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31 ottobre 2008

La linea del rettore del Poli

In questi giorni le proteste del mondo della scuola e della ricerca si susseguono a raffica, manifestazioni in piazza, manganelli che volano e affermazioni fin troppo pesati e ingiustificate (mi riferisco principalmente al grande Picconatore). Qualcuno mi ha chiesto cosa ne penso, io ho risposto che non credo nella piazza e negli slogan gridati per le strade.

Leggendo qua e la per il web ho trovato sul blog Alessandro Baffa la lettera con cui il Rettore del Politecnico di Milano ha informato tutti i suoi allievi su quello che sta accadendo e quale sia la sua orientazione in merito alla legge 133 sulla ricerca.

Ve la riporto per esteso perche' credo proprio valga la pena di leggerla, vista che e' scritta con un tono pacato, da una persona razionale e per una persona razionale. Questa mi sembra un'ottima base per far partire una discussione e credo che sia il modo giusto per far valere la nostra protesta.

Cari Allieve e Allievi del Politecnico di Milano,

In questi giorni ho ricevuto molti messaggi da parte Vostra.

In essi vi sono domande volte a cercare di comprendere meglio la attuale situazione, sono espresse preoccupazioni per il futuro di Voi giovani e del nostro Ateneo.

Siamo tanti, più di 2.500 fra docenti, tecnici e amministrativi, quasi 40.000 gli allievi: non possiamo certo riunirci tutti.

Userò quindi il web per mettere a Vostra disposizione quello che so e che ho imparato in questi anni, presentandovi soprattutto i punti che non sempre appaiono chiari nel confuso dibattito che i media ci presentano. Cercherò di individuare i vostri dubbi e di rispondere alle vostre domande. Presenterò le mie opinioni e il percorso che stiamo intraprendendo, terminerò con alcune conclusioni.

I decreti Gelmini

Sulla stampa, in molti striscioni, nelle manifestazioni si richiamano due realtà completamente diverse: la proposta del Ministro Gelmini sulla Scuola elementare e la legge 133/08 relativa al contenimento della spesa pubblica, il cui testo ricalca le proposte del Ministro Tremonti.

Vi intratterrò soltanto sulla seconda che riguarda anche le Università.

La legge 133/08 sul contenimento della spesa riguarda tutte le amministrazioni pubbliche, dai Ministeri alle Regioni, dai Comuni alla Polizia, dalle Università a tutte gli innumerevoli enti che sono prevalentemente finanziati dallo Stato.

Le riduzioni previste sono indistinte e colpiscono indiscriminatamente, senza considerare le differenze di funzioni, compiti e risultati delle varie tipologie di amministrazioni.

Per quanto è relativo alle Università statali come la nostra, le due conseguenze più rilevanti di questa legge approvata prima dell’Agosto 2008 sono le seguenti:

    • una riduzione del finanziamento statale al sistema universitario (FFO = Fondo di Finanziamento Ordinario) a partire dal bilancio 2010 (quindi dal 1 gennaio 2010);
    • la drastica riduzione del turn over (ogni 10 persone che vanno in pensione, ne possono entrare soltanto 2 fino al 2012 e poi 5 dal 2013)
    • la possibilità di trasformare le università in Fondazioni di diritto privato.

Il Finanziamento statale del sistema universitario

Ogni anno la Finanziaria stabilisce l’ammontare del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), cioè i soldi che vanno al Sistema Universitario statale. Questa somma è a disposizione del Ministero che la ridistribuisce fra i differenti Atenei. La somma è cresciuta dal 1995 al 2005 ed è praticamente stazionaria da tre anni. Vale oggi circa 7 Miliardi di euro. La legge prevede una riduzione di circa il 20% in tre anni di tale somma senza considerare che, nel nostro Paese, il finanziamento alle Università è fra i più bassi di Europa. (Basta guardare i dati dell’OCSE).

Bisogna combattere affinché tale riduzione non avvenga: ciò è reso difficile non solo dalla situazione economica mondiale che sta peggiorando di giorno in giorno, ma anche dalla disuniformità e dalla credibilità attuale del sistema universitario.

Vi sono Atenei che hanno utilizzato bene la loro autonomia ed altri meno bene.

Vi sono Atenei che hanno investito per migliorare i servizi agli studenti e le infrastrutture di ricerca, altri hanno soltanto assunto persone, talvolta calpestando il merito di altre.

Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio, altrimenti si finisce col dire che nulla funziona.

Gli effetti del taglio di finanziamento possono essere ricondotti a due tipologie differenti.

La prima riguarda quegli Atenei che hanno esagerato nelle assunzioni di personale ed oggi hanno un costo del personale che praticamente mangia tutta la loro dotazione statale (forse avete sentito dire che il rapporto fra spese di personale e FFO di ogni Ateneo non dovrebbe superare il 90%, che vi sono Atenei che hanno superato tale rapporto, che con gli adeguamenti stipendiali questo rapporto continuerà ad aumentare). Questi Atenei, se la legge venisse mantenuta inalterata, sono destinati, chi subito, chi fra due - tre anni a fallire perchè non saranno più in grado di pagare i loro dipendenti.

La seconda riguarda quegli Atenei, come il nostro, che, pur avendo aumentato negli anni il loro personale docente, tecnico e amministrativo, sono stati attenti a non caricarsi da impegni di spesa troppo onerosi (il Politecnico di Milano ha spese fisse di personale pari al 67% di FFO a fronte di una media nazionale dell’86%) ed hanno utilizzato la differenza per investimenti in attrezzature, infrastrutture, creazione e miglioramenti dei servizi offerti. Di fronte a un taglio di finanziamento statale, questi Atenei non sono condannati al fallimento, ma dovranno ridurre spese e servizi. Chi, come noi, ha già fatto ogni tipo di razionalizzazione e di economia, dovrà cercare, in tutti i modi possibili, di mantenere la qualità di tutti quei servizi che vi fanno apprezzare il nostro Ateneo.

Io confido che, a meno di cataclismi economici, il Governo dovrà rivedere le sue decisioni, almeno nei riguardi di quegli Atenei che hanno dimostrato di saper bene gestire le risorse loro assegnate.

Se insisterà nella sua decisione, vorrà dire che il Governo desidera uccidere le nostre università, portando il nostro Paese a diventare vassallo di altre Nazioni, in particolare di quelle che molto stanno investendo in formazione e ricerca.

La riduzione del turn over

La riduzione imposta dalla legge per il turn over nasce forse da un ragionamento meramente economico, ma non considera le conseguenze che sono devastanti per tutti.

Il ragionamento è il seguente: riduciamo le persone, così riduciamo il costo degli stipendi e quindi compensiamo con tale riduzione il minor finanziamento. A supporto di tale ragionamento si portano i difetti del sistema: modalità di reclutamento non sempre irreprensibili, proliferazione di corsi di laurea istituiti per soddisfare più gli interessi dei docenti che le necessità formative degli allievi, scarsa presenza dei docenti negli Atenei, incapacità di auto governarsi correttamente, autoreferenzialità e mancanza di valutazione dei risultati. In fondo si è contribuito a creare uno slogan che purtroppo sta attecchendo nella opinione pubblica: le amministrazioni pubbliche sono costose e inefficienti, l’università è una amministrazione pubblica, quindi la università è inefficiente e sprecona.

E’ un ragionamento che combatto da 5 anni e che non è facile da contestare perché l’opinione pubblica è sempre più attenta agli aspetti negativi che le vengono presentati che a quelli positivi. Basta una truffa a un test di medicina in un Ateneo per dire che tutti gli Atenei stanno truffando, basta una assunzione chiacchierata per dire che tutti i concorsi universitari sono truccati, basta dire che una università ha scoperto un buco nel suo bilancio per dire che il sistema delle università pubbliche è fallito.

Il gusto della generalizzazione purtroppo ormai caratterizza tutti, molti si accontentano di soli slogan, pochi amano ancora conoscere prima di parlare.

La legge è devastante perché colpisce tutti indiscriminatamente e ingiustamente. Chi ha limitato il numero di assunzioni, chi ha fatto una programmazione attenta dei ricambi generazionali viene colpito irrimediabilmente.

La legge colpisce drammaticamente tutti i giovani che oggi collaborano a vario titolo con i docenti (dottorandi, post doc, assegnisti di ricerca) e che contavano un giorno non troppo lontano di entrare in una posizione stabile in università.

In definitiva si deve combattere per modificare la decisione legislativa perché è profondamente ingiusta, perché taglia le gambe al ricambio generazionale, perché colpisce le aspettative dei giovani, perché va esattamente nel senso contrario al riconoscimento del merito, perché indebolisce in modo irreversibile l’università che, senza l’immissione di giovani, diventerà vecchia e obsoleta nel giro di pochi anni.

La possibilità di trasformare le università in Fondazioni

E’ stato detto in molti interventi che l’articolo di legge che consente alle università statali di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato e non dice come e con la partecipazione di chi, che è talmente vago da essere non attuabile, che, con esso, si annuncia un cambiamento di strategia da parte del Governo nei riguardi del sistema della formazione e della ricerca italiano.

Vediamo di ragionarci un attimo. Un Ateneo potrebbe trasformarsi in fondazione se, accanto allo Stato, intervenissero dei partners privati disposti a sostenere economicamente l’Ateneo.

L’On. Mauro, vice presidente del Parlamento europeo, si è chiesto recentemente in un convegno: dove si può trovare un imprenditore così pazzo da caricarsi l’onere di contribuire finanziariamente alle spese correnti di un Ateneo o di una Scuola che, per definizione, non sono in grado di restituire utili? Quale privato può investire a fondo perduto?

