (oltre a tifare per i colori azzurri nelle competizioni internazionali), beh, qualche dubbio ce l'ho: mi sento diverso dai pugliesi, dai siciliani, dai laziali, dai veneti, dai liguri e dagli altoatesini (e mi fermo qui, anche perché son sicuro che qualche regione me la dimenticherei). E mi chiedo cosa voglia dire essere italiano: siamo stati per secoli divisi in piccoli stati, a volte addirittura in semplici città (ed è quando abbiamo prodotto le cose migliori, se si escludono la Juve di Scirea e Platini e la Nutella), poi nello slancio nazionalistico di metà 800 s'è deciso che ci si doveva unire (citando una fantomatica condizione di unità degli Italici in epoca pre-romana). E abbiamo avuto le nostre zone irredente (la Costa Azzurra, l'Istria e la Dalmazia, il Sud Tirolo), come tutti gli Stati che si sono unificati sulla carta prima che culturalmente, abbiamo dovuto creare una lingua comune, una cultura comune, dei modelli e dei riferimenti comuni. E non è stato facile, ci siamo sentiti più volte "separati in casa" (e ancora, in certe circostanze, ci sentiamo tali), accomunati da questa strana condizione imposta dall'alto, dagli incomprensibi cambiamenti delle nostre usanze e delle nostre strutture, cercando ognuno di andare incontro agli altri. E alla fine, quello che fa un italiano oggi non è l'elegia di un popolo che duemila anni fa allevava montoni sugli Appennini, non è la discendenza comune da uno degli imperi più imponenti della storia, non sono i 2 millenni di invasioni di barbari, celti, spagnoli, francesi, tedeschi, danesi: quello che fa un italiano oggi sono i 150 anni in cui ci siamo interrogati sul perché dell'unificazione, in cui ci siamo trovati costretti a confrontarci con le altre regioni, con altri ritmi di vita, con altre usanze, con altri cibi. E come sempre nella storia dello stivale ci siamo reinventati, abbiamo fatto di necessità virtù e abbiamo costruito l'Italia dal niente. E abbiamo vinto 4 coppe del mondo. Quindi, se mi chiedete se festeggerò, no, non credo, non ci trovo niente da festeggiare. Ma se mi chiedete se mi sento italiano, sì, qualche dubbio ce l'ho, mi sento diverso da abruzzesi, emiliani e sardi, ma credo di avere qualcosa di ognuno di loro nel mio carattere, nella mia cultura e nel mio modo di essere italiano
RispondiEliminaQualcuno può spiegarmi cosa c'è da festeggiare? Spiegatemi chi ha tratto vantaggi dall'unificazione nazionale e sopratutto che tipo di vantaggi, perchè io a 150 anni di distanza non ne vedo; non bastano i mondiali di calcio per fare una nazione. Vi dico solo che un paio di mesi fa hanno chiesto ai miei concittadini (sono Comasco) se fossero favorevoli ad entrare a far parte della Confederazione Elvetica...83% favorevole, me compreso.
RispondiEliminain un anno in cui saltano i ponti del 25 Aprile e del 1 Maggio, con Natale di domenica, e` evidente che non sia una questione di produttivita` (infatti quando ho letto le dichiarazioni della Marcegaglia non ci potevo credere,sembravano le solite affermazioni provocatorie molto in stile Lega) quanto di propaganda:
RispondiEliminai leghisti devono per forza berciare contro l'unita` d'Italia perche` senno` scontentano l'elettorato (a prescindere dai ragionamenti motivati storico-politico-sociali che si possono fare) ed il PdL si accoda perche` ora come ora non puo` scornarsi con la Lega.
io lavoro in svizzera quindi non mi faranno stare a casa - quindi ... :D :D il ponte è inutile .....
RispondiEliminaCondivido in pieno il ragionamento di anonimo (non sei lo stesso dell'altro post vero?).
RispondiEliminaPer quanto riguarda il 17 marzo, vorrei solo dire che se serve un'altra giornata per riaffermare che l'Italia e` la nostra patria, allora ben venga.
Che se ne voglia, ho sempre considerato l'unita` d'Italia un fatto positivo, che ci ha portato a diventare (anche se solo nel dopoguerra) una tra le 8 nazioni piu` importanti del mondo. Certo il fatto stesso di unire tradizioni e pensieri diversi (al pari di quello che e` sduccesso con l'unione europea, se mi passate il paragone) porta inesorabilmente probemi, anche seri. Ma ritengo che i benefici siano cmq superiori.
In ogni caso io mi sento italiano, fiero di qeullo che e` la nostra storia e le nostre tradizioni. Il fatto di avere una classe dirigente non all'altezza del suo compito` non fa si che io mi vergogni del mio paese.
Ed infine, per rispondere a toto: festeggiare questi giorni (25 aprile, 2 giugno) vuol dire semplicemente affermare di essere italiani, e lo si puo` fare anche silenziosamente. Ma sempre meglio che sentirsi solo padani. O solo siciliani. O non sentirsi affatto italiani.
Davide, ovviamente non è possibile distinguere tra anonimi, ma tu di preciso a quale ti riferisci 1 o 2? Perché il loro ragionamento è un po' differente...
RispondiEliminaPer quanto riguarda il festeggiare silenziosamente. Gli scettici della vacanza, ovvero quelli che ti dicono che è roba da fannulloni, ti potrebbero rispondere: è vero che il 17 marzo è la ricorrenza della fondazione del regno d'Italia, ma si poteva festeggiare silenziosamente anche la domenica successiva...
Piccolo addendum: su repubblica c'e` un sondaggio simile a questo e la prima fase riesce a descrivere quello che ho tentato di scrivere nel commento di poco fa (come al solito la sintassi mi fa molto difetto): "I 150 anni sono un anniversario simbolico, in un momento politico così difficile. Quindi è giusto festeggiare l'Unità d'Italia".
RispondiEliminaSpiegaci (o chiediamo a Repubblica di spiegarci) cosa intendono per momento politico così difficile: la Lega che spinge per il federalismo fiscale? Berlusconi che rischia potrebbe essere giudicato per prostituzione minorile? La sinistra che non riesce ad arrivare al governo? La crisi economica?
RispondiEliminaQuale di questi punti, o qualcuno che non vedo, sta veramente mettendo in crisi l'Unità d'Italia?
Toto, hai ragione, mi riferivo ad anonimo1. E per quanto riguarda la tua domanda, penso che l'addendum di poco fa sia una buona risposta.
RispondiEliminaE mi dispiace per gli scettici, ma non e` colpa mia se l'istituzione del Regno d'Italia sia avvenuta quel giorno.
E poi, fuori dai denti, e con molta praticita`: e un cavolo di giorno ogni 150 anni! Il fatto che la Lega non lo volgia non vuol dire che noi dobbiamo subirlo. Se non vado errando sono ancora solo il 12% degli italiani.
Toto, domanda semplice: credi veramente che tutto cio` che sta avvenendo sia normale in un paese democratico? No perche` a questo punto dovresti spiegarmi tu se e` normale che una partito italiano possa avere al primo punto della suo statuto questo:
RispondiEliminaIl Movimento politico denominato “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” (in seguito indicato come Movimento oppure Lega Nord o Lega Nord - Padania), costituito da Associazioni Politiche, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana.
Al contempo: ti sembra normale che questo disastroso governo, presieduto da una persona spregievole (e non facciamo i garantisti inutili perche le intercettazioni parlano da sole), possa passare tutto il suo tempo a difendere Berlusconi attaccando uno dei tre poteri dello stato? In una vera democrazia questo farebbe indignare, se non gridare al golpe.
Allora la mia conclusione e` una e semplice: siamo in un momento politico difficile. E questo fa si che le persone non pensino piu` al bene comune (attenzione non sto ragionando da comunista in cui tuto appartiene a tutti o raba simile, ma da comune cittadino che deve pagare le tasse piu` alte d'europa perche` solo per la corruzione vanno in funo 50 miliardi di euro l'anno), ma solo ai propri interessi, mettendo in crisi l'unita d'Italia a partire dalle sue fondamenta: i cittadini. Mettendoli uno contro gli altri.