Si potrebbe pensare a una Fondazione che veda Stato, Regione, Provincia, Comune insieme a Fondazione Bancarie e Associazioni varie. Ci si dimentica che è necessario una quota di contribuzione privata maggiore del 50% per rendere "privata" una fondazione e quindi per renderla indipendente dalle regole imposte dal contenimento della spesa pubblica (i famosi parametri di Maastricht).

E’ oggi impensabile che le Fondazioni bancarie si sostituiscano in larga misura allo Stato per finanziare annualmente il sistema della formazione e della ricerca e quindi gli Atenei.

Non vi sono altre alternative: in tutto il mondo le Università funzionano perché ricevono il loro prevalente fabbisogno finanziario o dalla Collettività Sociale o dalla contribuzione diretta degli Allievi. Nel primo caso l’Università si caratterizza come pubblica, nel secondo come privata (in Italia la prima è denominata statale, la seconda non statale).

Il primo modello considera prevalente il vantaggio di avere formazione e ricerca a servizio della competitività della intera Comunità sociale. Il secondo modello considera prevalente il vantaggio del singolo (allievo o impresa) che riceve la possibilità di incrementare la propria competitività personale.

In Europa è sicuramente prevalente il primo modello tanto che la quasi totalità di studenti universitari frequentano università pubbliche (in Italia sono oggi il 94%).

Cosa fare

Resta un anno per cercare di rovesciare la situazione e certamente non si possono aspettare gli ultimi mesi del 2009 per riuscirvi. D’altra parte è evidente che azioni non coordinate non possono che essere inutili e controproducenti.

Credo che ognuno, prima di partecipare ad una qualsiasi iniziativa, dovrebbe ragionare non in base ai propri sentimenti, bensì valutando razionalmente le possibili conseguenze.

Mi spiego con un esempio: le attuali manifestazioni spontanee possono essere considerate esaltanti da chi vi partecipa per il loro forte impatto mediatico, ma il monitoraggio delle loro conseguenze sembra dimostrare che nella opinione pubblica sta crescendo il fastidio e quindi il rafforzamento delle posizioni più contrarie alla nostra università. Ciò rende ancora meno condiviso dalla maggioranza dell’opinione pubblica il tentativo di mitigare gli effetti della legge e di mantenere pubblico il nostro sistema universitario. Rende invece più condiviso qualsiasi atto teso a penalizzare i nostri Atenei.

Quello che bisogna fare subito, tutti insieme, riguarda soprattutto la politica interna degli Atenei. E’ quanto mai necessario che ogni Ateneo risponda, il più rapidamente possibile, alle critiche che vengono mosse in modo generalizzato, o per dimostrare di esserne esente o per modificare i propri comportamenti.

Quali sono queste critiche?

a) Le Università sono accusate di aver prolificato i corsi di laurea e gli insegnamenti per favorire i desideri dei docenti. Si deve rimodulare la didattica in modo da erogarla sempre più all’insegna del principio della effettiva centralità della formazione dell’allievo e delle sue concrete possibilità di trovare sbocchi lavorativi soddisfacenti.

b) Le Università sono accusate di dissipare tempo e soldi in una ricerca inutile e costosa che serve soltanto alla carriera accademica di chi la produce. Si deve promuovere una ricerca sempre più al servizio della competitività internazionale del nostro Paese e quindi ci si deve battere affinché il Governo promuova il riconoscimento della qualità e del merito a seguito di valutazioni attendibili, analoghe a quelle ormai abituali in molti paesi europei.

c) Le Università sono accusate di seguire processi poco trasparenti nel reclutamento dei giovani e nell’avanzamento di carriera dei docenti. Si deve promuovere un sistema di valutazione che porti a una qualità certificata da parametri obiettivi e procedure innovative nel reclutamento dei docenti e dell’inserimento dei giovani.

d) Le Università sono accusate di aver prolificato a dismisura le loro sedi didattiche. Si deve promuovere una revisione della distribuzione a livello regionale o macroregionale della propria offerta formativa e della ricerca nell’interesse dei territori, anche sviluppando interazioni ed integrazioni forti tra Atenei in un’ottica di complementarietà;

e) Le Università sono accusate di avere una visione corporativa nelle proprie modalità di governo. Bisogna testimoniare l’impegno di modificare il proprio assetto di governance interno per evitare derive autoreferenziali attraverso una netta separazione tra funzioni di indirizzo delle attività didattiche e scientifiche, e responsabilità di gestione delle risorse;

f) Le Università sono accusate di non riuscire a verificare l’impegno dei propri docenti nella didattica e nella ricerca. Ci deve attivare per garantire sempre di più il rispetto di un codice etico di comportamento, anche misurando la produttività dei propri docenti

Allora cosa fare verso l’esterno?

Bisogna combattere per convincere tutti gli Atenei ad attivarsi in queste direzioni. Bisogna combattere perché alcuni imbocchino questa strada fin da subito, nella speranza di essere di esempio per gli altri. Bisogna mettersi in discussione di fronte al Paese all’insegna della trasparenza e dell’obiettività. Bisogna essere disponibili a confrontarsi con esperti del Ministero dell’Economia e delle Finanze sui propri bilanci e sui criteri di gestione adottati, superando ogni forma di autoreferenzialità.

Come vedete bisogna imboccare una strada stretta, difficile e in salita che richiede l’impegno di tutti e soprattutto il rispetto delle Istituzioni di appartenenza.

Il Politecnico di Milano, insieme ad altri Atenei, può già dimostrare di essere esente da molte delle critiche che vi ho sopra riportato e di aver già preso la decisione di attuare processi che gli consentano ulteriori miglioramenti.

Noi, Rettori di questi Atenei, abbiamo il compito di combattere su diversi tavoli per fare in modo che il Governo possa riconoscere la utilità di queste azioni, per convincerlo a stipulare un "patto di stabilità", cioè un accordo di programma individualizzato Ateneo per Ateneo, che accordi un finanziamento dignitoso a fronte di precisi obiettivi da raggiungere nella didattica, nella ricerca, nella gestione.

Conclusioni

Insieme ad altri Rettori sto combattendo in tutte le direzioni che Vi ho delineato, ho bisogno dell’appoggio di tutti e soprattutto di Voi allievi.

Se dovessero arrivare dal Governo segnali precisi di non disponibilità alla discussione sulla base delle linee che Vi ho indicato, allora sarà chiara la sua volontà di penalizzare anche gli Atenei più aperti al cambiamento ed i loro Rettori saranno costretti ad assumere tutte le iniziative necessarie per evitare la catastrofe dell’intero sistema universitario pubblico del Paese.

Non possiamo perdere la battaglia volta a migliorare la competitività internazionale del nostro Paese, competitività necessaria per assicurare un futuro a tutti Voi.

Resto a Vostra disposizione per approfondire i temi che più Vi interessano, per confrontarmi con Voi, convinto che soltanto attraverso il dialogo possiamo costruire un futuro sempre migliore del nostro Ateneo.

Giulio Ballio, Rettore

30 ottobre 2008

Rivalita' tra distribuzioni

Leggi l'originale qui: nicu - a window to my sucky life: Fedora Weekly Webcomic: Distro Names

Ogni utente linux ha la sua distribuzione del cuore e alcuni ne vanno talmente fieri che sarebbero pronti a scannarsi pur di trovare un argomento per cui la propria distro e' meglio delle altre. Io sono un fedoriano e sento una forte rivalita' verso un'altra distribuzione di elevatissima diffusione chiamata Ubuntu. Chiaramente non voglio scatenare nessun flame, o dire che Ubuntu sia meglio o peggio di Fedora, ma quando ho visto questa vignetta sono proprio scoppiato a ridere. Spero che gli amici ubuntiani facciano lo stesso ;-)


Per chi non capisse l'inglese ecco una traduzione:

Ragazza: Ragazzi, non capisco questa storia con le distribuzioni di linux ognuna con il proprio nome
Ubuntiano: Facile: Ubuntu e' un'antica parola africana che significa: "La migliore distribuzione di sempre"
Fedoriano: E Fedora e' una nuova parola extraterrestre che significa "Meglio di Ubuntu"
Ragazza: (Cuori per Fedora)

A parte gli scherzi, Ubuntu e' veramente una parola africana (zulu per la precisione) che significa umanita'. Fedora invece e' il nome di un cappello e non poteva essere diversamente se si pensa che questa distribuzione e' una gemmazione di Red Hat, ovvero cappello rosso!

Giana: un tuffo nel passato

La mia storia di dipendenza dal computer inizia quando ero ancora alle elementari, cioe' quando ci trovavamo ancora nell'era preistorica dei computer e i "Personal" erano solo di un paio di tipologie, collegati ad un mangiacassette e molto spesso ad un normale televisore di casa.

Frequentavo la terza elementare quando mio papa' ha acquistato per il suo lavoro un Commodore 64, inizialmente senza alcun "optional" per poi andarlo ad espandere trasformandolo nella Ferrari dei PC del tempo. Io non sono mai stato un grande giocatore, nel senso che avevo pochissimi giochi e mio papa' non sopportava l'idea che uno strumento tanto nobile quanto il PC potesse venir declassato a macchina per giocare. Adesso, ad essere onesto, la penso esattamente come lui, soprattutto perche' al giorno d'oggi ci sono delle Console per giocare, se proprio uno volesse. Ma allora, nel pieno della fanciullezza, ho spesso desiderato perdere interi pomeriggi armeggiando con un Joystick per superare livelli crescenti di difficolta' e uccidere mostri sempre piu' brutti e cattivi anche se dai profili molto spigolosi.