Voglio ripetermi: non voglio passare per comunista (ci tengo parecchio a sottolineare le mia idee liberali); sto solo attento a quella vecchia storia: "hanno preso quelli, e me ne sono fregato; hanno preso quegl'altri, e me ne sono fregato; quando sono venuti a prendere me non c'era piu` nessuno a difendermi."
pensiero breve: qui non si tratta di "festeggiare" ma di "ricordare per poter costruire del nuovo e migliore"
RispondiEliminaRispondo solo ora causa serie infinita di impegni improrogabili.
RispondiElimina@Davide
Non solo leghista, questa è un'affermazione incontrovertibile, ma mi piace ragionare sull'attuale momento politico difficile, riprendendo le tue osservazioni. La Lega Nord vuole il federalismo. Il federalismo va contro l'unità d'Italia?
* Ci sono casi, ne cito due: Svizzera e Stati Uniti, in cui la forma di governo federale non ha reso l'identità nazionale meno forte. Credo che uno Svizzero si senta tale sia che sia Ticinese o Ginevrino. Gli Svizzeri e gli Americani che ci leggono possono smentirmi. Al tempo stesso i Ticinesi sanno di avere delle peculiarità rispetto ai Ginevrini e così via.
* Ci sono casi in cui il Federalismo non aiuta l'unità nazionale. Prendi il Belgio (Erica può confermare). Pur essendo diviso in regioni non riesce ad avere un governo federale stabile. Questo nonostante il loro motto sia "L'unione fa la forza" e che siano di fatto la sede dell'Europa Unita.
* Domanda: secondo te la Lega si prefigge una Padania tanto diverso dalla Catalogna in Spagna?
--> La conclusione è che non so se in Italia il Federalismo faccia bene o male all'unità. Certo è che non posso escluderlo a priori.
Prossimo punto. Il governo è un disastro, tanto quanto lo sono stati i precedenti. Berlusconi non è simpatico, ma fin tanto che un giudice non lo condanna, io sono garantista, altrimenti mi metterei sullo stesso piano di quelli che essendo a capo di un potere ne accusano un altro.
Dici che un potere attacca l'altro. Questa frase è un'arma a doppio taglio. Uno del PDL ti ribatte al volo: hai ragione la magistratura sta facendo di tutto per attaccare l'esecutivo e, come piace tanto a loro, andare contro la volontà del popolo sovrano.
Se poi dici che paghiamo le tasse più alte in Europa perché c'è la corruzione e gli interessi di pochi, fai l'esatto gioco dei Leghisti, che ti dicono: facciamo che ognuno si arrangi da sé e poi vediamo se ci saranno ancora così tanti soldi che vanno in fumo.
--> Conclusione delle conclusioni: ci troviamo in un momento difficile dove i nostri politici sono più intenti ad andare con le signorine, a discutere di case a Monte Carlo e a rosicare perché gli altri hanno tante signorine e case a Monte Carlo. L'opposizione si sta solo occupando di mandare Berlusconi in galera e la maggioranza approva leggi per evitarlo. Questa non è politica è gossip allo stato puro.
Cosa c'entra questo momento difficile con la festa dell'Unità d'Italia? Erica ha azzeccato il mio pensiero: se questo giorno di vacanza (che ahimé non farò) serve per farci costruire dalla base un'alternativa all'attuale politica (dalla sinistra alla destra), allora dovremmo farne uno all'anno! Se serve solo per ascoltare i comizi pro o contro Berlusconi sarà l'ennesima occasione sprecata. Sarò pessimista, ma credo che delle due sarà la seconda.
Dopo averci dormito sopra una notte intera, mi sono reso conto che il mio pensiero precedente non era ancora sufficientemente chiaro.
RispondiEliminaSe dici che si deve festeggiare l'unità di Italia perché c'è la Lega e il Berlusca, allora è ovvio che ci siano tanti Italiani che non vogliono farlo.