Il mio gioco preferito, che era anche il preferito da mia sorella, era la mitica Giana, ovvero la controparte femminile di Super Mario. Non so perche' ma questo gioco piaceva anche a mio papa' tanto che per convincerlo a lasciarmi giocare un po', bastava dire: "per favore, gioco solo a Giana...".

Questa mattina, leggendo Punto Informatico, ho scoperto che alcuni nostalgici sono riusciti a far tornare Giana in vita rendendola scaricabile in modo gratuito dal loro sito. Serve avere un emulatore per Commodore 64, cosa non difficile se cercate su questo sito dove ne trovate parecchie versioni per ogni sistema operativo. Quasi quasi nel week end investo un paio d'ore di buon divertimento con una cara vecchia amica.

29 ottobre 2008

Novita' in Fedora 10

Nonostante abbia fatto il grande passo e mi sia convertito al Mac da alcuni mesi ormai, continuo a nutrire un vivo interesse per la mia distribuzione linux preferita. Principalmente perche' credo Linux un ottimo sistema operativo ed e' installato su tutti i computer che uso per lavoro e svago a parte il mio laptop. Un'altra cosa bellissima del mondo Linux e' la comunita' di mattacchioni che ci lavora dietro in un modo veramente professionale e come se fossero una software house da un milione di dollari di fatturato al mese. Invece, nonostante i dollari siano molto vicini a zero l'entusiasmo e' alle stelle.

Ma veniamo al tema di questo post. Tra ieri e oggi (a seconda del fuso orario) e' stata messa a disposizione in Rawhide (ovvero la versione di Fedora correntemente in sviluppo) la cosidetta Final Development Freeze release, ovvero una versione contente tutte le funzionalita' previste per Fedora 10. Da oggi, fino alla release ufficiale (25/11) saranno possibili solo correzioni di bachi e un'ultima Preview release prevista per il 4/11 (schedula completa).

Ogni nuova versione di Fedora contiene delle perle di novita' rispetto alle precedenti anche se questa volta mi sembrano un po' scarsine. Vediamole insieme...

  • KDE 4.1 Finalmente. Chi si fosse divertito a provare la versione 4 di KDE dovrebbe essere contento che ora venga distribuita la versione punto 1. Onestamente ho usato la 4 in tutte le salse e devo dire che sotto molti aspetti era troppo sperimentale per poter essere considerata un ambiente di lavoro vero e proprio. Come tutte le punto 1, questa dovrebbe avere un'elevatissima usabilita' mantenendo la freschezza del look & feel introdotta nel nuovo KDE.
  • 30SecondStartup. Ma non ci doveva essere gia' in F9? Si tratta di un nuovo tentativo di velocizzare le operazioni di startup del sistema. Quando Linux e' nato era normale avere un booting time cosi' lento, ma adesso, nella spietata lotta tra sistemi operativi, non si puo' impiegare piu' di 30 secondi per avviare il proprio laptop... Altrimenti si e' perso in partenza, nel vero senso della parola.
  • Glitch Free Audio. Si tratta di una riscrittura di Pulse Audio piu' performante e senza latenza per le applicazioni audio. Glitch Free Audio si basa sullo stesso meccanismo di Apple CoreAudio e di Windows Vista. Speriamo in bene... Onestamente non sono mai risucito a fare funzionare Pulse Audio con F9 sul mio vecchio portatile e ho sempre dovuto installare ALSA per avere una buona qualita' sonora sia in riproduzione, sia in registrazione. A dirla tutta, credo che il sottosistema audio di Linux e quello di Fedora specialmente, sia un po' troppo macchinoso e poco affidabile. I romani dicevano panem et circenses, i moderni dicono youtube e multimedia: quindi se si vuole raggiungere le masse serve il coraggio di ripensare da capo (ancora una volta) al sistema audio, renderlo infallibile, miscelato e... credo che per il momento basti.
  • Ad hoc connection sharing. Questa mi attira molto. Si tratta della possibilita' di utilizzare il proprio computer come punto di accesso alla rete. Facciamo un esempio pratico. Immaginate di essere collegati alla rete cablata e di voler permettere ad un vostro collega di accedere alla rete attraverso il wireless. Quello che dovete fare e' accendere la vostra scheda wifi, far partire la connection sharing e il gioco e' fatto. Il vostro collega si connette alla vostra rete wireless e potra' usare il vostro PC come access point. Ovviamente il gioco funziona in tutte le direzioni, ovvero potete mettere in sharing qualunque connessione, cablata, wifi, 3G, Bluetooth... In realta' questa non e' una novita', ma il settaggio della condivisione di una connessione richiedeva l'intervento di un esperto, mentre adesso sara' possibile in pochi click attraverso l'uso di NetworkManager. Bello, ben fatto!
Allora allacciatevi le cinture che presto faremo un giro con Fedora 10!

27 ottobre 2008

Rimani in contatto con l'unico-lab



Ti e' piaciuto conoscere l'unico-lab? Trovi interessanti, utili e divertenti gli spaccati della nostra vita quotidiana che mettiamo on-line? Se la risposta e' si' e noi speriamo proprio che lo sia, allora ti consigliamo un paio di modi per non perdere il contatto e restare sempre in linea con il tuo unico-blog!

Il primo modo che ti consigliamo e' in realta' molto semplice: si tratta di abbonarsi ai nostri post. L'abbonamento e' ovviamente gratuito e puo' essere sottoscritto cliccando su Post o Tutti i commenti come mostrato nella figura a sinistra. In questo modo riceverete nel vostro news reader tutti i nuovi post e, se volete, anche tutti i nuovi commenti che altri lettori hanno lasciato.

Il secondo modo e' quello di aggiungersi alle persone che seguono questo blog, come nella figura a destra, cosi' oltre a mostrare la vostra faccina, potrete seguire gli sviluppi del nostro diario direttamente dalla vostra bacheca. Insomma, provateci credo proprio sia una novita' divertente che non poteva mancare sul nostro blog!

La solitudine dei numeri primi

Titolo: La solitudine dei numeri primi
Autore:
Giordano, Paolo
Ambientazione: Italia, nostri giorni
Giudizio: Ottimo

Commento: Bello, ma veramente bello, anzi direi imperdibile! Trecento pagine di emozioni che valgono la pena di essere lette.

(ATTENZIONE: nel seguito viene rivelata parte della trama)

Veramente un bel libro che io consiglio spassionatamente a tutti di leggere. Non fatevi spaventare dal titolo: non si tratta di un saggio di matematica, ma un bellissimo romanzo sulle vicende di due amici inseparabili eppure mai vicini abbastanza da non sentirsi soli.

La storia inizia quando i due protagonisti sono ancora dei bambini. Alice e' una ragazzina che controvoglia, ogni domenica obbedisce al padre che la vuole campionessa di sci, fin quando una volta, a causa di una serie di eventi sfortunati, finisce a testa in giu' nella neve con una gamba rigida per il resto della vita. Mattia e' nato genio, ma sembra aver rubato l'intelligenza anche della gemella che invece e' molto lenta. Un giorno, stufo di sentire il peso della sorella come un'ancora che lo tiene attaccato al suolo, la lascia da sola nel parco mentre lui si diverte ad una festa. La decisione di un instante lo perseguitera' per tutta la vita. Sia Alice sia Mattia si rinchiudono in se stessi, soli anche in mezzo ad una piazza affollata ed entrambi nascono un segreto: Alice cerca di cambiare il suo corpo deforme rimanendo il piu' magra possibile e rifiutando il cibo, mentre Mattia cerca la giusta punizione per il suo gesto fraticida, torturandosi con lame e fiamme il palmo della mano.

La loro vita sembra aver una svolta quando il destino li fa incontrare. Come due numeri primi gemelli, scoprono che appena al di la' del muro che li separa dal mondo c'e' un altro come loro, uno che capisce senza pretendere di sapere, uno che sa apprezzare la bellezza di essere soli. Le loro storie si intrecciano come tenute insieme da un elastico troppo debole per farli incontrare per davvero, ma che non gli permette di allontanarsi troppo l'uno dall'altra. Il balletto della loro relazione alterna momenti di assoluta vicinanza a lunghi periodi di lontananza, ma quel debole filo che li tiene uniti li fa sempre ricongiungere nei momenti di massimo bisogno.

Veramente un bel libro e spero che Paolo Giordano, studente di dottorato in Fisica, presso l'Universita' di Torino, torni presto a deliziarci con un altro suo capolavoro.

26 ottobre 2008

La cameretta

Ormai mancano poche settimane e visto che la dottoressa ha detto che lui è già pronto per scappare fuori, noi ci siamo mobilitati e ultimato i preparativi per la sua cameretta. Ve la mostriamo in un video!




Cosa ne dite, gli piacerà?

Prezzi carburanti in Svizzera (26 Ottobre 08)

(Clicca su Aggiornamento prezzi carburanti per un aggiornamento sui prezzi)


Finalmente c'e' stata l'inversione di marcia e i carburanti sono tornati ad essere piu' economici in Italia rispetto al vicino Canton Ticino. In realta' a favorire questo cambiamento di tendenza, insieme all'abbassamento del costo del petrolio al barile, ha contribuito parecchio l'apprezzamento del Franco Svizzero sull'Euro, rendendo sfavorevole qualunque acquisto nella Confederazione, non solo quello del carburante.

Data questa situazione, dovremmo aspettarci che qualche vicino Svizzero venga a far rifornimento alla sua autovettura a gasolio dal nostro lato del confine. Ecco qui sotto la tabella comparativa.






















In Italia In Svizzera

Benzina verde al litro € 1.244 CHF 1.630 = € 1.099
Gasolio al litro € 1.222 CHF 1.870 = € 1.261




Come potete vedere dal codice colore, per la prima volta da quando abbiamo aperto questa rubrica del blog il diesel italiano e' piu' conveniente di quello Svizzero. Per la benzina serve fare un discorso ad hoc. Infatti potendo usufruire dello sconto della regione Lombardia si potra' ottenere una riduzione fino a € 0.179 al litro, portando il costo effettivo € 1.065 decisamente inferiore alla pompa Svizzera.

Bene che altro dire, se non invitarvi a tornare a rifornirvi nei distributori nazionali che da lungo tempo ormai aspettavano questo momento. La nostra rubrica pero' non si ferma qui, anzi questa svolta e' solo un nuovo punto di partenza. Vorremmo infatti continuare a farvi risparmiare, magari suggerendovi di volta in volta il distributore piu' economico. Per questo pero' ci serve il vostro aiuto con segnalazioni precise: cosa ne dite?

25 ottobre 2008

La mela

Ancora nel Simposio di Platone, si racconta che in tempi antichi c'erano tre generi di uomini: quello maschile che aveva origine dal Sole, quello femminile che aveva origine dalle Terra e infine quello androgino che aveva origine dalla Luna e risultava una fusione tra maschio e femmina. Questi esseri erano perfetti, molto potenti e tremendamente superbi; per questo tentarono la scalata al cielo per combattere gli dei. Zeus, infastidito dalla loro presunzione, si confrontò con gli altri dei e insieme decisero che l'unico modo per renderli più deboli fosse quello di dividerli a metà.
Tagliati in due, gli esseri umani, desideravano solo ricongiungersi per riformare un nuovo essere.
Zeus affidò ad Apollo il compito di far ritrovare le due metà.
Intanto le due metà non facevano altro che cercarsi.

Alcuni pensano che sia proprio da questo momento che l'amore abbia il suo inizio.
Amore: forte desiderio di ciascuna metà di riunirsi all'altra.

Voi cosa ne pensate?
Per ciascuno di noi esiste veramente un'altra metà che ci è complementare?
La nostra metà mela è perfetta?
Esiste una sola metà che ci completa?

Io penso, (ma non sono una scienziata) che parlando di mele tagliate a metà, sola la metà giusta sarà quella che combacerà alla perfezione alla metà mela.
Penso anche che solo un uomo possa completare realmente una donna e che questo uomo inizialmente sia perfetto agli occhi di lei, anche se non combaciano proprio alla perfezione.
Innanzitutto non è così semplice trovare la persona che ci completi (c'è un forte margine d'errore... quante metà si assomigliano?!)
... e non è così semplice rimanerci assieme...f orse il trucco potrebbe essere quello di crescere e trovare dei compromessi, adattandosi reciprocamente.
Per la persona che si è scelti deve valere la pena fare anche dei sacrifici... con gratuità, certo bisogna avere dei valori comuni, ma spesso la cosa più importante è la capacità di "rinunciare" ad una piccolissima parte di sè, eliminando un po' il nostro egoismo ed accentando le imperfezioni dell'altro.
Tra una coppia non deve mai intromettersi la noia e non deve mai mancare l'impegno per stimolare la relazione e per farle superare i momenti di crisi, che inevitabilmente s'incontrano.

Questo è quello che penso, ma diciamola tutta...non ho ancora l'esperienza per poter dare consigli... chiedo a i lettori di questo blog, che possiedono la giusta dose di esperienza se sono sulla giusta strada, se ho tralasciato qualcosa oppure se ho "cannato" in pieno.

E' bello, e' giovane, e' colorato: e' Gmail!

Forse io non ne sentivo proprio l'esigenza, ma vi posso assicurare che ci sono schiere di giovani cybernauti che proprio non ce la fanno a scrivere solo parole! Vogliono scrivere per immagini, perche' come dice un vecchio adagio: Un'immagine vale mille parole (Official Gmail Blog: A picture is worth a thousand words).

All'inizio erano solo una strana combinazione di segni di punteggiatura il cui significato diventava evidente solo se si inclinava la testa fino a toccare la spalla cosi' da leggere la sequenza ruotata di novanta gradi. Poi le faccine, cosi' vengono spesso tradotte in italiano, hanno subito una rivoluzione grafica e stilistica diventando delle vere e proprie micro immagini. Inizialmente l'emoticons erano usate semplicemente per rafforzare il concetto espresso a parole aggiungendo un tocco di simpatia o di ironia alla frase, ora invece le micro immagini hanno talmente invaso la lingua scritta da sostituire intere parole come fanno i piu' giovani mentre chattano con i loro coetanei.

E' chiaro che Gmail non poteva rimanere indietro in questa moda: oltre alla chat, ora anche le nostre email potranno essere arricchite da faccine colorate per renderle piu' brillanti, piu' accattivanti e decisamente piu' giovanili. Bastera' cliccare sull'icona con la faccia sorridente nella barra di formattazione del testo per aprire una nuova sezione di testo da dove si potra' scegliere la faccina adeguata tra oltre un centinaio di disegnini disponibili.

Io sinceramente avrei preferito qualche altra funzionalita', come per esempio, la possibilita' di aggiungere e togliere messaggi da una conversazione, oppure l'integrazione nativa per la firma digitale e la crittografia, pero', si sa, io non appartengo alla generazione delle faccine ;-p

23 ottobre 2008

Che buono il gelato del CERN!

Dopo l'articolo dell'altro giorno (24 prof per 17 studenti: e allora?) pensavo di aver esaurito gli argomenti da trattare in queste pagine e invece non c'e' pace per gli scienziati che di questi tempi sembrano ricevere bastonate a 360 gradi. E' vero che viviamo in un momento di assoluta crisi economica, dove le banche tremano e le borse crollano, ma perche' far saltare per aria anche chi sta facendo bene?

Mi riferisco all'articolo apparso sul quotidiano Libero (e di cui potete leggere l'articolo originale cliccando qui, grazie a Gianluca e Davide per la segnalazione) in cui Luigi Santambrogio ridicolizza gli scienziati che hanno costruito l'esperimento piu' grande e imponente del mondo.

Vi faccio un breve riassunto. Il 10 settembre scorso, in diretta mondiale, e' stato acceso l'acceleratore di particelle piu' potente al mondo. L'evento, nonostante sia durato soltanto alcune ore e' stato di una portata epocale: ha segnato la fine di circa ventanni di studi, ricerche, sviluppi e costruzioni, ma soprattuto, e' stato l'inizio di una nuova era, per i fisici e per l'intera umanita'. Purtroppo il giorno 19 settembre, un infinitesimale errore umano ha provocato un guasto in uno dei magneti superconduttori dell'acceleratore circolare, incidente che richiedera' alcuni mesi per essere riparato e per rimettere in funzione la macchina. Nonostante questa imprevista interruzione abbia creato un certo sconforto nella comunita' scientifica, il Direttore Generale del CERN ha deciso di mantenere invariata la data dell'inaugurazione ufficiale di LHC di fronte ai rappresentati dei governi di tutti gli Stati Membri e degli Osservatori1. Ovviamente, oltre ad un giro turistico tra le varie sale di controllo, a tutti gli intervenuti compresi i giornalisti accreditati e' stato offerto un pranzo dal sapore speciale: i fisici, in collaborazione con biologi e nutrizionisti hanno organizzato uno spettacolo di cucina molecolare.

Il nostro caro amico Luigi non deve essere stato invitato il pranzo, cosi' ingolosito dalle descrizioni dell'evento culinario fatte da una sua collega di Repubblica, ha deciso di castigare gli ingordi scienziati scrivendo un corsivo avvelenato circa gli sprechi degli scienziati. E basta, non se ne puo' piu' di questa storia degli sprechi! Qualunque cosa gli scienziati facciano, fosse pure gratis, e' sempre e comunque considerata uno spreco, ma si puo' sapere il perche'? Perche' il lavoro degli scienziati e' visto sempre e solo come una spesa e mai come un investimento? Perche' quando, soprattutto la stampa, parla della scienza si ricorda solo dei soldi che costa alle casse dello Stato, ma mai cita il benessere che porta ad ogni cittadino?

Quella dello scienziato e' una professione particolare, piu' simile ad una vocazione che ad una vera e propria occupazione. Non si puo' prendere uno scienziato e puntandogli un dito contro ordinargli di invertare qualcosa di utile. Non si puo', non funziona! Sarebbe come prendere un artista e continuare a fissarlo con sguardo seccato per la sua lentezza mentre cerca l'ispirazione per rimuovere da un blocco di marmo i pezzi in eccesso e dar vita ad un'opera d'arte. Al CERN, gli scienziati sono artisti liberi di seguire le loro idee, liberi di creare gli strumenti eccezionali per verificare le loro teorie, liberi di realizzare la loro vocazione. E' certamente un privilegio poter lavorare al CERN ed e' per questo che mi sento onorato tutte le volte che mi viene data la possibilita' di venirci. Questo privilegio pero' non e' solo per alcuni, perche' se gli scienziati possono lavorare bene oggi, allora tutta l'umanita' potra' vivere meglio domani. Basta solo crederci e dare fiducia a questi pazzi in camice bianco (e' solo un luogo comune, nessuno di noi porta il camice) anziche' continue bastonate dietro le orecchie.