Il momento è critico perché la politica è sparita e questo non è solo merito del Mister B. o di Bossi. La mia preoccupazione è che non vedo un futuro per il nostro Paese.
Sinceramente penso che ognuno il 17 debba essere libero di scegliere di andare oppure no al lavoro. Sta di fatto che i dipendenti, lontani da confindustria e spesso con pareri discordanti con essa solo perchè rappresenta il "padrone", potrebbero promuovere il 17 festa essere retribuiti. Vediamo a questo punto quanti ancora vorrebbero festaggiare ancora il 17. Tutto questo per dire che vogliono festeggiare tutti sulle spalle degli altri. Festeggiare si ma con responsabilità. Infine per tale motivo, non posso esprimere voto in quanto non c'è la scelta che più si avvicina alla mia idea.
RispondiEliminaTranquillo Anonimo 17, al termine del sondaggio il tuo voto sarà conteggiato nella categoria "Altro, ma ben motivato"
RispondiEliminaCaro toto, mi dispiace ma urge chiarezza:
RispondiElimina1) non sto criticando il federalismo fiscale. Non l'ho ancora fatto (non essendoci nulla se non le linee guida, anche se una domanda sorge spontanea: quanto ci costa passare al federalismo?), vedo cmq alcune note positive: un maggior controllo della classe politica locale potrebbe permettere un maggior controllo dei finanziamenti.
Il problema qui e` un'altro: non si parla di repubblica federalista, ma di padania come repubblica. La catalogna e` una regione autonoma (come il trentino per noi)e non una repubblica federale indipendente e sovrana come dovrebbe essere la padania. Questo e` lo statuto della lega: qualunque dichiarazione leghista contrasta con il lora statuto. Delle due l'una: o cambiano statuto o vi si adeguano.
Si, qui l'Unita` d'Italia e` in pericolo.
2) ci si puo` lamentare sia della destra che della sinistra (se esistesse), ma lo si dovrebbe fare con l'occhio critico dell'elettorato: se tu deputato, eletto da me, dici una cosa io cerco di capire se posso essere d'accordo con te o meno. Questa` la democrazia.
Pensando di essere in democrazia, quindi, la mia critica ricade inesorabilemente sul governo, essenqo questi il primo responsabile dell'andamento del paese. E a capo del governo vi e` uno che cambia le leggi per salvarsi dalle patrie galere. E questo e` conclamato e dimostrato.
Qui non e` piu` questione di garantismo: la legalita` deve sempre venire prima. E questo limite Mr. B l'ha passato tanto tempo fa.
Berlusconi non e` la causa di tutti i mali, ma certo ne e` l'esponete piu` di spicco: chiunque PDL o Lega lo difneda e` tanto un bugiardo quanto in mala fede. E, bada bene, le parole sono importanti: non vi e` nessuna guerra magistratura-governo. La magistratura fa solo il suo lavoro (grazie all'azione obbligatoria), mentre e` solo il governo ad attaccare.
In conclusione: mi chiedi se questo mina l'unita d'Italia? si, la mina. Dal suo interno, dai cittadini. Quesi cittadini che preferiscono pensare solo a se stessi lasciando la difese dei valori della patria a chi non e` degno nemmeno di parlare. Una volta, ai tempi di Tangentopoli, i cittadini lanciavano monete contro Craxi per sottolineare il loro sdegno. Ora i padri manderebbero le proprie figlie a fare bunga bunga ad Arcore. Alla fine avranno tutti schifo di questa nazione, e preferiranno non considerarsi italiani. Questo, a dir poco, mina l'Unita` d'Italia.
Premetto di non essere un'esperta di politica, anzi conosco e leggo ben poco.
RispondiEliminaOltretutto ho molti pensieri che sicuramente esprimerò in modo confuso, chiedo scusa.
Non sono nè di destra nè di sinistra: dico solo che fino a quando non ci sono delle certezze al riguardo dei festini di Berlusconi non trovo giusto buttargli addosso tutto lo schifo che ci circonda solo perchè è il presidente del consiglio.