E poi non sara' mica un peccato mangiarsi un buon gelato!

20 ottobre 2008

24 prof per 17 studenti: e allora?

[...] I dati riguardano il dipartimento di Matematica e Fisica (dell'Universita' dell'Insubria, n.d.r.) parlano da se': quest'anno sono solo diciassette i neodiplomati che hanno scelto il corso di laurea in Fisica. Anche l'anno scorso il numero era quasi lo stesso, solo un paio in piu'. Per loro ci sono ben ventiquattro docenti, tra professori ordinari, associati e ricercatori.
Un rapporto decisamente squilibrato: facendo due calcoli risulta che ogni docente si deve occupare di circa quattro studenti all'anno. Sono pochissimi, pensando alla valanga di ragazzi che affollano le classi degli atenei delle grandi citta'. La situazione e' simile anche per altri corsi di laurea a Como, come quello in Matermatica e in Scienze Chimiche e Ambientali [...]

Valentina Origoni, L'ordine
Sabato 18 Ottobre 2008


Quanto avete appena letto e' veramente stato pubblicato sabato scorso sul giornale comasco L'Ordine a firma di Valentina Origoni. E' inutile che fate quelle facce da ebeti e' tutto vero e chiudete quella bocca spalancata. Adesso se vi siete ripresi dallo shock, vi consiglio di leggervi anche quest'altro articolo, stavolta apparso sull'edizione on-line de il Giornale. Per chi ancora non si fosse reso conto, ve lo ripeto nuovamente: all'Insubria ci sono 17 studenti di fisica al primo anno e ben 24 professori! Altro che maestro unico, qui siamo allo studente unico!

A parte gli scherzi, la situazione e' davvero preoccupante... Innanzitutto la Origoni fa un po' di confusione tra gli organismi accademici: se e' veramente interessata al rapporto studenti e insegnanti allora dovrebbe considerare la Facolta' di Scienze e piu' specificatamente il Corso di Laurea in Fisica e non il Dipartimento di Fisica e Matematica, che invece si occupa della ricerca e non dell'insegnamento. La giornalista sbatte i numeri in prima pagina, e fa bene, anch'io adoro i numeri, altrimenti non mi sarei laureato in Fisica, in quell'universita' di poveretti che e' l'Insubria. Ma i numeri bisogna saperli leggere, altrimenti possono facilmente trarti in inganno anche se scritti in lettere e non in cifre come la giornalista ama fare.

Cominciamo con qualche numero facile facile. A Milano (Universta' statale) gli iscritti al primo anno di fisica sono 151, un numero irrisorio se comparato con quello dell'ingegneri o degli architetti del Poli, e addirittura ridicolo se paragonato alla facolta' di lettere della stessa universita'. In nome della citata efficienza anche il corso di Laurea in Fisica di Milano andrebbe chiuso, forse andrebbero chiuse tutte le lauree in Fisica, o magari, se proprio si deve, ne dovremmo lasciare aperto una sulla Luna per quei quattro matti che non saranno mai tanti quanti i letterati, i medici, gli psicologi... Non ho nulla contro le categorie citate, loro hanno solo la colpa di essere piu' numerosi dei fisici.

Ripetiamo lo stesso esercizio con i professori in servizio a Milano statale: l'elenco dei docenti lo trovate a questa pagina. Se non ho sbagliato contare, il numero degli insegnanti si aggira intorno a 120. Quindi siamo 120 prof contro 151 studenti... Cari colleghi milanesi, state attenti perche' siete i prossimi sulla lista nera...

Altro numero. Quando mi sono iscritto io all'Insubria nel lontano 1995, ancora non era un ateneo autonomo, ma era la seconda Facolta' di Scienze dell'Universita' di Milano. La mia classe (adoro chiamarla cosi') era formata da 37 studenti e il numero degli insegnanti era, verosimilmente lo stesso. A Milano, lo stesso anno, il numero delle matricole in fisica si aggirava intorno a 600. Volendo guardare la situazione col tempo e' peggiorata molto piu' a Milano che a Como, anche se per entrambi i casi bisogna tener conto che nel frattempo e' sorto un nuovo ateneo (quello di Bicocca) con un curriculum accademico molto simile.

Milano e' una grande citta', una di quelle citate nell'articolo, ma non e' l'unica a soffrire dello stesso male fisico, permettetemi il gioco di parole. A Roma, la Sapienza, la facolta' che ha laureato Enrico Fermi (vedi EDIT in fondo), ha avuto 270 iscritti alla prova di ingresso, mentre Roma3, l'universita' per cui ho lavorato 2 anni, conta circa 40 studenti che frequentano attivamente il primo anno.

Adesso, apriti cielo, una sconcertante verita' che forse ancora non ha raggiunto la stampa locale. Il ministero a cui fa capo la contestata Gelmini si chiama Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca scientifica. La nostra giornalista si e' preoccupata di dire che i 24 fannulloni (sono onesto, non ha usato questo termine) di professori insubri, oltre a tenere a bada i loro 4 studenti pro capite, svolgono anche attivita' di ricerca. Il tutto in due righe e mezzo. Vogliamo dare i numeri sulla ricerca all'Insubria, in particolare a fisica e matematica?

Negli ultimi anni, il dipartimento di Fisica e Matematica, visto che adesso parliamo di ricerca e' giusto considerare il dipartimento, ha incamerato circa 2 000 000 di euro l'anno. Ricontanteli pure, se volete, gli 0, sono 6, stiamo parlando di milioni di euro, acquisiti da fonti di finanziamento esterne, principalmente dalla Comunita' Europea. Per forza questi 24 professori hanno solo 17 studenti: se prendiamo questi 2 milioni, li dividiamo per 24 prof e per 365 giorni, risulta che ogni giorno dell'anno (Natale, Capodanno e Ferragosto inclusi) questi poveri docenti devono trovare un modo efficiente per spendere 228 € a testa. Mica possono stare tutto il giorno ad inventarsi problemi con piani inclinati, pendoli a molla e chissa' quale altra diavoleria. Per chi non l'avesse capito c'e' una punta di ironia nell'ultima frase.

Tranquilla Valentina, ho altri numeri per te. 0.95 e' il voto che il Comitato di Indirizzo per la valutazione della ricerca ha assegnato al dipartimento di Fisica e Matematica comasco. Lo so sembra un brutto voto, ma se consideri che il massimo era 1.00 e che la prestigiosa Normale di Pisa si e' classificata solo 1 posto davanti all'Insubria con uno scarto di 0.02, non mi sembra tanto male. Se vuoi verificare, la classifica e' pubblica ed e' disponibile a questo indirizzo. E' chiaro che l'Insubria non potra' mai essere prima nel raggruppamento Grandi Enti, ma tra i piccoli e' decisamente in una posizione di prestigio.

Di prestigio e di eccellenza direi, visto che il Dipartimento di fisica attira studenti di dottorato da tutta Italia. Il numero degli iscritti al primo anno di dottorato quest'anno a Como sono 7 (qui il link per conferma), ovvero il 41% degli iscritti al corso di laurea. A Milano sono 18, ovvero solo il 12% degli studenti al primo anno di universita'. Sia chiaro che i posti per la scuola di dottorato sono assegnati dal Ministero in base ad una valutazione sulle attivita' didattiche e di ricerca svolte dall'Ateneo. Anche a Princeton gli iscritti ai corsi post-laurea sono dello stesso ordine di quelli universitari.

In conclusione facciamoci qualche domanda: ci sono sprechi nella Facolta' di Scienze e nel Dipartimento di Fisica e Matematica dell'Insubria a Como? Molto probabilmente si'. Si puo' migliorare l'efficienza dell'insegnamento, accorpando corsi simili ed elimimando quelli troppo poco frequentati? Assolutamente si'. C'e' sempre margine per il miglioramento e per evitare gli sprechi. Potrei dire che si potrebbe risparmiare sulla carta e sull'inchiostro evitando di pubblicare articoli inutili. Potrei dire che tre testate quotidiane in una citta' piccola come Como sono uno spreco. Potrei dirlo, ma non lo dico! Perche' sono contento di vivere e lavorare in una cittadina piccola, alle volte un po' assopita, che pero' sente l'esigenza di avere 3 giornali con un forte carattere locale. Lo stesso carattere locale dell'Insubria.

Sono contento e vado fiero di essermi laureato e di lavorare in un polo d'eccellenza
, dove insieme a qualche tollerabile spreco ci sono persone (basta con i numeri) che contano, persone fuori dal comune e che ogni giorno vanno alla scoperta del mondo con i loro quattro studenti e lo fanno anche per tutti gli altri! Vi sembra uno spreco? A me sembra uno spreco perdere una cosi' bella realta'.

EDIT: mi e' stato fatto notare che Enrico Fermi non si e' laureato alla Sapienza, bensi' alla Normale di Pisa. Sono stato tratto in inganno dal ricordo dei Ragazzi di via Panisperna, ovvero quel gruppo di giovani scienziati dell'allora Regio Istituto di Fisica dell'Universita' di Roma che collaboro' attivamente con Fermi. Mi rammarico per l'imprecisione.

Bellezza e intelligenza possono coesistere in una donna?

Mi chiedono di commentare il risultato per togliere il sondaggio da li. E perche' mai? Ci sta cosi' bene, e poi rischierei di togliere anche il fantastico post su ieri sera... Ma va beh, il Toto comanda e io eseguo. Comunque commenti da fare non ce ne sono, il risultato parla da se: io sono bella e intelligente e questo e' quanto basta.

19 ottobre 2008

Il poker e' servito

Era tutto il week end che aspettavo questa serata e ovviamente questo risultato. A dire la verita' mi aspettavo una partita un po' piu' combattuta, invece, e' persino sembrata troppo facile.

Sin dall'inizio, la Roma non e' apparsa quella di sempre, quella pronta, scattante, sempre li' a costruire azioni a centro campo per poi lanciare magistralmente i suoi centroavanti. Invece sembrava in attesa dell'Inter, attesa che non e' durata a lungo perche' alla prima occasione Ibra ha insaccato e la partita si e' messa in discesa. Discesa che per poco non e' diventato un precipizio quando pochi minuti piu' tardi, a conclusione di una splendida triangolazione, Maicon si mangia un gol capolavoro. Nel finale del primo tempo, i Giallorossi sembrano aver ingranato la marcia giusta... peccato che poi si dimenticano di entrare in campo dopo l'intervallo.

I primi 10 minuti del primo tempo sono micidiali: secondo gol di Ibrahimovic, Stankovic e Obinna a concludere il poker che castiga la Roma all'Olimpico. Non bastano gli applausi e i cori dei fedelissimi tifosi a far cambiare l'esito della partita. La settima giornata di campionato si conclude con una netta prova di forza dell'Inter che ora si ritrova da sola in testa alla classifica.

A differenza degli anni scorsi, pero', non e' un gioco a due. La Roma e' molto distaccata (-9 punti), ma nel giro di tre punti, quelli che si possono fare e perdere in una sola giornata ci sono ben 8 squadre, tra cui anche i cugini che potrebbero darci del filo da torcere.

Ma per il momento, in testa ci siamo noi!

Guidone....

Oggi ho letto un alrticolo su un giornale trovato nella cassetta della posta (credo di non essere l'unico a trovarsi questi giornali nella cassetta della posta....) "aspetto smentite"...
che parlava di un certo Guido Negri (guidone)....(forse e' conosciuto da qualcuno di questo blog)

Guido racconta al giornalista la sua storia...

Sono un fisico di 31 anni che da Febbraio lavora al CERN di Ginerva, e si occupa della gestione del calcolo e che per primo deve analizzare i dati, che poi vanno ad ATLAS, per poi passarli ai vari centri di ricerca nel mondo.

Guido ha studiato Fisica all'universita Statale di Milano (per capire come funziona il mondo) "parole sue", dopo la laurea ha vinto un concorso nazionale del'INFN (Istituto Nazionale di Fisica nucleare) presso il CNAF (di Bologna).

Il giornalista poi gli ha chiesto..

Cosa ne pensa dell'accensione di LHC, e cosa ne pansa dei timori della gente per la fine del mondo...

io penso che il giorno del'accensione del LHC, e' stato un giorno fantastico per me e sopratutto per la gente che dai anni lavora a questo progetto, affinche' fosse tutto perfetto.

poi ha parlato delle persone (scienziati) provenienti da tutto il mondo, che mi hanno arricchito sia come Fisico, ma sopratutto come persona confrontandomi con persone che (culturalmente e non solo) non la pensavano come me.

questo e tutto, però permettetemi di fargli un ringraziamento particolare per le parole spese per il mio Paese "Robecchetto" e per la consulta dei giovani.

Date a Cesare quello che e' di Cesare

Sara' che stamattina ho sentito la frase del titolo, sara' che in questi giorni i matrimoni si annunciano a raffica, ma a me e' venuta in mente una discussione avuta qualche tempo fa con un'amica/collega italiana, ma da anni ormai migrata oltralpe. Il nocciolo della questione, secondo lei, e' che l'Italia e' l'unico Paese civile al mondo in cui, pur dichiarandosi laico, il matrimonio celebrato dalla chiesa cattolica ha anche valore civile. Lei stessa portava a sostegno delle sua idea la citazione evangelica del titolo: Se anche Gesu' ha detto di dare a Cesare cio' che gli appartiene, perche' i sacerdoti cattolici non lasciano che a celebrare il matrimonio civile sia il signor sindaco o un suo incaricato?

A parte il fatto che mi sembra un tipico esempio di inutile arrampicamento sui vetri, ma non capisco quale sia il problema. Non appena ho pronunciato questa frase, sono stato rimbeccato dicendo che questo e' un privilegio che solo i cattolici hanno, tutti gli altri non avendo un Concordato non possono recarsi in Moschea e dichiararsi sposati anche secondo lo stato civile. Onestamente non ho capito questa reazione, forse dettata da un pizzico di gelosia per quei fortunati - questa e' una mia opinione - che vedono nel matrimonio qualcosa di piu' di un contratto da firmare in presenza di testimoni.

A volte resto molto perplesso da questa tipologia di ragionamenti. Date a Cesare quello che e' di Cesare non significa che i Cattolici possono fare i Cattolici solo dentro le sacre mure delle loro chiese e che i preti, per non parlare del Papa, possono al piu' parlare di Dio, Inferno e Paradiso, ma mai e poi mai prendere in esame temi che possono coinvolgere la vita "civile" degli uomini. Se il Papa parla di rispetto della vita in tutte le sue forme fa un'inaccettabile ingerenza verso lo stato (quale stato, poi, l'Italia? l'Europa? il Mondo?), se invece, Pannella e i suoi amici di diete dicono che e' giusto che uno possa farsi togliere la vita in modo indolore, allora questo e' il segno inequivocabile di una societa' giusta, civile e moderna. Non capisco perche' i due comportamenti siano valutati in modi cosi' diversi. Perche' uno e' un politico e l'altro un prete? Perche' uno promette uno stato moderno e l'altro il paradiso? Perche' uno mangia tutti i giorni e l'altro finisce un digiuno per iniziarne un altro?

Al solito questa e' la mia opinione discutibile, ma questa volta, vi assicuro che avrete molto da lavorare per farmela cambiare!

17 ottobre 2008

Io parlo russo

L'Universita' dell'Insubria ha lanciato un corso di lingua russa per i suoi studenti e noi siamo orgogliosi di mettervi a disposizione materiale utile per superare l'esame finale.

Dal box qui sotto potete scaricare tre tracce audio contenenti frasi pronunciate in russo che gli studenti devo ascoltare e ripetere molte volte. Nel documento di testo, invece, sono riportate le stessi frasi.

Buono studio!




Prezzi carburanti in Svizzera (17 Ottobre 08)

(Clicca su Aggiornamento prezzi carburanti per un aggiornamento sui prezzi)

In questi giorni le borse di tutto il mondo sembrano giocare all'altalena con i soldi dei risparmiatori. Ogni giorno sentiamo al telegiornale che centinaia di miliardi di euro vengono bruciati come se si trattasse di carta straccia e le nostre imprese perdono il loro valore. L'unica notizia positiva e' il prezzo del petrolio che e' tornato ad essere quotato intorno ai 70 $ al barile, una cifra molto vicina a prima dell'impennata estiva in cui aveva superato i 120 $. Ad essere onesti alcuni analisti dicono che questo abbassamento del petrolio non e' proprio una buona notizia perche' sintomo di un rallentamento della produzione e dei consumi e quindi, piu' in generale, dell'economia. A questo dobbiamo aggiungere che l'OPEC ha anticipato al 24 ottobre l'incontro per decidere un taglio alle esportazioni in modo da mantenere il prezzo tra 70 e 90 $ al barile.

Per gli automobilisti pero' e' una boccata di ossigeno, perche' il prezzo della benzina e del diesel si sono allontanati, e di parecchio, dalla soglia psicologica dell'euro e mezzo al litro. Veniamo alla nostra bella tabella comparativa Italia - Canton Ticino:

















In Italia In Svizzera

Benzina verde al litro € 1.364 CHF 1.75o = € 1.142
Gasolio al litro € 1.302 CHF 1.970 = € 1.285




Questi i numeri, se volete sapere se vi conviene recarvi oltre confine per rifornirvi vi consigliamo di usare il nostro mitico risparmiometro.

16 ottobre 2008

Anche a Robecchetto nessun buco nero

Altro che buco nero! E' stato un botto... di quelli che non provocano danni ma solo piacere.
...nulla di sconcio, ovviamente.
Ieri sera in sala consiliare si è tenuta la tanto attesa conferenza scientifico-divulgativa durante la quale gli ospiti intervenuti hanno egregiamente dato una risposta ad una delle domande più comuni e curiose delle ultime settimane:
"Perchè non siamo stati inghiottiti dal buco nero del Cern di Ginevra?".

Alla serata hanno partecipato il prof. Massimo Caccia, il dott. Guido Negri (Guidone) ed il dott. Antonio Bulgheroni (Toto), questi ultimi connessi in videoconferenza dalle proprie postazioni remote: Guidone direttamente da una control room del Cern e Toto dall'Università dell'Insubria.
Le esposizioni sono state chiare e coinvolgenti, il pubblico in sala si è trovato rapito dalle magistrali parole degli intervenuti, che hanno saputo suscitare curiosità e domande.
Tra i molti argomenti, il prof. Caccia ha esposto le proprie esperienze svolte a Ginevra nel periodo successivo alla laurea, Guidone e Toto le proprie attività svolte attualmente al Cern. Guidone da ricercatore "stabile ginevrino", Toto da ricercatore "itinerante".

Oggi abbiamo ricevuto molti messaggi ed e-mail di persone che si sono complimentate per lo spettacolo che è stato realizzato. Dico bene: è stato uno spettacolo. Uno spettacolo scientifico e tecnologico. E non poteva essere diversamente con questi ospiti. Ospiti ai quali va il ringraziamento più grande. E' stata divertente la preparazione ed entusiasmante la serata.