Aggiungo inoltre che, anche se il presidente avesse fatto ciò di cui è accusato, non dobbiamo essere noi i giudici.
Quanti uomini, anche mariti, vanno con le prostitute (e non penso chiedano a loro la cartà d'identità per vedere se soo maggiorenni - anche perchè nella maggior parte dei casi non l'avrebbero neanche)e noi li vediamo fermarsi, magari è proprio la macchina davanti alla nostra, magari è anche un conoscente, e NON FACCIAMO NIENTE!
Perchè?!
è facile prendere di mira un uomo ricco, che ha potere e non guardare in faccia allo schifo che ci circonda: se nessuno avesse il bisogno di pagare una donna solo per soddisfare un istinto, queste donne non le troveremmo più sulle strade...o in televisione (apriamo gli occhi: non solo su mediaset, ma anche sulla rai, di cui paghiamo anche il canone).
Ed ora arriviamo al sondaggio: festeggerete i 150 anni dell'unità di Italia?
Non sono una patita di queste feste, in verità non vi partecipo mai!
Certo è che ci sono persone, che stimo molto, che ci credeno...non considerano la festa solo come un giorno di vacanza.
Quando penso al patriottismo mi vengono i brividi: ripenso, con le lacrime agli occhi, alle lettere che il fratello di mia nonna scrisse durante la seconda guerra mondiale. Aveva 20 anni e faceva il marinaio in Sicilia...in ogni sua lettera (teneramente conservata dalla mia cara nonna)parlava di come fosse importante vincere per la Patria, come fosse bello anche morire per la Nostra Italia. Così per lui è stato, non è più tornato.
Non so fino a che punto i soldati ci credessero veramente o fossero frutto di un'assurda educazione, ma certo è che lo zio Marino (così si chiamava) non ha più potuto riabbracciare i suoi cari!
L'unità d'Italia è stata una conquista, certo!
RispondiEliminaAnche se a volte cerco di immaginare come sarebbe ora se non si fosse fatta.
Come sarebbe il nord?
Come sarebbe il sud?
Forse non troppo diversa da come lo è oggi!
Inutile negare che polentoni e terroni sono diversi: nella origini, nel dialetto, nel modo di comuincare,nella musica, nello stile di vita, nella modalità di affrontare i problemi, nel risolverli, nell'alimentazione, nel lavoro, nell'esprimere la propria religiosità, persino nelle pulizie domenstiche.
Noi facciamo la raccolta differenziata...loro...NO! Anzi siamo noi che dobbiamo lavorare per loro affinchè le loro città possano continuare ad essere turistiche.
(Scusata l'ennesima parentesi, ma viene spontanea: ho scritto siamo noi, anche quando tutta l'opeerazione è stata gestita dal Berlusconi - e non venitemi a dire che non ci è riuscito solo perchè loro continuano a buttare la loro spazzatura dalla finestra!)
Noi con estrema difficoltà riusciamo ad intrufolarci in incarichi statali...loro NO!
Però siamo uniti!
Ora c'è da capire cosa veramente ci lega.
La prima risposta è che ci unisce un recente passato comune, un pezzo di storia che ci classifica come italiani.
Io mi sento italiana, e non c'è come uscire dal NOSTRO PAESE, per sentire il bisogno di esprimere la nostra nazionalità, mi è capitato di sentire questo forte bisogno soprattutto durante le Giornate Mondiali della Gioventù!
Quando sei a contatto con persone di tutte le nazionalità e tu desideri esprimere e manifestare la tua (pasta, pizza).
Bello in quei momenti sentirti parte di qualcosa, avere un senso d'appartenenza.
Non sono sicura che questo possa bastare per festeggiare il 17 marzo, ma una festa potrà unirci? Magari è un punto, piccolissimo, da cui si può partire!
Meglio sarebbe stare a casa per vivere in pieno la festa, certo non condivido il pensiero che le scuole comunque debbano restare aperte: dove sta la continuità?
L'educazione è il punto di partenza e si questo ne sono super convinta.
Ci crediamo???
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