Serata che non si sarebbe potuta realizzare così come è stata proposta senza l'inesauribile aiuto del sig. Francesco Galimberti che ha curato l'aspetto audio-video. Non un uomo...di più!

Personalmente spero che questo non rimanga un evento isolato, ma possa essere l'inizio di una serie di serate a carattere divulgativo sui più svariati argomenti di attualità.


Il pendolare svizzero

Lo so, sono italiano e dovrei guardare con piu' rispetto alla mia Patria, eppure quando vedo la genialita' con cui i nostri vicini svizzeri risolvono i problemi non posso fare a meno di elogiarli.

Mio cognato Fabio (fra un po' avro' ben due cognati di nome Fabio!) e' da una settimana che frequenta i corsi all'universita' di Lugano, cosi' stavamo valutando insieme quale fosse la soluzione piu' economica per il suo pendolarismo. Dal nostro paese a Lugano ci sono una quarantina di chilometri che percorsi due volte al giorno, cinque giorni alla settimana fanno un bel numero di litri di benzina alla fine del mese. E cosi' senza indugio siamo andati sul sito delle FFS e abbiamo dato un'occhiata alle varie forme di abbonamenti che offrono. Ce ne sono per tutti i gusti e oltre alle offerte valide sull'intero territorio federale, ci sono anche interessanti proposte valide a livello Cantonale o Regionale, come l'abbonamento Arcobaleno disponibile nel Canton Ticino e che permette di viaggiare su qualunque mezzo di trasporto pubblico, dal treno alla funicolare!

Questo pero' ancora non ci risolve l'annoso dilemma: conviene la macchina o i mezzi pubblici? La risposta e' articolata almeno su tre punti: orari e coincidenze, disponibilita' di parcheggi in stazione e costi. Per quanto riguarda gli orari, a guardare le tavole on-line sembra che siano molto ben organizzati, studiati in modo da ottimizzare le coincidenze, ma questo e' piu' o meno sempre vero. Anche in Italia, gli orari sembrano ben fatti, il problema e' che non sono mai rispettati. Visto che non ho mai provato di persona la puntualita' dei treni Svizzeri, mi astengo dal giudizio. Sulla disponibilita' dei parcheggi sono pero' sicuro che la Svizzera e' meglio organizzata, tant'e' che alcuni pendolari, specie studenti, per andare a Bicocca anziche' prendere il treno a S. Giovanni (Como) e pagare il posteggio, vanno fino a Mendrisio (CH) dove c'e' ampio posteggio gratuito. E poi c'e' il costo. Questo potrebbe non essere facile da stimare, cosi' il sito delle ferrovie elvetiche ti viene incontro. Da questa pagina, potete fare il confronto tra il costo del tragitto in treno e quello dell'auto, semplicemente in un click.

Genialita' allo stato puro!

La fisica dei supereroi

Titolo: La fisica dei supereroi
Autore:
Kakalios, James
Giudizio:
Buono

Commento: Prima di leggere un libro sugli eroi dei fumetti, assicurarsi di essere un amante dei fumetti, altrimenti potrebbe rivelarsi una grossa delusione.

(ATTENZIONE: nel seguito viene rivelata parte della trama)

Ho letto questo libro perche' ne avevo letto una recensione su una rivista scientifica e mi intrigava il fatto di leggere di scienza, ma con toni divulgativi. In realta' il saggio non mi e' piaciuto molto, non tanto perche' il tema trattato non fosse di mio gradimento, ma perche' l'autore e' un superfanatico dei fumetti e io no! E' vero, dal titolo avrei dovuto intuirlo, ma credevo ci sarebbero stati accenni al mondo delle strisce e non un continuo riferimento a quel genere di letteratura che mai mi ha entusiasmato, nemmeno quando ero un giovanissimo lettore.

A parte questo, che ripeto e' in gran parte mia responsabilita', il libro affronta un problema arcinoto per chi lavora nel mondo della scienza: ovvero la difficile comunicazione con le masse. L'autore, oltre che accanito lettore di fumetti, e' un professore universitario di fisica e ha scritto questo libro preso dalla disperazione: era stufo di vedere gli sguardi annoiati dei sui studenti tutte le volte che per spiegare qualche concetto utilizzava esempi poco "concreti" tipo il piano inclinato, il pendolo, una massa ancorata ad una molla e cosi' via. E qui e' arrivata la svolta, cambiare completamente il genere degli esempi: utilizzando scene della vita reale, scusate, della vita dei fumetti per descrivere i concetti base di fisica.

Il libro e' diviso in tre sezioni: la fisica classica, l'elettromagnetismo e la fisica moderna. Onestamente quella che ho trovato piu' comunicativa e' stata la prima, dove l'autore e' riuscito a ricavare le dimensioni del pianeta Krypton semplicemente osservando l'abilita' di Superman nel saltare di un sol balzo un palazzo di 200m.

Se volete rinfrescarvi un po' le vostre conoscenze di fisica, e ripeto, amate i fumetti, allora questo libro lo dovete tenere sul comodino!

14 ottobre 2008

Effetto 10 settembre

Due tizi entrano in un bar. Uno dice all'altro: "Hai sentito la notizia'?"
L'altro: "No, cosa?"
"Quello che e' successo il 10 settembre?"
"Ehi pirla, era l'11 settembre mica il 10!!"
"No il 10 settembre, a Ginevra, quando gli scienziati..."
"Ah ho capito, quel tubo enorme con le particelle che corronno e che doveva succedere il buco nero, ma che poi non e' successo niente, per fortuna. Ho capito, si' dimmi..."

Raccontata cosi' sembra una barzelletta che non fa per niente ridere, invece e' la dimostrazione del teorema del 10 settembre. Provateci, entrate in un bar e rivolgendovi, magari non ad uno sconosciuto, ripetete questa scenetta, scoprirete che il grande evento mediatico che e' stato il 10 settembre ritornera' subito alla memoria del vostro interlocutore.

Io l'ho provato, e funziona! Non sono entrato in un bar, ma come spesso mi capita, quando mi chiedono che lavoro faccio ho sempre difficolta' a spiegare con parole semplice e che permettano a tutti di capirmi la bellezza della mia attivita'. Adesso ho un esempio pseudo televisivo che mi aiuta a farlo. Dico "Hai presente cosa e' successo il 10 settembre al CERN di Ginevra?" E dopo queste parole magiche, tutti restano ipnotizzati e posso parlare per piu' di qualche minuto di argomenti tabu', come la fisica, senza che nessuno sbadigli, cambi discorso oppure esclami la fatidica frase: "Lascia perdere, tanto non ci capiro' mai nulla!"

Questo post e' anche per ricordarvi che domani sera si terra' l'evento dell'anno del comune di Robecchetto con Induno, ovvero l'incontro pubblico e divulgativo sui misteri dei buchi neri. E' chiaro che tutti non potrete venire, anche perche' si prevede il tutto esaurito, ma anche per i piu' lontani sara' possibile partecipare attraverso il Web in modo interettativo. Le istruzioni le trovate qui.

Visto che ho iniziato con qualcosa che assomiglia tanto ad una barzelletta, vorrei salutarvi con il sorriso. Ieri l'amico Marco mi ha mostrato un video di Crozza che imita Zichichi che mi ha fatto letteralmente morire dal ridere e io non faccio altro che riproporvelo...


12 ottobre 2008

L'amore...

Come parlare d'amore...?!


Simposio è uno dei dialoghi più belli e noti di Platone, che riporta una discussione in casa del poeta Agatone. In 7 discorsi gli invitati giungono a definire l'amore, Socrate infine riassume tutti gli interventi delineando l'amore come ascensione alla bellezza.
Socrate definisce l'amore come il desiderio di qualcosa e, siccome si desidera solo ciò che non si possiede, evidentemente non si possiede questo qualcosa. L'oggetto del desiderio amoroso è il bello, che poi è anche il buono. Non necessariamente ciò che non è bello e buono è brutto e cattivo: l'amore si trova appunto in questa situazione intermedia.

Si è detto, di che cosa è desiderio l'amore: del bello. Ma non si è detto che cosa desidera l'amante rispetto al bello: egli desidera che diventi suo. E non si è detto perché lo desidera: lo desidera per essere felice, il che significa che è bene per lui. Ebbene, il desiderio di bene e di felicità è comune assolutamente a tutti gli uomini: dunque tutti amano. Semplicemente, è diverso l'oggetto del loro amore, ossia ciò in cui identificano il loro bene: alcuni, invece di orientarsi verso le persone, si orientano vero l'arte, la politica, il guadagno; ma, qualsiasi cosa ritengano bene, desiderano possederla per sempre. In conclusione, la definizione dell'amore è questa: Amore è desiderio di possedere il bene per sempre. L'azione mediante la quale si manifesta l'amore è la procreazione: Amore è desiderio di procreare nel bello. Ma poiché non esiste altro mezzo di immortalità per un essere umano che la procreazione: Amore è desiderio di immortalità.


Perchè io oggi ho voluto parlare d'amore?

Semplice, perchè sono innamorata...ciò che desideravo da sempre, che
racchiudesse per me il bello e il buono, che ora è parte di me e che
mi rende tanto felice... l'ho trovato!!! Per rimanere insieme per sempre, coronando il nostro amore, chiedendo a Dio di tenerci nell' amore finchè morte non ci separi...abbiamo deciso di sposarci.

Insomma mi sposo, o meglio Fabio ed io ci sposeremo... il 13 giugno 2009!


Siete tutti calorosamente inviatati alla cerimonia!


G.P. del Giappone


Mi è stato chiesto di scrivere questo post (ma vi devo dire la verita).... la corsa l'ho vista a tratti (infatti si è svolta alle 6.00 del mattino) e dubito che qualcuno (del blog) l'abbia vista...

corsa non eccezionale, a parte la pantenza, e i primi 2 giri (quando Hamilton e Massa) quando l'uno ha tentato di buttare fuori l'altro, nel ordine sopra descrtitto, poi si e' svolto tutto nella più totale normalità con pochi sorpassi, e molte penalizzazioni, fino a 10 giri prima della fine, (quando massa ha fatto un sorpasso da paura) sul rettilineo (per la cronaca "poco più lungo di 1,5 KM") quando ha passato Webber, e tra il pilota (sorpassato) da una parte e il muro dall'altra c'era poco da stare tranquilli, poi più niente fino alla fine, quando (dopo un paio d'ore) a Boudais e' stata inflitta una penalizzazione x aver tentato (senza fortuna) di buttare fuori pista Massa...

gran premio vinto da Alonso...e 2 punti guadagnati da Massa su Hamilton, ora i due si giocano il mondiale nelle prossime 2 gare, gia a cominciare da Domenica prossima in Cina...

11 ottobre 2008

Prezzi carburanti in Svizzera (11 Ottobre 08)

(Clicca su Aggiornamento prezzi carburanti per un aggiornamento sui prezzi)

Crollano le borse di tutto il mondo, gli indici azionari sembrano gli sconti nella stagione dei saldi, il prezzo del petrolio e' sotto ai $ 90 eppure la benzina diminuisce soltanto un pochino! Insomma il teorema che il prezzo al dettaglio dei carburanti sia una funzione solo ascendente sembra essere verificato.

Qui la tabellina riassuntiva con il confronto Italia Svizzera rilevato oggi pomeriggio:














In Italia In Svizzera

Benzina verde al litro € 1.414 CHF 1.810 = € 1.176
Gasolio al litro € 1.380 CHF 2.040 = € 1.326



La volete sapere una cosa divertente? In questi giorni ho visto un distributore in una stazione di servizio autostradale che stava ricoprendo tutte le tettoie con pannelli solari. Che sia la volta buona che anche i petrolieri si danno alle energie alternative?

10 ottobre 2008

I MISTERI DEI BUCHI NERI

Incontro pubblico e divulgativo
sulla fisica delle particelle


Robecchetto con Induno, MILANO

sala consiliare comunale
mercoledi' 15 ottobre 2008
ore 21.00





"Perche' la terra non e' stata inghiottita dal buco nero all'avvio dell'esperimento al CERN di Ginevra il 10 settembre 2008?"
"Quali esperimenti vengono svolti al CERN di Ginevra?"

A queste domande daremo risposta alla conferenza divulgativa a caratterre scientifico che si terra' mercoledi' 15 ottobre, ore 21.00, a Robecchetto con Induno in sala consiliare.

L'evento, organizzato dalla Consulta Giovani di Robecchetto, vedra' la partecipazione strordinaria del prof. Massimo Caccia dell'Universita' dell'insubria di Como.

In videoconferenza interverranno due ricercatori:
il dott. Guido Negri da una control room del CERN di Ginevra ed il dott. Antonio Bulgheroni dall'Universita' dell'Insubria di Como.


Anche on-line


Se siete impossibilitati a partecipare di persona vi consigliamo di provare l'esperienza di una connessione remota multimediale. Farlo e' semplicissimo e vi permettera' di partecipare all'evento in prima persona, di ascoltare gli interventi e persino di porre domande agli intervenuti.

Ecco cosa dovete fare:
  1. Collegatevi alla pagina di EVO. La pagina e' disponibile anche in lingua italiana, dovete solo sceglierla tra quelle del menu a tendina.
  2. Cliccate sul bottone Register / Registrarsi. Questa procedura vi consente di avere un user name e una password.
  3. Cliccate su questo link per accedere alla nostra sala conferenza virtuale. Rispondete si' quando vi viene chiesto di scaricare l'applicazione Koala.
  4. Quando richiesto inserite lo user name e la password che avete scelto al momento della registrazione.
  5. Buon divertimento!

9 ottobre 2008

In bocca al lupo, Marcin!

Tutti i film, anche i piu' belli e quelli che vi hanno tenuto con il fiato sospeso, insomma proprio tutti finiscono con i titoli di coda. E anche per il nostro Marcin sono arrivati i titoli di coda. State tranquilli e' in perfetta salute solo che domani con una macchina carica all'inverosimile, lascera' i temperati lidi comaschi per i piu' rigidi climi polacchi. Ieri e oggi lo abbiamo festeggiato a dovere persino con un BBQ notturno a Brunate per aiutarlo a riabituarsi al clima freddo gelido.



Sono passati piu' di due anni da quando con un italiano un po' titubante hai fatto il tuo timido ingresso nel nostro chiassoso gruppo. Ti sei ambientato subito, e credo proprio che tu ti sia divertito a restare con noi! Purtroppo questo tempo e' volato e adesso sono arrivati i momenti dei sorrisi con gli occhi che luccicano, degli abbracci e degli arrivederci. Marcin noi siamo stati molti contenti di aver percorso con te un po' della nostra strada e in fondo i migliori film, dopo i titoli di coda dicono:

TO BE CONTINUED!

8 ottobre 2008

Il giallo dietro al Nobel

Nell'anno della partenza di LHC e sfortunamente anche del suo prematuro stop, il premio Nobel per la fisica e' stato consegnato a tre illustri esponenti della fisica delle particelle Yoichiro Nambu, Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa, tutti e tre almeno di origine giapponesi. Le loro pagine su Wikipedia sono abbastanza scarne, ma d'ora in avanti avrete modo di sentirne parlare parecchio.

Sicuramente avrete sentito parlare al TG di questi premi Nobel con un accento negativo, soprattutto da parte dei fisici italiani, perche' si sono sentiti defraudati. E adesso cerco di spiegarvi il perche'.

Se provate a menzionare ad uno studente di fisica il nome Kobayashi, questo con una probabilita' non nulla vi rispondera' che si tratta di uno dei personaggi chiave di quel pilastro del thriller che e' I soliti sospetti. Se pero' a Kobayashi aggiungete anche il nome Maskawa, allora di sicuro, il giovane aspirante fisico vi rispondera': Ah CKM, i tre della matrice! Si avete capito bene, i tre della matrice e il terzo non e' sicuramente Nambu, piuttosto l'italianissimo Cabibbo (CKM e' la sigla appunto dei tre nomi Cabibbo, Kobayashi, Maskawa in rigorso ordine alfabetico).

Cabibbo, con la C in modo da non confonderlo con il piu' famoso pupazzone rosso di Striscia la Notizia, e' un fisico italiano, attualmente professore ordinario presso l'universita' della Sapienza a Roma, e il suo nome e' indissolubilmente legato a quello dei due colleghi giapponesi. Forse tanto indissolubile questo legamo non lo era, visto che il premio Nobel e' stato consegnato solo a due dei tre escludendo, qualcuno direbbe come al solito, il fisico Italiano.

Tralasciando la vena polemica, veniamo ai fatti. Perche' questi due, avremmo preferito tre, hanno vinto il premio Nobel? E' una spiegazione non facile, perche' il motivo sta nella natura strettamente quantistica dei quark e quindi risulta quasi impossibile spiegarlo con un'analogia con la fisica classica, prendendo come esempio oggetti di uso comune nella vita quotidiana, ma noi dell'unico-lab ci proveremo lo stesso!

Il loro contributo e' stato fortissimo nella fisica dei quark, ovvero quelle sei particelle "arancioni" in alto a destra nello schema riassuntivo del modello standard qui riportato. Queste sei particelle sono divise in tre famiglie e nel disegno appaiono ordinate in base alla loro massa: la prima famiglia e' piu' leggera della seconda e la seconda della terza. Come forse sapete i quark i nnatura non sono mai stati trovati allo stato libero, ovvero non e' possibile trovare un quark che se ne sta bel bello da solo a spasso per l'universo. Tutti i quark vivono in stati legati, ovvero due o piu' quark si mettono insieme per formare una particella composta. I protoni, per esempio, sono formati da due quark Up e da uno Down.

La grande scoperta di Cabibbo, e questa e' tutta e solo sua, e' che quando i quark si mettono insieme per formare una particella composta perdono un po' la loro natura, ovvero un quark Up non sara' proprio tutto Up, ma sara' una miscela di Up e Down. Questa miscela, che i fisici chiamano autostato di interazione per distinguerlo dall'autostato di massa quando il quark e' tutto lui, e' la firma della natura quantistica; solo con la meccanica quantistica questo fenomeno puo' essere spiegato. Cabibbo ha scoperto che le prime due famiglie si mischiano e per esprimere questo miscelamento ha utilizzato il concetto di rotazione di un certo angolo che appunto prende il nome di Angolo di Cabibbo.

Poi e' arrivato il contributo di KM (cioe' degli altri due), che hanno semplicemente generalizzato il concetto di angolo di Cabibbo estendendolo anche alla terza famiglia. Cosi' ora non parliamo piu' di angolo di rotazione, ma di matrice di rotazione, la matrice CKM, appunto.

Detto questo, lascio a voi giudicare, se si stato giusto o meno non assegnare un pezzettino di Nobel anche al nostro Cabibbo.